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Autore: EmaEspo96    22/10/2012    3 recensioni
Elizabeth è come una sorella per Elijah. Da tanti anni, ormai, non ha fatto altro che prendersi cura di lei. Eppure lei pare aver dimenticato tutto, tutto quello che aveva vissuto nei suoi precedenti anni, tutto quello che aveva provato. Ha dimenticato ciò che è. La riporta a Mystic Falls per far in modo che qualche ricordo ritorni a galla ma ciò non farà altro che portare nuovi problemi in quella cittadina...
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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C'erano tre persone che camminavano. La festa era finita, era notte. Tarda notte. Tutti erano rincasati e davanti a quella casa precedentemente spenta i proprietari avevano trovato il cancello del loro giardino leggermente ammaccato, eppure non avevano trovate niente che potesse spiegare tale cambiamento. Matt e Stefan camminavano davanti, dai loro passi pesanti sembravano piuttosto irritati mentre Damon camminava poco più dietro di loro con passo svogliato ma svelto. Dava l'impressione di non essere minimamente interessato alla persona che stavano cercando.
<< Come hai potuto lasciarla andare via da sola? Di notte, poi! >> esclamò Stefan nervoso << Bonnie era furiosa con te! Ti avrebbe ucciso se solo io glielo avessi permesso! >> continuò Stefan verso Damon che sembrava ridacchiare alle parole del fratello.
Matt li ascoltava parlare ma si limitava a guardarsi intorno, si limitava a tenere d'occhio la zona per cercare di scovarla. Avevano trovato Elijah morto, a casa, ed Elena e Bonnie sono rimaste alla dimora dei Salvatore mentre i tre ragazzi si apprestavano a cercare Elizabeth. Damon era turbato nonostante non lo desse a vedere. Cosa stava combinando? Aveva trattato in quel modo Elizabeth, doveva odiarla per come lei aveva trattato lui ancora una volta ed invece...era preoccupato tanto quanto gli altri e ce l'aveva a morte con sé stesso. Matt accellerò il passo passando davanti ad una casa con il cancello del giardino ammaccato, ma non si soffermò su quel particolare. Stefan attraversò la strada percorrendo il marciapiede dall'altra parte della via mentre Damon rallentò standosene apparentemente tranquillo. Delle voci giunsero offuscate all'udito umano di Matt e lui accellerò maggiormente sino a correre verso un vicoletto buio al fianco di quella casa, un vicoletto chiuso dai bidoni della spazzatura ai lati. Si affacciò e c'erano due persone lì, due persone che sembravano spassarsela con quei baci continui e quelle risate, tanto che a lui parvero ubriachi. Eppure due piedi sbucavano da dietro uno dei bidoni, qualcuno se ne stava seduto al suolo senza muoversi di un millimetro, qualcuno la cui pelle sembrava rinsecchita e vecchia. Ma quei tacchi...quei tacchi erano di Elena. Matt sgranò gli occhi ed avanzò immediatamente lungo il vicoletto attirando l'attenzione dei due presenti. La ragazza dai capelli rossi lo guardò e sorrise sadica.
<< Abbiamo trovato anche la cena. >> sussurrò verso il compagno, cingendolo in un mezzo abbraccio.
Matt non si preoccupò dell'affermazione di Coraline, puntò direttamente a sorpassare il bidone noncurante dell'identità di quei due, era pronto a prenderli a pugni dato il loro stato, secondo lui ubriachi entrambi. Riuscì a vedere una testa china dai capelli di un rosso pallido, capelli secchi che cadevano ai lati di un volto chinato e nascosto ed un vestito sin troppo familiare.
<< Elizab...! >> non riuscì a terminare la frase che Coraline gli corse incontro in quella maniera innaturale e gli puntò una mano alla gola, spingendolo contro una parete ed azzannandolo ferocemente al collo.
Matt urlò afferrando i capelli della vampira poco prima che Stefan percorresse in due secondi tutto il vicoletto ed afferrasse Coraline per le spalle scaraventandola contro il suo compagno. Anche Damon arrivò ma si paralizzò qualche istante dopo: quella ragazza accasciata a terra, quella ragazza in cui non sentiva più vita, era sicuramente Elizabeth. Ma era...morta. Coraline si sollevò in piedi asciugandosi il sangue di Matt.
