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Autore: I_me_mine    14/10/2012    2 recensioni
Juditte Evelyn Wood : una ragazza come tante,sognava una vita come quella di tante ,una famiglia come quella di tante.
Invece il destino la ricondurrà al luogo dove tutto il suo dolore ebbe inizio anni addietro ,il luogo che la cambierà ancora una volta e per sempre.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Esci da quel cesso McCartney! E’ un’ora che sei lì dentro!”

John andava nervosamente da un capo all’altro del corridoio fermandosi a bussare ripetutamente contro la porta del bagno dove si era rinchiuso Paul .

“Sto componendo John,trattienitela!” La voce del ragazzo arrivò soffusa attraverso il legno della porta smaltata di bianco.
“Ma stai scherzando?! Apri la porta o la sfondo!”

Ora  sbraitava e imprecava mentre riprendeva a camminare con un giornale sotto braccio;il che lo faceva sembrare il mio vecchio zio scozzese Harold,un tizio panciuto  dagli occhi piccoli e tondi che vedevo una volta all’anno ma che bastava decisamente a farmelo sembrare un’eternità di tempo.

Il ricordo dell’uomo dopo un pranzo natalizio in quella stessa situazione mi fece scappare una risata.

“Che c’è? Ti fa tanto ridere? A me per niente!”  gli occhi scuri del ragazzo mi fulminarono colmi di esasperazione mentre sentimmo la tanto agognata serratura girare.

“Sei uno stronzo Paul,togliti dai piedi adesso” John si precipitò all’interno del bagno con una velocità che avrebbe fatto invidia ad un corridore.

“Che limite basso della sopportazione,uno non può neanche starsene in bagno in tranquillità!”

Fortunatamente il ragazzo aveva già richiuso la porta dietro sé  non udendo le ultime parole di Paul che altrimenti non sarebbe sfuggito alla sua ira.

“Forse sei stato un tantino lento sai” continuavo a ridere per tutta quella scena esilarante.

“Ma sai,quando l’ispirazione chiama,un artista deve risponderle!” Gonfiò il petto con fare altezzoso e fiero.

“Sei un vero presuntuoso Macca,lasciatelo dire!” lo spintonai.

“Sono solo consapevole Jude cara” rispose scoppiando a ridere  “ dai,a parte tutto,ti andrebbe di darmi il tuo parere?”

“Ma certo che mi andrebbe!”

Paul sorrise felice ma in un istante i nostri sguardi sereni furono mutati da un urlo proveniente dal bagno.

“McCartneeeeeeeeeeey”

“Cristo,che ha combinato adesso!” disse Paul

“Ma che gli sia accaduto qualcosa?! Oh Dio e adesso come facciamo?”

“Razza di coglione matricolato che non sei altro,giuro che appena esco di qui ti disintegro!”

Un certo terrore si dipinse sul volto del ragazzo che si portò una mano sul viso e cacciò un fazzolettino dalla tasca per asciugare il sudore .

Deglutì.

“E adesso cosa c’entri tu? Paul..che hai fatto in bagno?”

“Stavo scrivendo,te l’ho detto…” balbettò lui.

“Paul?” gli rivolsi uno sguardo di ammonimento mentre portai le mani ai fianchi assumendo un’espressione contrariata.

“Ok ok,è stato un attimo,non avevo dove scrivere e..ho usato la carta che ho trovato in bagno…tutta.”

“Dio Paul!  La carta igienica?” sbarrai gli occhi stupita “potevi almeno avvisarlo,adesso ti sta bene se si arrabbia!”

Sbuffò.

“Ora tu trovi il modo di portarmi quella fottutissima carta che mi hai consumato o dovrai dire addio al tuo bel visino da perfetta checca!”

“Certo che la finezza non è il suo forte…” costatai cercando di contenere quella che sarebbe stata una grande risata.

“Aspettami lì John,entro dalla finestra!”

“E chi si muove ,idiota!”

“Jude,aiutami ,vieni sul retro e bada che Mimi non arrivi da un momento all’altro..”

               
                                                                                                 
                                                                                                       ♦

 
 

“Wow Pauline è riuscita a scalare il muro,chi l’avrebbe detto!” John era seriamente intenzionato a farla pagare a Paul ed ora lo tormentava in ogni modo.

“Certo che la scena è stata stupenda “ rise George.

