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Autore: Yuki Kiryukan    16/10/2012    4 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Salve a tutti!!! :D Innanzitutto, le mie più sentite scuse per il ritardo nel postare questo capitolo! >.< sono imperdonabile, ma in questo periodo non ho avuto un attimo di respiro! :(
Spero che il capitolo ricompensi la vostra attesa! ^^''
Prima di lasciarvi alla lettura, alcune premesse:
- Prima di tutto, vi confido di non essere soddisfatta di comè uscito il cap...poichè non sono riuscita a svilupparlo come avrei voluto. Beh, spero sia uscito comunque qualcosa di decente! xD
- Questo è un capitolo formato quasi interamente da un luuuuuungo flashback. Spero che questo tuffo nel passato non vi annoi! >.<
- L'ho scritto abbastabza di fretta ( tutta oggi ^^' ) quindi vi prego di perdonare eventuali errori ortografici e grammaticali.
- Lo pubblico senza avere l'OK dalla mia editor, poichè frequentando la stessa classe, anche lei è incasinata con in compiti e non ho voluto disturnarla nello studio, quindi vi prego di essere clementi con me! ^^''
- Dal prossimo capitolo in poi si torna finalmente al presente e farò rientrare Zach e Ryan nella narrazione, per la vostra felicità! xP o almeno spero! xD
Bene, il mio monologo è finito, non vi scoccio più! Spero di essere più puntuale con la pubblicazione del prossimo cap!
Un bacione a tutti! E grazie a quelli che recensiscono sempre! *-----*
A presto! :)
Yuki!

                                                                       La Tragedia





Quando le metalliche porte scorrevoli del laboratorio si aprirono, l'ultima persona che George si aspettava di trovarvi all'interno, era Jean. 
Tant'è che non appena lo vide, trasalì, visibilmente a disagio.  << Jean... >>   farfugliò, imbarazzato fino al midollo.

L'altro gli rivolse un'occhiata obliqua mentre raccoglieva dei fogli nella borsa a tracolla nera  << Ciao George >> 

Era calmo e composto. Come se nulla fosse successo. Ma la sua voce era così fredda e tagliente che George rabbrividì da capo a piedi.

Cercò di controllarsi, e deglutì, con l'inutile speranza di sembrare "normale" : << Te ne vai sul serio allora... >>

Si diede del perfetto idiota. Che razza di domande spinose andava a fargli?

Ma Jean non sembrava esserne particolarmente ferito  << Si >> disse chiudendo la cerniera della borsa   << Non ha più senso che io rimanga qui. Non ho certo problemi a trovare un altro lavoro, quindi non finirò per strada se è quello che ti preoccupa >>

Al contrario di come poteva sembrare, quella sua frase non era dettata da uno sfrenato narcisismo, bensì da una sconfinata tristezza. 

  << Forse se parlassi con David...porei cambiare le cose... >> provò a dire George, impacciato  << Sono sicuro che nemmeno lui vuole che te ne vada. Soltanto che è troppo orgoglioso per tornare sui suoi passi... >>

Jean intanto, si diresse in sua direzione, verso la porta   << Non ha importanza, George, grazie >> rispose quando fu arrivato alla sua altezza  << Non potremmo comunque più lavorare insieme. Vediamo le cose in modo...troppo diverso >>

Quelle "cose" a cui alludeva, insospettirono George. Capì immediatamente che si stava riferendo all'abominio che aveva inventato: la Chimera.

Perchè si, anche lui la considerava un artefatto demoniaco. 

Jean lo superò, intenzionato ad uscire. Dopo qualche attimo di esitazione, George parlò richiamando tutto il suo coraggio, che quell'uomo sembrava portargli via:  << Che...che intenzioni hai...Jean? >>

L'altro si fermò, e rispose senza nemmeno voltarsi  << Io non permetterò che Rosalie muoia >>   La sua voce era rotta. Distaccata.  Morta.   << Non importa a quale costo >> concluse, varcando la porta.

George restò completamente paralizzato. In quel momento, provò pura paura nei confronti di colui che un tempo era stato un suo compagno.

