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Autore: EmaEspo96    27/10/2012    3 recensioni
Elizabeth è come una sorella per Elijah. Da tanti anni, ormai, non ha fatto altro che prendersi cura di lei. Eppure lei pare aver dimenticato tutto, tutto quello che aveva vissuto nei suoi precedenti anni, tutto quello che aveva provato. Ha dimenticato ciò che è. La riporta a Mystic Falls per far in modo che qualche ricordo ritorni a galla ma ciò non farà altro che portare nuovi problemi in quella cittadina...
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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<< Alaric, adesso come ti senti? >> domandò Elena sporgendosi dal sedile anteriore dell'auto di Stefan per guardare Alaric seduto al centro di quelli posteriori.
Alaric annuì debolmente scoprendosi gli occhi dalla mano che teneva sulla fronte e sorrise alla Gilbert.
<< Ti ho detto che non era niente di che, Elena. Non c'era nemmeno bisogno che chiamassi Stefan per un passaggio fino a casa. >> sussurrò Alaric in risposta.
Stefan, che era al volante, lo guardò attraverso il retrovisore in alto e gli sorrise educato.
<< Mi sa che hai bevuto un po' troppo. Dovresti imparare a contenerti. >> disse Elena sorridendogli divertita ed al contempo premurosa.
Anche Alaric le sorrise vedendola rimettersi a sedere in maniera composta. Erano passati diversi giorni dalla festa di Halloween. All'esterno Mystic Falls era stata invasa dal freddo e non era raro assistere a tempeste di neve che tenevano le persone rinchiuse in casa. La notte, tra l'altro, sembrava più cupa del solito ed in questo contesto Elena non poteva lasciare che Alaric tornasse a casa da solo, soprattutto a piedi e mezzo ubriaco.
<< Toglimi una curiosità, Alaric. Quel ragazzo con cui parlavi prima, è nella nostra stessa scuola giusto? >> domandò Elena, senza guardarlo.
<< Si chiama Joseph. E si, è nella nostra stessa scuola. E' un mio studente, davvero molto bravo oserei dire. >> rispose Alaric, tranquillo.
<< Mi pare di averlo visto alla festa di Halloween. Ballava con Elizabeth. >> intervenì Stefan.
Alaric annuì.
<< Già, ballava con Elizabeth. Senti Stefan... >> iniziò a dire il professore di storia, appoggiando una mano sulla borsa che aveva al suo fianco << ...Non ti stanchi mai di vivere per sempre? >> domandò.
Sia Elena che Stefan restarono allibiti ma solo Elena poté voltarsi.
<< Cosa stai dicendo? >> domandò la Gilbert allungando una mano verso il viso di Alaric, ma lui gliela scostò prima che potesse toccarlo.
<< Sto dicendo che, prima o poi tutti devono morire, non pensi? >> aggiunse Alaric.
Stefan guardò Elena e lei fece lo stesso scuotendo il capo confusa.
<< Quanto ha bevuto? >> domandò Stefan concentrandosi sulla strada, consapevole di quanto Elena fosse ancora spaventata dalle auto.
<< Molto, credo. >> sibilò Elena.
E nel frattempo Alaric infilò la sua mano nella borsa, di nascosto, estraendo un paletto con la stessa accurata attenzione; non voleva farsi sentire né vedere.
<< Non preoccuparti Alaric, adesso ti accompagno a casa. >> commentò Stefan puntando lo sguardo verso la strada.
L'auto sfrecciò veloce sul ponte di cui Elena aveva un brutto ricordo, lo oltrepassò con cautela. Alaric strinse il paletto in una mano, caricò un colpo e velocemente spinse quel paletto robusto contro lo schienale del sedile di Stefan, perforandolo. Il vampiro lo sentì, Elena sentì lo strappo del tessuto del sedile e si voltò di scatto. L'auto sfrecciò a destra, a sinistra sotto i comandi di Stefan. Elena gridò vedendo l'espressione sofferente che disegnò il volto del ragazzo e si sforzò di aggrapparsi all'interno dell'auto tendendo una mano verso Alaric che non si preoccupava delle curve che il veicolo prendeva, spinse maggiormente il paletto dietro la schiena di Stefan.
<< Elena! >> urlò Stefan stringendo i denti.
