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Autore: mangakagirl    25/10/2012    8 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa è successo quella giornata a Tropical Land?
Cosa sarebbe successo se Shinichi non avesse seguito Vodka?
Come sarebbero andate le cose da quel momento in poi?
Dal capitolo 3:
-Scusami Ran! Va’ verso casa… ti raggiungo subito- le dico correndo nella direzione del tizio e alzando una mano in segno di saluto. Sento che posso risolvere un altro caso ma, non appena sto per entrare nel vicolo, una mano mi afferra saldamente il polso. Mi volto sorpreso e vedo Ran in lacrime che stringe di più la presa.
-Ran…?- domando sorpreso cercando di liberarmi ma lei scuote la testa col capo rivolto verso il basso.
-Non andare- dice piano facendomi sbarrare gli occhi -Non lasciarmi sola, Shinichi…- alza lo sguardo: è disperata -Ti prego non farlo… Ti supplico Shinichi, non andare!- singhiozza senza lasciarmi andare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5.

Il vociferare dei compagni attorno a me mi provoca dolorose fitte alla testa.
Sono in classe, seduto al mio banco con la testa affondata nelle braccia incrociate sulla superficie bianca. Mi sento debole e il mal di testa non mi molla da quando mi sono svegliato.
Ran mi rivolge un’occhiata preoccupata, poi si sporge verso di me.
-Stai bene?- domanda piano mentre io sospiro.
-Ho un mal di testa pazzesco- rispondo debole mentre un’oca giuliva, sempre lei, si avvicina a noi ridacchiando.
-Raaaaaaan- dice con tono molto furbetto ammiccando -Allora, come è andata ieri al luna park?- quasi urla mentre io mi stringo forte la testa tra le mani infastidito.
-Shhh!-  Ran imbarazzata e imbronciata allo stesso tempo le tappa la bocca con le mani -Non urlare! Che Shinichi non sta bene e… E poi non è successo niente, niente di niente, Scema!-
-Ma a chi la vuoi dare a bere!?- sghignazza Sonoko battendo forte una mano sul mio, sottolineo mio, banco irritandomi disumanamente; ma non ho la forza di reagire in questo momento. L’Oca mi osserva un po’ sorpresa, poi guarda Ran e aggiunge delusa e sconvolta -Perché non si arrabbia? Che gli prende?-
La mia migliore amica sta per risponderle, male spero, ma il prof di matematica entra in classe e subito l’oca schizza al suo posto. Takahashi, la rappresentante di classe, ci guida nel saluto al professore:
-In piedi- a malapena riesco ad alzarmi, mi reggo al banco con le mani e la testa china per lo sforzo -Inchino. Seduti- mi risiedo riaffondando la testa, che mi fa ancora più male di prima, tra le braccia.
Ran si sporge verso di me un’altra volta, mi posa una mano sulla fronte spostandomi i ciuffi della frangetta e sospira. Il suo tocco delicato mi rilassa subito, tanto che la sua voce mi arriva lontana e ovattata.
-Devi andare in infermeria, hai la febbre alta- commenta preoccupata, poi sento che si alza in piedi mentre il prof illustra alla classe il programma per oggi e lo interrompe -Scusi professore, Kudo deve andare in infermeria: ha la febbre-
Vorrei poterla smentire, dire che non è nulla, ma non ce la faccio: forse ho davvero la febbre. Il nostro professore, che è bravissimo e molto disponibile con noi alunni, si avvicina preoccupato mentre tutta la classe si volta a guardarci incuriosita.
-Shinichi, non stai bene?- mi domanda chiamandomi come poche altre volte per nome e posandomi anche lui una mano sulla fronte, poi la ritrae sorpreso -Cavolo, scotti. Mouri accompagnalo in infermeria-
-Sì- Ran mi afferra per le braccia e mi tira su di peso, quasi come se temesse che il prof ci ripensi, e io, per non gravare del tutto su di lei, mi sforzo di reggermi in piedi da solo. Attraversiamo l’aula con gli occhi di tutti puntati addosso e sento Sonoko ridacchiare.
-Maritino e mogliettina devota! A quando il matrimonio?- sussurra divertita mentre usciamo dall’aula e ci riversiamo nel corridoio ignorandola.
