Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Burupya    14/10/2012    4 recensioni
Ho cominciato a scrivere questa storia in un giorno in cui avevo perso ogni speranza proprio come il protagonista, Akira. Mentre cammina cupo per le strade la sua attenzione viene attirata da qualcosa. Qualcosa che fa accendere una piccola luce nel suo mondo buio...
L'inizio è molto tragico, ma non fatevi scoraggiare :3
dal capitolo 7:
“Sì! Voglio un tuo bacio”
Hisaki lo guardò negli occhi.
“Sicuro di non volerlo dalla mia parte malefica?!”
“Sei geloso?”
“Dovrei essere geloso di me stesso?”
“Mh non eri proprio tu!”
“Quindi sei stato baciato da un altro?!”
“Bè... Insomma mi si sta fondendo il cervello a ragionare!! Non puoi baciarmi e basta?”
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Forever'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Più tardi, era ora di cena: come al solito Akira ed Hisaki erano seduti uno di fronte all’altro a mangiare i piatti preparati da quest’ultimo.
“Oltre ad essere un ottimo mangaka sei anche un cuoco fantastico!!” disse Akira tra un boccone e l’altro. Hisaki non lo degnò nemmeno di uno sguardo: Akira posò la forchetta.
“Hisaki... Sei arrabbiato con me?”
Hisaki non rispose: alzò appena lo sguardo dal piatto quel tanto che bastava per incenerire Akira col suo sguardo. Vedendo quegli occhi rossi colmi di rabbia Akira trasalì.
“Davvero, non lo faccio apposta! Quel giorno sono successe tante cose... Che... Mi hanno cambiato... La vita” disse Akira con un tono di voce sempre più basso. Hisaki fissò i suoi occhi verdi incupirsi e sentì un lieve tonfo al cuore: vedere quell’espressione era la cosa che più lo infastidiva, non riusciva davvero a sopportarla.
“Scusa” disse quasi sussurrandolo. Sapeva di avergli ricordato la sorella, sapeva che renderlo triste era l’ultima cosa che avrebbe voluto. Akira alzò lo sguardo un po’ stupito: non si sarebbe mai aspettato delle scuse da uno come Hisaki. Il ragazzo evitava di incrociare gli occhi di Akira, era chiaro che non era abituato a chiedere scusa e la cosa lo imbarazzava. Akira abbozzò un lieve sorriso.
“Ti va di andare al luna park domani?”
Hisaki lo guardò esterrefatto. Al luna park? Forse il dolore per la perdita della sorella lo aveva fatto andar fuori di testa.
“Akira... Sicuro di star bene?”
“Certo, perché me lo chiedi?”
“Nel caso non te lo ricordassi io ho 22 anni e tu 24!”
“E allora? Sarà divertente... Io ho bisogno di distrarmi un po’, e anche a te non farebbe male uscire da qui! Lavori sempre... Prenderti una pausa ogni tanto fa bene! Ti pregooooo!” disse facendo gli occhioni dolci. Hisaki arrossì leggermente.
“Va bene va bene ma smettila di fare quella faccia idiota”
Akira sorrise.
“Grazie!”
“N-non devi ringraziarmi” rispose Hisaki tenendo lo sguardo basso. Akira restò a fissarlo: vederlo imbarazzato gli faceva una tenerezza enorme.
“Waaaa sei così carino!!”
“Che?!?!” Hisaki arrossì ancora di più.
“Sei troppo dolce quando sei imbarazzato!!”
“Non sono imbarazzato i-io... Ho solo caldo!” disse alzandosi da tavola.
“Dove vai?”
“A dormire... Buonanotte” disse senza girarsi a guardarlo.
“Buonanotte... Non sognarmi troppo” disse Akira facendo un sorrisetto: Hisaki sobbalzò diventando completamente rosso.
“Che diavolo stai dicendo razza di idiota?!?” disse girandosi verso di lui e tirandogli dietro la prima cosa che gli capitò sotto mano. Akira la evitò per poco.