<< Che rottura trovarmi sempre voi due tra le palle. >> affermò, ridacchiando in maniera psicopatica.
Damon si sentì strano...sentì qualcosa di familiare. Sentì lo stesso dolore che aveva provato durante il rapimento di Katherine o durante la morte di Elena nel rito di Klaus. No, era qualcosa di più forte, di più amplificato. Il compagno di Coraline puntò a Matt mentre la rossa si ritrovò in un faccia a faccia con Stefan. Lui la scaraventava via, le ringhiava contro mostrandole i suoi pieni poteri mentre lei inciampava addirittura in quei tacchi, la contentezza della morte di Elizabeth le aveva dato alla testa. Matt afferrò il coperchio di uno dei bidoni e colpì pesantemente il vampiro facendolo barcollare poco più in là, ne approfittò per cercare qualcosa di appuntito col quale colpirlo ma si ritrovò di nuovo bersagliato ed in poco istanti si ritrovò al suolo. Nello stesso momento Coraline scappò via correndo dal vicoletto, abbandonando il suo compagno, e proprio in quell'istante Stefan corse di nuovo ad aiutare Matt che si proteggeva costantemente con quel coperchio. Afferrò per le spalle il compagno di Coraline e lo tirò su prima di infilargli una mano nel petto, da dietro, attraversando le ossa e la gabbia toracica con prepotenza, spezzò la colonna vertebrale del vampiro con tutta la sua forza ed in pochi attimi raggiunse il suo cuore estraendolo e privandogli della sua vita. Lo lasciò cadere al suolo distante da Matt mentre il corpo del vampiro diventava nient'altro che pelle essiccata e morta. Lasciò al suolo anche quel cuore e poi volse lo sguardo preoccupato verso Matt che non gli diede nemmeno il tempo di parlare, si tirò in piedi facendogli segno di occuparsi di Elizabeth. Fu il giocatore di football a lanciare un'occhiata a Damon paralizzato a fissare il corpo di Elizabeth. Riuscì a leggere la disperazione negli occhi del Salvatore mentre Stefan si avvicinò ad Elizabeth. La guardò, non sapeva come corportarsi, vide quel pugnale e lo sfiorò come se ne avesse timore. Guardò quel volto rinsecchito, lo sollevò per guardarlo e gli si raggelò il sangue nelle vene.
<< E'...morta...? >> bisbigliò Stefan incredulo, dispiaciuto, si sentiva male a guardarla.
Damon corse e lo spinse via in maniera sovrannaturale. Si accovacciò davanti ad Elizabeth e si portò un polso alla bocca, lo perforò coi canini e sollevò il viso morto della ragazza premendo il polso sanguinante contro quelle labbra increspate dal rossetto secco e consumato. Sembrava essere morta da tempo.
<< Forza Elizabeth, bevi. >> disse Damon, sembrava un ordine e sembrava quasi singhiozzare. Stefan lo guardava e così anche Matt che pensava a curarsi la ferita. << Tu non puoi morire, non ti ricordi? Non...Non puoi farlo. L'hai detto tante volte, hai detto sempre che tu non puoi morire. >> sussurrò ancora Damon.
Le sue ferite si curarono e lui si bucò di nuovo il polso coi denti facendone uscire altro sangue col quale sporcò le labbra immobili di Elizabeth. Fu nell'istante in cui si accorse che Elizabeth non accettava il suo sangue che sentì qualcosa di bagnato rigargli una guancia: aveva iniziato a piangere.
 
Stefan spalancò la porta della dimora dei Salvatore. Elijah se ne stava seduto sul divano cercando di riprendersi dalla morte precedente, Elena era in piedi mostrando la sua impazienza e Bonnie andava avanti ed indietro mostrando la sua furia. Damon entrò dalla porta di fretta ed Elijah si sollevò di scatto dal divano. Sgranò gli occhi vedendo quella testa penzolare da un braccio di Damon, quella mano morta non dare il minimo segno di vita. Rabbrividì e sentì improvvisamente un senso di disperazione.
