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Autore: LadyPalma    17/10/2012    1 recensioni
Potranno Caterina e Maria trovare la felicità dopo inganni, tradimenti e fughe? Forse, ma questo è ciò che può accadere dopo. All'inizio c'è solo una lettera e un altro piano dei Bolena!
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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7.

Maria scese rapidamente le scale di Suffolk Manor. Era stata bene in quei giorni durante l’assenza del padrone di casa, eppure era stata anche male: da un punto di vista materiale e fisico non le era mancato nulla, ma da un punto di vista emotivo un perenne malumore l’aveva accompagnata, soprattutto per il modo in cui non l’aveva salutato prima della sua partenza, soprattutto dopo la lettera che invece lui le aveva lasciato. E poi c’era anche l’ansia che la teneva in costante agitazione: cosa avrebbe detto suo padre? Qualcuno avrebbe potuto rivelare qualche informazione su sua madre? Intanto che queste domande tornavano nuovamente nella sua testa, era già arrivata nel giardino della residenza. Charles stava scendendo proprio in quel momento dalla carrozza e quando i loro sguardi si incrociarono, lui abbassò immediatamente la testa in segno di saluto, mentre lei, senza neppure accorgersene, sorrise. Avrebbe voluto correre ad abbracciarlo e buttarsi alle spalle tutto l’orgoglio e i ripensamenti che l’avevano bloccata, ma c’era qualcosa che all’atto pratico le impediva di manifestare le sue emozioni. Il duca sembrava averlo capito e senza proferire ancora parola, fu lui ad avvicinarsi lentamente.

“C’è una sorpresa per voi, Principessa” disse infine con un sorriso.

La ragazza gli lanciò un’occhiata confusa, ma non riuscì a chiedere altro che la carrozza si aprì di nuovo e si ritrovò nel giro di qualche secondo una persona fin troppo familiare tra le braccia. Lucia. Lei si che non aveva problemi a manifestare le proprie emozioni, perlomeno con lei.

“Non potevate farmi una sorpresa più bella…” mormorò Maria, tenendo ancora abbracciata l’amica, e alzando lo sguardo verso Charles, che in risposta le regalò un altro sorriso.

“E le sorprese non sono finite!” esclamò Lucia, udendo quelle parole, sciogliendo l’abbraccio per guardare negli occhi la Principessa.

“Ce ne sono altre?” chiese lei confusa spostando lo sguardo nuovamente verso l’uomo.

“Ce ne sono due…” intervenne lui annuendo.

“E sono belle o brutte?” chiese ancora Maria, sempre più incuriosita. L’impazienza la stava letteralmente consumando? Sua madre era forse in pericolo, suo padre le aveva rifiutato il permesso di restare nel Suffolk e forse aveva esiliato da Corte Charles, se non di peggio?

Ma il duca sorrise semplicemente e in quel nuovo sorriso che quel giorno stava vedendo così spesso, la Principessa smise improvvisamente di preoccuparsi e di fatti come le fu rivelato poco dopo, si trattava di due notizie belle, anzi “una bella e una bellissima”.

“La bella è che…” iniziò Lucia lanciando una rapida occhiata a Charles come a chiedergli il permesso di rivelare la novità “Tua madre è al sicuro e si trova al Palazzo dei Cromwell” disse poi con un radioso sorriso sulle labbra.

Il sorriso di Maria invece si congelò all’istante. Era forse uno scherzo? Non era umanamente possibile una cosa del genere. Era sicuramente tenuta prigioniera, non poteva essere altrimenti, oppure la situazione avrebbe superato i confini della realtà e sfiorato il grottesco. Semplicemente non si fidava di quell’uomo, non del Lord Cancelliere Thomas Cromwell, non del così detto “messo di Satana” e chi avrebbe potuto al suo posto? Insomma, se quella era la bella notizia, qual era la bellissima allora? Forse che il Palazzo Cromwell non apparteneva più ai Cromwell, semplice. Maria, mentre si perdeva nuovamente nei suoi pensieri, era rimasta in silenzio con gli occhi sgranati e una mano sulla bocca per lo stupore.