Quelle parole sembravano essere così sincere... Troppo sincere. Aveva il netto presentimento che presto il dolore l'avrebbe sopraffatto, spingendolo fino al punto di  non ritorno. 

Chiuse stancamente gli occhi, e pregò con tutto se stesso che si sbagliasse. 

Che illuso che fu. 
 
 


  << Jean ha lasciato il laboratorio? >> ripetè David, senza nascondere un'espressione ebete sul volto, mentre si trovavano nei loro uffici. 

George annuì, sorseggiando il suo caffè   << Stava raccogliendo le sue cose, quindi deduco che avesse tutta l'intenzione di dileguarsi... >>

Julia inchiodò David col suo sguardo color caramello  << E ti stupisci? Dopo averlo trattato in quel modo... >> morse il bordo del bicchiere di carta che conteneva del the  << Anch' io avrei fatto altrettanto >>

David aprì la bocca per ribattere, ma non trovando le parole, la richiuse, amareggiato. 

George gli porse un bicchiere di caffè, dandogli una pacca sulla spalla   << Se sei pentito, dovresti andare a fermarlo >> gli suggerì, cercando di apparire indifferente alla cosa  << Probabilmente lo trovi ancora qui... >>

Il biondo si irrigidì  << Jean è...era mio amico. Provo un profondo rispetto per lui in ambito professionale. Ma a livello umano... >> fece una pausa  << Io non riesco più nemmeno a guardarlo negli occhi, dopo che... >>

Lasciò morire lì la frase. Non c'era bisogno di continuarla. Anche le espressioni di George e Julia si scurirono, e rimasero in silenzio per vari minuti.

  << Semplicemente... >> riprese poi David  << Non posso credere che si arreso così. Lascia il lavoro senza fare nemmeno un'obbiezione...e Rosalie? Il suo abominevole progetto? >>  si morse il labbro   << Jean non è quel tipo d'uomo, lo conoscete anche voi. Va fino in fondo alle cose.  È proprio questo, quello che mi spaventa >>  

Anche George e Julia lo sapevano fin troppo bene. Tutti e tre erano perfettamente convinti che Jean non avesse mai preso in considerazione l'idea di arrendersi.

Nemmeno per un momento. 

  << E se... >> azzardò poi Julia  << Se quello che ci avesse detto non fosse del tutto impossibile? Se quella cosa.... la... >> 

  << Chimera >> l'aiutò George, sospirando.

  << La Chimera... >> riprese la donna  << ...Fosse veramente la soluzione che stiamo cercando? Non solo per Rosalie...sarebbe una scoperta scientifica senza precedenti, e... >>

  << Smettila Julia! >> sbottò David   << Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? L'hai sentito Jean no? Sangue umano!  È questo quello che ci serve per mantenere in vita quell'abominio, capisci?! Sangue-umano! Cosa vorresti fare, andare a dissanguare tutta la gente che troviamo per strada forse?! >>

  << Certo che no, che razza di domande fai?! >> ribattè la donna.

  << E allora smettila di sparare queste stronzate! >> Urlò il biondo  << Qui stiamo sfiorando i limiti dell'umanità, riuscite a capirlo?! >>

Julia si zittì, indispettita e con le lacrime agli occhi, mentre George sospirò, mesto.  << E che si fa con Jean e Rose...? >> azzardò 

  << Che succede tra Jean e Rosalie? >>

La voce curiosa di Dorian Federik li interruppe. Si era appena trasferito nel loro laboratorio, e si occupava della manutenzione dei computer e della raccolta dati.

I  tre sbiancarono all'istante, guardandolo allibiti. Le informazioni sulla creatura che Jean aveva ideato, erano state tenute nascoste a tutti gli altri membri della compagnia, e non potevano rischiare che qualcuno ne venisse a conoscenza.

Sarebbe scoppiato un putiferio.