“Fiu, c’è mancato un pelo... Stavo solo scherzando! E’ troppo divertente metterti in imbarazzo” disse Akira ridendo. Hisaki chiuse gli occhi stringendo i pugni: calmo, doveva stare calmo... Non poteva ucciderlo: non voleva passare il resto della sua vita dietro le sbarre. Il ragazzo si limitò ad andare in camera sua senza dire più una parola mentre Akira lo guardava uscire con un sorriso sulle labbra.
Il giorno dopo, verso sera, i due erano nelle rispettive camere a prepararsi per uscire.
“Perché ho accettato dannazione!!” pensava Hisaki nel mezzo della cabina armadio cercando qualcosa da mettersi.
“Ma quanto ci mette?” pensava Akira appoggiato alla ringhiera delle scale mentre aspettava Hisaki. Poco dopo sentì la porta della camera aprirsi.
“Oh finalmen...” Akira si girò a guardarlo mentre parlava “...te”
Hisaki lo aveva lasciato per un attimo senza fiato. Addosso aveva una camicia bianca lasciata leggermente sbottonata, che lasciava intravedere i suoi pettorali perfettamente scolpiti.
“Smettila di star lì imbambolato a guardarmi, mi urta i nervi!”
Akira si riprese scuotendo leggermente la testa.
“Dimmi una cosa che non ti innervosisce...”
Hisaki si limitò a sbuffare.
“Andiamo o preferisci star qui a insultarmi?”
“Hum... Fammici pensare...” Akira gli fece la linguaccia “Andiamo”
Poco dopo i due erano per strada a bordo di una Lamborghini Aventador rosso fiammante: a guidare era Hisaki che sfrecciava per la strada incurante dei limiti di velocità.
“ODDIO RALLENTA!! SONO TROPPO GIOVANE PER MORIRE HISAKIIII!!!” gridava Akira tenendosi aggrappato al sedile in preda al panico.
“Fa' silenzio” fu la risposta secca di Hisaki.
“Prenderai un sacco di multe se continui così!! HEY! Il semaforo era rosso!!”
“Ops credo di essere daltonico... Le multe non mi interessano, di certo non mi mancano i soldi per pagarle”
“Ti ritireranno la patente! Pirata della strada!!” sbraitava Akira.
“Che peccato... Vorrà dire che poi guiderai tu”
“Sempre se esco vivo da qui!! AAAAH ci schianteremo!!!”
Arrivati al luna park, Akira appoggiò un braccio e la testa fuori dal finestrino.
“Sto per vomitare...”
“Per così poco?” disse Hisaki scendendo.
“Giuro che non so come tu abbia fatto a prendere la patente!!”
“Hai intenzione di restare lì tutta la sera?” disse Hisaki aprendogli la portiera: Akira cadde a terra sbattendo il viso sul cemento.
“AIO!”
Hisaki gli tese la mano.
“Vieni razza di rompiscatole”
Akira alzò lo sguardo: la mano tesa di Hisaki gli ricordava una scena che aveva già visto... Già, questa era la seconda volta che Hisaki gli tendeva la mano per aiutarlo.
“Vieni o no?” disse Hisaki vedendo che Akira restava impalato a guardare la sua mano. Akira abbozzò un sorriso e prese la sua mano alzandosi. Poco dopo i due camminavano fra le mille luci colorate del luna park, circondati da bambini che gridavano e correvano qua e là.
“Perché sono venuto... Io detesto i bambini” pensava Hisaki cercando di trattenere l’istinto omicida che lo assaliva ogni volta che un bambino si metteva a urlare.
“Hey Hisaki!! Ci vieni lì??”
Hisaki guardò dove era rivolto lo sguardo di Akira: ossia verso il bruco mela.
“Akira... Stai scherzando vero?!”
“No! Dai è divertente!!”
“N.O.!! Mi rifiuto categoricamente di salire in quella giostra per bambini!”
“E rilassati un po’!” disse Akira prendendolo per mano e trascinandolo verso la giostra. Poco dopo i due erano sopra al bruco mela.
“Non posso credere di essere davvero qui...” Hisaki aveva una mano in viso cercando di nascondersi per la vergogna.
