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Autore: Lux Nox    25/10/2012    3 recensioni
Sangue il sangue è l'ossessione di quelli che appaiono perfetti, immortali. Un abile giocatore, una Yuki sempre più confusa, un Zero stremato e un nuovo asso nella manica apparirà semplice ma è più complessa dei altri giocatori.
La leggenda ormai morta ritornerà. Storia conclusa.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Blood Princess'
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La fame della rosa

-Voglio amore, voglio così tanto amore da riempire l’oscurità- disse gesticolando la bambina dai capelli dorati, sorridendo all’unica persona a lei rimasta. Lo trattava con se fosse un prezioso gioiello da tener stretto tra le mani e da non mostrare a nessuno. Gli voleva bene.
-La vedi?- Jean Pierre indicò con il dito le due figure sedute sotto un albero -Il suo sorriso era puro e sincero, fin troppo per essere ammirato dagli esseri mortali- raccontò con tono nostalgico. 
Yuki guardò spiazzata la scena a cui stava assistendo. C’era una Naomi felice più che mai, con un leggero abito blu che s’intonava ai suoi occhi luminosi. Gridava e parlava tanto, ma soprattutto sorrideva. Sorrideva perché non era ancora capace di distinguere tra bene e male, perché era semplicemente una bambina di sette anni che amava i suoi genitori e suo zio, l’unico parente a lei rimasto.
-Le ho sigillato i ricordi nel rubino delle reminescenze. Tuttavia, ha funzionato solo nei primi anni, poi il potere di Naomi è aumentato e non è stato più efficace. I suoi ricordi sono venuti a galla come un fiume in piena e l’hanno distrutta. La mia povera Naomi...-.
Yuki osservò la pietra incastonata nel palmo della sua mano e chiuse gli occhi.
Cos’era tutta quella potenza che avvertiva? Quel dolore immenso che le straziava il cuore? Certo, era la pietra. Tutti quei ricordi sfocati che aveva visto erano su persone decedute che la ragazza voleva dimenticare, o forse era stata costretta?
-No, l’ho fatto solo per il suo bene- sussurrò dolcemente il vampiro. 
-Perché sei qui? Cosa vuoi da me?- chiese determinata la castana. 
-Sono la tua guida e tu sei stata scelta per preservare gli equilibri fragili della notte. Sei la nuova Guardiana- spiegò l’albino prendendo le mani di Yuki tra le sue. Appena le loro dita si sfiorarono una scossa elettrica si propagò nel corpo della guardian. 
-Oh, sì. Tu sei perfetta. Ti abbiamo aspettato per così tanto tempo!- spiegò Jean-Pierre compiaciuto. 
-Cosa vuol dire “ti abbiamo“? Ce ne sono altri?- domandò lei osservando confusa il luogo in cui si trovavano. Vi erano centinaia di specchi, alcuni scheggiati o frantumati, altri deformi o dalle linee semplici. Ad un tratto, accanto al purosangue, apparvero altre tre figure luminescenti che terrorizzarono la ragazza.

 

 

 