Dopo una ventina di passi, il cui rumore che rimbomba nel corridoio mi da un fastidio tremendo, Ran mi guarda.
-Mi sa che è colpa di tutta quella pioggia di ieri: la corsa, i vestiti bagnati… Hai preso freddo… Ma anche tu…!- si scalda -Se stavi male perché sei venuto a scuola?!-
-Perché non credevo che sarei stato peggio- ammetto senza voglia di controbattere -Credevo che il mal di testa sarebbe passato dopo un po’…-
-Ieri non stavi male…- osserva lei alzando lo sguardo al soffitto pensierosa mentre a me viene da dirle ironico: “Ma va?!”
Arrivati in infermeria, apre la porta scorrevole e l’odore tipico di alcol e disinfettante si isinua nelle nostre narici. La signorina Hiroto, che sostituisce il dottor Araide quando non c’è, e meno male che non c’è perché lo odio, alza sorpresa lo sguardo dalle sue scartoffie e scatta in piedi dalla sua sedia.
-Kudo, Mouri- ci conosce poiché praticando calcio e karate io e Ran spesso ci facciamo male e ci facciamo medicare da lei -Che ci fate qui? Non c’erano gli allenamenti oggi…-
-Kudo ha la febbre alta Hiroto-san- spiega Ran mentre lei mi posa una mano sulla fronte come se non le credesse -Può restare qui fino alla fine delle lezioni, vero?-
La signorina mi scruta sospettosa, poi annuisce.
-Sì, certo. Sdraiati in quel letto Kudo e riposati. Quanto a te Mouri…-
-Devo andare in classe- la interrompe Ran lasciandola un po’ stizzita. Mi guarda mentre mi sdraio sul letto e la signorina torna alla sua scrivania, e mi sussurra -Torno nell’intervallo, così poi ce ne andiamo a casa-
Quasi dimenticavo che oggi usciamo alla 4 ^ ora, durante l’intervallo di mezzogiorno. Annuisco poi chiudo gli occhi, cadendo in pochi secondi in un sonno profondo.

***

 L’intervallo suona e Sonoko si fionda su Ran curiosissima.
-Allooooooooooora- inizia eccitata -Che è successo ieri? Eh? Eh?-
Ran infastidita, e lo credo bene, la guarda un po’ male sbuffando.
-Non è successo nulla Sonoko, te l’ho detto-
-Aaaaaa adesso capisco perché sei depressa!- ridacchia l’oca, se solo fossi lì la spennerei! -Perché Shinichi non si è dichiarato, vero!?-
Ran alza gli occhi al cielo ed esce dall’aula reggendo sia la sua che la mia cartella con la sua migliore amica alle calcagna.
Sono anni che la conosciamo e sono anni che tra me e lei è guerra aperta: è tutto inutile, non ci sopportiamo a pelle!
Ora, io mi chiedo, come fa Ran ad essere migliore amica di un’impicciona pettegola oca come Sonoko se è l’esatto contrario di lei?!
-Ti dico quello che è successo, ma poi mi lasci andare da lui intesi?- le dice arrendevole sorridendo, l’altra annuisce con gli occhi che brillano dall’emozione. Il resoconto non è molto dettagliato, e Sonoko continua a commentare tutto quello che ho fatto con frasi tipo: “Che scemo!” o “Era il momento migliore per dichiararsi!”.
Ran la molla e viene in infermeria, dove io ancora dormo. Entra piano e la signorina Hiroto mi indica con lo sguardo.
-Sta dormendo- le dice come se lei glielo avesse chiesto -Portalo a casa, deve stare al caldo e a riposo…-
Lei mi si avvicina piano, poi mi sveglia chiamandomi per nome e insieme andiamo a casa mia a gran fatica.
Davanti al cancello mi sforzo di cercare le chiavi nella cartella, poi le infilo nella serratura ed insieme entriamo nel giardino.
Dentro, casa mia è abbastanza in ordine, le pulizie le avevo fatte ieri mattina prima di andare al parco, per cui Ran non commenta nemmeno. Saliamo nella mia camera e mi sdraio nel letto togliendomi la giacca blu e rimanendo con la camicia. Subito sento i brividi e mi infilo sotto le coperte, mentre la voce di lei mi arriva lontana e ovattata.
