Film > Inception
Segui la storia  |       
Autore: L_Remy    22/10/2012    2 recensioni
La storia è ambientata circa due anni dopo gli avvenimenti del film. Cobb ha deciso di rimanere con i suoi figli mentre Arthur, Eames e Ariadne vengono assunti per un nuovo lavoro, prima però hanno bisogno di un nuovo Estrattore.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era la terza volta che Arthur provava a chiamare Eames sul cellulare, e la terza volta che riagganciava imprecando contro quell'uomo, che si dava tante arie per essere il miglior Falsario in circolazione. Avevano del lavoro da fare, ma per prima cosa doveva convincere quell'altro a tornare in pista.

Era passato un anno ormai dal loro ultimo incarico insieme e, nonostante Cobb avesse deciso di lasciare il giro, aveva un inspiegabile voglia di rimettersi in gioco, di rivedere Ariadne e di rivedere quella faccia di merda di Eames. Finalmente alla quinta telefonata Eames rispose.

 

<< Arthur! Quanto tempo! Ti mancavo così tanto da chiamarmi cinque volte di seguito?! >> Arthur girando per la stanza abbozzò un sorriso: il suo compagno non era cambiato di una virgola.

 

<< In realtà, avrei da chiederti un favore Eames... >> lasciò passare qualche secondo così da creare un po' di tensione e di curiosità nell' ex-collega.

 

<< ... credo di aver trovato il modo di ritornare in pista... Ci hanno offerto un lavoro. >>.

 

Dall'altra parte del telefono Eames era rimasto in silenzio, lo sentì sbuffare .

 

<< Arthur... non lo so... dubito che Cobb torni e... >> .

 

<< Eames, è vero, Cobb non tornerà ma... Ho un Estrattore migliore! >>.

 

<< Senti Arthur... ho bisogno di pensarci. Ti richiamo io. >> detto questo Eames terminò la telefonata e Arthur si ritrovò immerso nel silenzio del suo salotto.

 

Guardò il cellulare, pensando se valeva la pena chiamare anche Ariadne prima di una qualsiasi conferma da parte di Eames, però in cuor suo sentiva che l'amico non avrebbe rifiutato l'offerta, così, titubante, chiamò Ariadne che rispose al primo squillo.

 

<< Arthur! >> disse quasi urlando dalla contentezza.

 

<< Ehi Ariadne! Come stai? Come proseguono gli studi? >>.

 

<< Molto bene, grazie! Gli studi vanno alla grande...tu come stai? E Eames? >> ecco la domanda che sperava non gli venisse fatta “come stai?” difficile a dirsi, in realtà non lo sapeva nemmeno lui come stava, ma azzardò comunque.

 

<< Bene, grazie... Anche Eames sta bene, l'ho sentito poco fa e non è cambiato affatto! Senti... volevo proporti una cosa... ti andrebbe di tornare a lavorare? Ho fra le mani un contratto che potrebbe portarci abbastanza soldi... e mi chiedevo se a te e a Eames andava di rimettere in piedi la squadra... >>.

 

<< Arthur, lo sai che mi piacerebbe moltissimo ma... Eames? Ha già dato il suo consenso? E poi, ci mancherebbe un Estrattore! >>.

 

<< Eames dovrei averlo convinto, in caso avesse ancora dei dubbi minaccio di rimpiazzarlo, per l'Estrattore dovrei conoscere qualcuno addirittura più bravo di Cobb! >>.

 

<< Perfetto! Allora fammi sapere una data precisa così posso prenotare il volo! A presto! >>.

 

<< A presto, Ariadne! >>.

 

Si mise a sedere sul divano, giocherellando col cellulare, accese la televisione sintonizzandola sul telegiornale, guardava lo schermo senza ascoltare, euforico all'idea di ricominciare a lavorare... Avrebbe aspettato la conferma di Eames prima di andare a trovare il nuovo Estrattore, dopo di che avrebbe dovuto contattare il datore di lavoro e sarebbero tornati subito in pista.