-Tutto ciò che credi è solo un illusione. Tu sei un illusione- disse il vampiro stringendole il collo. La sollevò tanto che le punte dei piedi della bionda non toccarono più terra e tutta la sua paura si trasformò in puro terrore. 
-Credi veramente che ti abbiano concepita per amore?- chiese il mostro ghignando. Con un gesto secco del braccio la sbatté contro il muro e la ragazza provò un dolore acuto che partiva dal cranio e si propagava per tutta la schiena. Forse le aveva spezzato qualche osso, ma non le importava. Tutto ciò che percepì fu l’odore dolciastro che proveniva dalla ferita appena aperta. Un taglio poco profondo, ma che poteva attirare tanti esseri che lei odiava. 
Annuì con tutta la forza che possedeva. Sì, lei era convinta di essere nata per amore. 
-Ti sbagli- le sussurrò lui avvicinandosi pericolosamente al suo collo. Naomi cercò di divincolarsi, ma fu del tutto inutile, poiché più lei si sforzava di liberarsi dalla sua presa, più le forze l’abbandonavano. 
-Sei solo un mio inutile esperimento per riportare in vita Lei-.
Naomi scosse la testa. No, non era possibile. Lei non poteva essere un esperimento, non poteva. Era nata per amore e per riportare gloria ai Komoto, come d’altronde gli altri due reali. 
-Oh, sì che lo sei ed è arrivato il momento di riparare al mio danno- disse prima di aprire la bocca e porre fine alla vita della sua creatura. 
-Se lei è un tuo esperimento fallito, io cosa dovrei essere?- chiese una voce melodiosa che fece fiorire sulle labbra di Shiki un sorriso compiaciuto.
-Tu sei il mio orgoglio Kaname Kuran- rispose divertito voltandosi verso di lui.
Il capo dormitorio sorrise a sua volta e con tutta la calma che possedeva si avvicinò al più pericoloso dei suoi nemici, al suo stesso creatore: Rido Kuran.
Aveva trascorso anni cercando il modo per distruggerlo definitivamente ed ora eccolo lì, davanti ai suoi occhi.

-Sei stato così stolto da ricrearla?- domandò freddo Kaname, mentre sul suo palmo si formava un'energia oscura. 
Shiki rise di gusto aumentando la presa sul collo della ragazza. Ogni respiro era una lenta tortura che aumentava ad ogni passo di Kaname, poiché la presa del suo carnefice si faceva sempre più forte.
Il nemico tornò a guardare la ragazza negli occhi e le domandò sorridendo -Lo sai chi è stato a uccidere tua madre?-.
Lei annuì. Non ricordava molto chiaramente quella notte, ma non poteva certo dimenticare l’assassino della sua famiglia. 
-Guardalo- disse prendendole il volto con forza e voltandolo verso l’unico vampiro cosciente oltre a loro.
Gli occhi di lei si riempirono di lacrime.

 

 

 

Uno ad uno, gli studenti della Day Class caddero in un sonno profondo. Zero li guardò stupito, ma subito avvertì provenire dal lato sud della scuola un'energia oscura incredibilmente forte. Abbandonò l’ombra dell’albero e riuscì a salvare in tempo una ragazza mora che stava cadendo all’indietro. La posò a terra e cominciò a correre nella direzione del delizioso profumo che proveniva dal bosco.
Saltò qualche fastidiosa radice e si abbassò per schivare dei rami che interrompevano il suo passaggio. D'un tratto l'odore del sangue si fece più intenso e la gola gli si seccò.
-Non ci voleva- borbottò il cacciatore precipitandosi nella direzione della vampira esangue svenuta fra gli alberi. Impiegò alcuni secondi a riconoscerla con i capelli sciolti e la camicia da notte. 
-Rima Touya!- disse sprezzante. 
La vampira aveva il respiro affannato e tentava disperatamente di pronunciare parole che le si smorzavano tuttavia fra le labbra insanguinate.
-Shi...ki...- 
-Non sprecare fiato- commentò acido Zero. Avrebbe potuto essere la sua occasione per eliminare un altro di quei mostri. Sarebbe bastato afferrare la sua Bloody Roses, premere il grilletto e spezzare la vita di quella bambola mostruosa. 
Estrasse la pistola e gliela puntò contro. 
Nessun suono, nessun lamento provenne da quelle bellissime labbra.

 

 

 

-Ichijo cosa ci fai qui?- domandò Ruka scocciata, raccogliendo i suoi meravigliosi capelli in una coda alta.
Il biondo la fissò un attimo prima di parlare: -E’ tornato-.
Ruka sgranò gli occhi e velocemente prese la giacca della divisa.
-Chiama Aidoh- le gridò Ichijo mentre lei usciva correndo dalla stanza.

