Tatuaggi, cappelli e armi
fuori posto
Questa
ormai è una guerra dichiarata, mio caro Sharkfish…
scoprirò cosa nascondi, ormai è una questione di principio! Giochiamo a carte
scoperte, allora… se mi volevi tenere lontano da qui un motivo
ci sarà, no?
E io sarò ben lieto di scoprirlo…
Topolino
si riaggirava per i vicoli dove
due sere prima aveva incontrato Pikappa. Voleva avvicinarsi quanto più
possibile alla dimora del misterioso avvocato per cogliere qualche particolare,
anche solo un minuscolo appiglio che lo potesse portare avanti con le indagini.
Mi
devi due fascicoli, una notte insonne… e un ufficio a soqquadro!
« Al mio tre oscuri le telecamere e io m’infiltro più
velocemente che posso sistemando le guardie con il paralizzatore
bradionico, ok? »
L’ologramma
verde rispose:« Non so, socio, non mi sembra un gran
piano… »
« Ci abbiamo pensato tutto il giorno e non te ne è venuto in
mente uno migliore… »
« Questo Sharkfish è furbo! Ha
cancellato le piantine della sua abitazione da tutte le banche dati che ho
analizzato… non ho nemmeno idea della struttura della casa, è schermata a ogni
analisi che ho provato a fare! »
« Non possiamo restare fermi per tutta la vita qui ad
Anderville! Sei pronto, allora? Uno, due e… »
« … tre! »
Il
papero si voltò spaventato. L’ultimo numero non l’avevano pronunciato né lui né
Uno. Solo i suoi riflessi gli evitarono una botta in testa che lo avrebbe
sicuramente steso.
Alle
sue spalle c’erano una trentina di uomini dalle
intenzioni tutto fuorché amichevoli che lo costrinsero ad entrare nel cortile
della residenza, più al riparo da eventuali occhi indiscreti.
« Ehi, che fai, mi rubi le battute? »
L’uomo
che l’aveva interrotto sorrise:« Sei in gamba come mi
avevano detto, Pikappa… avanti, battiti
con noi se ne sei in grado! »
« Voi non mi date pensiero… ma non credevo di essere una
celebrità anche qui ad Anderville! »
Un
altro uomo ripose per lui:« Infatti non ti abbiamo mai
visto prima, né ti abbiamo mai sentito nominare… ma il capo sembra conoscerti
bene! E noi ci fidiamo di lui! »
Pikappa
si morse un angolo del becco. Sharkfish o, ancora
peggio, gli evroniani sapevano della sua presenza?
« Sarei proprio curioso di conoscerlo, il vostro capo… »
« Oh, lui ti conoscerà… o, almeno, conoscerà di te quello che
rimarrà dopo il nostro trattamento di favore! »
« Mi spiace, accetto botte solo se è piena di vino! »
« Spiritoso proprio come ci avevano detto… »
Quella
storia puzzava di bruciato da tutte le parti, rifletté Pikappa. Lo conoscevano
troppo bene, non doveva sottovalutarli. Non perché erano trenta contro uno,
aveva visto anche situazioni peggiori, non era questo il problema. Uno aveva
avuto la prontezza di zittirsi immediatamente, ma il fatto che non l’avesse
avvertito della presenza di tutta quella gente vicino a lui significava
probabilmente che non li aveva individuati, e per passare inosservati ai suoi
sensori bisognava essere dotati di una tecnologia particolarmente sviluppata.
Meglio
se evroniana.
Il
papero strinse con forza il pugno avvolto nel guanto nero dell’Extransformer.
« Se è i guai che cercate, io sono uno specialista nel fornirli…
fatevi sotto! »
Un
gruppetto di una ventina di malviventi lo assaltò, ma con scarsi risultati.
Dopo meno di tre minuti erano a terra, tramortiti o paralizzati. Quello che gli
aveva rivolto la parola per primo, che aveva tutta l’aria di essere il capo,
non sembrò sorpreso.
« Sei troppo buono per questa città, Pikappa, al posto tuo io li
avrei uccisi… ma se hai bisogno di lezioni di cattiveria prego, io sono un
ottimo insegnante! Prima lezione, papero: presentarsi sempre con le armi
giuste… »
Paperinik
stava per fare una delle sue solite battutacce ironiche, ma si zittì quando
vide cosa il
suo avversario dalla testa pelata e tatuata stava tirando fuori da sotto il
giubbotto di pelle.
