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Autore: _Haily_    25/10/2012    1 recensioni
Gervhart, un uomo che costretto dalla guerra, abbandonò la sua terra, Edras, quando era ancora un bambino.
Cresciuto, vuole far ritorno alle sue origini, per trovare la vendetta che cerca da anni. Aiutato da Raki, sua amica d'infanzia, che nasconde uno straordinario segreto, il vecchio Rhoderich e la sensuale Asha, 'arma' di Gervhart, faranno ritorno a Edras, riscoprendo in esso, tutte le verità che si celano dietro al Re Nero.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Si, sono ancora qui! XD E' che quasta storia mi stà prendendo così tanto che non vedo l'ora di aggiornare! E poi questo capitolo svela finalmente uno dei tanti misteri! Con il turno di Raki *^*
E' un capitolo molto corto, perdono! Ho dovuto dividerlo perchè diventava troppo lungo, ma così almeno riesco a descrivere bene le cose, soprattutto perchè nel prossimo parleranno parecchio =^= e capirete molto di più su Raki e sulla sua 'trasformazione' <3
Spero solo di aver reso l'idea di quanto questa creatura di maestosa e imponente ;W;
E niente....buona lettura e al prossimo capitolo >W<9




Capitolo 11

Circondati.Determinazione.Trasformazione






Creature leggendarie.

Ho vissuto per così tanto tempo, eppure, non ne avevo mai visto uno dal vivo.

Imponente e regale, si ergeva davanti ai miei occhi.

E non potevo credere, che prima, era solo una ragazzina.






Appena Gervhart aveva sentito la voce di Asha nella sua testa, il sangue aveva cominciato a ribollirgli nelle vene. Per lui Asha era una persona importante, con lei aveva uno strano rapporto, diverso da quello con Raki o Rhoderich. Il loro era un legame che più passava il tempo più li univa, quasi come se fosse parte di lui. Sentirla in pericolo gli metteva un'ansia atroce.
Riusciva a captare i pensieri di Asha ed era così che sapeva dove andare. Qualche volta, confuso, si fermava ad ascoltare, per poi riprendere a correre. Si era anche un po pentito di aver lasciato sola Raki con quelle parole a metà, ma la richiesta d'aiuto era stata più forte di lui.
Si faceva strada spostando i rami intricati della vegetazione, tra le foglie ancora bagnate di gocce di rugiada, che a volte cadevano sul suo viso, arrabbiato e preoccupato.
Proprio dopo aver scavalcato una grossa radice che fuoriusciva dal terreno e spostato una folta frasca che incappava sul suo cammino, Gervhart si ritrovò davanti a una scena inaspettata.
In quel pezzo di terra quasi privo di vegetazione, stazionavano dieci uomini, quasi a formare un semicerchio, alti e possenti, indossanti armature nere incise quasi come se avessero piccole squame che brillavano toccate dai raggi del sole che trapelavano dagli alti pioppeti e quell'elmo a forma di muso di serpente, fece accapponare la pelle al ragazzo che per un istante si vide davanti agli occhi quell'uomo che uccise sua madre, gli stessi occhi di un feroce rettile a caccia della sua preda.
Era palese che centrassero qualcosa con lui.
Ma la sua attenzione venne richiamata da Asha che urlò il suo nome.
Risvegliato dai suoi pensieri scosse la testa e sbattè più volte le palpebre, fino a mettere a fuoco la ragazza che era trattenuta a forza da uno di quegli uomini, ma nonostante il pericolo sembrava piuttosto calma, ne era della sua natura sprezzante del pericolo e non curante della morte. Le Necromorpher erano creature insensibili a certe cose.
-Grazie per essere arrivato eh?!-
Rhoderich brandiva la sua spada, in posizione d'attacco, pronto a combattere a qualsiasi movimento degli uomini in armatura.
-Sono sbucati fuori all'improvviso. Questi maledetti hanno subito preso di mira Asha.-
Non staccava gli occhi di dosso a nessuno di loro, tanto meno sulla ragazza, che proprio in quel momento puntarono la lama della spada al suo collo.
A quell'azione Gervhart digrignò i denti dalla rabbia, stringendo i pugni lungo i fianchi, sentendosi inutile senza la sua arma, ma soprattutto perché un altro uomo la stava toccando e facendole del male.
Asha non pareva minimamente preoccupata, si limitava a fissare il suo padrone.
-Chi siete?-
Uno degli uomini parlò, facendosi leggermente più avanti dei suoi compagni con una voce ovattata dall'elmo che portava.
I due si diedero una veloce occhiata. Tanto era inutile parlare con loro, qualsiasi cosa avrebbero detto era contro di loro.