<< Elizabeth... >> sussurrò guardando Damon che la portò sul divano e la distese delicatamente. Appoggiò la sua testa morta e coperta da capelli di un rosso sbiadito.
Bonnie si sentì mancare ed Elena aveva ormai ingoiato ogni parola, ogni pensiero, ogni respiro in quell'istante. Damon afferrò il pugnale dal petto di Elizabeth e lo estrasse lanciandolo al suolo. La guardò speranzoso per lunghi istanti, ma lei non si svegliò. Ringhiò silenziosamente e nel momento in cui Bonnie stava per attaccare verbalmente Damon, Elijah lo fece fisicamente. Lo afferrò per le spalle e lo scaraventò via facendolo sbattere con la schiena contro una parete. Ne fece cadere i quadri, si portò dietro un po' di baccano prima che Damon ritornasse al suolo. O per meglio dire, Elijah non gli diede il tempo di appoggiare i piedi sulla pavimentazione che gli corse contro e gli afferrò la gola, preso dalla rabbia.
<< Avresti dovuto tenerla d'occhio. >> ringhiò l'Originario sputando fuori tutta la sua collera.
Damon restò immobile, dentro sé sapeva di meritarsi una cosa simile.
<< Elijah, aspetta... >> disse Elena ma Bonnie la interruppe.
<< No, Elena! Se lo merita! Doveva tenerla d'occhio, gli era stato chiesto soltanto questo. Elizabeth DOVEVA ESSERE a quella festa! Doveva festeggiare, te ne rendi conto? Ed ora, ora lei è morta. L'ha impedito per mille anni e lui è riuscito ad ucciderla in pochi minuti! >> urlò Bonnie in un misto di disperazione e rabbia.
Elijah alimentava quella presa sulla gola di Damon bloccandone il respiro, gli ringhiava contro perdendo ogni goccia della sua eleganza, gli occhi iniettati di sangue desideravano la morte istantanea di Damon.
<< Io...non sono un baby-sitter. >> rispose Damon soffocato.
Elijah lo spinse con forza contro la parete sino a sfondarla all'impatto con la testa di Damon.
<< Io ti ucciderò Damon Salvatore! Ti ucciderò! >>  gli urlò Elijah furioso.
Stava per farlo davvero ma Stefan lo bloccò spostando violentemente Elijah da Damon.
<< Stefan, non costringermi a coinvolgerti in tutto questo. >> lo minacciò l'Originario, avrebbe ucciso anche lui se solo si fosse intromesso.
<< Non voglio costringerti a fare niente Elijah. Ma invece di stare qui a litigare dobbiamo trovare un modo per porre rimedio a questa situazione. Abbiamo provato il sangue di un vampiro e non si è svegliata... >> stava continuando, Stefan, ma Elijah lo interruppe.
<< Perché è morta, Stefan! Elizabeth è morta! >> urlò Elijah tradendo la sua disperazione.
Elizabeth era sempre stata come una sorella per lui, se ne prendeva cura più della sua stessa vita ed ora non riusciva a sopportare tutto questo. Bonnie si avvicinò ad Elizabeth e la guardò, la studiò. Elena la raggiunse guardandola col cuore in gola: vedere Elizabeth conciata in quel modo era tremendo perfino per lei e probabilmente riusciva a capire come si sentisse Elijah. Non riuscì a trattenersi e lasciò che le lacrime le scorressero dagli occhi, lanciando una fugace occhiata a Damon che se ne stava immobile contro la parete. Aveva perso ogni vitalità, anche Damon stava morendo insieme a lei.
 
Aprì gli occhi, sentiva una sorta di fitta alla testa come se qualcosa l'avesse colpita con forza. E qualcosa le stringeva il busto, non erano semplici vestiti. La vista era offuscata, si lamentava leggermente prima che qualcuno le si avvicinasse.
<< Signorina, state bene? >> domandò una voce, le era familiare.