 

Passarono tre giorni da quando Arthur aveva chiamato Eames che, dopo aver passato il pomeriggio a giocare un partita a poker in un pub, era tornato a casa. Una sistemazione modesta, luminosa e confortevole. Si lanciò sul divano posto al centro della stanza e sganciò i primi tre bottoni della camicia mentre con i piedi si toglieva le scarpe lasciandole cadere sul pavimento di legno. Con un braccio appoggiato sulla fronte sospirò guardando il soffitto macchiato dall'umidità -Forse non mi farà male tornare un po' fra la civiltà occidentale... e poi... mi mancano i lavori con Arthur nonostante sia un odioso stoccafisso.- guardò con aria stanca il telefono fisso, situato dall'altra parte della stanza... si alzò lentamente e si avvicinò al telefono trascinando stancamente i piedi. Alzò la cornetta e compose il numero di Arthur che rispose quasi subito.

 

<< Pronto? >>.

 

<< Arthur, sono Eames... Ho pensato alla tua richiesta... Vorrei saperne di più. >>.

 

Arthur si grattò la fronte << Il contatto non mi ha voluto dire niente... Mi informerà meglio una volta accettato il contratto... >>.

 

Eames rimase in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto... << Bene... allora domani prenderò il primo volo per Los Angeles. >>.

 

Arthur, in fin dei conti, non si stupì più di tanto della tempestività della decisione.

 

<< D'accordo, allora domani avvertimi sul tuo orario d'arrivo, ti verrò a prendere all' aeroporto >>.

 

<< D'accordo Arthur, ci sentiamo domani! >>.

 

Eames chiuse la chiamata, andò nella sua camera da letto e preparò la valigia, poi cenò, andò al bagno e si guardò allo specchio. Si tolse la camicia e i pantaloni e si passò una mano sul viso ricoperto di barba -Eames, sembri un barbone- pensò allungando la mano verso la schiuma da barba e il rasoio. Gli ci volle un po' di tempo per ottenere di nuovo la pelle liscia di un tempo, ma alla fine, tranne un taglietto sul mento, era parecchio soddisfatto del risultato. Si fece una doccia e si buttò nel letto, nudo e ancora umido.

 

Arthur subito dopo aver ricevuto la conferma da Eames, chiamò Ariadne e l'avvertì che, finalmente, avrebbero lavorato di nuovo insieme. Ariadne avrebbe preso l'aereo la sera stessa, arrivando così a Los Angeles la mattina dopo.

Subito dopo le chiamate, preparò la casa per ospitare Ariadne e Eames, sorrise e si preparò la cena.

La mattina dopo era all' aeroporto, aspettando di vedere Ariadne fra la folla di arrivati. Una volta individuata le andò incontro a braccia aperte, abbracciandola, le prese la valigia e la fece salire in auto.

 

Una volta partiti Ariadne parlò << Dov'è Eames? E' già arrivato? >>.

 

<< No, il signor Eames arriverà dopo pranzo, quindi ci toccherà uscire di nuovo >> disse Arthur con un sorriso.

 

<< Allora, per quanto riguarda il vostro soggiorno, starete da me, io ed Eames dormiremo in soggiorno e tu dormirai nella mia camera da letto, d'accordo? >>.

 

<< Sicuro? Non voglio disturbarti troppo Arthur... >>.

 

Arthur alzò le spalle sorridendo << Stai tranquilla, è Eames quello che non sarà contento della scelta >>.

 

Si misero a ridere e passarono l'ultimo quarto d'ora di viaggio a raccontarsi gli ultimi avvenimenti. Mangiarono con calma e andarono a prendere Eames all' aeroporto. Arrivarono con un quarto d'ora di ritardo a causa del traffico e il collega era ad aspettarli fuori dall'edificio.

 

Quando li vide aprì le braccia << Era ora! Vi eravate scordati di me? >> disse mentre si avvicinava alla macchina, munito di due valige.

 

Arthur gli aprì il bagagliaio dicendo << Sarebbe stato meglio! Dai sali che così a casa vi racconto tutto! >>.

 

Una volta arrivati a casa sistemarono i bagagli, e si accomodarono in salotto. Arthur preparò del caffè posò le tazze e qualche biscotto sul tavolino davanti al divano e sorseggiando cominciò a spiegare.