Raki si era precipitata all'inseguimento di Gervhart, i suoi movimenti veloci e quasi impercettibili, facevano si che si avvicinasse sempre senza che nessuno la sentisse. Poteva sentire l'odore di Gervhart a grandi distanze, come per l'udito e la vista che aveva, lo doveva solo alla sua 'natura'.
Riusciva a sentire alcune voci a lei sconosciute, ma in quel momento voleva solo sentire la voce di Harty.
Si era avvicinata a passi lenti, quando la voce si era fatta più forte e nascosta in quella radura di foglie poté vedere e sentire la scena che si stava svolgendo.
-State cercando di scappare da Edras? O siete dei rivoltosi? Quelle armi…sono bandite da questo paese! Voi inutili uomini cercate di ribellarvi al Re Nero?-
A quel nome sobbalzarono straniti. Selva glielo aveva accennato, allora non era un esercito di barbari che non avevano nessun comandante. Forse il Re Nero di cui parlavano era proprio l'uomo che lui stava cercando oppure era un altra persona.
-In realtà…-
Rhoderich ruppe il loro silenzio.
-Siamo venuti a fare un gita. Si, ci piace venire a scorrazzare qui. Soprattutto quando veniamo per pomiciare. Avete rovinato la nostra uscita a tre!-
Asha sorrise sconsolata, si aspettava un'uscita del genere da lui.
Raki si schiaffò una mano in faccia maledicendolo di fare certe figure anche in un momento come quello. Ma non aveva il tempo per pensare alle stupidaggini di Rhoderich. Si guardò in torno per escogitare un piano d'azione. Grazie alla sua vista poteva vedere anche le cose più piccole o nascoste e proprio nascosto come lei nella radura, più in alto su una roccia, si trovava un cecchino, con arco e freccia pronta per essere scoccata in qualunque momento da un ordine del capo. Raki deglutì. Questa non ci voleva.
Anche lei poteva contare sul suo arco che impugnata nella mano, ma c'erano diversi problemi.
Se avesse ucciso prima l'arciere, non avrebbe fatto in tempo a uccidere anche l'uomo che teneva prigioniera Asha, che le avrebbe fatto sicuramente del male, se invece avesse ucciso prima quell'uomo l'arciere avrebbe scoccato una delle sue frecce subito contro uno di loro, probabilmente Rhoderich che era armato.
Le serviva qualcosa di più appariscente, che li avrebbe impauriti in modo tale da avere quei pochi secondi in più per poter fare la sua mossa.
L'uomo in armatura che teneva la Necromorpher si stizzì.
-Ci prendete per il culo?-
A quel movimento la lama segnò leggermente il collo di Asha, facendone fuoriuscire una goccia di sangue.
Gervhart spalancò gli occhi e preso dalla rabbia si mosse verso di loro.
-Non muoverti!-
Sfoderarono tutti le proprie spade e si vide costretto a fermarsi. Non aveva nessuna arma con cui difendersi e tanto meno per difendere Asha in quel momento.
-Visto che siete così cocciuti e vi piace scherzare…-
Si rivolse ai suoi uomini.
-Uccideteli.-
Tre uomini si fiondarono su Rhoderich, che riuscì a parare i primi colpi, anche se era un ottimo spadaccino erano sempre tre contro uno, mentre due uomini ridendo sotto i baffi, circondarono Gervhart che non poteva difendersi e si pregustavano già la vittoria.
Raki fremeva, ma non tremava dalla paura, ma dalla rabbia. Sapeva che non potevano fare nulla contro tutte quelle persone armate, ma non poteva finire così. No. Non lo avrebbe permesso. Troppo a lungo era stata nascosta nell'ombra, troppo a lungo Gervhart e Rhoderich si erano parate davanti a lei per proteggerla. Questa volta doveva essere lei a voltare le spalle a loro per proteggerli. Forse era stato grazie a quel discorso che le aveva fatto o forse perché lo vedeva in pericolo, ma aveva preso la sua decisione. Che diventasse un mostro lo sapeva bene, ma forse agli occhi di Gervhart rimaneva sempre Raki.
-Fermi!-
Uscì allo scoperto ansimante dopo l'urlo che fece scappare tutti gli uccelli, provocando una pioggia di foglie verdoline.
L'attenzione di tutti si spostò sulla ragazza, mentre Gervhart la guardò stupito, ma arrabbiato allo stesso tempo.
-Raki! Ti avevo detto di rimanere nascosta!-
Ma lei non lo guardò, nemmeno una parola, il suo sguardo guardava il suolo.
-Un'altra compagna.-
L'uomo che sembrava il capo dell'armata si avvicinò a lei, ma l'unica cosa che lei fece fu bisbigliare delle parole.
-Harty…tu mi hai detto che anche quando mi trasformo rimango sempre Raki…è così per te?-
Il ragazzo rimase spiazzato.
-Cosa?-
Raki urlò quasi irritata.
-E' così? Voglio solo una risposta! Si o no?!-
Non poteva crede alle sue parole, ma la risposta arrivò dritta alle sue labbra, senza nemmeno pensarci.
-Si!-
A quella risposta Raki levò sù il viso e quello che Gervhart poté vedere, fu uno sguardo talmente  penetrante e determinato che gli vennero i brividi.
Il giallo ambrato dei suoi occhi pareva una palla di fuoco, sembravano ardere di vita propria.
