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Autore: Darik    22/10/2012    1 recensioni
A volte, un desiderio non corrisposto può attirare le attenzioni di qualcun'altro, che può essere molto, molto pericoloso.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3° Capitolo

Il gruppo di soccorso correva addentrandosi sempre di più nel fitto bosco del Mahora.

Negi aveva anche tirato fuori la sua carta pactio, tentando di contattare telepaticamente Setsuna, ma senza risultato.

“Dannazione! Dio, fa che non le sia successo niente!”

Takamichi si avvicinò a Kotaro. “Riesci a seguire la loro direzione?”, gli domandò.

“Certo, siamo già sui loro passi. Però è strano: Asakura ha detto che la Sakurazaki era portata per mano da una falsa Konoka, ma io sento solo l’odore della spadaccina”.

“Forse si tratta di un fantasma”, ipotizzò Negi.

“Guardate per terra”, indicò Mana.

Si fermarono un momento, e Negi, con espressione ansiosa, raccolse un oggetto nell’erba: la carta pactio di Setsuna.

Senza dire una parola, ripresero la corsa.

 

Setsuna continuava a seguire la sua lady, che passo dopo passo sembrava fremere sempre di più.

“Non vedo l’ora, davvero, finalmente, dopo tanto tempo!”, diceva tutto di un fiato.

Era davvero notevole la sicurezza con cui si muoveva in tutta quella vegetazione, l’unico problema era stato quando poco prima era caduta e si era aggrappata, quasi abbracciandola, a Setsuna per rialzarsi.

Ma adesso era rapida e diretta come un treno in corsa.

Setsuna rimase perfino sconcertata davanti alla sua impazienza, e se avesse saputo che non attendeva altro, si sarebbe confessata sin da quando l’aveva rivista al primo anno delle medie.

Konoka si bloccò di scatto, e scrutò dietro di loro.

L’altra fu lesta nel mettere mano alla sua spada. “Che succede? Ci sono nemici?”

“No, Setsy, non preoccuparti, non è un problema. Muoviamoci”.

 

Nella loro corsa, passarono in mezzo a due alberi, e affianco a quello di destra c’era una roccia coperta di muschio che ricordava una T, o almeno così sembrò a Negi.

“Una volta che le abbiamo trovate, cosa facciamo?”, domandò il mago inglese a Mana.

“Occorre prudenza, perché non sappiamo nulla del nemico. Prima di precipitarci come se dovessimo fare irruzione, bisognerà valutare la situazione. La cosa migliore sarebbe che si faccia vedere solo uno di noi, magari proprio lei, professore, perché allontani Sakurazaki con una scusa, poi noi interverremo”.

“Se non avessimo tempo per una cosa del genere?”, obbiettò Takamichi.

“Ci penserà il mio fucile”, disse indicando una custodia che teneva sulla schiena, ben coperta dal suo lungo cappotto.

Nella corsa, Negi dovette superare una strana roccia muschiata, mentre i suoi compagni passavano in mezzo a due alberi.

 

“Si può sapere che cosa è successo?”

Asakura, intenta a scrutare il bosco da una finestra, sussultò quando sentì la voce di Konoka.

La nipote del preside era entrata nella classe, ancora vuota, e appariva molto contrariata.

“Dici… dici che è successo qualcosa?”

“Non prendermi per stupida! Ho appena visto Asuna e Kaede andare via correndo dai bagni, ho chiamato la capoclasse e mi ha detto che anche Mana è andata via. Inoltre, Setsuna non si trova con loro. Dimmi cosa succede!”

Lo sguardo di Konoka era duro e preoccupato, e la preoccupazione aumentò quando si accorse di quanto fosse nervosa Asakura.

“Non dovrebbe essere successo niente…”, rispose l’altra, aggiungendo mentalmente: “…almeno lo spero. Perdonami, Konoka, ma non voglio che anche tu corra nei boschi, temo di aver già combinato troppi guai”.

 

Quando Negi passò vicino a una roccia piena di muschio e con una forma particolare, rallentò il passo fino a fermarsi.