 

<< La settimana scorsa sono stato chiamato da un uomo...E' una persona con i contatti giusti e molto potente... se non accettiamo... ci darà in pasto alla CIA. In qualche modo, nonostante le precauzione prese, sapeva del nostro lavoro per il signor Saito. Come ben sapete, questo lavoro non è propriamente legale.. >>.

 

Eames interruppe Arthur, aveva posato la tazza e si stava per strozzare con un biscotto.

 

<< La CIA? Che diavolo?! Come cazzo ha fatto a saperlo? >>.

 

Arthur protese le mani in avanti tentando di far calmare il collega.

 

<< Calmati Eames, la situazione non è così grave come sembra... almeno... non sarà grave se accettiamo il lavoro che ci ha offerto. >>.

 

Ariadne, che fino a quel momento non aveva proferito parola, era alquanto disturbata dal probabile coinvolgimento della CIA.

 

<< Che cosa vuole che facciamo? >>

 

Arthur guardò la ragazza.

 

<< E' una questione molto delicata... La moglie è caduta in depressione dopo aver perso il figlio a causa di un incidente stradale... dobbiamo “semplicemente” rimuovere il ricordo del figlio. Ci darà tutto il tempo necessario all'estrazione, ci fornirà protezione, soldi e un luogo dove attuare l'operazione. >>.

 

Eames che a quanto pare si era calmato, parlò.

 

<< Bene, e per quanto riguarda l'Estrattore? >>.

 

Arthur lo corresse << Estrattrice, in realtà... ed è mia sorella. >>.

 

Ariadne ed Eames sgranarono gli occhi poi la ragazza parlò.

 

<< Come mai non ce ne hai mai parlato? Dove si trova? >>.

 

<< Non ne ho mai parlato perchè non ce n'è mai stato bisogno... In questo momento... lavora in un ospedale psichiatrico non lontano da qui. Andiamo a trovarla domani, ho già preso un appuntamento... sapete, è molto occupata. Ora ragazzi, avete tutta la giornata libera, fate quel che volete, l' unica cosa che ho da dirvi è che con mia sorella ci vedremo domani mattina presto, verso le nove di mattina, mi servite svegli, non fate tardi! >>.

 

Ammonì con lo sguardo Eames che alzò le mani e scosse la testa.

 

<< Detto questo io vado in centro, avete una chiave della casa a testa e ho provveduto a dire tutto al portiere, così non avrete problemi a rincasare >>.

 

Il giorno dopo Arthur si svegliò in ansia per la giornata che lo aspettava. Quella notte aveva dormito sul divano lasciando camera sua ad Ariadne e accomodando Eames accanto a lui su di un materasso. Ancora stordito dal sonno si alzò prendendo in pieno lo stomaco di Eames che si svegliò tossendo e mandandogli qualche accidente. Mormorando uno “scusa” che non bastò affatto a calmare il coinquilino arrabbiato, andò in camera sua a svegliare Ariadne e a prendersi i vestiti. Una volta pronti si diressero all'ospedale psichiatrico dove lavorava la sorella di Arthur. Varcarono il cancello in ferro battuto e percorsero il vialetto che passava in mezzo ad un enorme giardino dove i pazienti venivano portati a prendere un po' d'aria. In quel momento c'erano una ventina di persone in giardino la maggior parte pazienti, qualche infermiere e due guardie. Arthur guardò quelle persone rallentando un attimo il passo, cercando la sorella, non vedendola accelerò ed entrarono dal portone principale. Arthur si rivolse ai due compagni.

 

<< Rimanete qui un attimo... >>.

 

Si diresse verso la reception, poi tornò dagli altri due e li portò in giardino, senza dire una parola -strano che non l'abbia vista...- disse fra sé e sé, pensando che era ormai un mese che non vedeva sua sorella. Scrutò da lontano il gruppo di pazienti e infermieri fino a che non la vide, in disparte all'ombra di una albero. Le stava dando le spalle ma era sicuro al 100% che quella ragazza fosse sua sorella. Quando Ariadne ed Eames videro che Arthur si stava dirigendo verso una paziente e non verso una dottoressa si scambiarono uno sguardo interrogativo.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Inception / Vai alla pagina dell'autore: L_Remy