Imaginaerum.
Imaginaerum, a Dream Emporium.
Il sonno non arriva.
Non è per l'adrenalina della missione imminente: per chi è
nato e cresciuto per essere una spia questo è l'ennesimo incarico di routine.
Una missione qualunque per uno scopo qualunque.
Sì, è vero, tornerà in Russia. Ma questo non è abbastanza
degno di nota per tenerla sveglia.
Semplicemente, Natasha non ha
sonno.
Ma deve riposare, questo lo sa: è indispensabile per l’esito
della missione che il suo aspetto sia florido e piacevole, due occhiaie nere da
notte in bianco non può proprio permettersele domani.
Così smette di controllare l'attrezzatura ed i capi di
vestiario e si infila tra le lenzuola bianche.
Anche a luce spenta la situazione non cambia. Concede alla
sua mente di svagarsi, che fissa com'è sulla missione non potrà mai
addormentarsi.
La stanza è vuota e non offre distrazioni. La luce opaca
della notte di New York filtra ed accarezza le pareti spoglie in modo uniforme,
la fessura tra le tende è proprio davanti ai suoi occhi.
Nel palazzo di fronte una finestra di accende, qualcuno è
rincasato da chissà dove. È tardi, mezzanotte è passata, ma forse è un
nottambulo e neanche lui dormirà.
La finestra torna buia.
Natasha
si aggiusta il cuscino. Una goccia di pioggia graffia il vetro.
Un'altra. Un'altra ancora.
La pioggia picchietta contro i vetri e rimbalza sul
davanzale.
C'è un braccio, che esce dalla penombra e le cinge i fianchi.
E' muscoloso, virile, i tendini e le vene guizzano sotto la pelle su cui
appoggia la mano.
C'è un respiro, ed è caldo e calmo, le arruffa i capelli solleticandole
la nuca.
Natasha
reclina la testa, le tensioni si sciolgono mentre indovina il profilo tra le
lenzuola: è invitante e allo stesso tempo riesce a distenderle i nervi, a
scioglierle i muscoli.
Per una spia il verbo rilassarsi non dovrebbe esistere,
tantomeno per una spia del suo calibro, ma non riesce a descrivere diversamente
la sensazione che quel momento le può dare.
"Dovresti dormire" suggerisce la sua voce - è
talmente radicata dentro alla sua testa che quasi può sentirla davvero.
"Piove." Risponde alle pareti vuote.
C'è uno sbuffo, e sembra divertito. Non apre gli occhi: è
stanco e mezzo addormentato e lei ha il presentimento sia anche a causa sua ."E
quindi?"
"Credo pioverà a lungo."
"È la stagione, Nat. Credevo
ti piacesse." Ora il respiro è sulla sua spalla, il braccio si stringe sulla
sua vita, la sua mano indugia sulla pelle nuda. Può sentire le dita stuzzicarle
l'ombelico e all'improvviso Natasha non ha proprio
più intenzione di dormire, che quel momento vuole prolungarlo il più a lungo
possibile.
"Sì, mi piace. Mi piace la pioggia e spero che venga
un'alluvione."
Sente le labbra stendersi in un sorriso contro la sua
spalla, e Natasha ha tanta voglia di sentire il suo
sapore sulla sua bocca: "La solita
esagerata."
"Ci pensi, se si allagasse tutto? Se rimanessimo
bloccati qui dentro?"
"Non ero io quello che guardava troppi film?"
"Forse ti sto frequentando un po' troppo, mi stai
influenzando. Compromettendo."
Le dita di Clint si spostano e scendono ed il respiro di Natasha si fa più intenso a quel tocco. Le labbra le
accarezzano il collo mentre preme il corpo contro il suo. "Mai
abbastanza."
C'è il suo profumo, nella penombra, e si chiede per un
attimo come facciano le sue lenzuola ad esserne pregne, che lui non è mai stato
davvero lì con lei eppure lo sente in ogni dove. E c'è il suo calore, che lei
ha percepito solo una volta e perché stavano combattendo fianco a fianco e si è
sempre chiesta se fosse così intenso anche fuori dalla lotta. "Sai che
farei se fossimo bloccati qui dentro, ora?"
A Natasha sfugge una risatina: oh
sì, la sua voce deve essere proprio così roca, sa che può esserlo, ne è certa.
Ha sentito quel tono basso che usa per darle indicazioni, per scambiare opinioni
ed idee durante un incarico e può ben immaginarselo a pronunciare quelle
parole.
"Ti farei addormentare, Tasha."
La sua mano risale il ventre e il petto, arriva al collo e al viso. Indugia in
una carezza, le dita disegnano il contorno delle labbra carnose.
"Pensavo fossi uno che coglie la palla al balzo,
Clint."
"Oh, ma siamo bloccati qui: abbiamo tutto il tempo che
desideriamo."
Le labbra di Natasha premono
contro le dita, succhiano delicatamente i polpastrelli callosi. E' così
delizioso il pensiero che sia ancora lì, al mattino, scoprire alla luce del
giorno che quella sagoma impalpabile sia vera, pelle contro pelle, labbra sulle
le sue e mani che regalano brividi sinceri.
La pioggia scroscia. Natasha trova
il rumore catartico.
Il peso del braccio svanisce nel buio, i capelli restano
immobili sul cuscino. La stanza torna vuota e un po' fredda.
Natasha
si tira il lenzuolo sin sotto il mento, gli occhi chiusi. Il respiro torna
calmo ed irregolare.
Domani dovrà essere a Mosca, in missione, due occhiaie non
può proprio permettersele.
Questa FlashFic
è frutto di un Colpo (…di Testa? Di Genio? Sta a voi deciderlo…) improvviso. Capisco possa suscitare
perplessità, ma sentivo il bisogno di descrivere quest’attimo e così ho fatto.
Ho cercato di fare del m io meglio, capisco non sia niente di speciale ma ho
creato di peggio.
L’ambientazione è la sera prima
della partenza di Natasha per la sua missione in
Russia, quella che si vede all’inizio del film. È quel momento solitario ed
intimo, in bilico tra il sonno e la veglia in cui le difese si abbassano e si
lascia che una propria fantasia prenda forma.
Un momento di relax, ecco, in cui
può immaginare la persona che desidera al proprio fianco.
Così, tanto per passare il tempo. ;)
Commenti, Recensioni e Critiche
costruttive sono sempre ben accette ed incoraggiate!
Alla prossima,
EC.