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Autore: Laay    17/10/2012    7 recensioni
Lex, insieme all'infanzia, la felicità e l'ingenuità di Lane, si era preso brutalmente anche la cosa più importante che una ragazza possa conservare: la sua verginità.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A quelle parole Lane si vide passare davanti tutte le possibilità. Era ancora convinta di non voler coinvolgere Joe e la sua famiglia nella sua vita. 
La ragazza fissava ancora Joe dal viso impaurito, ma allo stesso tempo determinato a salvarle la vita. Poi passò lo sguardo su suo figlio; sarebbe stato felice con un padre come Joe. L'aveva sempre ammirato, aveva fatto di tutto per lei. Era una persona amorevole, scherzosa, una persona con cui parlare di tutto, e soprattutto, amava i bambini.
-Allora?- Chiese il ragazzo, con fare più insicuro che mai. Aveva paura, era una decisione azzardata, ma era convinto di una cosa: non avrebbe rinunciato a salvare la vita di Lane ancora una volta.
-Joe io...io non voglio coinvolgerti nella mia vita.- Rispose Lane.
-Cosa? Scherzi? -Chiese Joe, battendo violentemente un pugno sul tavolo. Forse per scaricare la tensione, forse perché era davvero arrabbiato.
-Non voglio metterti nei guai.-
-Mi hai salvato la vita, Lane!-Esclamò il ragazzo alzandosi in piedi, urlando e gesticolando con le mani.- Devi smetterla di non voler essere salvata! Hai bisogno d'aiuto!- Joe si guardò in giro, poi tornò a sedersi.- Non farmi urlare, non voglio che il piccolo Joseph si spaventi.- Tornò a dire sotto voce.
-Dovevi pensarci prima.-
-Senti, io devo aiutarti, io voglio aiutarti! Ti prego Lane, lasciami riconoscere Joseph, ti prego.- La supplicò, ancora una volta.
-Joe io..-
-Bene, domani stesso chiamo il mio avvocato e andremo dal giudice. Ciao piccolino!- Disse il ragazzo, facendo per andarsene.
-Joe!-
-Si?-
-Grazie, ti devo la mia vita.-
Il sorriso di quel ragazzo fu l'ultima cosa bella che Lane ricordava del suo oscuro passato.
 
Per tutta la sera Joe pensò a cosa stava andando incontro. Pensò che avrebbe dovuto prendere un appartamento, con una stanza per il bambino. Pensò ad una probabile cameretta, con tanti giochi. Gli scappò un sorriso. Pensò che avrebbe dovuto iscriverlo all'asilo, e lui da bravo papà sarebbe andato a prendere il piccolo a scuola, nel pomeriggio. Pensò che una volta a casa avrebbe ascoltato tutto quello che il piccolo Joseph aveva da raccontare e pensò che avrebbe voluto essere il meglio per quel bambino.
Un po' tutto questo lo spaventava, ma aveva ventotto anni quasi ed ormai era anche arrivato il momento di mettere su famiglia. Non si aspettava che Lane l'avrebbe sposato, neanche che avrebbe potuto vederlo come probabile compagno, ma avrebbero potuto tenersi compagnia l'uno con l'altra. Tutti questi pensieri, pian piano, lasciarono che il ragazzo chiudesse piano gli occhi sul divano dell'appartamento di suo fratello.

