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Autore: Lady_Sticklethwait    19/10/2012    1 recensioni
«Sig.ina Barbrook» una voce ben nota piombò dal sentiero opposto, accompagnata dalla splendida visione del duca di Bekwell, vestito come sempre in modo impeccabile nel suo abito color beije intonato al colore dei capelli scombinati .
Aveva un sorriso divertito e, sebbene non potesse ben vederlo, riusciva ad immaginare quelle scintille d'ironia che trasparivano spesso negli occhi color acquamarina.
«Sig.or Bekwell…» disse guardandolo come se si fossero appena incontrati in una circostanza assolutamente normale. « Come mai da queste parti? »
Colin rise. La sua non era una risata comune ma bensì qualcosa che scaldava l'animo, che rimbombava nella testa e poi scivolava via, lasciando delle adorabili fossette sul volto giovane e dai tratti raffinati dell'uomo.
«Devo dire che riesce sempre a sorprendermi , signorina Babrook»
«Come prego?»
«Avrei molte domande da farle, come qualsiasi persona normale penso voglia porle, ma, per il momento, penso di potermi trattenere e godermi lo spettacolo».
Scese dal cavallo, incrociò le braccia e la guardò con ludibrio.
«Ebbene?» proseguì sostenendo il suo sguardo a mò di sfida.
« Ebbene, sig.ina Barbrook, non capita tutti i giorni di vedere alle 8 del mattino una selvaggia molto affascinante su di un albero»
Genere: Comico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Capitolo 2.
Si sempre te stesso.
Tranne se sei un unicorno.
Bhè , in quel caso , sii sempre
un unicorno.

Londra, palazzo Bekwell , 1813.



Congratulazione Elisabeth! E' da una settimana che sei a Londra e ancora non sei riuscita a trovare tempo per comprare almeno un vestito che si addica alla serata. Pensò, mentre apriva il grande armadio posto nella casa di suo padre e vi erano solo pochi vestiti che le stavano stretti e scomodi. Sbuffò, e cercò seriamente di indossarli e manomettere il loro stile fanciullesco, in qualcosa di più odierno, ma con scarso successo. "DANNAZIONE!Se non mi entrano i vestiti di qualche anno fa ,devo essere diventata proprio una balenottera ..." disse incespicando mentre con una mano teneva i nastri per i capelli e le scarpette  che sperava le entrassero , e  con l'altra mano ,tentava , invano , di allacciarsi il corsetto alquanto stretto. "Elisabeth Barbrook , spero tu abbia imparato la lezione."
Una voce irritata proveniva dalla porta della stanza , dove si ergeva in tutta la sua statura ( 1, 60...) Kate , la sua amica d'infanzia.
Elisabeth si girò immediatamente , mentre cercava di riconoscere quella donna sulla porta , con dei ricci biondi che le incorniciavano il volto e occhi color nocciola che la scrutavano amorevolmente.
" Katee! " urlò presa dall'euforia, e, come se non bastasse, l'orlo della gonna e le scarpette strette la fecero rumorosamente cadere sul tappeto rosso . " Oh cielo , stasera non ne combino una giusta..." guardò la sua amica che tratteneva a stento una risata.
" C'è un detto " disse mentre si sedeva con le gambe incrociate e si levava le scarpette " che dice un qualcosa come...Mhh... Fammi pensare... Ah, si, le VERE amiche si vedono nel momento del BISOGNO ." puntualizzò mentre guardava tetramente la"piccola"e tenera Kate. Una sonora risata si sentì da quest'ultima, mentre l'aiutava ad alzarsi.
"Scusami , non ho saputo trattenermi " disse lei mentre asciugava gli ultimi residui  di lacrime, si metteva alle sue spalle ed allacciava il corsetto. " Lo vedo ".
" Dev'essere stato bello , viaggiare per il mondo" .
"Bhè , qualunque cosa che non sia andare a stupidi ricevimenti è divertente.." disse mentre la guardava di sottecchi .
" L'hai sempre pensata così... Bene , vedo che questi tre anni non ti hanno cambiata " le rivolse un caloroso sorriso mentre cotinuava a strattonare il corsetto.  " Però " aggiunse " sembra che i vestiti non abbiano il mio stesso parere..." .