“Aspettate!”, gridò, ma solo Mana se ne accorse, mentre Kotaro e Takamichi proseguirono la corsa.

“Professore, che succede?”

“Mana, vedi questa roccia a forma di T? Mi sbaglierò, però questa mi sembra la terza volta che ci passiamo vicino”.

La mercenaria inarcò un sopracciglio, si guardò intorno e la sua figura impassibile ebbe un lieve sussulto.

“E’ vero! Che stupida che sono stata a non accorgermene. Quei due alberi vicini, la roccia, le altre pietre e piante… siamo già passati di qui almeno tre volte!”

Sentirono dietro di loro dei rumori di passi veloci, Mana tirò fuori le sue pistole, Negi brandì la sua staffa, ma si videro venire incontro Takamichi e Kotaro, che si fermarono perplessi.

“Un momento… come fate ad essere davanti a noi?”, chiese l’hanyo.

“Il nemico!”, concluse Negi piuttosto sconvolto. “Ci sta facendo girare a vuoto…”

“…per farci perdere tempo!”, continuò accigliandosi Takamichi.

“Non può essere!”, esclamò Kotaro, che con un paio di salti riprese a correre, stavolta andando a destra.

Passato neanche un minuto, ritornò al punto di partenza da sinistra.

“Merda!”, ringhiò.

“Forse c’è una possibilità: professore, possiamo volare col suo bastone”, propose Mana.

“Ma non so dove andare. Dove starebbe questo misterioso albero? E come distinguerlo dall’alto, in mezzo a tutta questa vegetazione? Inoltre, sulla staffa non ci andiamo tutti e quattro”.

“Io lo so per certo. Verrò con te Negi, e salveremo Setsuna ad ogni costo!”, lo incitò Takamichi.

I dubbi di Negi sparirono in un lampo. “Certo!”

Salirono sulla staffa che velocissima partì verso l’alto, lasciando soli Kotaro e Mana.

“Pensi che ce la faranno?”, domandò lui.

“Lo spero. Se è riuscita a fregarmi una seconda volta, allora questa entità non è solo potente: potrebbe essere troppo potente”.

 

Alla fine, davanti a Setsuna e Konoka comparve il vecchio e maestoso albero.

La Konoe prese a saltellare dalla gioia. “Che bello! Yuppi! Setsy, vieni, dai”.

Le due ragazze si sedettero con le gambe incrociate ai piedi dell’enorme pianta, vicino al tempietto.

“Setsy, che gioia! Allora, tu hai detto che mi ritieni speciale, vero? Quindi mi ami”.

Setsuna ebbe la fortissima sensazione di sprofondare e il desiderio di volersi nascondere sotto tonnellate di terreno.

Però resistette: era tutta la vita che attendeva quel momento, e volersi sottrarre avrebbe significato compiere un’ingiustizia verso entrambe, soprattutto verso Konoka.

“S-sì, è così”, ammise rossa in viso.

“Bene, perché anch’io ti amo, dal primo momento che ti ho vista ho capito che finalmente avevo trovato la persona che faceva per me”.

Se il volto di Setsuna mostrava un tenero mix d’imbarazzo e felicità, quello di Konoka invece sprizzava una determinazione e una gioia quasi isterici.

“Tu mi starai sempre vicino, Setsy?”

“C-certo”.

“Qualunque cosa succeda?”

“Assolutamente”.

“E non mi tradirai mai?”

“In… in nessun modo possibile!”

“Allora suggelliamo il tutto con un bel bacio”.

“B-Bacio?!”

“Be, in fondo è normale… è una bella cosa…”

 

Takamichi e Negi volavano diversi metri al di sopra degli alberi, al massimo della velocità.

“Negi, laggiù, dove c’è quello spazio con solo un albero al centro!”

“Visto!”

 

“Chiudi gli occhi, Setsy”.

La ragazza obbedì, sentì delle braccia cingerle le spalle ed ebbe quasi la sensazione di poter vedere Konoka che avvicinava sempre più il proprio viso al suo.

“Sempre insieme… saremo davvero felici…”

Setsuna poteva sentire il suo fiato.

“…nel mio mondo”.