-Ti preparo una minestrina leggera, devi mangiare qualcosa- dice prima di scendere in cucina.
Sinceramente non so nemmeno se ci sono gli ingredienti per farla e mi addormento di botto perdendo la cognizione del tempo.
Poco dopo, ma potrebbero essere passate anche ore per me, Ran torna su reggendo un piatto fumante che emana un delizioso odorino. Lo posa piano sul mio comodino spostando i libri che stavo leggendo queste sere prima di addormentarmi e le mie cianfrusaglie. Sospira accendendo la luce della piccola lampada, mentre io mi sveglio e mi accorgo che fuori è grigio e piove a dirotto.
-Cavolo, emani calore anche da lontano- commenta piano preoccupata abbassandomi un po’ le coperte per evitare che nel mio corpo la temperatura aumenti ancora di più. Poi avvicina lentamente la fronte alla mia per capire a quanto ho la febbre.
Non capisco bene cosa mi succede, sento una strana sensazione farsi largo nella mente. Guardo gli occhi di Ran farsi sempre più vicini e chiudo i miei, per poi posare le mie labbra sulle sue come desidero fare da sempre. Alzo piano un braccio per stringerla a me, ma le forze mi vengono meno.
Non so cosa succede poi, perché svengo.

***

Apro gli occhi piano, mentre il rumore della pioggia batte incessante contro al vetro. Il mal di testa non se n’è andato per niente.
Sono confuso. Che è successo?
Mi volto piano, muovendomi sotto le coperte, ed ecco che il viso di Ran fa capolino alla mia sinistra. Mi guarda seduta sulla sua sedia sbarrando un po’ gli occhi con aria strana, arrossisce sulle guance. Non capisco più nulla, batto gli occhi piano, poi le chiedo con voce così roca da non sembrare nemmeno la mia:
-Che è successo? Siamo tornati da scuola… e poi?-
Ran sbarra gli occhi, poi il suo viso si spegne, deluso.
Ma che diav…?!
-Sta arrivando il dottore- mormora con tono atono e non ne so il perché.
Ma cosa è successo? Cavolo, non ricordo nulla…
Siamo tornati da scuola, mi sono steso… e poi?
Poi niente, vuoto totale.
Ran si alza ed esce dalla stanza in penombra, dopo il campanello suona.
Cos’è, sensitiva?!
Il solo pensare mi fa venire male alla testa, ma non posso fare a meno di notare che Ran si è accorta dell’arrivo del dottore prima ancora che lui suonasse… Pazzesca quella ragazza!
-Salve dottore, scusi se l’abbiamo scomodata- la sento mormorare dalle scale mentre il dottore, probabilmente, scuote la testa.
-Si figuri, è il mio lavoro- il dottor Kenzo, il mio medico di famiglia, entra nella stanza seguito da Ran, che cammina con occhi tristi e si posiziona alla mia destra, mentre lui si mette proprio dov’era lei prima, a sinistra. Mi fissa un po’, poi scuote la testa.
-Shinichi ma che combini?- mi chiede dispiaciuto tirando fuori dalla borsa lo stetoscopio -Sà, apri la camicia che ti visito-
Alzo le braccia piano e le sento di piombo, tento di aprire i primi bottni ma non mi riesce facile.
Dannazione, ma a quanto ho la febbre?!
Ran avvicina le mani alla camicia, sposta delicatamente le mie dita dai bottoni, li apre poi scopre il mio petto muscoloso grazie agli allenamenti di calcio, che si alza e si abbassa veloce.
Come mai non mi rendo conto di stare così male?
Le rivolgo uno sguardo riconoscente ma non riesco a ringraziarla a voce. Seguo le istruzioni del dottore, che mi chiede di mettermi seduto per sentire anche il respiro da dietro la schiena. Anche questa volta tento di farlo da solo, ma non appena ci provo sento le forze abbondonarmi del tutto, tanto che ricado all’indietro sui cuscini incredulo.
E lo divento ancora di più quandolei mi passa un braccio dietro la schiena e mi alza di peso. Arrossisco un po’, ma il dottore sembra non fare caso a cosa sta succedendo e si limita a piazzarmi quell’aggeggio gelido contro la pella mentre io rabbrividisco.