L’investigatore
respirava silenziosamente, cercando di evitare che il freddo pungente rivelasse
la sua posizione grazie alla condensa. Acquattato sotto il muretto di cinta
della residenza di Sharkfish,
osservava lo scontro cercando di passare inosservato. Sì, alla fine aveva
ritrovato Pikappa. E aveva anche ragione, lui e Sharkfish
erano in qualche modo collegati. A giudicare dall’accoglienza che aveva
riservato all’eroe mascherato, dovevano essere avversari. Tuttavia gli eventuali
dubbi su di lui erano stati dissipati dall’ultima frase che aveva udito.
A
quanto pare, mio caro Pikappa, oltre a Sharkfish abbiamo un’altra cosa in comune… la gente del posto ci
ritiene troppo buoni per vivere ad Anderville! Non è vero, Sonny?
È quello che mi ripetevi sempre, ogni volta che ti proponevo di venire a
trovarti…
Eppure
ora siamo qui, e in qualche modo dobbiamo uscire da questa situazione per
tornare a casa, io a Topolinia e tu a Paperopoli…
Si
concentrò nuovamente sulla scena. L’uomo pelato aveva tirato fuori un’arma da
sotto la giacca.
Che
razza di modello di pistola è? D’accordo, da quando io e Sonny frequentavamo criminologia le armi si saranno
un po’ evolute, ma fatte in quel modo così strano…
Tuttavia
la sua attenzione fu attirata di più dalla reazione di Pikappa. Il suo volto
era letteralmente sconvolto.
« Ma quella è… »
« Un utile giocattolino che mi ha
fornito il capo! Non avevo ancora avuto modo di provarlo, vorrai dire che tu
sarai la prima cavia! »
Il
papero scosse la testa, senza mai distogliere lo sguardo sbarrato dall’arma:« Tu non hai la minima idea di cosa stai stringendo fra le
mani. Se solo lo sapessi la butteresti via
terrorizzato… o disgustato… »
Ma
evidentemente tu lo sai, Pikappa… e da quello che posso capire dal tuo volto non dev’essere niente di
buono…
« Vorrà dire che lo scoprirò ora! »
L’uomo
premette il grilletto e Topolino chiuse gli occhi aspettandosi il rumore di uno
sparo.
Zaap?
Da
quando le pistole fanno questo rumore? Che fine ha fatto il classico bang?
Con
un po’ di sorpresa, l’investigatore riaprì gli occhi. L’uomo non aveva ancora
smesso di sparare. Topolino ammirò stupefatto i curiosi raggi azzurri che
partivano dall’arma al posto dei classici proiettili, mentre Pikappa, in
qualche modo, li schivava tutti.
« Pessima mira, ragazzone! Non mi colpirai così facilmente,
ormai sono un veterano, dopo anni passati a schivare raggi coolflamizzanti!
»
Il
detective non era certo di aver compreso l’ultima parola e attribuì la
storpiatura alla distanza. Tuttavia fu lieto di notare che l’eroe mascherato
aveva ancora fiato e voglia di fare battute ironiche.
Significa
che non sei ancora messo così male… e sei già a conoscenza di quella strana
pistola probabilmente non ti coglieranno impreparato!
Tuttavia
ho un debito nei tuoi confronti, Pikappa… vediamo cosa posso fare per ripagarlo!
Paperinik
continuava a schivare agilmente i colpi. Ancora non capiva come un terrestre avesse potuto entrare in possesso di una evrogun. Se ancora
avesse avuto dubbi sul coinvolgimento dei suoi nemici violacei in quella
storia, la sorpresina di quella notte glieli aveva tolti
del tutto. Ma in compenso una considerazione
continuava a passargli per la testa, distraendolo dallo scontro.
Una
evrogun in mano a un terrestre era sostanzialmente inutile.
Sì,
d’accordo, poteva sempre rendere gli avversari degli schiavetti miti come
agnellini, ok, ma perdeva la sua funzione primaria, ovvero
quella di fornire pranzo e cena a un qualunque evroniano di qualsiasi grado
della loro complessa scala sociale. Se non ricordava male, le loro pistole
erano tarate per rispondere solo al DNA evroniano e nessuno di quegli alieni
viola avrebbe ceduto volontariamente e così facilmente a un essere umano
l’unico mezzo per il proprio sostentamento, di questo Pikappa era certo. Ed era
altrettanto certo che la razza umana non si nutrisse ancora di emozioni. E
allora cos’era successo ad Anderville di tanto
miracoloso da sconvolgergli anche quelle poche certezze?