“Non fare quella faccia!” la rimproverò l’amica dopo attimi di silenzio “Gregory mi ha assicurato che suo padre tratta Caterina da vera Regina!” disse poi annuendo con vigore, sentendosi in dovere di difendere i Cromwell, verso cui, a dispetto di ciò che potessero pensare gli altri, lei sentiva una profonda fiducia.

“Gregory?” ripetè la Principessa, mentre la sua espressione passava dalla confusione alla sorpresa.

“Si, chi era? Il tipo con cui stavate chiacchierando allegramente l’altra sera?” intervenne Charles cercando di trattenere una risata “Sembra che stessero anche per danzare” aggiunse poi in un sussurro avvicinandosi di poco a Maria, con aria complice.

Lucia si zittì di colpo e scosse la testa con vigore con aria indispettita, poi, arrossendo come sempre accadeva quando semplicemente pensava al suo nuovo amico conosciuto a Corte, afferrò la piccola valigia che aveva e si diresse all’interno del Palazzo.

“No dai Lucia! Non te la sarai mica presa?” le disse Maria richiamandola, ancora con la risata sulle labbra.

“No!” la rassicurò lei voltandosi e facendole un sorriso “Vado a portare dentro le mie cose, tanto resterò solo per stanotte, poi devo tornare a Corte” aggiunse poi riprendendo a camminare.

“Come? Di già?” chiese ancora l’altra ragazza un po’ dispiaciuta. Davvero c’era tutta questa esigenza?

“Per forza, adesso sono una delle dame della Regina” rispose Lucia voltandosi nuovamente e alzando gli occhi al Cielo nel dare quel titolo ad Anna Bolena.

Charles e Maria la guardarono allontanarsi per qualche secondo poi si guardarono a vicenda , ma solo per un attimo, perché subito, adesso che era soli, furono costretti a guardare altrove.

“Non ancora vi ho detto la bellissima notizia, mi pare” disse poi l’uomo, rompendo l’imbarazzante silenzio.

La ragazza annuì semplicemente, incuriosita ma anche un po’ spaventata. C’era rischio che la bellissima notizia fosse rassicurante come l’altra e allora lei ne aveva tutti i diritti di esserlo. O forse no, perché stavolta la bellissima notizia, bellissima lo era per davvero.

“Anna Bolena ha perso tutti i suoi poteri… Il Re sta facendo delle indagini su di lei… E sai cosa c’è di divertente? Che lei non lo sa ancora!” rivelò tutto d’un fiato, sicuro di renderla felice.

E infatti adesso le emozioni di Maria erano chiare sul suo volto e, senza rendersene conto lei stessa, buttò le braccia al collo di Charles.


**


Continuava a ballare con le sue dame e a sorridere, come se fosse ancora la “più felice”. E invece felice, Anna Bolena non lo era più da tempo, da quando forse i suoi sorrisi erano cominciati a diventare forzati. Sapeva che nonostante tutti i tentativi, tutti i piani, non era riuscita a liberarsi di Caterina e Maria e sentiva anche che presto quella che avrebbe avuto una brutta fine, sarebbe stata lei stessa.

“Vostra Maestà, posso parlavi un momento?”

Anna si voltò sentendo la voce chiamarla; era una voce familiare, come l’uomo che di fatti si trovò di fronte.

“Certamente My Lord” annuì lei immediatamente, curiosa di sentire cosa avesse da dirle quell’uomo con cui aveva parlato poche volte, ma che poteva ormai considerare uno dei pochi amici a Corte.

Giuliano Verdi restò a fissarla per un po’, non era affatto un sostenitore dei Bolena ed era fedele alla vecchia Regina e alla vecchia religione, eppure sentiva che doveva aiutare quella giovane donna che in fondo era solo una pedina di un gioco più grande di lei.

“Stanno facendo delle indagini sul vostro conto, e credo che il Re voglia sbarazzarsi di voi” sussurrò un po’ esitante, temendo la reazione della donna.

La Regina invece annuì semplicemente, abbassando lo sguardo per qualche secondo, persa nei suoi pensieri. Poi rialzò gli occhi improvvisamente incontrando i sinceri occhi azzurri del conte italiano.

“Grazie” mormorò poi mentre un sorriso si formava sulle sue labbra.

Un sorriso sincero stavolta.


**


“Scaccomatto!” esclamò Thomas senza troppo entusiasmo, muovendo sulla scacchiera l’ultimo pezzo nero che gli avrebbe permesso la vittoria di quella partita.