“Nel mio mondo?!”

Proprio allora, le loro labbra si toccarono.

 

Superata la coltre di alberi, i due maghi videro due persone alla base dell’albero.

Una era in piedi, e l’altra distesa a terra sulla schiena.

“Setsuna! No!”, esclamò Negi.

 

Konoka osservava quel corpo svenuto con occhi estasiati e si portò le mani alle guance, arrossate dall’emozione.

“Oh, Setsy, quanto sei stata dolce! Era anche il tuo primo bacio d’amore, vero? Che gioia che tu l’abbia dato a me”.

“Mostro! Che cosa le hai fatto?!”

“Mostro? Chi osa?”

Guardò in cielo e vide due persone su un bastone che piombavano su di lei.

“Oh già, mi ero quasi scordata di quegli insetti”.

 

“Negi, io allontano l’impostora con i miei pugni e tu afferri al volo Setsuna”.

“Bene!”

Scesero in picchiata, velocissimi, si prepararono a colpire, quando ebbero l’impressione che dal suolo si stesse formando una mano gigantesca: l’impressione divenne realtà quando quella mano, un impasto di terra, foglie, pietre e legno, si abbatté su di loro lateralmente, dandogli un vero e proprio schiaffo.

Negi e Takamichi ruzzolarono a terra, strisciarono per qualche decina di metri e si fermarono, assai violentemente e dolorosamente, contro la base di alcuni alberi.

“Ecco che fine fanno quelli che osano allontanarmi da Setsy!”, dichiarò duramente Konoka prendendo in braccio Setsuna.

“L-lasciala… lasciala andare…”, le ordinò Negi tentando di alzarsi senza successo.

Quella rispose con uno sguardo sprezzante, si diresse verso il vecchio albero e scomparve al suo interno con la sua vittima.

“S-Setsuna…”, gridò Negi rimettendosi in piedi e cercando di correre verso l’albero, ignorando le atroci fitte di dolore in tutto il corpo.

A quel punto vide migliaia di foglie staccarsi dagli alberi circostanti, raggrupparsi in aria come uno sciame di insetti e piombargli addosso.

Takamichi lo prese per le spalle e lo spostò un attimo prima che fosse troppo tardi: il punto dove si trovava esplose come se fosse stato colpito da una cannonata.

“Grazie per avermi salvato, Takamichi”.

“Aspetta a dirlo…”, rispose il docente più grande tentando di sfoggiare il suo solito sorriso nonostante evidenti fitte di dolore. “Temo di avere una gamba e diverse costole rotte. Inoltre, il nemico ci sta riprovando”.

Altre foglie, stavolta milioni, si riunirono a mezz’aria, assumendo una forma strana e minacciosa, il loro continuo sfregare l’una contro l’altra generò quello che sembrava una sorta di ruggito.

Un mostro di foglie, talmente enorme da coprire loro la vista del cielo, si avventò sui due maghi come se fosse un’onda di piena.

Pochi istanti dopo, nel bosco risuonò un rumore fortissimo, come se fosse in corso un bombardamento.

 

Quando Negi riaprì lentamente gli occhi, si sentiva tutto dolorante ed era ancora nel bosco, con affianco Takamichi, disteso per terra e privo di sensi, Kotaro, Mana e anche Asuna e Kaede.

“Bentornato tra noi, professore”, lo salutò la ninja.

“Che cosa è successo?”

“Diciamo che vi abbiamo salvato per un soffio dall’essere schiacciati da un demone fatto di foglie. Certo sarebbe stata una morte originale”, disse Mana. “Per fortuna l’arrivo di Kaede e Asuna mi ha fatto capire che l’incantesimo del circolo vizioso era finito”.

“Ed io conoscevo bene la strada”, aggiunse Kaede.

“Già vi dobbiamo ringraziare. Un momento… Setsuna! Dov’è?”

“Non era lì quando siamo arrivati”, spiegò mestamente Asuna. “Abbiamo trovato solo la sua spada”.

Per la rabbia, Negi sbatté un pugno contro il suolo, poi raccontò cosa aveva visto.

  
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