Le tese una mano e le diede un aiuto per riportarsi in piedi, un aiuto che lei accettò senza preoccupazione. La vista iniziò a tornare sino a quando davanti a sé non ebbe la visione di una Mystic Falls antica, una palla per il football ai propri piedi ed un Damon dall'insuperabile bellezza stretto in abiti comodi ottocenteschi che la guardava. Quei capelli così sistemati, quel sorriso preoccupato, quella camicia e quelle bretelle che tenevano i pantaloni. Lo guardò per alcuni istanti e poi si sentì furiosa.
<< Bastardo! >> gli gridò lasciandogli immediatamente la mano e chiudendo una delle proprie a pugno, un pugno che colpì Damon con forza facendolo barcollare.
Il Salvatore restò perplesso e si tenne la guancia colpita per alcuni attimi, poi la guardò sconvolto.
<< Non mi aspettavo una reazione del genere. Vi ho chiesto scusa per avervi colpito con la palla. Vede, io e mio fratello siamo così maldestri. >> disse Damon imbarazzato.
Elizabeth lo guardò perplessa. Avrebbe voluto colpirlo ancora una volta ma quando scattò verso di lui inciampò in abiti troppo lunghi e si sentì soffocare dal corpetto che le stringeva il busto. Damon la afferrò al volo cingendola per le braccia e lei sgranò gli occhi imbarazzata, tirandosi indietro immediatamente.
<< Che...Che diamine sta succedendo? Dove siamo? >> domandò immediatamente lei portandosi una mano alla fronte.
Damon la guardava stranito.
<< Siamo a Mystic Falls, signorina. E vi abbiamo appena colpito con una palla... >> sussurrò Damon mentre la fissava preoccupato.
<< No, io ero morta. E... >> si paralizzò guardando Damon, si rese conto in pochi momenti di quel che stava accadendo << ...sto sognando. >> sussurrò.
Ma Damon non parve prenderla per pazza, le sorrise annuendo leggermente col capo. Lei rabbrividì, era bloccata da qualche parte...da sola, con Damon.
 
Bonnie strinse la mano di Jeremy e lo guardava concentrata ma supplichevole mentre Jeremy ricambiava il suo sguardo. Era sorto il sole, fuori la dimora dei Salvatore Mystic Falls si era nuovamente animata.
<< Ti prego Jeremy, impegnati. Era una strega, molto vecchia, dai capelli e la pelle scura. Si chiamava Eleonor. >> disse Bonnie a Jeremy.
Tutti guardavano il piccolo Gilbert. Si erano spostati portando Elizabeth nella sua camera, distesa nel suo letto coperta da quelle lenzuola. Damon era seduto su una sedia nei pressi, Elijah stava accovacciato nei pressi del letto mentre guardava Jeremy anch'egli speranzoso. Lui doveva mettersi in contatto con la strega Eleonor come aveva fatto con Anna o con Vicky, ma in quel momento si sentiva davvero sotto pressione.
<< Ci provo, Bonnie. Davvero, cerco di contattarla. >> le disse come volesse rassicurarla.
Socchiuse gli occhi, cercava di creare nella sua mente l'immagine di una donna dalla pelle scura, i capelli dello stesso colore e si ripeteva silenziosamente il nome Eleonor. Quando riaprì gli occhi, una donna dagli abiti vecchi e medievali, la pelle scura stava in piedi al centro della stanza a guardarlo, sembrava nervosa.
<< Eccola. >> sussurrò Jeremy guardandola e tutti volsero lo sguardo in quella direzione: la vedevano.
Restarono un po' allibiti, Elena che era la più vicina si spaventò a ritrovarsela improvvisamente davanti. Eleonor guardò Bonnie con un'espressione di rimprovero, poi guardò tutti ed infine si soffermò su Elizabeth distesa sul letto.
<< Crediamo sia morta. >> sussurrò Bonnie.
<< No, Bonnie Bennett, non lo è ancora. >> disse la strega attirando la curiosità di tutti.
<< In...che senso? >> domandò Bonnie titubante.
Tutti guardavano la vecchia strega attendendone una parola mentre lei continuava a fissarli uno ad uno.
