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Autore: Calipso19    28/10/2012    3 recensioni
Un viaggio infinito che racconta l'ormai leggenda di un mito troppo grande per una vita sola. Una storia vissuta sulle ali della musica, respinta dalla razionalità umana, colpevole solo d'essere troppo anomala in una civiltà che si dirige alla deriva. La rivisitazione di un esempio da seguire.
( Capitolo 4 modificato in data 14 marzo 2016)
Dalla storia:
- Sono cambiate tantissime cose da quando guardavamo le stelle nel guardino a Gary.
- E ne cambieranno altrettante Mike. Se fra quarant'anni saremo ancora insieme te ne accorgerai.
Insieme.
Michael ripetè nella mente quella parola più volte, come una lezione da imparare, e concluse quel bellissimo quadro con un sorriso.
- Certo che saremo ancora insieme, non dire sciocchezze.
- Ci credi davvero Michael? - lei lo guardò con occhi seri e sinceri. - Le persone attorno a te arrivano e se ne vanno come niente.
- Certo che lo credo, anche se non so dirti in che modo. E dovresti crederci anche tu Jackie, avere un po’ più di fiducia.
Abbassò gli occhi per vedere le proprie mani cingere la vita di Jackie, scorse una piccola macchia di pelle bianca sul polso.
Chissà quanto ancora si sarebbe allargata.
Tutto cambiava, senza sosta.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Nulla è più bello di una nuova vita che sboccia, 

una nuova stella che accende il cielo.

 

U.S.A.

Gary, Jackson Street, casa Jackson.

29 Agosto 1958

 

Erano appena le otto di mattina, quando Katherine Jackson varcò la soglia di casa, stringendo a sè una bella sorpresa.

Per Joe Jackson, un uomo grande e robusto, non era una novità la nascita di un nuovo figlio.

I fratelli più grandi, Sigmund, Tito, Jermaine, Latoya e Marlon, erano seduti sul tappeto ai suoi piedi.

Rebbie, la più grande, di appena otto anni, corse incontro alla madre visibilmente felice.

 

- Fa vedere ! Fa vedere! - le dissi sporgendosi eccitata verso il fagottino. 

 

Con discreto orgoglio, la donna mostrò il nuovo piccolo Jackson.

Con il suo bel viso, il neonato scrutava i volti intenti ad osservarlo.

Anche gli altri fratellini si alzarono barcollanti verso la madre, e Rebbie, emozionata, la baciò sulla guancia.

 

Solo Joe non partecipava a tutta quella gioia.

A distanza, scrutava il piccolo con finta indifferenza.

 

- Quella calza? - sbottò deluso.

 

Era evidente che fosse amareggiato dal fatto che il piccolo non gli somigliava per niente.

Non c'era nulla di Joe che si rispecchiasse nel neonato.

Nemmeno gli occhi, ipnotici e con un contorno morbido verso il basso, somigliavano a quelli del padre.

Katherine non rispose e guardò il figlio, stringendolo a sè con amore. 

Non vi trovava nulla di imperfetto in lui, e fissandolo negli occhi, rimase intenerita dal fatto che lui la stesse fissando con la stessa intensità, quasi volesse confidarle un segreto.

 

- Oh Joseph, so che è piccolo e minuto, ma è dolce e davvero bellissimo.

 

- Come lo chiamiamo mamma? - chiese Rebbie, osservando il piccolo.

 

- Vorrei chiamarlo Michael, come l'angelo. - disse la donna, guardando Joseph come per chiedergli un permesso.

 

Il marito acconsentì con un muto gesto del capo.

 

- Michael Joseph, però… - disse dopo.

 

- Va bene.

 

Il piccolo emise un gemito, e la donna lo strinse con affetto.

 

- Benvenuto in famiglia, piccolo Michael Jackson.

 

---

 

Italia

Firenze, Via delle More 21, Villa Flint

1 Settembre 1958

 

Era una bambina quella nata con anticipo, e in pochissimo tempo, aveva raccolto a sè tutta la numerosa famiglia.

Anna Flint, una donna bellissima, neo-mamma, non aveva fatto in tempo a raggiungere l'ospedale.

In poco tempo, aveva dato alla luce la sua quarta figlia.

Anne era una cantante, modesta e con la stessa umiltà di una cameriera, che si esibiva nei bar e nei locali più in voga della grande città.

Si era ritirata poi nella villa di famiglia, quando il pancione l'aveva costretta al riposo.

Quando poi, il suo piccolo tesoro era arrivato due mesi prima del previsto, la gravidanza difficile fu subito dimenticata.

