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Autore: EmaEspo96    28/10/2012    1 recensioni
Elizabeth è come una sorella per Elijah. Da tanti anni, ormai, non ha fatto altro che prendersi cura di lei. Eppure lei pare aver dimenticato tutto, tutto quello che aveva vissuto nei suoi precedenti anni, tutto quello che aveva provato. Ha dimenticato ciò che è. La riporta a Mystic Falls per far in modo che qualche ricordo ritorni a galla ma ciò non farà altro che portare nuovi problemi in quella cittadina...
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Tutto accadde velocemente, troppo veloce affinché qualcuno riuscisse a fermare la situazione ancor prima che iniziasse. Il dolore lancinante che provò la rossa quando si ritrovò i denti di Stefan nel collo la portarono ad urlare dolorosamente. Per quanto cercasse di spingerlo via con tutta la forza che aveva in corpo, il minimo movimento che Stefan faceva con quei canini ficcati nella propria carne la costringevano a soffrire di più. La mordeva con forza, fame, violenza, sembrava quasi volerle staccare la testa. Quando quel fugace momento di stupore passò, Damon se ne rese conto. Si voltò verso il fratello afferrandolo per le spalle, ignorando quanto stesse realmente soffrendo la ragazza, e lo allontanò bruscamente dal minuto corpo della rossa facendo in modo che quei canini rigassero la pelle della ragazza ancor prima d'uscire fuori allargando ulteriormente quella ferita. Stefan venne scaraventato verso l'armadio non troppo distante dal suo stesso fratello, impattò contro il mobile con la schiena ma si rimise in piedi in pochissimi secondi guardando Damon con un'espressione priva di contegno, priva di dispiacere per quanto aveva fatto pochi istanti prima. Elizabeth si portò una mano alla ferita, con gli occhi pieni di lacrime, premendo sul sangue che colava: era sconvolta. La sua espressione trasudava tristezza e paura, sembrava rischiare di scoppiare a piangere da un momento all'altro, il cuore correva nel petto per la tensione alla quale era stato sottoposto. Alaric si avvicinò di scatto ad Elizabeth premendo quell'accappatoio imbrattato del suo stesso sangue contro la ferita.
<< Non ti preoccupare Elizabeth, tieni premuto forza. >> la incitava il professore mentre la prendeva protettivamente e la guidava verso l'uscita della stanza, mettendo il suo corpo come muro tra la rossa e Stefan.
Damon leggeva nell'espressione del fratello le stesse emozioni che provavano quei vampiri che cercavano di attaccare Elizabeth quando Tristano li rapì, un'incontrollabile voglia di quel sangue che portava alla pazzia.
<< Stefan, calmati, ADESSO. >> sottolineò Damon verso il fratello, sollevando pacificamente le mani verso di lui.
Elena era rimasta sconvolta, guardava quel sangue che colava dalla bocca del suo ragazzo, quell'impassibilità che aveva il volto di Stefan.
<< Stefan... >> sussurrò debolmente.
Chloe sembrò paralizzata dalla scena, paralizzata da quanta furia avesse messo Stefan in quel morso, paralizzata dall'odore di sangue che ancora albergava in quella stanza. Lasciò che fosse Alaric a prendersi cura di Elizabeth, era sicuramente il più appropriato in quel momento.
<< Lasciami mangiare, Damon. >> ringhiò Stefan fissando il fratello.
Damon sembrò nervoso, poi scosse il capo.
<< Non ti permetterò di toccarla nemmeno con un altro dito. >> rispose con tono minaccioso.
Stefan corse, con quella velocità vampirica, cercando di deviare il fratello ma Damon lo bloccò ancor prima che lui potesse superare la propria figura. Lo braccò con entrambe le mani e lo spinse di nuovo indietro facendolo impattare al suolo. Ma stavolta non gli diede il tempo di rialzarsi che gli corse addosso piantandolo al suolo. Gli stringeva il mento con una mano e con l'altra mano lo teneva a stretto contatto con la pavimentazione.
<< Respira profondamente, vedrai che la fame passerà. Forza, calmati. >> sussurrava Damon con tono alquanto premuroso.