 
14 Agosto.
Quel giorno c'era un sole caldo, proprio come se quella grande stella stesse facendo il suo pieno lavoro estivo. L'appartamento a New York del minore dei Jonas era silenzioso, se non fosse per l'alternarsi del sottile russare di Nicholas con la sveglia che continuava incessantemente a suonare. Erano le dieci del mattino e il riccio proprio non voleva saperne di alzarsi. Gli piaceva rimanere a letto, anche se sapeva benissimo che non poteva. Kevin aveva pensato di organizzare una festa a sorpresa per Joe e, ovviamente, i preparativi erano stati affidati a Nick. Non avevano pensato a nulla di particolare, solo una festa in giardino insieme ai vecchi amici. Non c'era l'atmosfera giusta per il mega-party della storia. 
Quando Nicholas comprese che ormai non c'era più tempo per rinviare, fece volare la sveglia dal comodino e, malvolentieri, si alzò. Quel rumore lo rendeva nervoso, eppure non c'era nient'altro che avrebbe potuto svegliarlo, ci riusciva già a mala pena una sveglia.
Gridò il nome del fratello per assicurarsi che non ci fosse e, infatti, non ricevette risposta, se non da un leggero eco della propria voce. Bevve un succo e mangiò qualcosa al volo e corse a fare una doccia. Riuscì a vestirsi appena in tempo, o non proprio, per aprire la porta a cui avevano appena bussato.
-Arrivo!- Esclamò, dando per scontato che fosse suo fratello.
Quando aprì la porta si trovò davanti un paio di occhi verdi che penetrarono nei suoi ed emisero quasi una tale luce da fargli spostare lo sguardo. Era un bambino, con dei ricci corvini. 
-Ciao!- Esclamò la ragazza che lo teneva in braccio.
-Ciao.-Salutò cordialemente Nicholas, palesemente imbarazzato.
Il bambino guardò i piedi del giovane ed emise una piccola risatina, facendo segno alla madre di guardare.
-Joe, basta, dai!- Gli disse la ragazza.
-Ehm, mi sono appena svegliato e mi stavo vestendo, pensavo fosse mio fratello, scusami se sono in queste condizioni!- Spiegò il ragazzo.
-Ma scherzi?! Sei solo a piedi nudi, non devi scusarti! Comunque mi sa che aspettiamo la stessa persona.- Lo informò la ragazza.
-Aspetti Joe?- Chiese Nicholas. La ragazza annuì. -Ehm, entra, scusami se ti ho tenuto sulla porta. Io sono Nick.- Le disse facendola accomodare e porgendole la mano.
-Io sono Lane, piacere, tuo fratello mi ha parlato molto di te. Lui è Joe, il mio bambino.- Si presentò la ragazza, mentre era intenta a scrutare ogni singolo particolare che componeva il ragazzo che aveva di fronte. Dai nei che gli incorniciavano il viso, agli occhi piccoli e penetranti. 
-Ciao piccolino, io sono Nick. Ti va di mangiare qualcosa?- Disse amorevolmente il ragazzo.
Il bambino annuì e prese la mano del giovane che lo condusse in cucina.
-Posso offrirti qualcosa Lane?- Chiese Nick dall'altra stanza.
-No, grazie. Non disturbarti.-
Dopo poco i due tornarono indietro, insieme ad una manciata di cose buone. Il piccolo Joe si sedette sulla sedia nera e dispose tutto quello che aveva in mano sul tavolino. Anche Nick si sedette e offrì a Lane un bicchiere di succo.
-Grazie Nick, non dovevi disturbarti.- 
-Figurati, spero che Joe gradisca. Io non ci sono quasi mai, e a parte quando vengono i figli di Kevin, tutta questa roba non la mangia mai nessuno...a parte Joe, ovviamente!- Esclamò, suscitando una piccola risata.
 
Ci fu qualche attimo di silenzio, Lane sorseggiava il suo succo guardando suo figlio che giocava e mangiava di tanto in tanto qualche biscotto, cercando di evitare lo sguardo di Nicholas di fronte a lei. Il ragazzo per tutta risposta faceva lo stesso, ma ad un certo punto pensò bene di infilare un paio di calzini e le scarpe. Appena tornò, fu Lane ad aprire il discorso.
-Nick senti...non so se Joe ti ha già avvisato, ma lui vuole riconoscere il mio bambino.- Lo informò la ragazza. Non sapeva che reazione avrebbe potuto avere il minore, magari l'avrebbe cacciata di casa, o avrebbe pensato che fosse tutto una pazzia.
Nick sospirò.-Joe, che ne dici di conoscere il mio cane? Si chiama Elvis. Magari potete giocare insieme lì sul tappeto!- 
Il bambino corse subito giù dalla sedia. Aveva solo tre anni, ma Nick sapeva bene che è sempre meglio tenere fuori i bambini da certe cose, anche se non capiscono certi discorsi.
-No, non mi aveva detto niente.- Rispose, abbassando lo sguardo.
-Io ho provato a dirgli che è una follia! Io non voglio che si metta nei guai, non per me! Per favore Nick, convincilo tu.-
-Senti Lane, io so quanto Joe tenga a te. Non hai la minima idea di come sia stato in questi anni, di come siamo stati in questi anni, credendoti morta. E' stato orrendo, credimi. Adesso vuole fare qualcosa per te, tu gli hai salvato la vita! Lui ti vuole bene. Non nego che sia una follia, ma Joe non è un bambino. Domani compirà 28 anni ed è abbastanza grande da capire cosa è giusto e cosa no. Ci tiene molto a te e farebbe di tutto.- 
La ragazza rimase colpita dalle parole del ragazzo. Non aveva potuto fare a meno di notare la profondità della sua voce, la sincerità del suo sguardo. Sapeva di potersi fidare.
-Posso farti una domanda?- Chiese Lane. Nick annuì.-Joe è innamorato di me?-
-Non lo so, Lane. Non è mai stato chiaro, non ne abbiamo mai parlato.- Rispose il ragazzo.
Qualche attimo di silenzio interruppe i pensieri di entrambi, che si fermarono a guardare il piccolo che giocava insieme ad Elvis.
-Devo andare. Non dirgli che sono stata qui, per favore. Grazie ancora Nick, è stato bello conoscerti, davvero molto.- Disse la ragazza sorridendo.
-Dove vai?-
-Lontano dalla vita di Joe.-



Saaaaalve!
BUM, fa schifo, lo so. Sapete cosa? Non so perchè, ma per quasi tutto il tempo ho immaginato Nicholas quindicenne, coi capelli ricci ricci, lunghi lunghi. A parte questi momenti romantici nella mia mente (?), credo di aver definito più o meno come andrà la storia, almeno nella mia mente, quindi siate fieri di me! (?)
So che fa schifo, ma spero che possa piacervi almeno un po'!
Un bacione, fatemi sapere,
Laay.

P.S. Se volete seguirmi su twitter sono qui c: 
https://twitter.com/Laay_N

 
  
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