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Autore: Kiko93    22/10/2012    1 recensioni
“ODDIOOOOOOOOOOOOOO…” iniziai ad urlare.
“Calmati!!!!” mi disse quell’essere poggiando una sua mano sulla mia bocca.
Iniziai a calmarmi così mi tolse la mano dalla bocca.
“Mi vuoi spiegare come fai ad essere uguale a me in tutto, persino la voce?!” chiesi io ancora incredula di quello che avevo davanti agli occhi.
“Questo non lo so. Ma non sono l’unico a quanto pare…” disse poi indicando uno specchio. Io iniziai a voltarmi lentamente avendo paura di c’ho che quello specchio mi mostrava…
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian Littrell, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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20° capitolo
Un altro giorno ebbe inizio e, grazie alla fievole luce del sole che penetrava nella camera in cui mi trovavo, incominciai ad aprire gli occhi. Solo poco dopo essermi veramente svegliata realizzai di aver dormito l’intera notte tra le braccia di Nick sul divano con Lucky sulle gambe.
Dopo un attimo in cui rimasi immobile ad osservare Nick mentre dormiva, mi alzai senza far alcun rumore spostando Lucky delicatamente sul piccolo spazio di divano libero.
Così, ormai decisa ad andarmene da quel posto, da quella città, mi diressi in camera di Nick per rimettermi i miei vestiti ormai asciutti e fatto ciò ritornai in salotto.
Qui, decisi di lasciare un foglio sul tavolo con su scritto:
‘Ciao Nick,
questo messaggio ti sembrerà da codarda, anzi diciamo che lo è, ma odio gli addii e preferisco così. Ormai non posso rimanere qui, farebbe troppo male vivere ogni giorno con lui davanti agli occhi e inoltre, prima o poi, sarei dovuta tornare in Italia, no?! Questa non è la vita che fa per me e solo adesso l’ho capito veramente.
Non finirò mai di ringraziarti per ieri sera; sei stato unico!
Grazie anche per questi giorni trascorsi insieme: indimenticabili!
Salutami gli altri.
Baci                                                                             
                                                                                              Jessica’

Finito di scrivere lasciai il foglio sul piccolo tavolino che stava davanti al divano e uscii da quella casa facendo il minor rumore possibile nel chiudere la porta.
Fuori chiamai un taxi fischiando stile film hollywoodiani, e dal risultato direi proprio che funzionava. Infatti immediatamente il taxi che stava passando di lì si fermò e vi entrai. Così dissi al taxista di portarmi in aeroporto e l’auto partì.
Durante quel breve viaggio cercai in tutti i modi di non pensare a quanto era successo il giorno prima, ma ogni cosa mi portava alla mente quell’episodio fino a che lo stesso taxista mi riportò sulla Terra.
“Signorina siamo arrivati!” mi disse girandosi verso di me sorridendo.
“Ah, si, grazie! Molto gentile!”
Così dicendo pagai e uscii iniziando ad incamminarmi verso la biglietteria dell’aeroporto. Arrivata chiesi:
“Mi scusi signorina…”
“Mi dica!” mi rispose prontamente sorridendo.
“Mi saprebbe dire se c’è in mattinata un volo per Roma?”
“Si, un attimo che controllo…” rispose iniziando a guardare sul computer e poi continuò “Ce n’è uno proprio fra un’ora e mezza, le do un biglietto?” concluse continuando a sorridere.
“Si, grazie, molto gentile!” le risposi contraccambiando il sorriso.
“Prego, si figuri! Buon viaggio allora!” mi disse porgendomi il biglietto.
“Grazie infinite!” e così dicendo mi allontanai dalla biglietteria.
Iniziai a guardarmi intorno e notai un bar, così, dato che non avevo fatto colazione, ci andai e ordinai un cornetto alla cioccolata e una bella tazza di latte caldo.
Iniziai a gustare il tutto tranquillamente senza esser disturbata da nessuno quando…
“Mi scusi signorina le è caduto questo!” mi disse una voce alle mie spalle quasi famigliare.
Iniziai a voltarmi per ringraziare lo sconosciuto e prendere quello che mi era caduto e…no, non ci potevo credere lui…che ci faceva qui?
Mentre nella mia testa mi facevo quelle domande, mi riportò lui sulla Terra:
“So che odi gli addii, ma non volevo salutare gli altri al posto tuo, quindi eccoli tutti qui o quasi!” mi disse Nick spostandosi e facendo spazio agli altri.
C’erano Alex, Howie e Leigh lì davanti a me che mi sorridevano.