Caterina sospirò brevemente, chiudendo per un attimo gli occhi. E la partita era l’ultimo dei suoi pensieri.

“Se avessi mosso il cavallo prima oppure la torre nell’altra direzione…” disse poi riflettendo ad alta voce, cercando di ricondurre i pensieri al gioco “La verità è che non riesco a ragionare bene questa sera” rivelò poi più a se stessa che al suo interlocutore.

Cromwell annuì semplicemente: che la distrazione della sua rivale (adesso solo nel gioco) fosse una casualità relativa solo a quella sera non era solo una scusa e ne erano prova le partite serali di tutta la settimana, tutte vinte da lei. Era ormai diventata una specie di routine in cui oltre a giocare, parlavano anche, a volte di libri, a volte di religione – e qui si era rischiato più volte di litigare – a volte degli avvenimenti a Corte; si parlava sempre, ma sempre poco, e un argomento restava sempre taboo. Dopo altri attimi di silenzio, l’uomo si alzò in piedi, prese la sua sedia e si sedette nuovamente più vicino alla donna.

“Cosa c’è che vi preoccupa?” chiese incuriosito lanciandole un’occhiata “Gregory vi ha fatto sapere del benessere di vostra figlia e, per quanto possa provare avversione per Brandon sono sicuro che Lady Maria starà molto bene… E poi con le indagini in corso su Anna Bolena tutti i vostri problemi stanno per risolversi…” continuò lui non capendo l’improvvisa tristezza in un quadro così positivo. Insomma, aveva vissuto sicuramente delle condizioni molto più sfavorevoli.

“E siete voi ad occuparvi delle indagini, suppongo…” disse Caterina, facendo un sorriso divertito quando lo vide annuire “Perché?” chiese poi in un sussurro tornando a guardarlo.

“Perché?” ripetè lui confuso “Mi pare di avervi già detto che ci sono dei sospetti riguardanti l’infedeltà della Regina Anna…”

“No… Non intendevo questo” lo bloccò lei, non riuscendo a capire se l’uomo non aveva davvero capito l’allusione o stesse solo cercando di evitare quella domanda che in un mese ancora aveva posto “Perché mi state aiutando?” chiese poi finalmente senza smettere di guardarlo.

Lui non rispose, sospirò pesantemente, poi si alzò nuovamente in piedi e afferrò un libro che aveva lì sopra al tavolo del salotto del Palazzo.
“Sapete, quando ero giovane, sono stato in Italia, a Firenze per qualche anno” iniziò cominciando a camminare lentamente per la stanza, sotto lo sguardo attento di Caterina “Ho avuto modo di leggere un poema allegorico, molto bello che parla del viaggio di un uomo dall’Inferno verso il Paradiso, non l’ ho mai capito fino in fondo, fino a qualche settimana fa…” spiegò posando il libro tra le mani di lei.

“Commedia, Dante Alighieri” lesse la Regina ad alta voce incuriosita.

“E’ un poeta del 1300, ma non preoccupatevi per la lingua, vi è affianco una traduzione in inglese” spiegò ancora lui “Leggetelo, ve lo regalo e fingete che io sia Dante, forse allora avrete la risposta” aggiunse avvicinandosi ancora un po’ e prendendole, non senza un po’ di esitazione, una mano e baciandola leggermente.

Con un ultimo inchino, Cromwell lasciò la stanza e Caterina restò a guardarlo sparire incerta se l’aveva più colpito il suo gesto o il suo dono. Poi, gettò un’occhiata al libro, lo aprì e iniziò a leggere.


“Nel mezzo del cammin di nostra vita                                       
Mi ritrovai per una selva oscura                                                   
Chè la diritta via era smarrita”    
        


                           
 

 NDA:
                                                            
Ok, la chiusa è da ricovero lo so... Ma quando ho saputo che Cromwell era stato a Firenze mi è partita subito l'idea! E non è neanche molto possibile dato che non credo ci fosse la traduzione di Dante in inglese nel 500 comunque fingiamo di si...xD Che ne dite dei miei due Dante e Beatrice? Ok, chiudo prima che davvero vengono a mettermi la camicia di forza... Alla prossima!!                                    

   
 
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