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Autore: Miss I    21/10/2012    2 recensioni
Nessuna cosa è facile, nessuna come i tuoi ricci.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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I'm with you.



Invece no, quell’abbraccio ancora forte e freddo, non mi lasciava in pace.

-Lucy- disse con una voce da maniaco eccitato.

Mi rigirai sul letto, tanto che i nostri visi erano uno accanto all’altra. Bene, mi metto nei casini da sola.

-Sì, che c’è?- sussurrai stanca, facendo la finta stupida.

-Non resisto, mi dispiace- disse triste e comunque eccitato.

-E io ho sonno, buonanotte- risposi non curante del fatto che sarei tornata nel suo abbraccio.

Dopotutto l’avevo invitato io a letto ed era più che scontato che sarebbe finita che lui si eccitava alle due di notte. Non ne ho voglia.

Dai- disse triste.

-Calma il tuo tipino laggiù, ho sonno- dissi rigirandomi dall’altra parte infastidita. E ancora si sente di nuovo
il suo pene sulle mie natiche. Niente di bene, la notte si sarebbe protratta in questo modo.

-Calmalo dai- dissi sorridendo, che quasi pensavo che la situazione fosse simpatica.

Si alzò rigirandomi sotto di lui, senza lasciarmi via di scampo. Era sopra di me, che mi fissava.

-Allora ti sei deciso a rimanere sopra di me per sempre o vuoi fare qualcosa?- dissi ormai spazientita per quanto
si era messo in quel modo da tanto tempo a fissarmi incessantemente gli occhi.

-Hai dei bei occhi- disse avvicinandosi di più al mio viso. Finalmente, si era deciso a fare qualcosa.

Avevo un letto a due piazze, ma purtroppo tutto quello spazio era troppo per noi due, eravamo spiaccicati l’un l’altra.

Grazie, anche i tuoi sono troppo belli sembrano due smeraldi luccicanti, posso rubarli?- dissi sorridendo
e mettendo da parte l’orgoglio, convincendomi che per una potevo lasciarmi andare.

-Solo tu puoi farlo- disse lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra.

-Ho sonno, ora dormo- disse infine staccandosi e tornando nell’altra piazza del letto lasciandomi estasiasta e rimbambita.

Che stronzo pensai tra me e me. Cos’era? Un altro cazzo di piano per farmi mettere il mio orgoglio da parte
e lasciarmi andare per poi fare il finto disinteressato.

Stronzo, solo lui poteva farmi una cosa del genere. Era disposto a rinunciare a scopare ma a vedermi rodere
davanti ai suoi occhi era bello. Bene, Styles ora mi conoscerai meglio.

-Vai a dormire sul divano, non dormo con gli stronzi- dissi arrabbiata, accendendo la luce della lampada da tavolo.

Alzò lo sguardo sulla scena. –Dai mica ti sei incazzata?- chiese con la faccia da stupido.

Dio quando lo odiavo.

Chi cazzo mi aveva fatto venire in mente di lasciarlo venire nella mia stanza, per poi lasciarli piazza pulita per comportarsi così.

No guarda stavo solo provando una parte di un film- dissi con il sarcasmo di una platea di cinquecento
persone incazzate e continuai indicando la porta con la mano –vattene-.

Si alzò e se scandì un ultima frase. –Io non ti capisco- poi sbatté la porta uscendo

-Non ti capisco un cazzo, va a cagare- urlai ormai sotto le coperte.

Ora avrei potuto dormire sonni tranquilli. Certo che stavo dormendo bene, anche prima che venisse, sotto
l’effetto magico della serata appena passata insieme, ma adesso aveva rovinato tutto.

Cazzi suoi.

La porta si aprì di nuovo. Speravo con tutte le speranze che potessi avere che non fosse quell’insulso stronzo.

Come non detto, eh. Feci finta di dormire, ascoltando comunque quello che aveva da dirmi.

-Il divano non può sostituirti- sussurrò facendomi sorridere.

Volevo solo farti provare quello che fai a me- continuò.

Tolsi le coperte che coprivano il mio corpo per alzarmi, e con la mia manina tastai la parte accanto a me
del letto facendogli segno che si sarebbe dovuto sedere lì.