“Sei ufficialmente sulla mia lista nera Nick!” gli dissi facendogli una linguaccia “Per colpa tua ecco che inizio a piangere…” così dicendo una lacrima iniziò a rigarmi il viso.
“Dai non piangere! Sono sicurissimo che questo non è un addio ma un arrivederci!” mi disse Nick abbracciandomi.
“Ma non c’è nessuna cosa che possiamo fare per farti rimanere?” mi disse Alex speranzoso.
“Beh…una cosa ci sarebbe…” iniziai seriamente “…rimborsarmi il biglietto e i soldi dati al taxista per venire qui…” conclusi trattenendo a stento le risate.
A quella mia affermazione Howie e Leigh rimasero a bocca aperta dallo stupore, ma poco dopo capirono che era uno scherzo, mentre Alex e Nick, avvicinandosi l’un l’altro,  si misero a contare i soldi che avevano entrambi.
A quella scena scoppiai a ridere seguita da Howie e Leigh.
“Dopo questo ho capito che siete proprio scemi, ma anche per questo vi voglio un mondo di bene!!!” dissi andandogli incontro e abbracciandoli tutti e due insieme.
“Quindi questo significa che non c’è nessun modo per farti rimanere?” mi disse Alex cadendo dalle nuvole.
“No, non c’è nessun modo. Ormai ho deciso e poi, come ho già detto a Nick, questo momento sarebbe dovuto arrivare comunque..” gli risposi lasciando cadere sul volto altre lacrime.
Nel frattempo, come per spezzare quel triste momento, una voce femminile al microfono rimbombò nell’aeroporto:
“Signori e signore sono aperte ora le porte per l’imbarco del volo per Roma. Si pregano i gentili passeggeri di fare il check-in ed imbarcarsi. Grazie.”
“Beh, è arrivato il momento!” dissi asciugandomi le lacrime.
Così dicendo mi avvicinai a Leigh per salutarla.
“Grazie per questi giorni! Sei stata una vera amica!” le dissi abbracciandola.
“Grazie a te per la compagnia…finalmente ho trovato qualcuna con cui parlare di questioni femminili dato che da ormai troppo tempo sono circondata da soli ragazzi…” mi rispose ridendo e poi continuò “Scusami per la scenata di ieri. Nick ci ha spiegato tutto quello che è successo e Alex mi ha spiegato la situazione della foto…mi sono sbagliata e ti chiedo scusa!” concluse rammaricata.
“Non ti preoccupare, è acqua passata!” le dissi abbracciandola ancora una volta e poi continuai “Ma quindi sapete tutto del desiderio e di tutto il resto?” conclusi meravigliata.
“Ehm, si!” mi rispose Nick grattandosi la testa “Gli ho raccontato tutto prima di venire qui…”
“Ah…” dissi e dopo un attimo ripresi a salutare gli altri come per cambiare completamente discorso.
“Ciao Howie! Grazie per quel fantastico week-end nella tua villa e in generale per questi giorni passati insieme…mi raccomando se ci rincontreremo voglio vedere un piccolo Dorough tra le braccia di Leigh!” dissi ad Howie abbracciandolo.
“Ok, allora ci daremo da fare!” mi rispose sorridendo.
“E ora tocca a te Alex…beh che dirti?! Sei stato fantastico in questi giorni e non finirò mai di ringraziarti per quel pomeriggio trascorso insieme…mi hai mostrato una parte di New York a dir poco straordinaria! Grazie ancora!!” dissi rivolta ad Alex con le lacrime agli occhi e abbracciandolo fortemente.
“Grazie a te, sei stata tu che hai reso quel pomeriggio indimenticabile!! Per ringraziarti ho fatto questo cd per te; è per questo motivo che l’altro giorno non sono venuto con voi…” mi rispose un po’ imbarazzato.
“Grazie!” riuscii solo dire dato che le lacrime ormai scendevano copiose sul mio volto.
“Lo ascolterò appena torno a Roma, promesso!” ripresi dopo aver fermato un po’ il pianto.
“E ora tocca a me!!” disse Nick quasi entusiasta del momento.
“Beh, a te ho già detto tutto, basta questo…” così dicendo gli andai incontro e lo strinsi forte a me.
Dopo un attimo così mi distaccai e dissi:
“Bene, è ora che vado. Ho salutato tutti…quindi add…” non finii di terminare la parola che vidi Nick guardarmi storto, così mi corressi “…Arrivederci!” sorrisi e mi voltai iniziando ad incamminarmi verso il check-in.
Dopo nemmeno due passi mi rivoltai verso di loro e dissi:
“Ah, dite a Marcus che la sua bodyguard preferita gli manda un bacio e lo ringrazia…” finita la frase notai un’aria di incomprensione tra tutti così continuai “…capirà!”