In pochi secondi sentì il paletto colpirgli il cuore e Stefan sgranò gli occhi, la sua pelle iniziò ad essiccarsi ed il corpo si irrigidì. Elena non ebbe il tempo di gridare ancora o iniziare a piangere, non ebbe il tempo di allontanare Alaric che l'auto sobbalzò, rotolò su sé stessa e tutto divenne buio.
 
Era seduta al tavolo del salone della dimora dei Salvatore. Davanti a lei un piccolo quadernino ed una penna erano pronti per essere utilizzati. Si passava una mano tra i capelli rossi grattandosi il capo, come se stesse riflettendo. Incrociava e muoveva le gambe nervosamente sotto il tavolo mentre fissava i fogli bianchi del quaderno. Damon passò di lì e la vide, incuriosendosi. Si avvicinò di pochi passi al tavolo riabbottonandosi quella camicia nera con una certa calma.
<< Che stai combinando? >> le domandò incuriosito.
Elizabeth sollevò lo sguardo e lo fissò per alcuni istanti.
<< E' una cosa assurda, Damon! >> esclamò lei, incredula, attirando maggiormente la curiosità di Damon << Ho mille anni e non ho assolutamente niente da scrivere! >> aggiunse allargando le braccia.
Damon restò perplesso ma allo stesso tempo sembrava divertito dal comportamento della rossa.
<< Su cosa non sai cosa scrivere? >> domandò ancora una volta Damon, sorridendole.
<< Un diario. Ce l'ha Stefan, ce l'ha Elena, anche Caroline mi ha detto di averne uno. Quindi ho pensato di scriverne uno anch'io ma proprio non mi viene in mente niente da scrivere. >> aggiunse la ragazza.
Damon le si avvicinò ridacchiando, non preoccupandosi di quanto la cosa la facesse innervosire. Superò il tavolo e l'affiancò sporgendosi su di lei. Elizabeth non poté non notare come ogni movimento di Damon la provocasse, la spingesse a guardarlo con insistenza. Quando sentì il suo profumo farsi inevitabilmente così vicino rabbrividì e maggiormente lo fece quando sentì le braccia di Damon sfiorare volontariamente il proprio corpo. Abbassò lo sguardo sul foglio nascondendo una leggera tensione e cinse la penna con più decisione. Damon la guardò e sorrise.
<< Vediamo, cosa potresti scrivere. >> sussurrò Damon.
Eppure il suo sguardo si posò su quel collo liscio e pallido della ragazza, scoperto dai capelli rossi. Ne rimase attratto. Si sentiva come se riuscisse a vedere al di sotto di quella pelle le vene piene di sangue denso e dolce. Non s'accorse di quelle labbra che si schiusero e quei canini le cui punte s'intravedevano appena spuntare dalla bocca. Era astinenza? Da quanto tempo non beveva il sangue di Elizabeth? Riusciva a sentire il sapore nella sua bocca, mosse la lingua per coglierne immaginarie gocce insaporire il palato.
<< Non ho mai chiesto il tuo aiuto. >> rispose Elizabeth, distogliendo in parte l'attenzione di Damon che venne riportato alla realtà.
Lo sentì scostarsi e lei si rilassò quanto bastava per riprendere a respirare regolarmente. Mai nessun uomo le aveva portato simili sensazioni e l'essere un vampiro la rendeva maggiormente vulnerabile, le permetteva di coglierne ogni minima emozione in ogni centimetro di pelle. Sollevò lo sguardo per guardare Damon restando un po' sorpresa dagli occhi cupi di Damon che volevano iniettarsi di sangue. Da tempo, quel Salvatore, non coglieva l'insopportabile sensazione del desiderio incontrollabile.
<< Posso darti io qualcosa da scrivere. >> sussurrò Damon, fissandola.
<< Hai fame. >> affermò Elizabeth, ma più che esserne consapevole ne era sconvolta.