“Ahahahahahah oddio dovresti vederti ahahahahah!!” Akira continuava a ridere guardando Hisaki che era tutto rannicchiato nella giostra per il poco spazio che aveva.
“Non è per niente divertente!!” disse Hisaki girandosi a guardarlo male.
“Sì che lo è... Ahahah hai quasi le ginocchia contro il viso!”
“Lo credo bene... Qui ci devono stare i bambini, non i ragazzi di 22 anni!!”
“Dai che si parte! Sicuramente sarà meglio che andare in macchina con te”
“Ti conviene star zitto se non vuoi volare fuori da questa giostrina”
Dopo il giro sul bruco, durante il quale Akira urlò anche più dei bambini, i due scesero: Hisaki camminava a fatica.
“Le mie povere gambe...”
Akira portò una mano alla bocca cercando di trattenersi dal ridere, Hisaki lo guardò fulminandolo.
“Guarda, andiamo lì!”
Disse Akira dirigendosi verso il labirinto degli specchi. Hisaki sospirò rassegnato e lo seguì.
“Ecco l’uscita!!” Furono le parole di Akira dieci minuti dopo. Il ragazzo andò dritto verso destra con passo sicuro: poco dopo si sentì un tonfo e il vetro tremò per la botta che gli aveva dato Akira finendoci contro.
“Oddio che male!!” disse Akira a bassa voce portando le mani in viso un po’ rimbambito per la botta.
“.............” Hisaki lo fissava restando immobile, quando Akira tolse le mani dal viso vide che aveva la faccia arrossata per la botta.
“Pfff.........” Hisaki cercò di trattenersi ma non ce la fece: scoppiò a ridergli in faccia tenendosi la pancia. Akira lo guardò esterrefatto: chi l’avrebbe mai detto che anche uno come Hisaki sapeva ridere? Il ragazzo dagli occhi verdi restò a guardarlo con talmente tanto stupore che quando Hisaki se ne accorse smise di ridere e lo fissò.
“Perché mi guardi così?”
“Fa strano... Vederti ridere!”
Hisaki arrossì. Ora che ci pensava, era da tanto tempo che non rideva. Da mesi... Forse addirittura da anni. Da quando quella persona l’aveva lasciato...
“Sai Hisaki, sei davvero bello quando ridi!” Akira interruppe i suoi pensieri, sulla sua faccia c’era un mega sorriso. Hisaki a quella frase trasalì e spostò lo sguardo evitando gli occhi di Akira.
“... Andiamo dobbiamo trovare l’uscita” disse riprendendo a camminare tra gli specchi. Akira restò per un attimo a guardarlo perplesso, poi sorrise e lo seguì.
Un’ora più tardi, i due stavano ancora girovagando per il luna park.
“Direi che ora bisogna rilassarsi un po’... Andiamo lassù?” disse Akira indicando la ruota panoramica.
“Se proprio devo”
“Un po’ di entusiasmo!!” disse Akira dandogli una pacca sulla schiena, poi corse verso la ruota. Hisaki lo guardò: quel ragazzo era davvero pieno di vita e spensierato... Proprio come i personaggi che lui creava.
“Muoviti Hisaki, mio nonno sarebbe più veloce di te!” gli urlò Akira girandosi verso di lui.
“Che razza di...!” Hisaki corse verso di lui “Giuro che se ti prendo ti ammazzo!!” 
Akira riprese a correre ridendo.
Poco dopo i due stavano ammirando le luci della città dall’alto della ruota.
“Waaaa è stupendo!!” disse Akira guardando verso il basso. Hisaki guardava il riflesso delle luci sull’acqua del fiume immerso nei suoi pensieri.
“Hey Hisaki ci sei?”
“Mh?” Hisaki girò appena il viso verso Akira.
“Vorrei sapere cosa ti passa per la testa, sei sempre sovrappensiero” disse Akira guardandolo negli occhi. Hisaki restò a fissarlo in silenzio, i suoi occhi rossi piantati in quelli verdi di Akira. Akira sapeva che quel ragazzo così misterioso gli nascondeva qualcosa... A dire il vero conosceva poco o niente di lui visto il suo rifiuto a parlare.