Stefan lo guardava, respirava pesantemente, non sembrava essere pienamente sé stesso in quel momento. Elena tremava al fianco del letto e Chloe valutava se doveva ancora intervenire, non l'avrebbe fatto sicuramente uscire dalla porta. Alaric aveva accompagnato Elizabeth in bagno, lontano da lì, per permetterle di calmarsi ma ovunque lei si trovasse in quella casa, Stefan non riusciva ad ignorare il delizioso profumo del suo sangue.
<< Va tutto bene, Stefan, Va tutto bene. >> sussurrò ancora Damon.
Lo fissava intensamente negli occhi mentre lo teneva a terra, bastarono pochi secondi prima che gli occhi del fratellino ritornassero normali, di quel verde profondo. Le prese di Damon su di lui si allentarono e dall'espressione di Stefan sembrava chiaramente sconvolto.
<< Oh mio Dio...Stefan... >> sussurrò Elena, avanzando di pochi passi verso loro.
<< Stai bene? >> domandò Damon, sollevandosi piano piano.
Stefan restò paralizzato al suolo, stava rimettendo in ordine ogni singolo pensiero di quella giornata.
<< ...La...La stavo uccidendo... >> mormorò alternando lo sguardo tra Damon e Elena.
Si passò una mano sulla bocca sporcando le sue stesse dita col sangue di Elizabeth. Elena gli si avvicinò, tremava nonostante volesse toccarlo mentre ormai Damon era in piedi, davanti al fratello.
<< Tranquillo Stefan, si riprenderà. >> gli sussurrò la Gilbert e Stefan la guardò.
<< Non riesco...a togliermela dalla testa. >> sussurrò in risposta il ragazzo << Non riesco a non pensare a quanto desidero il suo sangue. >> continuò.
Elena rabbrividì rammentando i momenti da squartatore di Stefan, Damon si voltò verso Chloe facendole segno di restare lì e lei annuì. Nel frattempo lui si voltò verso la porta ed uscì di fretta dalla stanza raggiungendo il bagno in pochi attimi. Varcò quell'ingresso notando gli asciugamani che Alaric stava usando per tamponare quel sangue e Damon gli si avvicinò in fretta.
<< Ci penso io adesso, va pure. >> intimò al professore.
Elizabeth lo guardò, aveva ancora palesi residui della paura provata qualche istante prima mentre Damon la guardava attendendo che Alaric uscisse dal bagno. Perfino Damon si ritrovò a combattere contro sé stesso davanti alla visione di quel sangue che tanto piaceva a lui come piaceva agli altri vampiri. Scostò meglio i capelli di Elizabeth scoprendo ulteriormente la ferita, quei tagli che i canini di Stefan avevano inciso sulla pelle.
<< E' stata colpa mia, avrei dovuto stare più attento. >> le disse Damon e lei scosse debolmente il capo. << Hai bisogno di sangue, vero? >> le domandò ulteriormente.
Elizabeth lo fissò ed annuì leggermente. Damon, di rimando, sollevò una mano scoprendo per metà il braccio. Avvicinò il polso scoperto alle labbra bagnate di Elizabeth, la guardava e le sorrise annuendo invogliandola a nutrirsi affinché quelle ferite si curassero. Elizabeth gli si avvicinò e raccolse la sua mano, gli occhi si iniettarono di sangue e le labbra si schiusero mostrando quei canini. Perforò il polso di Damon con delicatezza raggiungendo il sangue che beveva direttamente dalle sue vene ed il ragazzo contorse leggermente il volto: all'iniziò provò dolore, eppure qualcosa cambiò man mano che Elizabeth lo prosciugava del suo sangue. Fu probabilmente che erano soli in quel momento, fu probabilmente che ormai da entrambe le parti arrivava qualcosa ma a Damon stesso sembrò piacere il modo in cui la ragazza prendeva il suo sangue. La cinse con l'altro braccio in maniera affettuosa, ne carezzava i capelli rossi e si accorse di quelle ferite che si rimarginarono lentamente sino a sparire, quel collo ritornò perfettamente intatto nonostante fosse sporco. E durante tutto il pasto che lui gli fece consumare, non fece altro che guardarla, guardarla con dolcezza, con affetto.