 

 

 

-Voi siete gli altri guardiani- disse Yuki osservando le tre figure appena apparse.
La prima era una donna bellissima, dai lunghi capelli neri e dagli occhi color ambra. Indossava un lungo abito nero, stretto in vita, e portava con sé un scettro di diamante.
Gli altri due erano gemelli, alti e muscolosi, con occhi e capelli dello stesso identico castano. Tutto ciò che li distingueva era la barba che incorniciava il viso di uno dei due.
-Loro sono Rae, Amos e Berto. Sono gli altri guardiani della Notte che ti aiuteranno in quest’impresa- spiegò Jean-Pierre.
-Quale impresa?- chiese Yuki agitata.
-Ogni cosa ha il suo tempo- rispose enigmatica Rae. Sul suo viso però splendeva un amabile sorriso.

 

 

 

-Spiegale chi ha ucciso Igreil Komoto!- esclamò sorridendo Shiki.
Naomi scosse la testa energicamente. No, non poteva essere Kaname il vero assassino di sua madre. Lei se lo ricordava bene il momento in cui Rido aveva strappato il cuore dal petto di sua madre, mordendola e bevendo avidamente il suo sangue tanto bramato.
-Certo che è stato lui. Ti hanno semplicemente modificato i ricordi- disse Shiki.
-Perch… Perchè lo f...fai?- chiese Naomi respirando a fatica.
Lui rise.
-Vuole il tuo sangue- rispose Kaname gelido.
Shiki rise ancora. Quanto era stupido quel purosangue? Credeva veramente che il sangue di una mezza vampira gli potesse interessare? O forse stava fingendo per far credere a Naomi che lui l’avrebbe uccisa? 
Sì, stava fingendo veramente bene. 
Con la mano libera le accarezzò i capelli biondi e percepì con piacere il terrore provenire da quel fragile corpo.
Sì portò un ciocca alle labbra e ne annusò il profumo delicato di rose. Naomi tossì e sottili rivoli di sangue sporcarono la manica della divisa del vampiro risorto. I suoi occhi diventarono automaticamente rossi. 
Quel profumo… come poteva dimenticare una tale fragranza? Anche dopo undici anni, non riusciva a togliersi dalla mente quel dolce sapore. Sì leccò il labbro superiore liberando dalla sua presa la ciocca di Naomi. 
-Hai un buon odore my blood princess- sussurrò facendo rabbrividire la Komoto.
La ragazza chiuse gli occhi. Non voleva guardare il mostro distruggerla un'altra volta. Aveva bisogno del buio, solo di quello. Nient'altro che il buio. 
La terra sotto di lei tremò scossa dal potere di un Kaname infuriato, ma Shiki evitò con maestria l’attacco del purosangue, pur tenendo stretta la presa sul collo della giovane. 
-Non puoi uccidermi. Né tu e né i tuoi uomini- pronunciò beffardo riferendosi ai vampiri appena giunti. Accanto a Kaname, infatti, erano apparsi i suoi più fedeli servi: Ruka, Ichijo, Aidoh e Seiren. 
Il vampiro biondo guardò sconcertato il cugino a terra privo di sensi e volse uno sguardo confuso al capo. 
-Cosa è acca...?-
-Sta bene. Si riprenderà- lo interruppe Kuran freddo. 
-Io non posso ucciderlo, ve lo affido- disse il purosangue coprendo i suoi magnifici occhi con i capelli, consapevole di questa sua piccola debolezza. Tutti loro annuirono e attaccarono. 
Naomi sentiva solo suoni confusi. Venne gettata all’aria come un burattino inutile al padrone e si ritrovò quindi stesa a terra accanto a Kain. Il ragazzo le aveva fatto di nuovo da scudo, risvegliandosi nello stesso attimo in cui Rido l’aveva lanciata senza pietà verso una delle colonne dell’accademia. Il corpo del vampiro aveva attutito la caduta, ma aveva uovamente fatto perdere i sensi al poveretto che, adesso, non aveva solo qualche osso fratturato e dei tagli profondi, ma anche la schiena spezzata. Ci sarebbe voluto un grande quantitativo di sangue per farlo rigenerare in fretta.