Aveva dato il suo sangue a Damon molte volte, l'aveva dato anche a Stefan, eppure ogni volta sembrava essere qualcosa di inspiegabilmente spaventoso. Damon non le rispose, le prese delicatamente un braccio e la sollevò velocemente in piedi spingendosela contro. La fissava con quegli occhi di un azzurro scuro misto allo spettrale buio che racchiudevano gli occhi di un vampiro. Ad Elizabeth scappò la penna dalle mani, o meglio, fu involontariamente lei a farla ricadere su quel tavolo. Attendeva che lui si fermasse, sperava che lui lo facesse sebbene non volesse in alcun modo negargli il proprio sangue. Damon sollevò anche l'altra mano prendendola per una spalla e la spinse velocemente contro un muro. Era la velocità dei vampiri ma la fece impattare con la schiena contro la parete con la stessa delicatezza con la quale la teneva. La guardò, lei non sembrava opporre resistenza, non riusciva a farlo. Non contro Damon. Si limitava a guardarlo stringendogli il polso di una mano.
<< Mi sento come se stessi per impazzire. >> sussurrò Damon, ringhiando.
<< E' normale. >> disse Elizabeth, sebbene non ne fosse sicura.
Lui accolse quella risposta come una risposta positiva a quella domanda che non aveva fatto a parole, ma col solo sguardo: posso bere il tuo sangue? Lei deglutì, sentiva il cuore battere più forte nel petto ed inevitabilmente Damon sentiva molto più sangue venir trasmesso alle vene tramite le pulsazioni del cuore di lei. Abbassò il viso verso il collo della ragazza, la invogliò a sollevare il mento e lei lo fece. Sentiva il respiro di Damon accarezzare morbidamente il proprio collo. Sentì quelle labbra sfiorarlo più e più volte. Quando l'avrebbe morsa? Damon riusciva a cogliere i brividi che scorrevano funesti sotto la pelle della ragazza, avrebbe voluto coglierli per assaggiare la verità di quelle sensazioni che lei provava. Quel desiderio, quelle sensazioni che lui stesso stava provando furono così improvvise da non rendersi conto di quello che faceva. Quando spalancò la bocca ringhiando sotto la comparsa di quei lunghi canini e quegli occhi che fissavano il collo di Elizabeth più di qualsiasi altra cosa, qualcosa vibrò nella tasca di Damon. Tutto si bloccò ed Elizabeth riaprì gli occhi facendoli perdere nell'oscurità dei capelli di Damon di cui sentiva l'odore proprio sotto il naso.
<< Il tuo telefono. >> sussurrò, ma Damon non sembrava volersi spostare nonostante si fosse fermato.
Lei sollevò una mano e lo scostò debolmente, riusciva a sentire quanto Damon fosse contrario a rispondere ad una telefonata invece di nutrirsi. Lei lo spostò con più forza ed alla fine Damon accettò, infilando velocemente una mano in una tasca e tirò fuori quel cellulare, senza nemmeno guardare chi fosse a chiamarlo.
<< Spero tu abbia un valido motivo per disturbarmi in questo momento. >> ringhiò innervosito.
Elizabeth lo guardò carezzandosi il collo. Involontariamente riusciva a sentire i rumori provenienti dall'altro capo del telefono, rumori provenienti dalla zona in cui si trovava la persona che stava chiamando: qualcuno sembrava singhiozzare, piangere.
<< Damon! E' morto...ti prego Damon corri, non so cosa fare! >> singhiozzò.
<< Elena... >> sussurrò Damon << Aspetta, Elena. Dove ti trovi? Corro subito da te, non muoverti! >> esclamò Damon.
Elizabeth sembrò perplessa. Quando Damon riagganciò, non servì alcun invito. Senza nemmeno pensarci due volte, entrambi si avviarono di corsa verso l'uscita della casa. Elena aveva assolutamente bisogno di aiuto.
 
Una gocciolina di sangue scuro colava dalle labbra di Elena, ma non era il suo sangue. Gli occhi arrossati dal pianto non cessavano di far colare continue lacrime che bagnavano incessantemente quel viso pallido della Gilbert. I capelli erano disordinati, le mani raccoglievano la testa di Stefan ed era accanto a lui che Elena si era fermata, sul fianco della strada. Una delle quattro ruote dell'auto capovolta aveva cessato di girare da un paio di minuti, era una bella macchina prima di finire in una situazione del genere.
<< Quell'uomo. Sta bene. >> disse una voce verso Elena.
La Gilbert alzò lo sguardo verso quella ragazza, la guardava con un'espressione disperata.
<< Ne sei sicura? >> singhiozzò, tirando su col naso << Perché ha fatto una cosa del genere? >> domandò Elena, piangendo.