<< E' come se fosse sospesa nel tempo, tra la vita e la morte. Come se fosse in coma. Non farà altro che sognare sino a sognare la sua morte e morire definitivamente. >> disse ancora Eleonor.
Tutti raggelarono ed Elena intervenì.
<< Come possiamo fare per aiutarla? Quanto tempo abbiamo prima che muoia? >> domandò Elena, tradendo il nervosismo e la paura che provava in quel momento.
<< Non lo so. Potrebbe essere molto tempo, o poco. >> rispose Eleonor ma prima che potesse andare avanti, Bonnie la interruppe.
<< Dimmi come devo fare l'incantesimo ed io la salverò. >> disse la strega Bennett, avanzando di un unico e deciso passo.
 
Camminava al fianco di Damon tranquillamente. Non gli era troppo vicino, era ancora arrabbiata con lui. Con entrambe le mani sorreggeva la lunga e larga gonna di quel rosa pallido del vestito che indossava facendo in modo che essa non le finisse sotto i piedi rischiando di farla cadere.
<< E' strano ritrovarmi di nuovo nel 1864. >> disse Elizabeth timidamente e Damon la guardò sorridendo.
<< Chissà cosa sarebbe accaduto se ci fossimo conosciuti in questo tempo. >> rispose il Salvatore.
<< Sicuramente non avremmo litigato. Non sei così stronzo in questo tempo. >> aggiunse lei ridacchiando divertita, anche Damon sorrise.
<< Non dovresti usare simili termini, rovinano la tua femminilità. >> rispose Damon ancora una volta.
Elizabeth lo guardò per lunghi istanti, silenziandosi. Si fermò lungo quel marciapiede vedendo sfrecciare sulla strada una carrozza trainata da alcuni cavalli.
<< E' strano. >> disse la rossa verso il Salvatore. << Questo è un sogno ma sembra così reale. >> ammise.
<< E' reale. >> rispose Damon.
<< Com'è possibile? >> domandò Elizabeth.
<< E' quello che devi capire. >> rispose Damon << Perché sei qui con me, Elizabeth? Ti avevano pugnalata ed ora sei qui. >> aggiunse Damon, come se la stesse aiutando eppure Elizabeth non sembrava capire.
Scosse il capo leggermente e le porse un braccio educatamente.
<< Vieni, continuiamo a camminare. >> disse Damon.
Elizabeth abbassò lo sguardo e gli si mise a braccetto riprendendo a camminare. L'aveva fatto con Elijah, a quel tempo. Aveva sognato di farlo con Stefan, eppure ora lo stava facendo con Damon. C'era Damon al suo fianco. Perché c'era Damon al suo fianco? Ma improvvisamente si sentì mancare, sentì una dolorosa fitta al petto e gemette portandosi la mano libera in quel punto.
<< Cosa c'è, Elizabeth? >> domandò Damon, soccorrendola.
<< Il petto...fa male... >> mugolò Elizabeth ma quando scostò la mano, essa era macchiata di sangue. Sangue che sporcava anche il suo abito.
Damon la guardò preoccupato e le carezzò leggermente il viso, dispiaciuto.
<< Non avrei dovuto lasciarti andare via, quella sera. >> sussurrò e lei lo guardò forzando un sorriso.
<< Lo stai pensando davvero in questo momento, anche fuori dal sogno? >> domandò Elizabeth.
Damon la guardò e poi annuì.
<< Non riesco a pensare ad altro. >> rispose il Salvatore.
Elizabeth lo guardò sorridendo e si riprese, ripulendosi il sangue contro il vestito. Il petto faceva male di un'intensità sempre minore rispetto a prima ed era un dolore sopportabile.
<< Continuiamo a camminare. >> disse Elizabeth rimettendosi a braccetto con lui.
Lo stringeva forte, voleva sentirlo al suo fianco perché, nonostante non ne comprendesse il motivo, sentiva che la sua vita stava iniziando ad andarsene.
 
Elijah spalancò la porta della dimora dei Salvatore correndo in maniera sovrannaturale sino al piano di sopra. Aprì la porta della camera di Elizabeth in cui Elena, Caroline, Jeremy e Bonnie vegliavano sul corpo morto di Elizabeth.