-Ma ti rendi conto di quello che dici? Tu vuoi solo portarmi a letto- dissi io franca.

Si girò dal guardare quel punto vuoto del pavimento e mi fissò. In quell’istante ero senza parole.

Mi fissava in silenzio e si sentiva solo il lento vento che sbatteva dolcemente contro la finestra.

Si alzò e per un istante pensai se ne volesse andare ma accese la luce della stanza e andò verso lo specchio sistemandosi i capelli.

Ma che cazzo fai?- dissi quasi urlando non capendo niente.

-Se eri una con cui volevo solo una sveltina e via.. – sospirò mentre si sistemava i ricci in un modo innovativo
e anche stupido. –L’avrei già fatto tempo fa- continuò con una voce maliziosa.

-Okay facciamo una cosa?- dissi abbracciandolo da dietro.

Fai un po’ te le mie tette coperte solo da un reggiseno di pizzo li toccavano quella maglietta sudata, e così lui annuì mentre guardavo il suo sguardo nello specchio.

Arrivai davanti a lui, scompigliai i suoi capelli e gli diedi un bacio a stampo come quello che lui mi aveva lasciato prima per dispetto.

Dimentichiamoci di questi giochini e ricominciamo da sabato- dissi io scocchiando un altro bacio sulle sue labbra. Prima cosa: dovevo smettere di fare così. Sembro una troia.

-Non posso resistere fino a sabato- disse lui tornando eccitato.

Guardai, di nuovo, il suo sguardo nello specchio e come se avesse letto nel mio sguardo
decifrabile anche da uno sconosciuto di passaggio, calmò se stesso e si girò abbracciandomi molto forte quasi da strozzarmi.

Sussurrai una frase un po’ pronunciata male del tipo “Harry mi stai strozzando ma fai pure con calma” e sembrò
sorridere poi si staccò e mi diede un bacio voluto, uno di quei baci che non si scordano.

Mi prese poi in braccio come se io non sapessi camminare e mi posò lentamente nel letto come
i papà fanno ai loro bambini piccoli che dormono giocando troppo.

Spense le luci.

Buonanotte- sussurrò solamente una volta che ero di nuovo tra le sue braccia. Risposi anch’io ma
ormai sotto il sonnifero di quel sonno tanto voluto non si sentì molto.

Chissà quanto tempo era passato, ma di certo non avevo voglia di controllare.

Mi addormentai tra quelle poco muscolose e comunque protettrici braccia di un bel ragazzo,
un ragazzo riccioluto con degli occhi che si potevano rubare e a quanto pare io stavo diventando qualcosa di più.

ARGH troppi filmini mentali, dormo e mi riposo.

-Buongiorno dormigliona- urlarono all’unisono Mark e la Sabri tutti entusiasti di mattina.

Come sempre l’aveva riaccompagnata.

Grazie alla coperta non rischiavo di morire per la gelosia della mia amica.

Se Mark mi avesse visto in intimo, Harold avrebbe ovviamente scatenato la terza guerra mondiale con la mia amica
e in combutta il primo avrebbe ucciso Mark “nazista” e la mia crudele amica avrebbe ucciso me povera “nudista”.

Guardo troppi film, basta.

Troppo entusiasti per i miei gusti.

Ci eravamo addormentai troppo tardi per svegliarci a quest’ora pensai guardando la posizione del sole un po’ intravedente tra le poche nuvole.

Beh almeno il tempo è dalla mia parte, io ero felice.

-Lasciateci dormire, vi prego- urlai implorante ma invano mentre aprivano la tapparella dell’altra finestra.

-Lasciateci?- domandò Mark.

Indicai il ragazzo stava stravaccato sull’altra piazza del letto russando senza aver fatto a caso a niente del caos nella stanza.
Fortunato lui, pensai, io avevo un sonno troppo leggero.

Harry?” disse mimando la Sabri per non fare altro rumore. Era pazzesco che non si fosse ancora svegliato.

Annuì. Ormai il mio sonno poteva considerarsi andato a puttane per colpa di quei due.