La bionda era conscia della gravità di ciò che stava accadendo, tutti stavano combattendo contro il nemico dando del loro meglio e invece… invece lei era inutile. Tutto ciò che sapeva fare era portare sventura con il suo dannato sangue che, in quel momento, distraeva i livello b, portandoli a soffrire molto più del dovuto.
Un urlo disperato si propagò in tutta la scuola. Era Seiren. Attraverso gli occhi socchiusi, Naomi assistette ad uno spettacolo raccapricciante: Shiki le aveva appena strappato un braccio.
Soffocò un grido e iniziò a piangere. Era colpa sua, di nuovo. Se lei non fosse arrivata all’accademia, lui non sarebbe ritornato.
Le lacrime caddero dai suoi occhi senza che potesse far nulla per fermarle, ma delle dita gentili sfiorarono le sue guance, percorrendo lentamente la scia delle sue lacrime.
Erano cosi gentili che Naomi si sentì in pace. Le stavano accarezzando il viso come un premuroso amante. A chi potevano appartenere dita così gentili e delicate da far innamorare all’istante del loro possessore?
Un ricordo antico come il mondo le sovvenne, un ricordo sepolto dal tempo. Aprì gli occhi incontrando quelli del possessore di quelle dita, ma non avrebbe mai immaginato che potesse essere proprio lui.
-Tu- sussurrò piano Naomi.
-Shh- lui le poggiò le dita sulle rosee labbra e le accarezzò -Durerà solo un secondo- disse piano sorridendo gentilmente.
Lo sguardo della Komoto divenne confuso. Cosa mai aveva in mente? Lo comprese soltanto quando lui la sollevò per poggiarla sulle sue ginocchia. Le scostò i lunghi capelli dal collo e ne annusò l’odore. Il suo stesso odore.
Gli occhi del vampiro diventarono rossi e i canini sporgenti.
Naomi chiuse gli occhi. Non aveva mai pensato a quel momento e, in ogni caso, ma si sarebbe aspettata lui.
Il vampiro le leccò il collo e la morse compiendo finalmente il suo peccato più grande. La bionda portò le mani sui capelli di lui stringendoli forte, ma senza tirarli o fargli del male. Giocò con qualche ciocca prima di sentire un dolore atroce espandersi nel suo corpo.
Quel dolore era mille volte più intenso rispetto a quello provato a causa dei mille morsi ricevuti e dalle mille ferite infertele.
Attraverso quel morso, i ricordi sepolti per decenni si risvegliarono e con essi Lei.

 

 

 

Rido colpì con la frusta di sangue Aidoh, il quale cadde in ginocchio di fronte a lui.
-Questo è il massimo che sapete fare?- chiese nuovamente Ruka, finendo però a terra a causa di una ferita che partiva dalla scapola e scendeva fino alla gamba. Ichijo era stato legato con così tante fruste che non riusciva neppure più a muoversi, mentre Seiren aveva perso l’utilizzo delle braccia.
“Questa generazione è davvero debole” pensò ridendo di gusto il vampiro. Dov’erano i veri guerrieri così come li aveva conosciuti lui? Quelli spietati che uccidevano senza rimorsi. Morti, certo, o al servizio dei reali. Ripensò a quella volta in cui aveva dovuto battersi con un bambino di sette anni. Gli aveva dato filo da torcere quel purosangue e anche la sua gemella non era niente male.
Si voltò verso Naomi e la sua bocca si contorse in una smorfia.
Quel dannato aveva approfittato del suo combattimento per correre in soccorso della Komoto, ma non era lei a ricevere il suo sangue, era l’esatto contrario.
“La sta trasformando” pensò infuriato.
Formò un’altra frusta di sangue e partì all’attacco, ma qualcosa andò storto. Sul suo petto, infatti, si formò una macchia rossa che iniziò ad espandersi sempre più, come una bellissima rosa.