Per
qualche secondo aveva valutato l’idea di avere come avversari degli evroniani
ben camuffati, ma l’aveva scartata subito. A parte che non era il loro stile,
Paperinik si riteneva non a torto il miglior esperto sulla Terra della razza evroniana, visti tutti gli scontri che aveva dovuto
affrontare. Era certo di saper riconoscere il comportamento e la postura di
quegli alieni e dei loro coolflame a colpo d’occhio
ed era sicuro al cento per cento che l’individuo che aveva di fronte era umano
e perfettamente cosciente anche senza le approfondite
analisi di Uno.
Per
questo motivo aveva ritirato l’Extransformer e continuava a saltare come una
cavalletta per schivare i colpi sparati un po’ a casaccio dal pelato tatuato,
che aveva evidenti difficoltà di puntamento con la nuova arma. Con lo scudo
avrebbe potuto sicuramente ripararsi meglio, ma c’era il rischio che qualche
colpo di quella evrogun, rimbalzando, andasse a
colpire per errore qualcuno dei presenti. Con degli evroniani non si sarebbe
fatto problemi, i colpi delle evrogun erano innocui per loro, ma non avrebbe
mai e poi mai causato la coolflamizzazione di un
terrestre, per quanto criminale incallito. Ne aveva visti
troppe di specie aliene, anzi, di interi pianeti ridotti in schiavitù, non ne
poteva più di quegli sguardi vuoti e senz’anima che ormai tormentavano anche i
suoi incubi notturni. No, non si sarebbe mai abbassato al livello degli
evroniani, ne andava della sua deontologia professionale di eroe e della sua
coscienza, anche se in un angolino suo cervello ormai avvezzo alle battaglie
continuava a ripetersi che se avesse allargato nuovamente l’Extransformer con
il giusto tempismo avrebbe potuto far rimbalzare il colpo coolflamizzante
direttamente contro il suo avversario e renderlo innocuo. Ma
non poteva. Doveva pensare a un’altra soluzione e doveva farlo in fretta, prima
che i suoi riflessi venissero meno per la stanchezza e si ritrovasse con una
nuova capigliatura azzurrina sulle piume della nuca.
Ma dov’era Xadhoom quando serviva? Possibile che non ci fosse
nessuno ad aiutarlo?
« EHI! »
Ma cosa…
I
pochi criminali che non l’avevano assaltato e il pelato si ritrovarono
improvvisamente sbalzati a terra dalla fortissima pressione di un idrante
antincendio che sparava acqua alla massima potenza. L’evrogun sfuggì dalle mani
del tatuato, che però riuscì ancora a premere il grilletto un’ultima volta e a
lanciare un raggio coolflamizzante a pochi millimetri
dal braccio del papero mascherato.
Per
evitare di essere atterrato insieme ai suoi avversari, Paperinik riaccese
l’Extransformer e si alzò in volo quanto bastava a evitare l’ondata. Dall’alto
poté vedere chi teneva il provvidenziale idrante.
Non
sapeva se esserne felice o meno.
Ok,
il diversivo è riuscito anche senza essere armato e Pikappa si è salvato, ma…
Oh
oh!
Chi
ha chiuso l’interruttore dell’acqua proprio ora???
Infatti la pressione in uscita dal tubo che
Topolino stava tenendo in mano stava diminuendo a vista d’occhio, fino a quando
non rimase che un rivolo d’acqua.
« Diavolo… »
Il
pelato si rimise subito in piedi e lo guardò con sguardo assassino.
Cavolo,
credo di aver peggiorato la situazione…
« Socio, qualcuno dall’interno della casa ha attivato un sensore
per chiudere l’acqua in tutta la proprietà… »
« Ricevuto, Uno! A quanto pare Sharkfish
non è solo un innocuo spettatore… e adesso mi tocca andare a salvare il
salvatore! »
L’intervento
di Topolino, però, non era stato del tutto inutile. Il pelato aveva perso
definitivamente di vista l’evrogun e il papero si sentiva più libero di agire.
Senza contare che il detective gli aveva già dimostrato nel loro precedente
incontro di sapersela cavare in uno scontro fisico. Aveva ancora il tempo di
mettere fuori combattimento gli altri rimasti ancora a terra storditi
dall’improvvisa doccia notturna prima di occuparsi del tatuato.
Come
si dice, il dolce si tiene per la fine…
Topolino
stava sudando freddo. L’energumeno che gli si stava avvicinando forse era un
po’ troppo grosso per lui. Ripassò mentalmente tutte le mosse di combattimento
che conosceva cercandone una appropriata alla
situazione, ma il tempo non era dalla sua parte.