Li mandai via ancora sotto le coperte perché ero vestita in intimo, anche se avrei voluto mandarli a calci in culo
per aver rovinato il mio meraviglioso sonno con un meraviglioso ragazzo, in un meraviglioso letto morbido buttandomi giù dal mondo dei sogni.

Merda, l’unica cosa meravigliosa era il mio sonno, nient’altro e me l’avevano portato via sotto ai miei occhi peggio
della crudeltà della sveglia. Mi avevano svegliata con la luce accecante del sole, mongoli.

Andai a farmi una doccia calda tanto che ci rimasi per mezz’oretta circa. Mi vestì più comoda per casa
perché non potevo fare la fine della nudista girando in intimo.

-Harry svegliati- urlai. Non potevo mica lasciarlo dormire. Quel mio urlò lo fece alzare di scatto.

Si buttò dal letto cadendo sul pavimento spaventato che fece successo qualcosa.

Che succede? E’ morto qualcuno? E’ scoppiata una guerra? Siamo in guerra? Aaaaa ti salverò io-
urlò spaventato ancora con una voce assonnata e dall’accaduto, lasciandomi abbastanza spiazzata su quello che dovevo rispondere.

-Ehm no, dovevi solo svegliarti..- dissi arricciando una ciocca dei miei capelli un po’ divertita.

-Pensavo di svegliarmi in un altro modo con te- rispose imbarazzato schiarendosi sull’accaduto e le idee.

Mi avvicinai a lui e non potevo fare che ridere. –Dai alzati- dissi porgendoli una mano per aiutarlo.

-Ridi delle disgrazie altrui eh? E se fosse scoppiata davvero?- disse stendendomi quasi scherzosamente
sul letto per poi ritornare in quella posizione della scorsa notte.

Non avrei paura se iniziasse- dissi fra le risate.

-Ah sì? E come mai?- disse stringendomi più a se tanto che potevo sentire il suo battito fare BOM.. BOM..
Insomma le solite cose che deve fare un cuore. Anche lui poteva sentire al mio.

Gli diedi un bacio, che evidentemente si vedeva nei nostri occhi era desiderato da entrambi.

Perché mi so difendere e so badare a me stessa- risposi orgogliosa di me stessa, e delle mie lunghe e faticose lezioni
di autodifesa con il mio allenatore Richman, anche se per niente ricco.

Era quel tipo di persona alla quale il cognome era proprio l’unica cosa che non si adicceva per niente.

E ti sai difendere da questo?- scandì lui prima di iniziare a farmi il solletico e facendomi scoppiare dalle risate.

Smettila- dissi mentre ridevo –No no non lì.. no- urlai dalle risate mentre mi solleticava il bacino divertito.

Poi quelle mani che prima erano adibite a farmi ridere si fermarono e piano piano iniziarono a
togliermi quella maglietta anche troppo leggera e facile da sfilare se nei paraggi c’era Harold Edward Styles.

Dovevo essere più furba cavolo. Le sue mani si fermarono vedendo che la situazione non mi piaceva.

-Vado a fare colazione- dissi ricomponendomi.

Vai pure a fare una doccia e rivestiti, ti aspetto giù- lasciai come raccomandata prima di
chiudere la porta e lasciarlo lì nei suoi pensieri più profondi.

Sinceramente non avevo fame e volevo solamente stare lontana da lui.

Mi sentì di nuovo stanca, così mi sedetti appena davanti alla porta e mi addormentai non so quando, ma in fretta.

-Ma sei proprio un ghiro- disse Harold seduto vicino a me divertito mentre aprivo gli occhi.

Guardava una partita con la MIA televisione, ed era seduto vicino a me ad aspettarmi che mi svegliassi.

-Cosa è successo?- dissi un po’ frastornata dal sonno.

-Sembravi fossi morta quando ho aperto la camera, mi avevi proprio fatto preoccupare- sussurrò accarezzandomi i capelli.

Fortunatamente stavi solo dormendo e ti ho riportata a letto- continuò per poi darmi un bacio che io
non volevo per niente. Annuì capendo tutto più o meno.

-Vuoi venire al cinema?- disse lui entusiasta. Harold Edward Styles un patito del cinema?