“Non dirlo proprio,credevamo fossi Mimi..quando sei arrivato hai rischiato di farmi morire!”

“Povera Pauline..è entrata dalla finestra del bagno ..non sta bene per una ragazza !” continuava John.

Io ero piegata letteralmente in due sul divano accompagnata da George che,assente nel momento del fattaccio,aveva appreso con gusto quanto accaduto nella casa di Menlove Avenue.

“Entrata dalla finestra del bagno hai detto?” Paul dallo sguardo serio e offeso distese la fronte per mutare espressione

“interessante..un giorno ci scriverò qualcosa ..grazie John!”

John smise di ridere “E’ per i tuoi “colpi di genio” che è stata messa in scena questa commedia..incredibile..”

“Vabbè ragazzi,che ne dite di mangiare qualcosa piuttosto? Io ho un certo languorino..”

Noi tutti ci voltammo in direzione di George che ci fissò con un’espressione tanto seria e tranquilla ,che all’istante scoppiammo a ridere all’unisono.

“Ho detto qualcosa che non va?” ora era sorpreso  ”allora?”

“Vado a preparare qualcosa..se Mimi mi lascia usare la sua cucina..voglio mostrarvi i miei progressi in campo culinario!” dissi continuando a ridere sotto lo sguardo ora entusiasta di George.

“Certo che lo farà..appena tornerà …tra diavoli ci si intende sempre!”

Fulminai John con lo sguardo e mi alzai dal divano.

John prese la chitarra ed iniziò ad intonare qualcosa.

“Sai Macca,non sei l’unico ad aver avuto idee..oggi ho parlato con Stu e penso che dovremmo cambiare nome al gruppo..”

“Si,ad essere sincero ci pensavo anche io..” rispose Paul massaggiandosi il mento con fare pensoso.

“Io non decido nulla a stomaco vuoto,sia chiaro!” George si alzò protestando mentre io ,in attesa di Mimi,iniziai a perlustrare la cucina.

Iniziò a girarmi la testa.

Da qualche tempo una forte tosse mi tormentava.
Avevo bevuto litri di latte caldo,ed io lo odio il latte,ingurgitato centinaia di caramelline balsamiche ,per non parlare di quelle odiose sciarpe di lana che pizzicavano il collo e irritavano la mia pelle.

Al tutto si aggiungeva il fastidioso dolore addominale che accompagnava le mie crisi respiratorie.

“Jude,è tutto ok?” mi arrivò la voce dei ragazzi dall’altra stanza che dovevano aver sentito i miei attacchi di tosse continui.

“Sto bene,tranquilli!” risposi a stento nel tentativo di non soffocare tra un colpo e un altro.

Non stavo bene affatto.

Un dolore in petto mi costrinse a piegarmi,mentre la tosse continuava persistente a consumarmi.

Cercai di appoggiarmi alla muratura della cucina,ma i miei occhi erano appannati: mi accasciai al suolo trasportando con me i ruoti che prelevato dalla credenza.

“Jude,cazzo,cosa è stato?!”

Fu l’ultima cosa che riuscii ad udire prima di perdere conoscenza.
 
                                              

                                                                                                       ♦



“Jude,sei sveglia? “ mi ritrovai il viso di John ad un centimetro dal naso tanto da sentirne il respiro “Mimi,corri,si è svegliata!”

Non ricordavo nulla se non voci e un dolore lancinante al petto.
In un angolino George e Paul si alzarono di scatto dalle sedie sulle quali erano seduti e giunsero al mio capezzale.

“Cosa..cosa è successo?” sbattei le palpebre ripetutamente nel tentativo di mettere a fuoco il luogo e la situazione in cui mi ritrovavo.

“Sei svenuta …”

Ero stata portata nella stanza di John ed ora ero sotto le coperte calde del suo letto mentre un uomo panciuto con un paio occhiali tondi e una valigetta di pelle scura mi si faceva vicino affiancato da Mimi e Marianne.

“Jude,tesoro mio!” mia nonna si chinò e con dolcezza mi baciò la fronte calda.

“Allora,la situazione è questa” L’uomo panciuto aggiustò leggermente la montatura sulla punta del naso e riponendo lo stetoscopio all’interno della valigetta iniziò a metterci al corrente della sua diagnosi.