Lo sparo era riuscito. Aveva colpito in pieno petto quel lurido vampiro.
Si ripulì le labbra dal sangue fresco e guardò minaccioso il suo nemico.
Rido si voltò verso di lui infuriato, ma Zero caricò la sua pistola un’altra volta e sparò. Anche questo proiettile lo centrò in pieno, forse dipendeva dall’acquisizione del suo nuovo potere. Il tatuaggio rifletteva la luce della luna nel cielo notturno e gli occhi d’ametista parevano infuocati.
Lo sguardo dell’antico vampiro divenne minaccioso. Il corpo di suo figlio si era danneggiato, non poteva far altro che comparire nella sua vera forma. Volute di fumo blu avvolsero il corpo del livello B ed egli utilizzò la sua energia per materializzarsi nella sua vera forma.
Pochi attimi dopo, Shiki riacquistò coscienza di sé e sgranò gli occhi quando capì di essere ferito gravemente. Cadde in ginocchio, intravedendo fra gli occhi socchiusi il combattimento che si stava volgendo davanti ai suoi occhi. Si portò una mano al petto. Qualcosa di viscido fuoriusciva dal suo corpo.
Sangue. Tanto sangue.
Rima” fu il suo ultimo pensiero prima di essere avvolto dalle tenebre dell’incoscienza.


Zero sparò ancora, evitando i colpi inferti dal mostro, ma Rido riuscì a colpirlo in pieno petto, squarciandolo. Zero si sentì male, non solo a causa della profonda lacerazione. La sua sete, infatti, continuava ad aumentare poiché l’intenso odore di sangue cresceva sempre più.
Si appoggiò malamente al muro della scuola, senza però perdere di vista Rido, il quale, poco distante da lui, si leccava le dita sporcate dal sangue del cacciatore..
-Non ci voleva!- pensò scocciato Zero. Strinse la sua Bloody Roses e lo puntò contro il Kuran, ma i suoi occhi scorsero la figura di Kuran intento ad offrire il suo sangue a Naomi. Baciandola.
La stretta al cuore che avvertì lo deconcentrò per pochi istanti, ma furono sufficienti a far scattare Rido in avanti, pronto a porre fine al proprio gioco, ma proprio mentre il vampiro stava per afferrare la gola del suo avversario, una lama circondata da un potere immenso lo colpì.

 

 

Rido incespicò e si voltò verso l’emissario della lama sorpreso.
-Juuri!- esclamò guardando colei che era appena giunta.
Yuki strinse la sua Artemis, avvolta da una luce bianca, mentre i lunghi capelli castani le ondeggiavano sinuosi al ritmo del vento e gli occhi rossicci brillavano furenti più che mai. La ragazza volse uno sguardo minaccioso al distruttore della sua famiglia, ma quando i suoi occhi si posarono sulla ferita di Zero sussultò visibilmente.
“Che cosa ti ha fatto Zero?” pensò con orrore.
-Non perdere la concentrazione. Devi ucciderlo- sussurrò la profonda voce di Jean-Pierre. A quel rimprovero la ragazza di ricompose e sollevò la sua arma con decisione, ma nel momento in cui stava per scagliarsi contro Rido, la pietra delle reminescenze brillò intensamente nella sua mano e una strana e potente energia iniziò a diffondersi, facendo voltare sgomenti sia Yuki che i due vampiri.

Il simbolo maledetto brillò ancora sulla fronte della dannata creatura, mentre le iridi chiare osservavano impassibili la scena, senza alcun sentimento. Appena avvertì l’odore del sangue, però, le sue labbra si schiusero in un amabile e capriccioso sorriso.
-Ho fame- disse prima di scomparire davanti gli occhi stupiti di Kaname e ricomparire alle spalle della sua preda. Si leccò le labbra e morse la sua vittima, bevendone avidamente fino all’ultima goccia di sangue.

Spero che vi piaccia, questo è il penultimo capitolo. Scusate l'enoooorme ritardo! Grazie a tutti :)

 

   
 
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