<< Ho un pugnale e quelle erbe che avevi chiesto, Bonnie. >> disse Elijah, mostrandole una borsa che si era portato dietro dalla dimora dei Mikaelson.
<< Stefan e Damon arriveranno presto con la verbena di Alaric. >> disse Elena.
Nemmeno terminò la frase che Stefan e Damon entrarono nella camera portando la verbena necessaria a quell'incantesimo. Stefan la diede a Bonnie che annuì verso Jeremy, chiedendogli senza parole di richiamare nuovamente la strega Eleonor.
 
Nello stesso momento Elizabeth camminava al fianco di Damon, nel 1864. Si carezzava il petto con una mano e si guardava intorno. Stava riflettendo, stava cercando di capire perché era lì con Damon e non con qualcun'altro.
<< Stai pensando? >> domandò Damon, guardandola.
Lei annuì.
<< Credo di aver capito. >> rispose Elizabeth e poi socchiuse gli occhi come se volesse riposarsi << Credo di aver capito il motivo per cui sono qui. >> aggiunse.
Damon non commentò, si limitò a guardarla mentre la seguiva in quella passeggiata che non sembrava avere una fine, né portava in loro alcuna stanchezza.
<< Avrei dovuto conoscerti in questo tempo, Damon. Io non ero qui per Stefan, vero? >> domandò Elizabeth verso Damon riaprendo gli occhi, ma il ragazzo non le rispose << Era come se già lo sapessi. Era come se sapessi che non era Stefan la persona che volevo, per questo non ho mai voluto avvicinarmi a lui col timore di venire respinta. >> disse e qui fermò il suo passo.
Un'altra fitta al petto, una fitta che stavolta le fece sputare sangue.
<< Hai troppo poco tempo, Elizabeth, non passarlo così. >> disse Damon.
<< No. >> rispose Elizabeth non un fil di voce << Ora che...ora che ho capito, voglio dirtelo. Non penso avrò mai più il coraggio di farlo e se morissi davvero adesso, voglio avertelo detto. >> aggiunse la rossa guardandolo, stringendo la mano del Salvatore.
 
Bonnie prese una mano di Elizabeth socchiudendo gli occhi. Eleonor stava dall'altro lato del letto e teneva l'altra mano di Elizabeth. Socchiuse anche lei gli occhi mentre la mano di Elijah tremava intorno a quel pugnale sporco di verbena ed erbe magiche. Vide il petto di Elizabeth sporco di sangue, del sangue che prima non c'era.
<< Sta morendo. >> sussurrò a sé stesso.
Nello stesso momento Eleonor e Bonnie iniziarono trasmettendo il loro potere da strega nel corpo di Elizabeth. Eleonor sentiva la vita della ragazza venir prosciugata via velocemente, stava morendo. Improvvisamente nella stanza cadde una tensione incredibile: l'aria sembrava più pesante, la forza della magia di quelle due streghe poteva essere palpata nell'aria circostante. Damon guardava seriamente la scena, concentrato, Jeremy era non troppo lontano da Bonnie per aiutarla eventualmente le serviva aiuto. Alcuni oggetti nella stanza iniziarono a spostarsi, Elena si strinse a Stefan mentre assistevano a quella scena ed infine tutta la stanza sussultò e le due streghe si interruppero. Bonnie riaprì gli occhi asciugandosi il sangue che colava dal naso e Jeremy le sussurrò di riposarsi. Lei annuì ed Eleonor fece segno ad Elijah di colpire Elizabeth. L'Originario sembrò leggermente titubante, ma poi la colpì penetrandole il petto con quel pugnale.
 
Elizabeth improvvisamente sentì il petto bruciare. Ringhiò di dolore e si aggrappò a Damon che la sorreggeva.
<< Ti stanno riportando indietro, Elizabeth. >> disse Damon, come volesse invogliarla a parlare in fretta se proprio voleva farlo.