Detto questo andai finalmente a fare il check-in e dopo nemmeno cinque minuti già mi stavo incamminando verso la direzione per l’imbarco quando decisi di voltarmi per un ultimo saluto e…vidi una persona in più tra di loro…Brian!
A quella vista mi voltai subito e come dal nulla incominciai di nuovo a piangere.
Con ancora le lacrime negli occhi mi imbarcai tra gli sguardi compassionevoli della gente.
 
Il viaggio in aereo durò un’eternità. Non riuscii a chiudere occhio, sembrava come se qualcuno per dispetto avesse messo degli stuzzicadenti per sorreggere le mie palpebre.
Quando finalmente l’aereo atterrò, era ormai da un pezzo calata la notte su Roma.
Dopo i soliti procedimenti di routine in aeroporto finalmente mi diressi verso casa con un taxi.
Mai come in quel momento ero felice di ritornare a casa dalle mie due amiche.
Arrivata, presi la copia delle chiavi di casa che ormai da una vita tenevamo sotto il piccolo vaso che stava vicino la porta in caso di emergenza ed entrai facendo il minor rumore possibile e non accendendo la luce per non far svegliare le miei due amiche, ma andai contro lo spigolo di qualche mobile al che…
“Ahia…” dissi istintivamente chiudendo però subito la bocca.
‘Ma che cavolo, manco nemmeno due settimane e già hanno spostato i mobili?! Speriamo che non mi abbiano sentito.’ pensai tra me e me.
Ma così non fu; infatti subito dopo sentii qualche rumore provenire dalle camere da letto e nemmeno dopo due minuti la luce si accese e…
“Fermo là, non fare un altro passo altrimenti…Jessica???!!!”
Erano Martina e Marty entrambe armate di manganello e scopa.
“Certo che un’amica se ne va per qualche giorno e questo è il modo di darle il ‘bentornata’?” chiesi facendo l’offesa.
“Pure tu però avverti!” mi disse Marty posando le ‘armi’.
“Eh vabbè, questi sono dettagli!” le risposi facendo l’indifferente.
“Eccolo là, sei appena tornata e già litigate…” disse Martina sbuffando.
Scoppiammo tutte e tre a ridere e ci abbracciammo per circa cinque minuti.
“Però ora raccontaci tutto, tanto la notte è giovane!” mi disse allora Marty curiosa.
“Allora hai incontrato i Backstreet boys?” mi chiese Martina presa anche lei dalla curiosità.
 A quella domanda annuii con aria malinconica.
“E allora perché quella faccia??” mi chiese di nuovo Martina non capendo “Che è successo?”
“Non sei riuscita a fare colpo su Brian, dì la verità, eh?!” disse Marty sogghignando.
A quel nome il mio cuore perse un battito e involontariamente una lacrima rigò il mio viso.
“Scema!” urlò Martina a Marty dandole una gomitata “Dicci cosa è successo…”
Così per la seconda volta raccontai tutta la storia fino alla mattina di quel giorno tra lo sgomento e l’incredulità di entrambe.
“Ma stai scherzando, vero? Voglio delle prove!” mi disse Marty ancora incredula.
“Beh, ci sono queste foto e il cd…ma della prima parte della ‘storia’ non ho niente…” così dicendo le mostrai le foto dell’uscita con Nick e Brian e il cd che mi aveva dato Alex “Se non ci vuoi credere, fai come ti pare…”
“Io ci credo, ma a questo punto ci odierai per il regalo che ti abbiamo fatto proprio oggi…” mi disse Martina guardando Marty che intanto si era alzata e diretta in camera mia.
Non capii a che cosa si stesse riferendo, così Martina continuò:
“Proprio oggi sono uscite le date del tour dei Backstreet boys qui in Italia e…”
“…ti abbiamo comprato subito un biglietto per la data di Roma del 30 aprile…” concluse Marty ormai tornata in salotto mostrandomi il biglietto.
“Beh, siete state gentilissime! Accetto volentieri il regalo,” dissi sorridendo “..anche se so per certa che non ci andrò…” conclusi quasi sussurrando.
“Meno male, altrimenti non saprei a chi lo potevamo dare…” disse Marty come sollevata dalla mia risposta.
“Sei sempre la solita!” le dissi ridendo e poi continuai “Beh, ora è meglio che vado a dormire che è stata una giornata straziante…e da domani si ritorna alla solita vita!!” conclusi entusiasta.
Così ce ne andammo tutte e tre a dormire.
Ma come sarebbero proceduti quei giorni di nuovo a Roma?  
 
  
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