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Autore: Marco1989    16/10/2012    3 recensioni
[Alien]
"Credevano che fosse tutto finito. Credevano di essere al sicuro. Si sbagliavano."
Fanfiction sulla saga di Alien, seguito alternativo di Alien 3.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Freeman e Gearing erano due veterani, addestrati ed esperti; in quasi vent’anni di servizio credevano di aver visto di tutto; nulla però avrebbe mai potuto prepararli a ciò che si trovarono di fronte. Non c’era addestramento per una situazione come quella.

L’astronave era immensa, più grande di qualsiasi mezzo umano che avesse mai solcato i cieli. Aveva la forma di un ferro di cavallo, butterato e interrotto da strane protuberanze e forme simili a pinne; era lunga oltre novecento metri e larga quasi duecento, da una punta all’altra. Non c’era segno di nessuna attività, la nave sembrava alla deriva.

I due militari erano allibiti: mai nella loro vita avrebbero pensato di vedere una cosa simile, e stentavano ancora a credere a ciò che i monitor stavano mostrando loro.

- Impossibile…- mormorò Gearing, - Quella cosa non può essere una nave!

- Non può essere nient’altro…- rispose Freeman, altrettanto esterrefatto – Non può essere un corpo celeste naturale. E’ per forza artificiale…ma…

- Ma non esiste una nave umana di quelle dimensioni. E di quell’aspetto. E che abbia emissioni magnetiche uguali a zero!- sbottòGearing – Significa che quella nave non è fatta di metallo, e le navi terrestri SONO fatte di metallo!

Comprendendo quello che il suo vice stava cercando di dire, Freeman intervenne:- Non saltiamo a conclusioni affrettate. Potrebbe esserci una spiegazione razionale…

Gearing scosse la testa:- No, non può esserci, capo. La verità è che noi abbiamo di fronte la prima prova mai individuata della presenza, nell’universo, di un’altra razza inteligente oltre all’uomo.

Freeman rimase in silenzio per alcuni secondi, poi disse:- Fai un’analisi termografica, vediamo se ci dice qualcosa.

Gearing si mise ad una delle consolle, premette alcuni pulsanti, poi disse:- Emissioni termiche pari a zero. E’ fredda quanto lo spazio che le sta intorno. A bordo non c’è niente che emetta la minima traccia di calore.

- Anche se avesse motori che non producono calore, dovrebbero vedersi per lo meno le tracce termiche dei membri dell’equipaggio…qualsiasi cosa siano.- riflettè Freeman – Una nave morta, alla deriva.

Gearing schioccò la lingua un paio di volte, pensieroso, poi chiese:- Non c’è nel manuale tattico una procedura per situazioni come questa, vero?

Freeman scosse la testa, poi disse:- Va bene, escludiamo definitivamente che possa essere umana, magari un progetto sperimentale di qualche tipo. Inserisci nel computer tutti i dati che stiamo rilevando su quella nave e le immagini che abbiamo, e ordinagli di cercare in tutte le banche dati delle Forze Armate qualcosa di corrispondente.- dal suo tono di voce si capiva che non ci contava molto.

Gearing impostò la ricerca; il computer rimase inerte per quasi un minuto, mentre elaborava i milioni di file presenti nella banca dati del Nuovo Pentagono, cercando qualcosa che potesse essere paragonato alla strana nave che era apparsa davanti alla “Stonewall”. Alla fine, Gearing vide lo schermo illuminarsi di verde.

- Ehi, è incredibile! C’è una corrispondenza!- si avvicinò per leggere meglio – “File FO0032117//LV-426//Unidentified*Spaceship*Wrek”. E’ un file riservato.-

- Inserisci il nostro codice di sicurezza.- rispose Freeman avvicinandosi.

Gearing digitò alcuni numeri, e finalmente il file si aprì.

Immediatamente apparve una immagine: non era una foto, era lo schema riprodotto di una nave, dalla forma a ferro di cavallo, apparentemente schiantata su un pianeta; seguiva un breve testo:

 
Il presente schema, elaborato seguendo la descrizione fatta dal tenente di vascalleo Ellen Ripley, della Compagnia Weyland-Yutani, riproduce l’aspetto del relitto di una nave, di provenienza ignota, rinvenuta dall’astronave “Nostromo” sul planetoide LV-426, del sistema Zeta Reticuli, nell’anno 2122. Le scarse informazioni conosciute rivelano che la nave, schiantata sul pianeta da un numero imprecisato, ma probabilmente elevato di anni, non mostrava alcun segno che permettesse di ricondurla a tecnologie di origine umana.

Il testo proseguiva, descrivendo le gigantesche dimensioni e lo strano aspetto della nave, il misterioso materiale, apparentemente più biologico che sintetico, di cui sembrava essere composta, l’inquietante essere fossilizzato, una gigantesca creatura dall’aspetto vagamente umanoide, trovato seduto a quello che sembrava essere il posto di pilotaggio. La conclusione era piuttosto inquietante:

 
Non fu possibile, per l’equipaggio della “Nostromo” effettuare rilevamenti più dettagliati, a causa delle proibitive condizioni atmosferiche del pianeta. Nel 2179 una esplosione atomica ha devastato LV-426, distruggendo anche il relitto; è quindi impossibile compiere una nuova esplorazione. In nessun’altra occasione è stata rilevata la presenza di artefatti analoghi.
In caso di incontro con un mezzo dotato di tecnologia paragonabile, si consiglia di interagire con esso solo osservando la MASSIMA cautela. E’ segnalata la possibile presenza di un carico ESTREMAMENTE pericoloso.