Dorian studiò le loro espressioni sconvolte, e inclinò la testa da un lato, confuso  << Bè? Che succede? I due sposini hanno litigato forse? >>

Comprendendo che il nuovo arrivato non avesse la benché  minima idea di quello che avevano precedentemente detto, si rilassarono, e Julia parlò:  << N...no, affatto! Va tutto bene >> rise forzatamente, cercando di apparire naturale.

Lui alzò un folto sopracciglio, mentre smanettava ad un computer  << Ah, si? >> chiese, alternando gli occhi dal monitor, ai documenti, e poi a loro << Guardate che se state spettegolando sulle love story voglio essere informato. Chi tradisce chi? >>

Irritato più che mai, David rispose con un'acidità senza pari:  << Non c'è proprio nulla su cui spettegolare qui. Prendi sul serio il tuo lavoro, Federik >>

Lui sorrise, per nulla intimorito dall'ostilità del biondo  << David, rilassati. Si che stai per diventare zio....ma non c'è nulla di male nel lasciarsi un pò andare >> lo guardò, senza perdere il buon umore  << Se non mi dite niente, mi farò dire un pò di pettegolezzi direttamente da Rose >>

  << Rosalie attualmente non sta più lavorando >> rispose atono David, trattenendosi dal prenderlo a pugni.

La notizia del suo tumore al cervello non era stata ancora divulgata, se non ai superiori e ai conoscenti più stretti. 

  << Scherzi? >> ribattè Dorian riponendo dei documenti  << Se l'ho vista un attimo prima di entrare qui >>

I tre sussultarono.  

  << Rosalie è qui?! >> chiese George al posto di David, che sembrava sul punto di collassare.

L'altro annuì, tranquillo  << Si, era con Jean. Li ho visti prendere l'ascensore per il nono piano. Credo stessero lavorando. Jean aveva il pass in mano... >>

Quella frase li sconvolse. Letteralmente.

Il pass.  

La tessera di riconoscimento che permetteva di accedere al settore 7 del laboratorio, dove venivano testati i risultati degli esperimenti e persino tecniche nucleari. 

Bastò un solo secondo per prendere una decisione. Sia David che George scattarono, diretti al nono piano, lasciandosi dietro una scioccata Julia, e un perplesso Dorian. 

  << Julia chiama la sicurezza! >> urlò poi George, voltandosi velocemente indietro  << Noi andiamo a vedere che sta succedendo! >>

Non aspettarono nemmeno l'ascensore. Corsero a perdi fiato per nove piani consecutivi.  Ignorarono l'"alt" che imponeva loro di fermarsi, raggiunsero il settore 7.

  << Ma non abbiamo il pass! >> fece notare poi George, col fiatone.

David picchiò con forza sul grande portone  << Jean!! >> urlò  << Apri immediatamente! >>

Continuò a picchiare, senza ottenere risposta.  

  << H-ho detto a Julia di chiamare la sicurezza.... >> continuò George, ansimando  << Non appena saranno qui apriranno loro...e... >>

  << Non posso aspettare! >> urlò David, cominciando a forzare la serratura.

George sbiancò  << David! Così scatterà l'allarme! >> esclamò, nel panico più totale. 

  << Non me ne frega un cazzo! >> sbottò, picchiando in modi isterico sul monitor elettronico alla destra del portone. Dopo non troppi tentativi, il display andò in tilt e saltò l'elettricità. Contemporaneamente, l'allarme iniziò a suonare.

  << Al diavolo il pass... >> disse David tra i denti, mettendoci tutta la forza che aveva nell'aprire la porta. 

Suo malgrado, George l'aiutò  << Se ci denunciano, giuro che ti ammazzo... >> gli promise, spalancando il portone. 

Quello che si presentò loro davanti, li sconvolse più di quanto già non fossero.

Il primo che videro, fu Jean. Smanettava ad un grande computer, che mostrava dei dati apparentemente incomprensibili. Si voltò verso di loro con estrema lentezza, infastidito, ma allo stesso tempo, con aria stranamente soddisfatta  << Quanto chiasso che avete fatto... >>

  << Maledetto! >> urlò furibondo David, camminando a grandi passi verso di lui  << Dov'è Rosalie? Cosa diavolo le hai fatto?! >>

Solo dopo, videro anche lei.