Faceva questo giusto per portarmi a letto. Mica sono stupida. Sei un coglione Styles.

-Allora che ne pensi?- riprendendo ad accarezzarmi i capelli.

Ehm sono stanca!- dissi con voce imbarazzata girandomi dal fissarlo, dato che non avevo trovato una scusa credibile.

Ma se hai dormito tutto il giorno- mi rispose guardandosi poi l’orologio.

Sono le sette, facciamo appena in tempo per l’inizio! Decidi tu il film d’accordo?- disse capendo
che ci stavo all’ultimo scandire delle parole.

-Va bene andiamo- risposi con l’entusiasmo di un bradipo.

Dovevamo prendere il solito taxi tanto che sembravano uguali se non avrei fatto caso alla serie
di numeri sulla fiancata o la pubblicità d’occulto appiccicata in ogni portiera dell’auto.

-Ma tu non hai una macchina?- urlai spazientita di usare sempre il taxi. Veramente volevo usare la mia bici.

Si girò verso di me divertito. –No- urlò lui altrettanto spazientito ma sorridente.

-Vogliamo usare la mia bici?- consigliai con una faccia da ebete.

Ci stiamo- continuai sorridendo per convincerlo con la faccia da cucciolo bastonato.

-Bici?- sentenziò seguendomi verso il garage.

-Non hai mai sentito parlare di bici? Cose a due ruote, con il telaio di alluminio?- risposi spiritosa.

Nella sua faccia si leggeva un “ma dai?” poi disse –Ma perché la usiamo?-.

-E’ più comoda- urlai insistente già in sella.

Che gusti!- disse infine squadrandomi.

Io dovrei salire dietro?- continuò schifato, tipo “sono io l'uomo quindi guido io”! Maschilista di merda.

-Se non vuoi salire sulla mia testa- risposi alla domanda con tanto di sarcasmo per convincerlo e poi salii dietro. Convinto!

Iniziai a guidare la bici un po’ barcollando perché lui tremava poi presi la via verso il cinema.

-Ah- disse tra le risate.

Sembra che ti sto rinculando- urlò davanti alla gente passante che si fermò a quella frase sconcertante.
Avevo la più ovvia idea che fosse una persona perversa ma non fino a questo punto.

-Allora facciamolo..- dissi fermando la bicicletta appena vicino al marcipiede.

C-co-cosa?- urlò di nuovo attirando l’attenzione dei passanti che erano di tante origini,
o turisti o residenti non importava. Non mi importava un cazzo di loro.

-Baciami- sussurrai solamente prima di ritrovarmi subito violentemente la sua lingua incontro alla mia.

Prima mi ero “scavallata” se si può dire così dalla bici e l’avevo raggiunto dietro giusto per la comodità.
raggiunto dietro” come se fosse stato lontano chissà quanto.

Si sentirono dei clic delle fotocamere dei turisti come se fossimo stato un monumento d’attrazione.

Non mi interessava volevo baciarlo, non riuscivo a fermarmi e neanche contenermi.

Gli stavo letteralmente palpando le natiche mentre lui faceva le stesse cose ma ancora più forte.
Nonostante il bacio riusciva a tenere in equilibrio la bici appena sotto di lui e io lo baciavo ancora di più non lasciandoli via di scampo.

Non dispiaceva a nessuno, anzi. Era fantastico. Era stupendo. Era qualcosa di indecifrabile.

-Lucy wow io..- ma senza lasciarlo finire di parlare mettendoli un dito sulle labbra.

Shh, andiamo ora- sussurrai mentre risalivo sulla bici diventando rossa dalla cosa
che avevo appena fatto. Ero sicura di averlo incantato.

Ora mi abbracciava, mentre mi baciava leggermente la fine del collo, nella vita del mio bacino
nell’attesa di arrivare al cinema. Era un attesa che mi faceva impazzire. Lui mi stava facendo impazzire.

-Aaaah Harry.. sporcaccione!- urlai rimproverandolo. Rise.

Non hai visto niente- rispose malizioso e leccandomi il collo con più agilità.