Vorrei voltarmi e dirle di smetterla di aiutarmi, ma è inutile: ho davvero bisogno di lei.
Dopo altri controlli, il dottore mi sfila il termometro dal braccio e lo scruta accigliato.
-Figliolo, hai una febbre da cavallo: 39.5! Roba da matti…- aggiunge poi che mi scrive le medicine e lascia le ricette sul mio comodino, raccomandandomi di rimettermi presto. Ran lo ringrazia, come me del resto, e lo accompagna alla porta.
Mentre sono solo lancio un’occhiata fuori: cielo grigio piombo, pioggia, vento.
Odio l’autunno.
Guardo la sveglia: 15.48.
Cavolo! Ma ho dormito per tutto questo tempo?
Ran torna nella mia camera reggendo il cellulare, cerca un numero in rubrica, poi avvicina il telefono all’orecchio.
-Papà- dice seria quando dall’altra parte qualcuno risponde scocciato.
-Ran, dove diavolo sei?!- sbraita lo zietto mentre lei guarda le ricette sul comodino.
-Sono da Shinichi, ha la febbre… Senti devi farmi un favore: potresti venire qui a prendere le ricette delle medicine e andare in farmacia? Non lo posso lasciare da solo…-
Sento lo zietto brontolare, ma non afferro cosa dice perché chiudo gli occhi stanco e mi rilasso. Poco dopo Ran si siede nella sedia accanto al mio letto, quella su cui era quando mi sono svegliato. Il suo sguardo è vuoto ora che la fisso attentamente negli occhi azzurro-lilla.
-Che hai, Ran?- le chiedo piano mentre lei sobbalza.
-Nulla- risponde distogliendo lo sguardo e lasciandomi confuso.
Ok, devo aver fatto qualcosa. Che sia successa qualcosa che non ricordo?
Forse le ho detto qualcosa di sconveniente, oppure…
Non ci capisco più niente!
Chiudo gli occhi ancora una volta, poi insisto:
-Perché menti?-
-Non sto mentendo-  mi risponde col tono che usa quando mente.
Sospiro arrendevole: non ho la forza di ribattere, per tutti i templi!
Il brontolio della mia pancia si diffonde senza ritegno in tutta la stanza e arrossisco sobbalzando, mentre Ran sorride.
-Vado a prenderti la minestra- dice alzandosi mentre la guardo confuso.
Minestra? Mi ricorda qualcosa…
Non appena torna reggendo quel piatto fumante tra le mani sento una strana sensazione dentro: questa scena l’ho già vissuta…
Ran posa il piatto sul comodino, ne gira il contenuto qualche secondo con il cucchiaio e poi succede qualcosa.
Sento come un campanello suonare, un ingranaggio mettersi in moto, un fulmine squarciare il cielo…
Ora ricordo.
L’ho baciata.
Sbarro gli occhi e sento il cuore battere così forte contro lo sterno che sembra volerlo sfondare. Divento così rosso da fare invidia alla Ferrari, la macchina da corsa italiana, e comincio ad annaspare nel mio stesso respiro. Lei mi avvicina il cucchiaio alle labbra dopo che ci ha soffiato sopra, ma io scuoto la testa alzandomi sui gomiti.
-Devo… devo andare in bagno- dico roco senza guardarla in faccia, mi alzo di botto, pentendomene subito perché macchie nere mi si alllargano davanti agli occhi, ma mi alzo comunque, barcollando poi instabile.
-Ti aiuto- dice in fretta lei alzandosi in piedi dopo aver tuffato il cucchiaio nella minestra; si passa un mio braccio attorno alle spalle e mi scorta fino al bagno mentre io, ormai viola in faccia, mi sento sempre più in imbarazzo al soloaverla vicino.
Davanti alla porta del bagno mi separo da lei in fretta, entro e mi chiudo, non a chiave, raggiungendo poi a tentoni il lavandino. Vi appoggio sopra le mani, rabbrividendo a contatto col marmo freddo, e mi guardo allo specchio respirando forte: ho i capelli completamente spettinati, le guance viola, la fronte imperlata di sudore, gli occhi piccoli e spenti, tanto che non sembrano nemmeno blu.