Tutti i suoi muscoli fremevano e si contraevano, persino i muscoli del viso, contorcendosi in una smorfia di rabbia, come una belva digrignava i denti e ringhiava quasi come un lupo. Tutt'intorno uno strano vento si era alzato, andando a convogliarsi come una spirale intorno al corpo di Raki.
Il suo corpo cominciò partendo dalla spalla sinistra a ricoprirsi si squame che pian piano si colorarono di un color verde acqua, sul suo viso la pelle cominciò mutare, mentre i canini si facevano sempre più pronunciati.
Gli uomini in armatura rimasero basiti, alcuni non credendo ai propri occhi si alzarono l'elmo, mostrando i loro occhi pieni di stupore.
Gervhart e Raki continuavano a fissarsi negli occhi. Lei si sentiva rincuorata di questo. Non era schifato, non si voltava altrove per non guardarla. Rimaneva serio a fissarla.
Nello stupore generale l'uomo mollò leggermente la presa da Asha che non perse occasione per liberarsi, spintonandolo e correndo verso Gervhart.
Raki notandolo, si preoccupò subito dell'arciere che scoccò la feccia proprio contro Asha.
Fu una frazione di secondo. Raki si parò davanti alla ragazza, la freccia si andò a conficcare nel suo avambraccio, stupendo tutti i presenti e facendo preoccupare Rhoderich per l'incolumità della ragazza urlando il suo nome preoccupato.
Ma non perse un minimo di sangue, si limitò a fissare con sguardo inferocito l'uomo, estraendo con tranquillità la freccia gettandola a terra.
Ringhiò più forte, brandendo il suo arco che portava ancora con sè. L'uomo preso dalla paura indietreggiò e corse tra la vegetazione.
Ma a Raki non importava, non poteva nascondersi alla sua incredibile vista. Le bastò puntare la freccia e fissare ogni suo movimento che non ci volle molto che la sua mira precisissima lo prese direttamente al centro della tempia trapassandolo da parte a parte. Bastò un piccolo gridolino agonizzante per far capire agli altri che aveva fatto centro.
Raki si girò verso Asha per assicurarsi che non si fosse fatta niente e di tutta risposata lei sorrise.
Ma la paura e la rabbia dei compagni della vittima si fece sentire.
-Bastada! Uccideteli tutti!-
Al grido del suo capo, l'armata si fece coraggio e sguainò le spade contro di loro.
Ma ancora una volta, con un balzo fulmineo, Raki si mise contro di loro, da sola.
Sentiva salirgli la pressione. Non riusciva più a trattenere tutta quella forza dentro di lei. Sapeva che era arrivato il momento, lo sentiva dal bruciore che la spalla sinistra gli provocava. Lasciò per terra il suo arco e le frecce. Non gli sarebbero più servite.
Cominciò ad urlare per liberarsi da tutta quella pressione, il boato riecheggiò in tutto il bosco. Le orecchie cominciarono a divenire più lunghe e appuntite, il suo viso cominciò a mutare forma, sembrava quasi che le sue ossa si spezzassero per cambiare la loro morfologia. Anche il suo corpo, cominciò a crescere, le sue mani cominciarono a diventare grandi zampe squamate con artigli molto più grandi di quelli di un orso, i vestiti le si strapparono, mentre davanti agli occhi attoniti dei guerrieri, quella che prima era una ragazza minuta, adesso ergeva davanti a loro, imponente, le grandi ali simili a quelle di un pipistrello che aprì da dietro al sua schiena, creavano sul suolo la sua grande ombra. Dalla sua bocca sbuffò fumo bianco, i suoi denti appuntiti brillavano e la sua lingua biforcuta sibilò, mentre la sua lunga coda massiccia e slanciata coperta da una lunga fila di spine, si agitava alzando la polvere che luccicava, rendendo la scena meravigliosa.
Si alzò sulle sue zampe posteriori, diventando ancora più maestosa, fiera e nobile, più di qualsiasi altra creatura vivente. Poteva essere la cosa più bella e minacciosa allo stesso tempo.
Una creatura leggendaria si ergeva davanti agli uomini spaventati, che indietreggiavano abbandonando persino le loro armi a terra.
Un drago.
Un drago dalle squame color verde acqua. Un corpo muscoloso, un collo lungo e sottile, la testa munita di creste e spine ossee.  Non era rimasto niente dell'aspetto di Raki, solo la piccola placca di metallo che portava sul naso, si trovava ora sul muso della creatura e gli occhi. L'unica cosa che riconduceva a lei erano i suoi occhi. Sempre gli stessi occhi ambrati, grandi e luminosi.
Gervhart li poteva vedere anche se era dietro a quel corpo massiccio e pieno di squame.
Si toccò la cicatrice che aveva sul viso. Lo ricordava bene quel giorno di otto anni fa. Quando per la prima volta aveva visto Raki trasformarsi in drago.

A quei tempi Raki aveva solo tredici anni, ma non sapeva a cosa andava incontro quando avrebbe compiuto i suoi quattordici anni.

  
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