 

La piccola era minuta, dalle ossa fragili e la pelle mulatta. I capelli castani appena accennati e due bellissimi occhi smeraldo, identici a quelli della madre.

Nel volto, la bambina rispecchiava tutto il bello della madre, i contorni morbidi, il viso ovale e il profilo sottile. 

 

Anna era la donna più bella del quartiere, ed era divorziata dal suo primo marito Antonio, un avvocato molto serio, da cui aveva avuto due figli, Fabiana e Luca Gabriel.

Ancora prima, era stata sposata con un musicista spagnolo, Joey Gravino, da cui aveva avuto il primo figlio, Guglielmo.

L'ultima bambina invece, era frutto del suo amore con George Foster, da cui la piccola avrebbe preso il cognome.

George era un afro-americano, residente in America, dove aveva altri 3 figli maschi.

Anna lo amava molto.

 

Fu un giorno di festa per la famiglia Flint.

C'erano tutti, ad ammirare la nuova venuta: nonno Andrew, la vecchia zia Caterina, i figli Guglielmo, Fabiana e Luca Gabriel, Joey Gravino che, nonostante il divorzio, aveva mantenuto un buon rapporto di amicizia con l'ex-moglie.

Riuniti in soggiorno, la famiglia circondava la mamma in un abbraccio di cuori felici e volti sorridenti.

Mancava solo una persona…

 

Anna, con la preoccupazione appena accennata negli occhi gioiosi, si rivolse al padre.

 

- Ma George? Credevo l'avessi chiamato, e invece non è ancora qui…

 

Il neo-nonno si passò una mano nei capelli. George l'aveva chiamato, ma il padre mancava comunque all'appello.

Anna abbassò il volto, delusa, ma subito riprese a sorridere ed ad ammirare la piccola. Nulla avrebbe potuto interrompere la sua felicità.

 

- Questa bella bimba avrà bisogno di un nome! - esclamò zia Caterina, il volto già pieno di rughe.

 

- Aspettiamo George per questa decisione! - disse Anna, lasciando la bimba nella culla.

 

I tre fratellini si accalcarono lì vicino, incantati a guardarla con occhi curiosi.

 

- Mamma, ha gli occhi come i tuoi! - esclamò la piccola Fabiana, di soli 4 anni.

 

La madre accarezzò la figlia più grande e le diede un bacio. Sapeva che Fabiana aveva sempre ammirato i suoi occhi verdi, a differenza di quelli che aveva, verdi ma non così brillanti.

Per il resto, Fabiana era quasi una fotocopia della madre: i capelli castano scuro e il visetto un pò più tondo.

Luca Gabriel era invece molto simile al padre. Il viso ovale, la pelle mulatta, riccioli biondi e due occhi azzurri che lo facevano assomigliare a un piccolo angelo.

Guglielmo invece era tutto suo padre: volto scarno, occhi e capelli neri.

 

Il maggiore si avvicinò di più alla culla e prese in braccio la sorellina.

A 7 anni aveva braccia abbastanza forti per sollevare quel piccolo peso.

Dopo aver ammirato la piccola per pochi istanti, sollevò il volto verso la mamma, regalandole un bellissimo sorriso.

 

- Sembra una piccola rosa appena sbocciata. E' bellissima!

 

I grandi risero inteneriti, constatando che Guglielmo si era quasi innamorato della sorellina.

Poco dopo, George irruppe nella villa e, alla vista della figlia, si limitò a sorridere e a baciare la moglie.

George era alto e robusto, la pelle color cioccolato e un viso squadrato.

 

- Ho aspettato te per decidere il nome - disse lei, prendendo la piccola.

 

- Decidi tu. Per me va bene tutto. - rispose George.

 

La sua indifferenza deluse la moglie e indispettì il nonno, ma tutti fecero finta di niente.

Zia Caterina ruppe il silenzio.

 

- Sapete, è la fotocopia sfacciata di una mia prozia che ho visto in quadro, vissuta in quella villa nel 1870. Possiamo chiamarla come lei. Jackie! Jacqueline!

 

- E' uguale alla mamma, solo molto più piccola. Chiamiamola Annie! - propose il nonno.

 

- E se la chiamassimo con entrambi i nomi? - disse Anna - Jacqueline Annie Foster!

 

E così fu.

Quel giorno, a villa Flint, regnò l'allegria. Un allegria che solo gli italiani conoscono nel loro piccolo paese.

 

La gioia di una nuova vita regnava in due famiglie tanto lontane quanto unite da un insolito destino. 

Due nuovi bambini erano nati. 

Una bambina di cui il mondo avrebbe sentito parlare, un bambino che poi il mondo…bè, lo avrebbe sconvolto.

 

  
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