<< Lo...Lo sento. Fa male. E' verbena, stanno usando la verbena! >> disse, mantenendosi il petto. Lo sentì squarciarsi come se fosse stata pugnalata una seconda volta. << Damon. >> lo chiamò, guardandolo sofferente << Mi dispiace averti colpito in quel modo. Ma...Ma...Era fastidioso vederti con lei, era quello il punto. Avevi ragione, non era Coraline il mio problema ma eri tu. >> continuava a dire, velocemente.
Ancora una volta si sentì male, gemette accasciandosi al suolo e sputò sangue. Damon si accovacciò davanti a lei e la guardava preoccupato.
<< Se ti avessi conosciuto nel 1864... >> sussurrò Elizabeth, sorridendo. Socchiuse gli occhi, si sentiva debole. Nonostante le stessero ridando la vita, in quel tempo è come se la stesse perdendo << ...Io...Credo di essermi davvero innamorata stavolta e mi sono innamorata di te, Damon. >> aggiunse, finalmente.
Si sentì libera da un grosso peso ma prima che potesse rendersene conto, Damon la abbracciò. La strinse con dolcezza e la sentiva ansimare dolorante tra le sue braccia. Il dolore sembrò scemare quando si ritrovò stretta dal Salvatore. Damon, nella stanza di Elizabeth nella dimora dei Salvatore, avvertì una sorta di emozione in quell'istante, come se la stesse abbracciando sul serio. Ne restò perplesso.
Ma Elizabeth non poté godersi ancora quel piacere, si sentì di dover chiudere gli occhi ed improvvisamente sparì dalle sue braccia. Sgranò gli occhi sul letto della propria stanza, i capelli avevano ripreso il loro colorito e così anche la pelle. Il cuore aveva ripreso a pulsare sangue nelle vene e lei si portò seduta al centro del letto cercando aria per riempire i propri polmoni. Elijah scostò le mani e lei iniziò ad estrarre prepotentemente il pugnale dal petto, ringhiando dal dolore che le procurava la verbena. Tutti la guardavano, tutti erano contenti dentro loro e Damon si carezzava il petto come se l'avesse sentita tra le sue braccia qualche istante prima.
<< Elizabeth. >> sussurrò Elijah mostrando tutta la sua preoccupazione ed Elizabeth lo guardò e sorrise.
Lui la abbracciò delicatamente e lei fece altrettanto: era bello sentirsi di nuovo viva. Eleonor sparì e Bonnie attese la fine dell'abbraccio tra loro due per abbracciare anche lei Elizabeth, insieme ad Elena che aveva gli occhi lucidi per la commozione.
<< Quando la smetterai di farci preoccupare? >> le domandò la Gilbert guardandola.
Elizabeth sorrise. Jeremy sorrideva contento e così anche Stefan che si avvicinò al letto di qualche passo. Damon restò al suo posto, sentiva come se sapesse che Elizabeth gli avrebbe rinfacciato ancora una volta quanto successo, sentiva che lei l'avrebbe odiato. Di tanto in tanto sentiva quel suo sguardo puntare su di sé, la sentiva guardarlo con insistenza. Quando ormai tutti avevano smesso di preoccuparsi e di starle incollati addosso lei si portò in piedi. All'inizio sembrò barcollare come se non avesse usato quei piedi per un'eternità. Guardò Damon ricambiandone lo sguardo. Lui lo abbassò poco dopo ed ormai tutti si aspettavano una sfuriata da parte della rossa. Lei avanzò verso di lui con passi decisi e quando gli fu vicino Damon la guardò.
<< Fallo. Ti farà stare meglio. Tanto sai che mi risveglierò di nuovo. Uccidimi, Elizabeth, ti sentirai soddisfatta. >> disse lui senza preoccuparsi di avere lo sguardo di tutti su di sé.
Lei lo guardò seria, poi gli sorrise.
<< Sei davvero stupido, Damon Salvatore. >> gli sussurrò e sotto lo stupore di tutti, Elizabeth lo abbracciò con dolcezza.
Perfino Damon ne restò perplesso, perfino lui che non esitò a ricambiare quell'abbraccio pieno di sentimento. La strinse a sé preoccupandosi di farle del male con quei tocchi e lei gli si aggrappava addosso. Socchiuse gli occhi godendosi quel momento, un momento che aveva interrotto nel 1864 dei suoi sogni, con lui. Era uno strazio sapere che Damon non ricordava, ma doveva accettarlo fino a quando non le fosse venuto di nuovo il coraggio di dirglielo.