 
Elena aprì la porta osservando la figura di Elijah, stretto in abiti sempre eleganti, che aspettava all'ingresso. Lo fece entrare mostrandogli il salone della dimora dei Salvatore occupata dai precedenti presenti: Stefan era seduto su una poltrona, Elizabeth sul divano al fianco di Chloe, Alaric era in piedi così come Damon che sorseggiava il suo adorabile bourbon. Quando Elijah fece il suo ingresso Elizabeth si portò in piedi e gli sorrise, un sorriso che lui ricambiò pienamente.
<< Stai bene adesso? >> domandò verso la rossa, ovviamente aveva saputo tutto.
Stefan abbassò lo sguardo a quella domanda, alla quale Elizabeth annuì tranquilla, come se ancora si sentisse in colpa. Elijah lo guardò, sembrava serio nell'istante in cui volse a lui lo sguardo, nascondeva la voglia di ucciderlo in quel preciso istante. Una voglia che dovette sopprimere perché sapeva quanto Elizabeth l'avrebbe disprezzato se solo lui avesse osato fargli del male.
<< Allora, vogliamo iniziare? Mi avete chiamato qui perché vi serve anche il mio aiuto, no? >> domandò Elijah, impaziente.
Elena andò a sedersi al fianco di Chloe, anche Elizabeth tornò a sedersi mentre Damon terminò il suo secondo bicchiere di bourbon.
<< Allora, Elijah. Abbiamo un po' di problemi che non riusciamo a capire. Il primo è... >> iniziò a dire Damon, indicando Alaric << ...Alaric impazzisce, ammazza Stefan e non sa nemmeno perché. In realtà non voleva farlo, per questo l'abbiamo perdonato. >> ammise il Salvatore, sorridendo sarcastico verso l'amico.
Elijah andò a guardare Alaric ed infine guardò Stefan.
<< E, fatemi indovinare, Elizabeth ha riportato in vita Stefan che di conseguenza l'ha azzannata appena sveglio, giusto? >> domandò l'Originario.
Tutti restarono allibiti, Damon sorrise.
<< Sei davvero intelligente, Elijah. Si, è andata proprio così. >> rispose il ragazzo.
Elijah sospirò e guardò la rossa. Elizabeth sembrò imbarazzata e nervosa mentre martoriava quelle dita tenendo lo sguardo basso lontano da quello dell'Originario.
<< L'avete provato anche voi, no? >> domandò retoricamente Elijah << Quando assaggiate il suo sangue, è come se diventasse una droga. Volete averlo a tutti i costi alla prima occasione, no? >> aggiunse Elijah, guardando sia Stefan che Damon.
Sapeva che erano stati gli unici, in quella stanza, ad assaggiare il sangue della rossa. Entrambi i Salvatore si ammutolirono mentre alternavano lo sguardo tra Elijah ed Elizabeth e fu Damon l'unico a soffermarsi su di lei.
<< E' il motivo per cui ora non ti sto uccidendo Stefan, a parte il fatto che Elizabeth non me lo perdonerebbe mai. >> disse Elijah, guardandolo.
<< Elijah! >> esclamò Elizabeth, come a rimproverarlo, ma lui le regalò un solo sguardo.
<< Sei stato riportato in vita dal suo sangue, pertanto il tuo corpo ti obbliga a desiderarlo sino allo sfinimento. Per molti aspetti Elizabeth è una maledizione per noi vampiri ed è il motivo per cui le streghe la tengono così cara a sé. >> disse ancora Elijah, andando nuovamente a guardare la rossa.
Lei lo fissava, sembrava essere contraria dalle parole che l'Originario stava pronunciando, o comunque dal suo modo di pronunciarle.
<< Come possiamo risolvere questa situazione? Non possiamo rischiare che Stefan attacchi Elizabeth al minimo accenno di fame. >> disse Alaric, leggermente nervoso.
Elijah sorrise, guardò Elizabeth e nello stesso momento in cui incrociò lo sguardo della rossa il sorriso svanì. Avrebbe detto qualcosa di poco opportuno alla situazione, qualcosa come "basterebbe ucciderlo" se solo Elizabeth non l'avesse fulminato con quei suoi occhi scuri. L'Originario deglutì e poi andò a guardare Stefan.
