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Autore: Kuruccha    14/10/2012    1 recensioni
Oggi sono ancora vivo. Domani... chissà.
Una raccolta di flashfiction su Faye e Spike.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ed, Ein, Faye Valentine, Jet Black, Spike Spiegel
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Svegliarsi


 
Io vivo in un sogno dal quale non riesco a destarmi.

 
Spike si sveglia fissando il soffitto e pensando che quei tubi lassù non sono gli stessi che vede ogni mattina. Nonostante la coperta tirata fino a sopra il naso ha ancora freddo; congelerebbe, se non fosse per il fianco sinistro che conserva ancora un po' di calore. Voltandosi, si aspetta di trovare Julia - dorme sempre a sinistra, no? - e allunga la mano verso di lei; si ritrova invece a stringere un braccio ossuto dalla pelle inaspettatamente calda rispetto a quella del proprio palmo. Ed mugugna e si avvicina a lui un altro po', facendosi spazio sotto la coperta. La lascia fare.
Vorrebbe mettersi a sedere, ma il freddo è troppo pungente; muove la testa e vede Ein che, nella penombra del salotto, solleva le orecchie e lo fissa. Lo chiama con uno schiocco di lingua; Ein non se lo fa ripetere e si solleva sulle zampe, trotterellando nella sua direzione. Si accoccola vicino a Ed come la curva della sua pancia fosse da sempre il posto per lui.
Sente Jet mugugnare e lo vede allungare una mano - quella robotica - nello spazio minuscolo in cui era accucciato Ein, come a voler controllare che sia ancora lì, forse perché ora la fonte di quel debole calore se n'è andata. Non trova niente, ma non se ne dà cruccio; smette di muoversi e si riaddormenta.
Faye, sul divano davanti a lui, dorme con le sopracciglia corrugate e le dita che spuntano appena dalla coperta. Le afferra e le stringe piano; sono fredde, proprio come s'immaginava. La sente mugugnare come ha fatto anche Jet poco prima; poi, proprio come lui, torna immobile e continua a dormire. 
Spike rimane fermo e ascolta.
Ci sono il russare appena accennato di Jet, quello un po' più rumoroso di Faye, i respiri brevi e veloci di Ein e le sue unghie che grattano sul pavimento come se stesse correndo; ci sono il borbottare incomprensibile di Ed nel sonno e le sue dita che si contorcono anche mentre dorme; c'è Jet che si rigira su se stesso e si sistema meglio la coperta addosso; ci sono i tubi sul soffitto che sono sempre gli stessi di prima, ma che indubbiamente non sono quelli che vede ogni mattina quando si risveglia nella propria cabina. Dev'essere un sogno, pensa, soprattutto perché non avrebbe altro modo di spiegare quell'accozzaglia di persone e animali in un'unica stanza, come se la Bebop fosse diventata d'un tratto una navetta larga due metri per tre. E nemmeno riuscirebbe a spiegare il calore che sente all'altezza dello stomaco, e che è certo non sia dato né da Ein raggomitolato accanto a lui e Ed, né dalle dita di Faye che stringe tra le sue, né dalla coperta che si sta contendendo con Jet.
E poi fissa ancora i tubi sul soffitto e ricorda: la navetta alla deriva, il carburante finito per l'ennesima volta, l'illuminazione che si spegne, il riscaldamento che ha fatto la stessa cosa ben prima delle luci, il freddo che comincia a crescere, l'unico ramen istantaneo che hanno finito per condividere in cinque; e poi l'idea di rimanere tutti in una sola stanza per cercare di conservare il calore, Faye che si rifiuta di dormire per terra e monopolizza il divano, la lotta per la coperta, Ed che usa Ein come fosse un cuscino, il freddo che cresce, i tubi del carburante sul soffitto che non emettono rumore perché non c'è niente che ci circola dentro. Ora, con tutti quei particolari, non è più così convinto che sia un sogno. Forse la bugia è piuttosto quella dei ricordi precedenti; Julia, e poi Vicious, la sua morte e tutto il resto. Forse, morendo, è passato di livello ed è arrivato qui, in questo paradiso intermedio. Un paradiso davvero scarso, si dice; il calore allo stomaco, però, non è d'accordo con lui. Forse devo solo prenderlo come viene e godermelo finché dura, aggiunge. Forse, quando passerò al prossimo livello, tornerò di nuovo da Julia. E poi, ad un altro passaggio di livello, di nuovo qui.
Appoggia il naso sulla testa di Ed e respira. E' calda; non profuma di buono, ma nemmeno puzza di cattivo. Anche le dita di Faye sono meno fredde di prima.
Godermelo finché dura. Potrebbe funzionare.
Si riaddormenta fissando i tubi, in attesa del level up.
 
 
Volevo continuare a vivere un sogno dal quale non svegliarmi mai.
Ma poi, all'improvviso, mi sono svegliato.



*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
14.10.2012
Prompt: Ebbi un sogno che non era completamente un sogno (L'oscurità - G. G. Byron).
Scritta per la prima sfida della Staffetta in Piscina @ Piscina di Prompt, squadra Calzelunghe.
Come dire... il mio cervello ha gridato a gran voce "Cowboy Bebop!" fin dalla prima volta che l'ho letto; alla fine non ho saputo resistergli, e il motivo sono le due citazioni riportate all'inizio e alla fine di questa fanfiction. Nonostante l'ermeticità dilagante, ne sono soddisfatta. XD
Grazie mille per aver letto <3
Kuruccha



 
   
 
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