Neanche tu- risposi con voce ancora più perversa. Nel mio viso si disegnò un sorriso malizioso,
e immagino anche lui, perché nessuno riusciva a guardare il viso dell’altro.

Stai sorridendo, pervertita?- disse come leggendomi nella mente.
Mi attribuii il nome di pervertita. –- dissi felice che mi aveva capito –tu?-.

Mugugnò un’po’ qualcosa di incomprensibile poi sentenziò –anch’io e puoi solo immaginare cosa vorrei farti ora- disse ancora più pervertito.
Eravamo troppo pervertiti.

-Finalmente siamo arrivati- dissi sospirando dopo questo giro in bici.

Entrammo veloci dentro il cinema perché il film che avevo voglia di guardare pensai che fosse già iniziato.

Volevo vedere “Ho cercato il tuo nome”. Era carino come film, ma lento e palloso.
Volevo vedere il grado di sopportazione di Harold rispetto a questo film. Vediamo se gli piacevano davvero questi film.

Mi guardava con la faccia di chi aveva capito che lo avevo messo alla prova.

-Piccola andiamo a sederci- sussurrò una volta dentro alla sala. Di nuovo quella parola piccola, stronzo.
Lo guardai male poi mi calmai in fretta. –Stiamo dietro?- chiesi supplicante e infine annuii, capendo.

Schifosamente sembravamo una coppietta sdolcinata che faceva un’uscita romantica al cinema guardando
un film romantico che piaceva solo alla donna. Mi faceva paura l’idea di diventare una cosa del genere.

Fortunatamente il film non era ancora iniziato ma c’era quella pubblicità assillante e trailer rompicoglioni.

-Non vedo l’ora che inizi il film, odio la pubblicità- sussurrò arrabbiato. Fase uno: superata.

Lo abbracciai come premio per aver superato la prima fase, sembra stupido.

Tornai alla mia postazione con i popcorn che avevamo comprato prima che mi tenevo solo io. Egoista.

Avevo fame, potete capirmi! Harold era lì con una faccia da “voglioipopcorn” e così glieli passai anche se veramente
non avevo capito la sua espressione. -Perché?- disse tenendo in mano i popcorn.

-Mangiamoli insieme- risposi sorridente. Lui annuii dolcemente, quasi fosse stato a rallentatore poi tornò a gustarsi
le scene iniziali del film che ritraevano scene di guerra non troppo violente ma che facevano riflettere.
La gente che va in guerra ha davvero coraggio da vendere, ed è molto brava. Le persone dovrebbero avere più rispetto per loro.
Mio fratello ci era andato per provarne l'esperienza, perché ha fatto davvero tanti lavori, e ne era uscito con una gamba lesionata che rischiava di perdere.
Dopo mesi di riabilitazione era riuscito a riprendersi del tutto anche se ora zoppica un'pò anche se non è molto visibile. Molto meglio di averlo perso, eh!

-Amore ho paura- urlò il ragazzo accanto a me attirando l'attenzione dei presenti che volevano guardare
il film ma erano stati interrotti da quella frase. E che cavolo! Amore? Come si permette, ci conosciamo
massimo da tre giorni scarsi e già si permette di chiamarmi “amore”. Questo qua, sicuramente,
vive nel pianeta si-fa-tutto-in-fretta, ma proprio ci è nato ed è quello più ricco di frettolosità.

Cosa aveva da perdere se aspettava un'pò? E poi, ovviamente avrà detto così per avere un'altra chiave per il sesso con me.
Chissà quante volte avrà detto amore ad altre, che ora non ne ricorda nemmeno il nome, giusto per portarsele a letto.
D'accordo che uscivo con lui ma non poteva comportarsi così.

Non può usare questo parolone con me, e senza provare niente per di più. E' odioso, odioso, odioso.

-Oh guarda è tornato dalla sorella- risposi tanto per cambiare argomento e continuando a guardarmi il film.








SPAZIO SCRITTRICE
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Ho aggiornato questa storia dopo tanto tempo, lo so. 
Avevo però bisogno di tempo per farne altre. Scusatemi tanto.
Che ne pensate? Ditelo con una recensione.

  
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