<< Passerà da sola. Oltretutto Stefan è anche molto...incontrollabile, no? >> domandò ed Elena rabbrividì al pensiero.
Lanciò un'occhiata a Stefan che sembrava martoriarsi psicologicamente da solo, avrebbe voluto abbracciarlo ma non era di certo il momento adatto. Nella sala cadde il silenzio per alcuni istanti, dopodiché Chloe lo spezzò intervenendo.
<< E per quanto riguarda... >> si fermò, guardando Alaric e non rammentandone il nome << ...lui? >> chiese infine, un po' titubante ed imbarazzata.
Elijah la guardò non riconoscendola, non l'aveva mai vista prima ma intuì facilmente che era una vampira: dal suo odore, soprattutto.
<< Lo terrò d'occhio io. >> sospirò Elijah.
Una frase che gli uscì senza rifletterci, una frase che gli uscì al pensiero di un Alaric che continuava a portare scompiglio nella vita di Elizabeth.
<< Non sappiamo ancora perché agisce in quel modo, potrebbe essere legato a molti fattori. Ed ha l'anello per non morire, giusto? Se lo lasciassi nelle vostre mani, non lo uccidereste. Infatti, è ancora vivo. Io non esiterò. >> affermò.
Elena si portò in piedi di scatto mostrando quanto fosse sconvolta, perfino Elizabeth non ne sembrò contenta e Damon volse lo sguardo verso Alaric cogliendo l'attimo di paura che il professore attraversò, ma sembrò farsi coraggio. Alaric notò Elena in procinto di dire qualcosa, ma lui la fermò.
<< No, ha ragione Elena. Non posso essere un pericolo per tutti voi. Andrà bene stare sotto il suo controllo. >> disse e sorrise verso la Gilbert.
<< Ma...Alaric! >> esclamò Elena, non riuscendo a capire come lui potesse essere d'accordo.
Il professore di storia scosse leggermente il capo e le sorrise ancora una volta mettendola a tacere. La riunione si sciolse lì, almeno fino al momento in cui non avrebbero scoperto di più le regole del gioco sarebbero state quelle. Elena si alzò dal divano e si avviò di sopra seguita da Stefan ed Alaric, sicuramente avrebbero continuato la conversazione in privato per convincere la Gilbert e Stefan non voleva restare da solo con Elizabeth col rischio di ucciderla. Chloe restò ferma al suo posto ed Elijah venne accompagnato alla porta da Elizabeth. Lo fermò all'esterno della dimora dei Salvatore, stretta in quelle braccia per alleviare il freddo che provava ed Elijah la guardò con tenerezza mentre all'interno Damon si accomodò al fianco di Chloe. Elizabeth socchiuse la porta d'ingresso dei Salvatore e restò davanti all'Originario mentre all'interno Damon sospirò e Chloe s'appoggiò col capo su una sua spalla.
<< Hai intenzione di restare qui? >> domandò Damon a Chloe, guardandola di sottecchi.
<< Per ora si. E' un disturbo? >> chiese Chloe di rimando, ricambiando il suo sguardo.
Damon scosse il capo sorridendole in quella maniera che soltanto lui sapeva fare, sollevò una mano e le carezzò il viso. Sembravano più intimi di quel che davano a vedere.
<< Ne abbiamo già parlato prima, non lo è. >> rispose ancora Damon.
All'esterno della casa Elijah guardò Elizabeth, la guardava da capo a piedi ed avvicinò una mano ai suoi capelli carezzandoglieli leggermente.
<< Hai intenzione di restare qui fuori per molto? >> domandò l'Originario << E' quasi l'alba, fa ancora più freddo e tu non sei immune come me. >> continuò.
<< Voglio vedere l'alba, ti va? >> domandò Elizabeth, sorridendogli << Come facevamo una volta, ti ricordi? >> aggiunse.
Elijah sorrise, si sfilò quella giacca nera ed elegante e l'appoggiò sulle spalle della ragazza per coprirla dal freddo quanto poteva.
<< Si, me lo ricordo. L'abbiamo guardata davvero molte volte, anche insieme a Rebekah. >> rispose Elijah, ma scosse il capo ugualmente << Ma non credo di essere io la persona con cui dovresti guardare l'alba adesso. >> affermò Elijah.