“La ragazza a quanto pare ha una grave broncopolmonite”

Marianne sobbalzò così come fecero anche gli altri.

“Non sono cose da sottovalutare signorina,è molto pericoloso giocare con la salute!” continuò lui “avresti dovuto fare un controllo molto prima..”

“E cosa si può fare dottore,mi dica la prego,c’è qualche ..non so..medicinale ?” Marianne si portò le mani all’altezza del petto congiungendole con fare nervoso.

“Dio ,Dio,Dio,Dio” George andava avanti e indietro per la stanza mentre Paul e John tentavano di tenerlo fermo,ma lui continuava in preda alla preoccupazione “Non dovevamo andare al porto l’altro giorno,ecco la realtà” e riprendeva a tormentarsi sotto lo sguardo di Paul che dal suo canto non sapeva se bloccare George o John irritato dalla situazione.

“George,smettila,mi dai i nervi!” John  disse queste parole accompagnate da un gesto isterico.

“Fuori dalla stanza ragazzi” disse a quel punto Mimi con tono severo.

“Ma..”

“Ma nulla,fuori!”

I tre ragazzi uscirono a testa bassa dalla stanza posizionandosi dall’altro capo della porta con un bicchiere nel tentativo di origliare.

“Così mi ammacchi i capelli idiota,togli quelle zampe”

“Cosa vuoi che mi interessi dei tuoi stupidi capelli,non sento nulla,George spostati un po’ per la miseria!”

“Dammi quel bicchiere John”

“Mi fai maleee,togli il culo”

Questo ciò che si udiva  all’interno della stanza.
Mi scappò un sorriso mentre Mimi faceva roteare gli occhi visibilmente spazientita.

Che trio assurdo!

“Allora,dicevamo dottore..”

“Dunque,per me la ragazza va ricoverata..ha bisogno di osservazione costante e cure appropriate”

“Ma sto bene!” protestai tentando di sollevarmi dal letto,ma tempestivamente soggiunse Mimi a farmi riprendere la posizione precedente.

Mi aveva presa a cuore e ,contrariamente a come la dipingeva John,era una donna molto amorevole.
Secondo John si trattava solo di "empatia diavolesca”.

“Jude,non fare i capricci,non sei una bambina,si tratta di pochi giorni..non ci vorrà tanto vero?” sbuffai sonoramente alle parole di mia nonna.

“Il tempo necessario signora,ma direi sia il caso di agire in fretta”

Ne seguì un lungo colloquio e una volta congedatosi il dottore e schiantatisi al suolo quei tre idioti aperta la porta della camera,ebbi il tempo di realizzare il tutto.

“Dai John,ora ti libererai di me,dillo che sei contento” lo canzonai tentando di rendermi credibile nonostante le occhiaie.

George e Paul si accomodarono uno da un alto uno dall’altro del letto cercando di offrirmi ogni tipo di premura mentre John vagava per la stanza ora lì,ora qui,ora suonava ora me ne diceva una delle sue.

Vederli così era davvero strano.

Ma ecco cosa vuol dire amicizia: ognuno di loro in modo differente,mi era accanto,mi sostenevano,anche nel momento del bisogno,proprio ora che necessitavo più che mai della loro presenza.

“Ma guarda se capitano tutte a me!” mi ripetevo tra lo scocciato e il divertito.

Mi sentivo davvero la persona più goffa della terra ma nonostante tutto la più fortunata: avevo 3 adorabili idioti con me.





I_Me_Mine: Dopo qualche decennio l'ho pubblicato olè xD
In realtà era pronto da molto perchè,presa dal divertimento della scenetta iniziale,mi sono lanciata in questa scrittura.

Non posso farci nulla,adoro i battibecchi Lennon-McCartney!

Allora,devo dire un paio di cose,prima di tutto non ricomincerò la tragedia greca,giuro! La malattia di jude è solo un escamotage per una cosina che devo fare u.u ma questo lo scoprirete nel prossimo capitolo xD

Ringrazio come sempre le mie sostenitrici ,che leggono e recensiscono sempre ogni  capitolo: vi adoro,lo sapete u.u
Ringrzio inoltre tutti coloro che leggono silenziosamente! Se ogni tanto vi va di farmi sapere la vostra,nel bene e nel male,siete ben accetti u.u


Mi scuso per eventuali errori e alla prossima :D
   
 
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