Era il compleanno di Harry, e fuori infuriava un terribile temporale, ma l'afa resisteva.
La giornata era andata avanti con un susseguirsi di persone che si erano presentate a casa Potter per augurare un felice compleanno al Prescelto.
James, Albus, Lily e Ginny erano a letto ormai da un po', mentre lui, non riuscendo a prendere sonno, si era messo a lucidare la Firebolt, il suo vecchio manico di scopa. Era intento a chiudere il barattolo della vernice lucida, quando sentì il familiare suono di una Materializzazione davanti alla porta d'ingresso.
Andò ad aprire e si trovò davanti un fradicio Horace.
- Lumacorno? Ehm, signore, ha idea di che ore sono? Sono passate le due da un pezzo! Ormai non aspettavo più nessuno, non ho niente da offrirle e Ginny e i ragazzi sono già a letto... -
- Harry, hai intenzione di farmi entrare prima del tuo prossimo compleanno? -
- Oh, sì, scusi... -
Dopo aver appeso il mantello di Lumacorno, Harry lo fece accomodare in salotto.
- Professore, le porto qualcosa con cui asciugarsi? - domandò Harry.
- Ragazzo mio, non scherziamo! Faccio da me, e non chiamarmi così. Ho smesso di essere un tuo insegnate da molti anni – replicò, e con un leggero movimento della bacchetta tornò asciutto – comunque sia, tanti auguri Harry -
- Grazie mille... Horace – rispose Harry, indeciso su come chiamare il vecchio professore.
- Come passano gli anni Harry, la Seconda Guerra Magica sembra finita ieri. Ed invece eccomi qui, un vecchio quasi decrepito, mentre tu ti godi il fiore degli anni. Hermione e Ron li vedi ancora? - chiese Lumacorno.
- Certo, signore! Siamo in ottimi rapporti e ci vediamo spesso -
- Molto bene, sono felice per voi. Harry ti dispiace se uso il bagno? -
- Certo che no, pro... Horace, passi per l'ingresso e giri a sinistra dopo la cucina – rispose Harry.
Erano ormai dieci minuti che Lumacorno era in bagno, ed Harry iniziava a chiedersi se avesse scambiato il gabinetto con uno dei passaggi per il Ministero. Ma dopo qualche secondo ritornò.
- Ora scusami Harry, ma devo proprio scappare, sono venuto solo per un saluto veloce. Ancora tanti auguri, ragazzo! -
- Grazie, e stia bene professore! -
- Ti ho detto di non chiamarmi così! - replicò Lumacorno e si Smaterializzò dalla strada.
Spente le luci, Harry se ne andò a dormire sereno. Quella inaspettata visita da parte del suo vecchio insegnante di Pozioni gli aveva fatto molto piacere: era da molto che non lo vedeva.

Il mattino dopo, Harry stava preparando la colazione per tutti, quando Lily arrivò in cucina dall'ingresso tutta agitata.
- Papàà! Corri, vieni a vedere nell'entrata cosa c'è! - disse velocemente Lily.
Si fece accompagnare fino nell'ingresso dalla figlia e, appena varcata la soglia della stanza rimase immobile, senza parole.
Sulla credenza che occupava una parete dell'entrata, c'erano tre bocce d'acqua. Nella prima, sul pelo dell'acqua, galleggiava un delicato petalo di rosa. Nella seconda nuotava felice un pesciolino rosso. La terza, invece, era vuota, senza acqua all'interno. Al suo posto, in fondo alla boccia, c'era un bigliettino. Harry si avvicinò, lo prese e si mise a leggerlo.

Caro Harry,
ieri sera è stata una delle poche volte che ci siamo visti dai tempi di Hogwarts, e siccome era il tuo compleanno ho voluto farti un regalo speciale. So che capirai il significato delle tre bocce. Ho lasciato vuota l'ultima non perché lo rimanesse, ma perché voglio che sia tu a riempirla. Mettici dentro ciò che te li ricorda.

Spero che il mio piccolo pensiero ti sia gradito
Con affetto

Horace

Harry non riuscì a trattenere una lacrima.
- Grazie - sussurrò.