« Cosa abbiamo qui? Un altro impiccione? Bene, allora vengo a
prenderti per le orecchie e ti riporto a casa… »
« Cosa hai detto??? »
Al
sentire il breve scambio di battute fra i due, Pikappa fece una smorfia.
L’energumeno non lo sapeva ancora, ma aveva fatto il più grosso errore della
serata ad insultare il detective sui suoi padiglioni
auricolari. Paperino sapeva benissimo che il topo era particolarmente sensibile
all’argomento.
« Poveraccio, non lo invidio… »
Era
tentato di lasciarlo all’ira di Topolino, ma poi si rese conto che sarebbe
stato troppo crudele e decise d’intervenire lanciando l’Extransformer in modalità boomerang.
Però…
Topolino
si era improvvisamente ricordato delle mosse più crudeli di savate
che aveva imparato in quei mesi ad Anderville nella palestra dove si allenava
anche Tomoka, quando vide il suo avversario venire atterrato dal più grosso boomerang metallico che
avesse mai visto.
E
notò anche uno dei primi scagnozzi che Pikappa aveva atterrato si era rialzato
e che si trovava proprio dietro all’eroe mascherato.
Con
una spranga metallica in mano.
« Attento! »
« Cos… »
Troppo
tardi. Il violento colpo alla nuca fece cadere Pikappa sul cemento senza sensi.
Tuttavia il curioso boomerang colpì di ritorno l’ultimo criminale facendo
svenire anche lui.
L’unico
rimasto in piedi era proprio Topolino. E Sharkfish,
al sicuro all’interno della sua fortezza inespugnabile. Il detective si voltò
per un attimo verso la casa, chiedendosi se avesse dovuto tentare di entrare.
Poi il suo sguardo cadde sul papero svenuto.
No,
tanto di sicuro l’interno è sorvegliato, non farei che pochi passi prima di
finire nuovamente nei guai… meglio che invece mi
preoccupi di lui!
La
tensione lo abbandonò tutto d’un colpo, lasciandolo
stanco e spossato. Sospirando, raccolse a terra il curioso boomerang e si
avvicinò a Pikappa.
Non
gli manca qualcosa?
Ah,
già, il cappello!
Si
voltò e lo vide poco lontano. La violenza del colpo l’aveva spedito a un paio
di metri di distanza dal suo proprietario.
Meccanicamente
Topolino si chinò per recuperarlo, ma si bloccò a metà del movimento.
Aspetta…
questo non è…
Con
la gola secca, il detective afferrò il copricapo blu afflosciato d’umidità
notturna dalla fettuccia nera alla marinara, con la punta delle dita.
Aveva
passato quasi due ore sulla foto di Pikappa cercando l’elemento che gli era
così familiare e che non riusciva a identificare nel contesto.
Distratto dal costume appariscente, dalla curiosa quanto semplice maschera sul
viso, sui tratti del volto, non aveva prestato attenzione a quel piccolo,
fondamentale dettaglio…
Hai
cercato di isolare per ore un dettaglio dal contesto…
ed è dovuto intervenire un delinquente con una spranga per fartelo notare,
Topolino?
Stupido,
stupido detective…
Ma era davvero così?
O
forse, più semplicemente, aveva preferito non vedere?
O
forse, ancora, era solo una curiosa coincidenza? Però la
foggia del copricapo, la provenienza, la somiglianza…
Topolino
scosse la testa stringendo nella mano il cappello alla marinara con tutta la
sua forza. Troppi pensieri, troppe emozioni per quella notte.
E in quel momento, dopotutto, non aveva neanche troppa importanza. Si stava
avvicinando un temporale. Erano appena sfuggiti a un pericolo mortale. Colui che l’aveva salvato era a terra, indifeso, nella tana
del lupo. Tutto il resto era secondario.
Appoggiò
delicatamente scudo e cappello sul petto di Pikappa e lo prese, con un po’ di
difficoltà, in braccio.
« Avanti, per questa sera verrai con me, mio sfortunato amico… »
Ciao a
tutti! Non mi dite che questo non era un capitolo d’azione! Hihi…
Allora,
come sempre ringrazio Jan Itor 19,
Nightrun, Crybaby e darkroxas per i commenti! Spero di non avervi deluso
neanche stavolta!
Sono molto
presa con l’università e non so quando riuscirò ad aggiornare, spero presto…
Alla prossima!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata 92