 
Quella figura snella avanzava lungo le strade buie di Mystic Falls, era stretta in abiti aderenti ed in pelle a risaltare ogni forma femminile avesse il suo corpo. I capelli rossi e corti erano sciolti e camminava con passo elegante alla ricerca di uno scopo in quella cittadina dopo aver ucciso Elizabeth. Doveva andarsene da lì, quella cittadina non aveva niente d'attraente. O almeno, lo pensò fino al momento in cui Damon sbucò da un vicoletto: Damon si che era attraente. Coraline si paralizzò ma vide il sorriso del Salvatore.
<< Coraline. >> sussurrò Damon << Perché sei improvvisamente sparita l'altra sera? >> domandò il Salvatore, allargando le braccia platealmente.
<< Beh, avevo paura voleste uccidermi. >> disse Coraline accennando un sorrisino provocante.
Damon le sorrise e scosse il capo.
<< Io non l'avrei fatto. >> disse lui.
<< Ho ucciso Elizabeth. >> rispose immediatamente Coraline, come se volesse capire se lui se n'era accorto o meno.
<< Già. In effetti iniziava a diventare pesante come cosa. Mi dispiace, le volevo bene ma tu...Coraline, hai tutto quello che può soddisfarmi. >> disse Damon.
Coraline abbassò immediatamente la guardia al sentire quelle parole e gli sorrise.
<< Un bel corpo, una grandissima grinta, sai anche baciare bene. >> disse Damon avvicinandosi a lei.
La raggiuse e le carezzò il volto guardandola provocatorio.
<< Oh, Damon Salvatore, stai cercando di confondermi? Non sapevo odiassi così tanto Elizabeth. >> disse Coraline spingendosi contro di lui.
Damon la strinse, la guardò per lunghi istanti.
<< Infatti Coraline, non la odiavo. >> rispose Damon.
Nello stesso momento qualcuno, alle spalle di Coraline, tirò fuori un coltello, di quelli grandi da cucina, e lo infilzò dietro la schiena della ragazza, senza ucciderla. Coraline sgranò gli occhi al sentire quella fitta e Damon mollò ogni presa su di lei. Delle mani femminili la afferrarono per le spalle mentre tenevano quel coltello piantato nella sua schiena.
<< Coraline, Coraline, Coraline. Cosa avevi detto? Che mi avresti uccisa? >> domandò Elizabeth cantilenando in maniera sadica, cattiva.
<< Elisabetta. >> sussurrò Caroline.
Cercava di dimenarsi ma non ci riusciva, evidentemente aveva colpito un punto del corpo davvero doloroso e con quella forza le aveva mandato in frantumi la colonna vertebrale.
<< Sarò buona con te. Farò in modo che tu soffra la metà di quanto ho sofferto io. >> disse Elizabeth.
Damon la guardava, sorrideva nonostante non l'avesse mai vista così...malvagia. Coraline scosse il capo ed Elizabeth piantò ulteriormente il coltello nella sua schiena prima che i suoi occhi si iniettassero di sangue e quei canini si mostrassero senza pudore.
<< No...Lasciami... >> sussurrò Caroline, ma non bastò.
<< Urla, Coraline, implorami di non ucciderti. >> sussurrò al suo orecchio Elizabeth, la stava soggiogando.
Subito dopo piantò i suoi canini nel collo di Coraline prendendone violentemente il sangue. Coraline urlava, la implorava di smetterla ma Elizabeth non faceva altro che andare avanti sino a prosciugarla, molto lentamente. La lasciò cadere al suolo estraendo il coltello, si chinò e la voltò conficcandogli il coltello nel cuore. Damon la guardò e lei si avvicinò osservando quelle labbra dalle quali colava ancora del sangue, con tutta la violenza con la quale l'aveva preso, e lei gli andò incontro. Non lo disse, ma Elizabeth era tremendamente bella anche sporca di sangue.
   
 
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