Elizabeth sembrò restare un po' perplessa da quelle sue parole, come se non avesse ancora realmente capito che Elijah era in grado di esplorarle l'anima più di quanto lei stessa potesse fare. Quando finalmente capì davvero il senso di quelle parole, sorrise verso l'Originario.
<< Tu torni a casa, allora? >> domandò lei verso di lui ed infine Elijah annuì.
Lei si sfilò nuovamente la giacca e la diede all'Originario, si voltò verso la porta d'ingresso e ritornò a guardare Elijah.
<< Salutami Rebekah e Klaus. Dì loro che mi mancano. >> affermò ed Elijah annuì ancora una volta.
Infine aprì di nuovo la porta di casa e si portò all'interno. Il salone era desolato. Sentì Elijah allontanarsi definitivamente quando lei richiuse la porta e si guardò intorno. Anche Damon e Chloe erano spariti dal divano, eppure lei era sicura di averli lasciati lì. Sentì una sorta di tonfo al cuore, un inspiegabile tonfo al cuore. E se fossero andati di sopra, insieme, a festeggiare a modo loro il ritrovo della tranquillità in quella casa? E se in questo momento Damon si fosse dimenticato di lei e stesse esplorando il corpo di Chloe in ogni singolo centimetro? Erano tutte domande che le passavano per la testa in quel momento, prima che lei scuotesse il capo prepotentemente per allontanarle. Sospirò delusa e si avviò verso le scale raggiungendo il piano di sopra. Avanzava diretta verso la propria camera ed inevitabilmente passò davanti a quella di Damon: la porta era chiusa. Sentì il cuore accellerare il suo battito, lo sentì preoccuparsi tanto quanto si preoccupava lei di quello che avrebbe potuto trovare all'interno di quella stanza. Si voltò verso quella porta, sollevò una mano verso la maniglia ed iniziò ad aprirla lentamente, cercando di fare il minimo rumore. Man mano che l'apriva iniziava ad intravederne l'interno poco illuminato, l'inizio del letto e poi una voce proveniente dalle sue spalle la spaventò, riportandola alla realtà.
<< Non dovresti spiare le camere altrui. >> disse Damon, sarcastico.
Lei sussultò e si voltò di scatto portandosi una mano al petto. E stavolta il cuore lo sentiva volare dalla paura.
<< Damon, mi hai spaventata! >> affermò lei, come se non fosse di già palese.
<< Che cosa stavi combinando qui fuori? Non dovresti essere a letto? >> domandò Damon.
E la colse impreparata, perché lei non aveva la più pallida idea di cosa rispondergli. Nonostante il corridoio fosse buio intorno a loro, si perse in quegli occhi color ghiaccio che la scrutavano attentamente, dolcemente ma per niente sospettosi.
<< Mi domandavo...dove fossi finito. E dove fosse finita Chloe. >> rispose lei.
Damon la guardò per molto tempo, poi si decise a risponderle.
<< E' uscita. Aveva bisogno di fare due passi. E' arrivata qui per me e si è ritrovata coinvolta in tutto questo casino. >> le disse ed Elizabeth annuì.
Sembrava imbarazzata. Mancava poco tempo all'alba, probabilmente non era nemmeno il momento adatto per chiederglielo, si sentiva stupida anche solo a pensarci. Abbassò lo sguardo timidamente rimasta davanti alla porta della camera inutilizzata di Damon, si guardava intorno ma evitava lo sguardo del ragazzo. E se dal lato di lei rifletteva su questa idea dell'alba, dal lato di Damon lui non faceva altro che guardarla. Guardarla con ammirazione, con dolcezza, con desiderio. Guardava quel suo collo liscio scoperto dai capelli, guardava quel suo viso che si nascondeva dal proprio sguardo, quel piccolo corpo che ultimamente era il principale protagonista dei suoi pensieri, quelle labbra che tanto lo attiravano, così perfette. Aveva dimenticato Elena, inspiegabilmente l'aveva dimenticata in così poco tempo. Aveva dimenticato cosa si provasse a desiderare il suo amore sino a ferirsi da solo, aveva dimenticato cosa si provasse a non soffrire ad ogni sguardo di una persona. Restarono fermi lì per alcuni minuti, in silenzio.