Freeman finì di leggere, poi borbottò, allibito:- Quindi è vero… abbiamo di fronte un’astronave aliena!

- Mi sembra ancora impossibile… e hai visto le date? Lo sanno da più di sessant’anni!

Freeman, benché ancora stupefatto, rilesse di nuovo il paragrafo finale:- Carico estremamente pericoloso? Non è che diano informazioni molto precise.

- Forse non sanno neanche loro di cosa stanno parlando esattamente.- ribatté Gearing, - Tutto questo rapporto mi sembra piuttosto ipotetico…ehi, aspetta un attimo!- e indicò un punto dello schermo – C’è il rimando ad un altro file…strano, è della sezione “Xenobiologia”… hanno già parlato del pilota, perché questo secondo file?

- Prova ad aprirlo.- disse il capitano, e il secondo aprì il file “AC15229//LV-426(?)//Linguafoeda*Acheronsis”. La prima cosa che videro fu l’immagine sbiadita di una creatura nera, che sembrava uscita dal peggiore degli incubi.


I due membri dell’equipaggio impiegarono quasi quindici minuti per leggere tutta la descrizione di quelle creature: le loro mortali caratteristiche, il loro atroce ciclo riproduttivo, i resoconti dei pochissimi e letali incontri avvenuti tra loro e la specie umana, a partire dalle uova ritrovate nella stiva del relitto alieno rinvenuto su LV-426. Alla fine erano sotto shock.

Rimasero in silenzio per un tempo che parve infinito, poi alla fine Freeman disse:- Chiama il comandante dei Marines, il tenente Adams. E’ meglio che veda anche lui questa roba.




Il tenente Adams aveva trentacinque anni, ed il suo aspetto era esattamente quello che ci si sarebbe potuto aspettare da un ufficiale dei Marines Coloniali: alto, muscoloso, con lo sguardo fermo e i capelli castani tagliati cortissimi. Era un soldato esperto, che aveva partecipato a decine di azioni. Stava finendo di indossare la sua uniforme migliore, in attesa dello sbarco, quando sentì l’altoparlante della nave gracchiare: “Tenente Adams immediatamente nella cabina di pilotaggio”.

Non apprezzava essere agli ordini di quelli della Flotta, ma sapeva che sulla nave erano loro a comandare, quindi si mosse subito. Oltretutto era incuriosito: per quale motivo lui poteva servire in cabina di pilotaggio subito prima dell’arrivo su Elysian?




Freeman e Gearing occorsero venti minuti per spiegare tutto al tenente, e altri cinque servirono a quest’ultimo per digerire la situazione. Nel suo addestramento non c’era nulla che potesse prepararlo ad una situazione simile: era di fronte al relitto di una astronave appartenente ad una razza aliena sconosciuta, che forse aveva a bordo le uova della più letale creatura che gli uomini avessero mai trovato nell’universo. Cosa bisognava fare in un caso del genere? Una goccia di sudore scorse passò sulla sua fronte. Alla fine prese una decisione, e chiese:- Siete sicuri che quel relitto sia abbandonato?

Gearing scosse la testa:- Abbiamo controllato: quella nave non emette alcun segnale radio, non mostra tracce di emissioni di calore, neanche minimi. I sensori di movimento penetrano con difficoltà il materiale di cui è composta, ma posso dire quasi certamente che su quel relitto non c’è nulla di vivo, non nel sento che intendiamo sulla terra.

Non del tutto rassicurato, il tenente insistette:- Secondo voi è possibile salire a bordo?

- Beh, non abbiamo rilevato tracce di aperture o falle; dovremmo avvicinarci con una navetta, collegare un corridoio alla sua fiancata, adesivo visto che non è magnetica, e aprire un passaggio con…- Freeman si interruppe di colpo – Salire a bordo? Ma è impazzito? Ha visto cosa potremmo trovare?

- L’ho visto, ed è proprio per questo che voglio salire a bordo. – continuò il Marine, ostentando una sicurezza che non aveva – Chiamate quei due biologi civili e spiegate loro la situazione; cercate di convincerli a prendere parte alla spedizione, le loro conoscenze potrebbero esserci utili. Io vado a spiegare cosa sta succedendo ai miei uomini e a selezionare un gruppo che mi segua su quel relitto. Se lì ci sono creature come quelle,- e indicò l’essere nero sulla consolle – voglio saperlo.-

- E se veramente ci fossero, cosa pensa di fare?- chiese Freeman, a metà tra il beffardo e lo spaventato.

Pur con tutto il suo addestramento, Adams non fu in grado di rispondere a quella domanda.
  
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