La ragazza la guardò, non sapeva cosa risponderle poiché ignorava il motivo del comportamento di Alaric.
<< Non so dirtelo. >> rispose, poi sollevò lo sguardo improvvisamente guardando verso l'infinita oscurità della strada, in quella notte.
Un'auto sfrecciava velocemente sulla strada, ad un certo punto la ragazza riuscì ad intravederne le luci, riuscì a sentirne i ruggiti del motore ancor prima che potesse farlo Elena. L'auto si avvicinò rallentando sino a fermarsi ed Elena volse lo sguardo in quella direzione, abbagliata dalla luce. Le portiere ai lati dell'auto si aprirono di scatto e da essa sbucarono fuori un Damon in camicia nera e pantaloni scuri, dallo sguardo preoccupato, ed una Elizabeth con una canotta e dei pantaloni corti - il suo solito pigiama. Non avevano avuto il tempo di prepararsi, ovviamente. Damon lasciò la portiera dell'auto aperta incrociando una figura in più, ma conosciuta. Ma non ebbe il tempo di dirle altro che s'accorse di Stefan, disteso tra le braccia di Elena, morto.
<< Stefan! >> esclamò Damon.
Si sentì inevitabilmente crollare il mondo addosso nel momento in cui si avvicinò al cadavere del fratello adagiato tra le braccia della ragazza che amava. Lo sfiorava con quelle mani, non aveva la più pallida idea di cosa fare, si sentiva disperato, avrebbe voluto piangere. Elizabeth richiuse la portiera dell'auto, incrociò quella figura per lei nuova e la guardò. Allo stesso tempo notò Alaric disteso al suolo non molto distante da loro, svenuto ed infine vide Stefan. Sgranò gli occhi, le si raggelò il sangue nelle vene.
<< Era già morto quando li ho trovati. >> intervenì la ragazza nuova ed Elena guardò Damon.
Il Salvatore sembrò domandare cosa fosse accaduto, senza nemmeno porgere quella domanda.
<< E' stato Alaric. Non so cosa gli sia successo...l'ha...l'ha ucciso, Damon. Alaric ha ucciso Stefan. >> pianse ancora Elena, stringendo i denti.
Elizabeth si spostò dall'auto ed avanzò verso di loro gelando dal freddo che sentiva.
<< Posso salvarlo. >> disse Elizabeth, avvicinandosi a Stefan.
Elena si spostò e lei si mise al posto della Gilbert. La vide stringersi nelle spalle mentre si accovacciava velocemente al fianco di Stefan e quella strana ragazza giunta dal nulla si avvicinò ad Elena come volesse rassicurarla. Vide le mani di Elizabeth avvicinarsi all'estremità acuminata del paletto che sbucava dal petto di Stefan, la vide titubante e Damon afferrò quello che lei avrebbe voluto fare. Sollevò Stefan, si fece aiutare da quelle gelide mani della rossa e poi sfilò fuori il paletto dal petto morto di Stefan, lasciarlo lì sarebbe stato inutile. Elizabeth guardò Damon. Si perse nei suoi occhi per pochi istanti, il tempo di riuscire a leggere la disperazione, la tristezza, il dolore che il vampiro provava in quell'istante. Nel frattempo si avvicinò un polso alle labbra, gli occhi si iniettarono di sangue ed i canini perforarono la propria stessa pelle, quella di Elizabeth, facendone colare del sangue. Portò il polso nei pressi delle labbra di Stefan, fece segno a Damon di aprirgliele e quelle goccioline rosse caddero direttamente all'interno della bocca di Stefan. Damon non poté non notare l'espressione concentrata di Elizabeth, la vide compiere diverse smorfie di dolore mentre armeggiava con la sua stessa ferita per permettere al sangue di scendere senza problemi, la vedeva tremare ed infine la vide riprendere fiato e scostare la mano, stringendosi nelle braccia.
<< Si riprenderà. >> sussurrò Elizabeth, un po' a tutti.
L'altra ragazza, al fianco di Elena, la guardò insistente.
<< Ma allora tu sei...Lei... >> sussurrò verso la rossa.
Elizabeth volse lo sguardo verso di lei mentre cercava di non avvertire il freddo, si incuriosì al sentire le sue parole.