" Grazie , sapevo me lo avresti rinfacciato. Ma posso giustificarmi. A quell'età  ero solo una giovane donnina..."  Kate la guardò come se non credesse neanche una parola di ciò che diceva. " E va bene , hai vinto. Ma, in mia discolpa " si girò,salì sul letto, e mettendosi una mano sul cuore enunciò "attribuisco l'aumento di ben due , e sottolineo DUE kg, signori e signori , all'illustre ed inimitabile... cioccolata svizzera !!."
"Ed io sapevo avresti cercato una scusa di questo genere " sorrise soddisfatta ,mentre Elisabeth curvava la schiena e ripristinava la posizione iniziale davanti la toeletta. Ci furono vari minuti di silenzio , prima che la voce di Kate urlasse " Fatto!"
" Sono sicura che chi ha inventato questi dannati busti non aveva nè una schiena , nè polmoni , nè riguardo per le povere ragazze ." bofonchiò dopo aver finito di esaminare la sua figura allo specchio. Mhhh...Niente male ragazza, questo vestito ti starebbe benissimo , se solo avessi il seno più piccolo.
" Oh , suvvia , sei deliziosa e questo colore è in sintonia con i tuoi occhi". Era vero , pensò . In effetti , l'abito non era tanto male come lo aveva immaginato , ma era così stretto che a stento respirava , e il seno era generosamente in mostra.
"Invece di fare falsi complimenti potresti spiegare a codesta umile mortale come hai fatto ad entrare? Ho chiesto al maggiordomo di non far intrufolare nessuno durante i miei momenti di crisi odierni "
" Quando imparerai , amica mia , che un sorriso ed un paio di occhi dolci possono risolvere molti problemi?"
" Di certo non risolvono i miei " disse Elisabeth mentre infilava le scarpe saltellando e sciogliendo la malsicura acconciatura posta sulla nuca.
" Ti serve una mano?"
" Queste stupide scarpette non... " si fermò all'istante, appoggiandosi contro l'armadio. Poi chiuse  gli occhi e sospirò dalla fatica. " Stavo dicendo... "
" Queste stupide scarpette non dovrebbero esistere per le ragazze che hanno i piedini fragili? " disse Kate con un sorriso a 32 denti.  Elisabeth annuì.
" Suvvia , ti aspetto nella mia carrozza ." guardò il suo volto irritato e non poté fare a meno di enunciare, mentre usciva dalla porta " Cerca di non dare fuoco a quell'innocente calzatura..."
" Ci stavo seriamente pensando" bofonchiò l'altra tra i denti mentre riprendeva la sua battaglia. Ci fu un risolino lontano, accompagnato da un " Ti ho sentita". Ed Elisabeth ,sorrise istintivamente.






Londra , casa Bekwell.
Elisabeth aveva sempre avuto un certo interesse per le abitazioni imponenti , ma se doveva paragonare la casa Shefield con tutti i palazzi che aveva visitato o solo guardato dall'esterno , non le veniva in mente nient'altro che la parola IMMENSA. Ed era sicuramente così. Nonostante avesse girato quasi tutta l'Europa , Elisabeth rimase sconvolta davanti alla severità della struttura di pietra , che si ergeva in tutta la sua maestosità e anche severità.
" Ho sempre avuto paura di questo palazzo , da piccola " affermò Kate con voce un tremolante , "Pensavo vi fossero all'interno dei fantasmi o creature viscide e schifose e..." una smorfia si dipinse sul suo viso , ed Elisabeth stette a guardare come le ombre della lanterna creavano dei giochi di luce sul suo volto. 
"Bhè ,  non si può dire che tu non ce l'abbia tutt'ora " . Kate le concesse uno sguardo incerto prima che la carrozza si fermasse proprio vicina a tante altre. Numerosissime dame scendevano con i loro vestiti di pizzo raffinati, i cappelli posati alla moda e ingioiellate fino all'ultimo lembo di pelle scoperto. Bhè, si disse mentre un valletto la faceva scendere dalla carrozza , spesso dietro ad una rara bellezza può nascondersi un cervello da gallina. Meglio essere semplice , vestirsi a proprio agio e pensare da sé ,invece di seguire tutti la stessa orrenda moda. Ma, in realtà, stava solo cercando di rallegrasi pensando di essere alternativamente intelligente, mentre tutte quelle donne raffinatissime erano imbacuccate nei pizzi .