Giaceva immobile ed addormentata...in una capsula di vetro.

Completamente intubata,  sottoposta all'elettroencefalografia. Il suo petto si abbassava e alzava lentamente, e la mascherina che le contornava la bocca, ritmicamente si appannava al suo respiro.

   << Oddio... >> farfugliò George sconvolto, portandosi una mano alla bocca. 

  << Cosa...? >> David era più scioccato di lui. Guardava la sorella con puro terrore negli occhi. 

  << È tutto a posto >> li tranquillizzò Jean, sospirando, stanco ma soddisfatto  << L'impianto è perfettamente riuscito >>

David roteò gli occhi impauriti su di lui  << I...impianto...? >>

Jean annuì  << La Chimera >> spiegò, sorridendo   << Non credevo nemmeno io che sarebbe stato un tale successo. Eppure guardatela: sembra stare già meglio >>

A quel punto David non ci vide più. Lo afferrò per le spalle e cominciò a strattonarlo con violenza  << Cosa cazzo stai dicendo, Jean?! >>

Lo fece roteare su se stesso, mettendolo in corrispondenza di Rosalie, senza smettere di scuoterlo  << Guardala Jean! Ti sembra forse che stia..."meglio"?! >> dagli occhi azzurri dell'uomo sgorgarono delle lacrime   << Sembra già morta... >>

Jean sembrò ridestarsi da un lungo sonno, ed il suo sorriso scomparse  << Ti stai sbagliando... >> disse, alzando gradatamente il tono di voce  << Vi sbagliate tutti!  Tutti quanti!! >>

Andò in direzione dell'amata ed aprì la capsula che la conteneva con qualche breve "tic". Le tolse i tubi dal naso e dalle braccia, e le sfilò il respiratore.  

Gli angoli della sua bocca si piegarono in un sorrso malato, mentre le accerezzava dolcemente la guanca pallida: << Non appena si sveglierà...sarà come rinata vedrete... >>

  << Sei soltanto un povero pazzo >> assentì David dietro di lui  << L'hai trasformata in un mostro...è tutta colpa tua... >>

  << Lei ha capito! >> urlò Jean, improvvisamente irato  << Si fida di me! Sa che ho ragione! >>

A spezzare la loro lite, fu proprio Rosalie. Improvvisamente, cominciò a perdere copiose quantità di sangue da bocca, naso e orecchie. 

L'encefalogramma impazzì, fino ad appiattirsi. 

  << Cosa diavolo sta succedendo?! >> Urlò David correndo verso la sorella, mentre Jean si era improvvisamente paralizzato, balbettando qualche frase senza senso.  << No... non può essere >> diceva, scuotendo la testa  << La Chimera è perfetta... non... >>

George sembrò solo in quel momento riprendersi dallo shock, e aiutò David ad estrarre la donna da quei marchingegni   << Una reazione di rigetto, probabilmente... >> balbettò impaurito, prendendola in braccio al posto di David, al quale tremavano le mani. 

  << Portiamola da Julia e l'equipe medica! >> urlò poi, cominciando a dirigersi verso l'uscita del settore 7  << Siamo ancora in tempo! >>

Prima di seguirlo, David guardò con occhi assassini Jean, ed andandogli vicino, gli disse:  << Sei tu e solo tu il diretto responsabile >> gli alitò sul volto  << Se Rosalie dovesse morire per colpa tua...giuro che ti ammazzo, sporco assassino. Con le mie stesse mani >>

Jean dal canto suo, sembrava essere diventato un vegetale. Non rispose alla minaccia di David, e lasciò che portassero Rosalie fuori dal laboratorio, senza dire nemmeno una parola.

Era troppo provato. Cadde in ginocchio, lasciandosi divorare dalla disperazione più buia.
 


Rosalie fu trasportata d'urgenza del settore medico dell'edificio, e cominciarono subito la rianimazione. 