<< Lei? >> domandò la rossa ed Elena si scostò da lei, guardandola.
<< Cosa sai di lei, Chloe? >> domandò Damon, riportandosi in piedi.
<< Quello che dicono gli altri vampiri. Che il suo sangue ci rinforza, che siamo il suo cibo, che è la preferita delle streghe e che è in grado di riportare in vita un vampiro ancora una volta. >> rispose Chloe, guardandoli tutti.
Elizabeth guardò Damon nonostante restasse accovacciata al fianco di Stefan, pronta ad accoglierlo al suo risveglio.
<< Chi è lei, Damon? >> domandò la rossa tradendo un pizzico di scortesia.
Damon alternò lo sguardo tra Chloe ed Elizabeth ed infine si soffermò sulla ragazza al fianco del fratellino.
<< E' una mia vecchia conoscenza. Aveva detto che sarebbe passata a trovarmi... >> stava dicendo Damon, ma non terminò perché Chloe intervenì.
<< ...Ed ho scelto il momento peggiore per arrivare, credo. >> disse, senza divertimento.
Elena scosse il capo mentre stringeva al petto le sue mani, ancora sconvolta, ancora col viso bagnato dal suo stesso pianto.
<< Ci hai salvati. >> commentò di rimando la Gilbert.
Chloe la guardò, poi guardò Damon e gli sorrise leggermente. Elizabeth li notò ed infine andò a guardare Elena.
<< Aiutami a mettere Stefan in auto, è inutile aspettare qui che si risvegli. >> disse ed Elena le si avvicinò senza attendere.
Elizabeth era dotata di una certa forza, pari a quella di un vampiro se non più forte, pertanto non fu difficile nemmeno per Elena trasportare Stefan verso l'auto ed accomodarlo sui sedili posteriori. L'altra auto era inutilizzabile, avrebbero dovuto stringersi in quella che avevano portato Elizabeth e Damon. Damon si preoccupò di raccogliere Alaric, ancora svenuto. Era il suo migliore amico, non poteva lasciarlo giacere lì nemmeno sapendo che era stato lui ad uccidere Stefan. Si strinsero nell'auto con i due corpi svenuti e Chloe, e ritornarono alla dimora dei Salvatore. Alaric si risvegliò sul divano nel salone di quella grande casa, si guardò intorno spaesato con una leggera ferita sulla fronte e si sollevò seduto quando s'accorse che Damon era lì, nella sala, a fissarlo con un sorriso sarcastico.
<< Finalmente ti sei svegliato. >> sussurrò il Salvatore.
<< Oh mio Dio, cos'è successo? >> domandò retoricamente Alaric, riportandosi in piedi << Dov'è Stefan? >> domandò.
<< Allora te lo ricordi? >> chiese Damon posando sul tavolino vicino il bicchiere ormai vuoto dal suo bourbon, era stato a guardarlo per tutto il tempo bevendosene in quantità.
<< Damon...Tu non sai quanto mi dispiace. Ma...non ero io in quel momento! >> affermò Alaric riportandosi faticosamente in piedi << Dov'è? >> domandò ancora una volta.
Damon sembrò esitante, non sapeva come si sarebbe comportato Alaric ritrovandosi di nuovo davanti a Stefan ed inoltre lo stesso Stefan non si era ancora svegliato. Di sopra, nella camera di Stefan, Elena era seduta al fianco del letto guardando attentamente la pelle del ragazzo riprendere ad essere sempre più liscia, sempre più viva. Sollevò una mano per carezzargli delicatamente il viso mentre Chloe la guardava. Si sentiva tesa a stare in quella casa in un momento del genere, eppure sapeva di non poterli abbandonare ora che si era tirata in ballo offrendo il suo sangue ad Elena per farla riprendere. Damon aprì la porta della stanza attirando l'attenzione di Elena e di Chloe che erano al suo interno le quali sollevarono lo sguardo verso di lui. Alaric seguì Damon verso l'interno e si bloccò alla soglia notando Stefan non ancora sveglio.
<< Si riprenderà? >> domandò Alaric ed Elena strinse le labbra annuendo.
Lanciò una fugace occhiata a quella ragazza che non conosceva ma non ci si soffermò, sentiva un senso di colpa crescere dentro di lui con forza sapendo di aver ucciso Stefan e di aver rischiato che sia lui che Elena morissero in un incidente con l'auto.