“Hisaki non te l’ho mai chiesto ma... Dove sono i tuoi genitori? E’ strano che un ragazzo di 22 anni viva da solo in una villa del genere!”
Hisaki a quella domanda ebbe un lieve sussulto e spostò lo sguardo verso il cielo: la luna era parzialmente coperta dalle nuvole scure, qualche stella brillava qua e là.
“Come non detto, scusa se te l’ho chiesto” disse Akira rassegnato abbassando lo sguardo.
Ci fu un attimo di silenzio, poi fu Hisaki a parlare.
“I miei genitori se ne sono andati quando io ero un bambino, lasciandomi in quella villa solo con Akito... Con “Se ne sono andati” non intendo che sono morti... Vivono all’estero”
“Vuoi dire che... Ti hanno abbandonato lì...?” Akira tornò a guardare il viso di Hisaki, che in quel momento era illuminato dai flebili raggi della luna. Hisaki si limitò ad annuire.
“Perché...? Voglio dire, quale genitore abbandonerebbe un figlio senza motivo?”
Hisaki a quella domanda sentì una stretta al cuore e abbassò lo sguardo: Akira vide che i suoi occhi erano lucidi.
“Io...” Hisaki deglutì poi riprese a parlare “Un motivo c’è... Ero ancora un bambino ma ho fatto qualcosa di davvero... Terribile...!”
Akira capì che era qualcosa di cui probabilmente Hisaki non avrebbe voluto parlare, o meglio, qualcosa che gli faceva ancora troppo male affrontare.
“Hisaki... Non so cosa tu abbia fatto di così grave, ma sono sicuro che tu te ne sia già pentito... E passare tutti questi anni da solo credo sia stata una pena più che sufficiente!”
Hisaki si girò a guardare Akira stupito, poco dopo sentì la sua mano posarsi sopra alla propria.
“Ti prometto che io non ti abbandonerò mai!”
Hisaki guardò le loro mani, poi tornò a fissare quegli occhi verdi e il sorriso sulla faccia di Akira... Dentro di sé sentiva una strana sensazione, un calore che forse aveva già sentito in passato, ma molti anni prima... Sul viso di Hisaki si dipinse un sorriso.
“E’ una minaccia?” disse scherzando.
“Mi odi così tanto?!” rispose Akira fingendo di fare il broncio, Hisaki non rispose e si limitò ad intrecciare le dita della mano con quelle di Akira.
“...Grazie...” sussurrò tornando a guardare il paesaggio. Akira restò stupito per qualche secondo dalle parole e dal gesto di Hisaki, poi sorrise con le gote leggermente arrossate. Era felice che Hisaki si fosse aperto, anche solo un po’, con lui... Sapeva che il suo coinquilino non amava parlare di sé, sapeva che per lui probabilmente era difficile ricordare il suo passato... Sapeva anche che c’era ancora tanto che non conosceva di Hisaki.
Più tardi, i due stavano camminando tra la folla, quando Hisaki vide dietro a un gruppo di persone un viso familiare... Capelli rossi, occhi gialli con le pupille strettissime, uno sguardo da far venire i brividi lungo la schiena. Hisaki si fermò di colpo sgranando appena gli occhi, Akira gli finì addosso.
“Hey perché ti sei fermato all’improvviso?”
Hisaki restò a fissare quel viso senza dire una parola, il ragazzo ricambiò il suo sguardo, fece un sorriso sadico e sparì perdendosi tra la folla. Akira vedendo che Hisaki non rispondeva guardò nella sua direzione ma non vide nulla.
“Cos’hai visto? Una bella ragazza?”
Hisaki si riprese e finalmente parlò.
“Niente... Torniamo a casa, sono stanco”
Akira lo guardò perplesso, i suoi occhi rossi lasciavano trasparire un sentimento di terrore. Ancora una volta si ritrovò a chiedersi cosa passasse per la testa di Hisaki, ma soprattutto cosa, o chi, avesse visto.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Burupya