  << Lo ammazzo... >> continuava a ripetere David  << È solo un pazzo malato. Guarda cosa le ha fatto... >>

  << Portatelo fuori! >> urlò Julia, riferendosi a David, con il defibrillatore in mano.

Mentre David veniva accerchiato da alcuni agenti di sicurezza, George guardava il corpo inerme di Rosalie, mentre in lui si radicava sempre di più la rassegnazione.

Era morta. Non c'era più niente che potessero fare. 

L'amore per Jean l'aveva resa ceca, e fidandosi di lui, aveva segnato il suo destino. 

Suo e quello del bambino. 

Un'infinita tristezza gli attanagliò il cuore, e proprio quando anche lui stava per abbandonare la sala, il battito di un cuore si diffuse intorno a loro.

L'encefalogramma diede nuovi segni di vita, e il tempo parve arrestarsi per qualche secondo.

Rosalie era morta. E adesso il suo cuore era tornato miracolosamente a battere.

David fece irruzione come un tornado nella sala, raggiungendo Julia  << Ce l'avete fatta?! >> chiese, con la lacrime agli occhi.

Lei era basita.  << Io...io no lo so... >> farfugliò  << Non dava segni di vita e adesso...il suo cuore batte forte e deciso.... >>

  << Dio grazie... >> biascicò il biondo, accorrendo vicino al corpo della sorella, che lentamente stava riprendendo i sensi.

  << David... >> pronunciò il nome del fratello debolmente, poi la sua voce prese vigore, e si guardò attorno, roteando gli occhi azzurri spaesata   << Ragazzi...ma che succede? Cosa... >>

  << Rosalie stai bene?! >> si affrettò a chiederle il fratello, con la voce che ancora gli tremava. 

Lei sbattè le palpebre, visibilmente confusa << Si...ma...dov'è Jean? >>

  << Non devi mai più avvicinarti a quel mostro! >> le urlò David  << Lui... lui ti... >>

  << Lui mi ha salvata >> completò la frase, lei  << David io...non sento più alcun dolore... >>

Lui, come tutti i presenti, trasalì. << C-come? >> trovò la forza di chiedere.

Lei annuì, e gli sorrise dolcemente, stringendogli la mano  << Finalmente, mi sento di nuovo bene. Avevo quasi dimenticato questa sensazione. Jean ha sempre avuto ragione, fin dall'inizio >> dai suoi occhi di zaffiro debordarono delle lacrime di gioia  << Mi...ci ha salvato David. Ci ha salvato >>

David scosse la testa incredulo. George non riusciva a proferir parola, mentre Julia si decise a prendere in mano la situazione  << Presto! >> esclamò  << Voglio tutte la analisi possibili! Ecografie, Tac, emocromo completo, bilirubina, TSH, VES, e tutto quello che vi viene in mente! Subito! >>

Tutta l'equipe medica si azionò immediatamente, e nella stanza rimasero solo David, George, Julia e la miracolata Rosalie. 

  << Julia, non avrai esagerato? >> chiese quest'ultima, sorridendo  << Io sto più che bene, e poi già sapete cosa è successo, no? Jean ha inserito la sua Chimera nel mio encefalo e... >>

  << È proprio questo il punto >> la interruppe lei  << Dobbiamo sapere molto di più su questo essere che ti è stato impiantato dentro, Rosalie, non è così semplice. Quali sono gli effetti collaterali, quasi modifiche subirà il tuo corpo... >>

  << Beh, non sarà più facile chiederlo direttamente a Jean? >> propose lei, senza perdere buon umore  << A proposito, dov'è? Ormai avrete capito tutti che è il salvatore. Il mio salvatore. Lui è il migliore! >>

Sorridendo, guardò uno ad uno i presenti, aspettando una risposta. Notando che nessuno sembrava intenzionato ad aprire bocca, continuò:  << Che succede? Cosa c'è che non va? >> scrutò il fratello  << Lo so che ho fatto tutto di testa mia e che sei arrabbiato... ma hai visto che avevo ragione? Non sono diventata un mostro. Sono sempre io, e non sono mai stata meglio in vita mia! >>  

Si portò una mano sul ventre  << Stiamo benissimo, vero? >>

Ma lui sembrava non ascoltarla. Gli occhi azzurri erano vuoti ed inespressivi.  George gli lesse nel pensiero, e verbalizzò le sue paure:  << Jean è ancora nel laboratorio...dobbiamo avvertirlo che Rose sta bene...altrimenti... >>

  << Certo che sto bene! >> ribadì lei, per l'ennesima volta  << Perchè non dovrebbe saperlo? >>

Ma i due erano già usciti dalla stanza, correndo nuovamente verso il settore 7.