<< Elena...Mi dispiace... >> sussurrò Alaric.
Elena lo guardò, cercava di contenersi ma i suoi occhi si riempirono di lacrime ancora una volta, cercava di contenere la rabbia eppure non riusciva a farlo.
<< Perché l'hai fatto? >> domandò Elena, lasciandosi scappare una lacrima.
Alaric abbassò gli occhi, non sapeva cosa risponderle ma capiva perfettamente cosa provava Elena.
<< Non lo so, Elena. Se fossi stato in me non l'avrei mai fatto, non potrei mai fare del male a Stefan. >>  le rispose, avanzando di pochi passi verso l'interno.
Damon si scostò verso Chloe che s'alzò dalla sua sedia e si avvicinò a lui. Non gli diede il tempo di avvicinarsi ad Elena che lei lo afferrò con delicatezza e lo trascinò verso l'esterno. Socchiuse la porta ora che si trovavano nel corridoio.
<< Dov'è Elizabeth? >> domandò Damon, guardandola.
<< Mi sembra abbia detto che aveva bisogno di una doccia. >> rispose frettolosamente Chloe, poi scosse il capo << Damon, so di essere venuta nel momento sbagliato ma... >> si fermò, non sapendo cosa dire.
Damon la guardò per lunghi istanti, poi sorrise.
<< Se hai intenzione di restare qui, dovrai abituarti. Siamo un po' scossi per qualche tempo, poi ci calmiamo e siamo contenti per alcuni giorni, infine qualcosa ci sconvolge di nuovo. Siamo a Mystic Falls, dopotutto. >> rispose Damon e Chloe gli sorrise << Sono felice che tu sia qui, Chloe. >> aggiunse e lei non esitò ad abbracciarlo.
All'interno della stanza Alaric guardava Elena e Stefan, Stefan iniziò a dare segni di vita prima di alzare di scatto la testa e prendere una lunga boccata d'aria. Aveva bisogno di riempire i suoi polmoni. Elena sobbalzò.
<< Stefan! >> esclamò contenta.
Damon aprì di scatto la porta vedendo il fratello che si portava seduto sul letto e si toccava il petto con una sola mano. Guardò Alaric mentre respirava pesantemente.
<< Mi dispiace, Stefan. >> sussurrò il professore di storia.
Stefan lo fissò, sembrava concentrato su altro.
<< Ehi fratellino, stai bene? >> domandò Damon, avvicinandosi al letto di qualche passo.
Elena gli prese una mano, gliela carezzava e Stefan ricambiava in parte: sembrava tremare. Si leccò le labbra un paio di volte ed Elena lo guardò.
<< Stefan, come ti senti? >> chiese ancora, sembrava scosso.
Stefan annuì leggermente in risposta a quelle domande e nello stesso momento la porta della camera si aprì di nuovo, definitivamente. Un accappatoio bianco avvolgeva morbidamente il minuto corpo di Elizabeth, i capelli li aveva raccolti dietro la testa per comodità. Entrò nella camera e guardò Stefan, sorridendo.
<< Si è svegliato finalmente. >> mormorò.
Stefan la guardò, scostò la mano dalla mano di Elena. In pochi secondi gli occhi del vampiro si iniettarono di sangue ed in un unico ringhio feroce annunciò la sua fame, spalancando la bocca a mostrare quei due artigli che aveva al posto dei denti. Scattò dal letto con la velocità dei vampiri ed afferrò Elizabeth prima che gli altri potessero rendersene conto, cogliendoli impreparati. In un attimo Elizabeth si ritrovò le mani di Stefan a cingerla con forza, violenza, senza la minima delicatezza ed infine i canini del ragazzo le perforarono il collo, ancora una volta.

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Angolo dell'autrice:
E va bene, è saltato fuori un altro personaggio, lo so x°D
Ma nella mia testa questa fanfiction durerà ancora per mooolto!
Ho cercato di non dare molti indizi su alcuni comportamenti
dei personaggi, come per esempio quello di Alaric e con questo
spero vivamente di avervi quantomeno incuriositi a leggere
il prossimo capitolo! Ovviamente mi piacerebbe leggere
qualche vostro commento. :3 Al prossimo capitolo!
   
 
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