Come ho potuto baciarla?!
Come mi è saltato in mente?!
Ecco perché è così! Io la bacio e poi nemmeno me lo ricordo…
Sono un idiota!
Batto un pugno sul lavandino, rischiando di finire a terra senza forze, poi mi riaggrappo subito al marmo continuando a respirare affannosamente, col petto che si alza e si abbassa furiosamente. Sento un forte dolore alla testa e le forze venir meno, quasi mi abbandono su quel marmo freddo, sperando di addormentarmi e di svegliarmi del tutto guarito.
-Shinichi- Ran mi chiama più volte dopo qualche minuto con tono preoccupato -Shinichi stai bene?-
Respiro forte voltandomi verso la porta, che non è molto distante, ma mi pare lontanissima.
Devo sdraiarmi, sto troppo male.
Muovo qualche passo lasciando con timore l’appiglio del lavandino, e mi aggrappo per miracolo alla maniglia, che col mio peso si abbassa spalancando la porta.
-Shin…- dice Ran prima che io, debolissimo, le cada praticamente tra le braccia.
-SHINICHI!- urla spaventata reggendomi a fatica -SHINICHI STAI MALE?!-
Tenta di tirarmi su con tutte le sue forze mentre io mi tengo a lei solo per le spalle, gravando sulle sue braccia mentre le ginocchia si piegano sempre più, quasi a sfiorare il pavimento. Sento il suo cuore battere fortissimo, e il suo respiro velocizzarsi dalla paura.
-SHINICHI NON TI REGGO!- dice disperata cominciando a trascinarmi verso la mia stanza. Con le poche energie che mi rimangono faccio un ultimo sforzo per non abbandonarmi del tutto a lei, mi isso alle sue braccia, facendo qualche passo incerto verso la mia camera mentre lei cammina all’indietro.
Non appena ci avviciniamo al letto, vi cado sopra senza forze mentre sento il cuore accellerare e vedo nuovamente macchie nere allargarsi davanti agli occhi. Devo essere molto pallido e sto sudando freddo, tanto che Ran mi dice con voce rotta dal pianto:
-No, non svenire SHINICHI!- comincia a schiaffeggiarmi e a farmi aria con un libricino giallo che ha pescato dalla catasta che stava sul mio comodino, poi prende il cellulare e chiama suo padre in preda al panico.
-PAPà! Devi venire subito! Shinichi sta svenendo… NON SO COSA FARE! AIUTAMI!-  urla piangendo. Non so cosa le risponde lo zietto, ma la sento chiudere la telefonata e avvicinarsi a me. Si siede sul letto e mi schiaffeggia ancora chiamandomi.
Dopo qualche minuto, apro gli occhi sentendomi un po’ meglio e la guardo: è rossa in viso, con le guance rigate di lacrime e gli occhi vitrei, i capelli le cadono sulla fronte e sulle spalle disordinati, ma a me pare sempre meravigliosa.
-Sei stupenda- mormoro stordito senza averlo ordinato al cervello. Non so cosa mi sta succedendo, il mio corpo agisce da solo oggi.
La vedo sorridere e calmarsi un po’ mentre mi accarezza affetuosamente  una guancia con dorso dell’indice e il medio della mano destra.
-Anche tu lo sei- mi sussurra mentre io mi sento al settimo cielo.
Ma tu guarda cosa mi doveva capitare mentre ho la febbre…


Mangakagirtl's Corner:
Minna Konnichiwa ^^
Alloooooora.. in questo chappy ho piazzato un'immagine
x far capire da dove ho ripescato la scena ^^
credevo fosse difficilissimo mettere un'immagine!! O.O
invece era una cavolata -.-"
baka me...!
comunque...
non so voi, ma a me sto capitolo piace e non piace...
mmm... .-.
 Ah!!!! ebbene si gente: si sono baciatiiii!!!! *^*
fatemi sapere ke ne pensate ^^
x il resto, risulta troppo OOC????
mah... a voi il parere ;)
graz a chi ha recensito lo scorso capitolo e a chi
ha aggiunto la storia tra le seguite o preferite v.v
Mangakagirl ^^

  
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