Ero stanca, ma non sfinita. Le mie vecchie membra sono delicatamente poggiate su questo letto pulito. C’è uno strano odore di sanitari nell’aria.
-Si è svegliata!-un bimbo mi viene incontro con un bicchiere d’acqua:
-Tieni nonna, come ti senti?
-Bene tesoro.-
Eccoli tutti lì, le mie due figlie e mio figlio, con i miei nipoti. Soffro di qualche nuova malattia di cui non ricordo il nome. Loro sono preoccupati, io no .
-Mamma, vuoi qualcosa?
-No Lucy, non mi servirà niente- sorrido alla maggiore delle mie figlie.
Viene un’infermiera a misurarmi la pressione, è un po’ alta, e la donna guarda preoccupata la comitiva davanti al letto, pensa che io non l’ho notato quello sguardo eloquente. Ma sorrido, non voglio che si preoccupino più di tanto, sento le rughe del mio viso distendersi.
Ma, c’è qualcuno che mi osserva dalla finestra, è un occhio, verde, bellissimo, poi riconosco il volto, il volto felino da leone. Balza nella stanza, i miei familiari sembrano non accorgersi di nulla, continuano a guardarmi, Lucy con le mani giunte. Aslan viene vicino al mio letto:
-Pronta a partire?
-E’ arrivato? E’arrivato il momento?- Ecco che mi guardano, come se fossi impazzita, ma sembrano più che altro straniti dall’espressione speranzosa del mio viso.
-Sì, bambina mia
-Non sono più così giovane Aslan…
-Per me lo sei sempre
Poi sento una sensazione magnifica, come se la mia vecchiaia si fosse trasferita in un altro corpo. Mi alzo, lasciando il mio misero vecchio corpo nel letto, dormiente, come una farfalla si libera dal suo bozzolo. Li vedo piangere, ma non sanno che ora sono felice?
Aslan mi fa salire sulla sua groppa e insieme corriamo verso il suo mondo, dove finalmente rivedrò i miei fratelli e i miei genitori.
Siamo arrivati in un grande giardino, il più bel giardino del mondo, la porta si apre e amici, conoscenti, tutte quelle persone che avevo conosciuto e amato a Narnia mi abbracciano. Eccoli lì i quattro ragazzi, mi aspetto un comportamento freddo, per esser stata insopportabile ma mi abbracciano anche loro con le lacrime agli occhi, Ma non sono lacrime di tristezza, perché in quel luogo la tristezza non esiste
E la regina tornò al suo regno Così come le persone amate Tornano sempre da chi le ama