La sala grande era schifosissimamente enorme ed illuminata, con ampie vetrate e tende tenute chiuse, in modo che il freddo che vi proveniva dall'esterno non potesse penetrare. Tre lampadari di cristallo erano posti al centro e ai lati, e, nonostante fornissero luce necessaria per illuminare quattro saloni, c'erano anche dei candelabri posti negli angoli della sala, in modo che tutto fosse ben visibile alla società londinese.
Benissimo , ora che c'è ancora confusione per l'arrivo delle carrozze , nessuno saprà del mio ritorno a Londra, quindi potrò sedermi su una poltrona abbandonata a se stessa , e fare la spettatrice.
Cercò di attuare il suo piano lasciando Kate in compagnia di sua madre e andandosene con la scusa di volere un bicchiere di limonata, per poi sedersi comodamente su una poltrona ISOLATA. Sorrise a se stessa , mentre passavano uomini , donne , libertini e cercatori di dote davanti ai suoi occhi , e che lei , chissà per quale ragione , riusciva a ricordarli a distanza di 3 anni.
Sono tutti così ...così...così... Il suo sguardo venne catturato da un gruppo di giovani donne che si riunivano attorno ad uno sconosciuto. Strano, pensò, non ho mai visto capelli di un castano così chiaro. No , evidentemente dev'essere qualche straniero venuto da chissà quale inferno per sposarsi un'ereditiera. Sorrise sadicamente, si alzò e prese un bicchiere di limonata per meglio scrutare il nuovo arrivato ma nulla. Le ragazze erano troppo accalcate e, nonostante fosse un tipo alto, era comunque di spalle, cosicché dovette tirare a freno la propria curiosità...Per il momento...
"Mi dici cosa diamine stai combinando?" Elisabeth  sussultò per l'improvviso rimprovero di sua madre, facendo cadere maggior parte della  limonata  sul suo vestito verde smeraldo.
" Oh cara, mi dispiace tanto, scusami non era mia intenzione spaventarti".
" Tranquilla madre , dovevo aspettarmi un tuo assalto prima o poi... Anzi , mi complimento , questa volta sei arrivata più tardi del solito ." sorrise cordialmente e con un inchino si congedò, per poi uscire alla ricerca di un bagno.
Dio, sono arrivata da 20 minuti e già tutti i miei piani sembrano esser andati in fumo... Oh , ma perché devo sempre ficcare il naso in affari che non mi riguardano??????!!!!!. Camminò alla cieca per ben 20 minuti nei corridoi ombrosi e isolati della residenza Shefield, ma sembrava che il bagno in quella casa non esistesse..
Ecco, complimenti Elisabeth, ora ti sei persa. Non solo hai il vestito sgualcito, non riesci a respirare e le scarpe ti provocano bolle insopportabili, ma ora sei anche vittima della tua stoltezza per non aver chiesto indicazioni, e , come se non bastasse, ti ritrovi in un simpaticissimo labirinto in una casa a te sconosciuta..
Quando sentì dei passi , ed il suo cuore si immobilizzò.
Cercò con lo sguardo un posto oscuro nel corridoio , dato che sentiva i passi molto vicini a lei ... Oppure era il suo cuore che stava riprendendo a battere furiosamente? Spense una candela appartenente al  candelabro vicino alla tenda e vi si nascose dietro quest'ultima , prestando attenzione a non commettere il più minimo rumore.
Lo sconosciuto passò quasi dinanzi a lei, e, dalla fragranza che emanava il corpo, chiunque poteva accorgersi che era un profumo esclusivamente maschile.
Per qualche secondo riuscì a smettere di pensare, per paura che anche ciò potesse causare rumore ma, ahimè, il suo vestito era così stretto e lei stava in una posizione così scomoda che si strappò violentemente .
L'ignoto signore si fermò. Oh signore , ti prego , verrò tutte le domeniche in chiesa , lo giuro , ma per favore , ti imploro , ti supplico aiutatami , ti prego , solo per oggi , lo giuro , lo giuro , lo giuro , lo giuro , lo giuro...
Egli si avvicinò pericolosamente alla tenda, ed Elisabeth aumentò ulteriormente, se possibile, le sue suppliche, quando questa si aprì con uno strattone.



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