  << Gli ho detto che era un assassino >> disse con fiatone David, mentre salivano le scale. La sua voce era piena di senso di colpa << Ma l'ha salvata. George. Non so come ha fatto, ma l'ha salvata >>

Erano quasi arrivati ormai, quando furono interrotti da un tremendo boato. Immediatamente, scattò l'allarme anti incendio, ed entrambi si  ritrovarono bagnati fradici mentre correvano per i corridoi.

  <<  E adesso che diavolo succede?! >> imprecò David, mentre venivano sorpassati da alcuni vigili del fuoco. 

  << Indietro per favore! >> ordinò uno di loro  << C'è stata un'esplosione, è pericoloso rimanere qui >>

  << Esplosione? >> ripetè George confuso.

  << Il settore 7  completamente saltato in aria >> spiegò quello << Crediamo si tratti di un incendio doloso. Per la vostra sicurezza, state lontani. Stiamo evacuando tutto l'edificio >>

Non diede altri particolari, che si dileguò per i corridoi densi di fumo, ma David e George rimasero fissi dov'erano.

  << Il settore 7...esploso? >> ripetè incredulo quest'ultimo << No, cos...Jean era...era dentro... Non può... >>

  << Incendio doloso... >> David deglutì  << Non posso credere che l'abbia fatto... >>

E cominciò a correre nella stessa direzione dell'esplosione, urlando a squarciagola, il suo nome. 

Un nome che si spense nel fumo, proprio come la sua vita.

 
 
  << Jean si suicidò all'interno del laboratorio...credendo di avervi ucciso... >> concluse George  << Non riuscì a superare il senso di colpa, e decise di togliersi la vita, facendosi esplodere insieme alle sue creazioni >>

I suoi occhi erano lucidi  << Solo qualche secondo prima...e magari saremmo riusciti ad impedirglielo. È morto senza nemmeno sapere di avervi salvato... >>

Solo dopo, mi accorsi che stavo piangendo anch'io. Piangevo a dirotto. Il motivo tuttavia, non riuscivo ancora a definirlo.

Suicidato? Lui?

Jean Stain? 

L'uomo che avevo incontrato io, era forse un fantasma allora? Colui che aveva trasformato quei ragazzi in Chimeri era uno zombie?

  << Successivamente, quando venimmo a conoscenza di altri casi di Chimere... >> riprese George, dopo essersi asciugato gli occhi  << Capimmo che quel progetto non era morto con Jean, come invece credevamo. Doveva aver coinvolto qualcun'altro nella sua ricerca... >>

  << Qualcun'altro? >> chiesi, tra i singhiozzi.

  << Si...non c'è altra soluzione. Ma nonostante le nostre ricerche, non siamo ancora riusciti a rintracciarlo... >>

Ripensai anche alle parole di David, diverso tempo prima: "Saperlo, Trovarlo ed ucciderlo è il compito finale dello Scudo Rosso".

Sorrisi amaramente, mentre altre lacrime mi rigavano le guance.

Che ingenui.

Davano per scontato che quell'uomo fosse morto, ma la verità era che li aveva raggirati per bene tutti quanti.

Altro che morto, tormentato dal senso di colpa. Era vivo e vegeto, e si era creato il suo esercito personale di Chimeri, per portare avanti la sua malata utopia.

Aprii la bocca per parlare, ma quella tremenda verità mi chiuse la gola, quasi soffocandomi, e mi limitai a piangere, totalmente sconfitta.
  
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