<< Elizabeth. >> la chiamò, in un sussurro.
Elizabeth sollevò lo sguardo incuriosita, pronta ad accogliere le parole del ragazzo. Ma non arrivarono parole da parte di lui. Damon le si avvicinò raggiungendo le sue labbra. Le raccolse con dolcezza e delicatezza, quelle stesse caratteristiche che formavano il Damon del 1864, quel Damon che lui aveva tenuto da parte per molto tempo. Elizabeth non parve obbiettare, nemmeno inizialmente. Restò sorpresa da quel suo gesto ma sentì il sapore delle labbra di lui e non fece altro che accoglierlo con amore. Al diavolo l'alba, pensò lei, questo è molto meglio. Socchiuse gli occhi raccogliendo il viso di Damon mentre si baciavano con la stessa passione con cui i loro cuori battevano, in quel momento, cuori vivi da tempo ormai. Damon iniziò a sospingerla, sollevò una mano ed aprì ulteriormente la porta della camera guidandola delicatamente verso l'interno. Se la richiuse alle spalle mentre raccoglieva le morbide labbra di Elizabeth in quel bacio che sembrava durare un'eternità, un'eternità in cui Damon stesso sembrò sentirsi nuovamente vivo. Non aveva mai capito perché Elizabeth gli avesse sempre fatto quell'effetto, non aveva mai capito come quella ragazza avesse potuto renderlo vivo in poco tempo, ogni volta che i loro sguardi si incrociavano. La guidò verso il letto sopra il quale la accompagnò distendendola sotto di sé. Quando interruppero quel bacio si guardarono per lunghi istanti, lei dimenticò dell'alba che avrebbe voluto vedere, le bastava essere con Damon per sentirsi felice. Ed era strano perché non aveva mai pienamente provato sensazioni del genere con una persona, non era mai riuscita ad immaginare come potessero essere forti quei brividi che scorrevano sotto pelle ad ogni tocco di quel ragazzo. 
<< Va bene se non mi trattengo più, Elizabeth? >> domandò Damon, cercando un suo consenso.
Lei lo guardò, si sentiva emozionata, si sentiva insicura. Quanti anni erano? Mille? Ed era la prima volta, la prima volta di tutto. Andava bene condividerla con Damon, si diceva. Era Damon la persona che lei voleva sentire tra le sue braccia. Annuì lentamente e bastò per permettere a Damon di capire che poteva, poteva gettare tutti i suoi sentimenti su di lei in quel momento. Quelle mani la raggiunsero sciogliendole i capelli e lasciando che cadessero come una cascata di un rosso intenso sul bianco di quel letto prima che azzardassero avvicinandosi minacciosamente a quella canotta bianca che caratterizzata il pigiama della ragazza. E lui riusciva a sentire ogni cosa di lei, come se fosse la prima volta perfino per lui, come se non avesse mai toccato una donna prima di allora. Si chinò con le labbra su di lei, raccolse un suo bacio prima di lasciarne numerosi sul suo mento e scendendo direttamente verso il collo. Lei sollevò il mento come a dargli più spazio lì dove con quelle labbra morbide e maschili Damon si soffermava per occuparsi di ogni singolo centimetro del suo corpo. Si riportò in alto solamente quando finalmente decise di sfilare via quella canottiera mostrando la pelle pallida e liscia della ragazza, quel busto perfetto che non esitò a guardare nemmeno per un secondo. Si chinò sul suo petto, scese col viso sull'incavo di quel reggiseno e la sentì lasciarsi scappare un sospiro più caldo, s'innamorò del profumo della sua pelle. Sollevò lo sguardo verso di lei, le permise di perdersi nell'azzurro dei suoi occhi e le sorrise incontrando ancora una volta le sue labbra in un bacio caldo, pieno, durante il quale si spingeva sopra di lei facendole avvertire la propria presenza. Le piccole dita di Elizabeth armeggiavano coi bottoni della camicia di Damon, li aprivano uno ad uno lentamente per scoprire sempre più il corpo perfetto di quel ragazzo e lui la aiutò a sfilarla quando arrivò il momento. La spogliò di quei pantaloncini, la ammirò mezza nuda sotto di sé. E lei lo invitò a continuare, a spogliarla ed a spogliarsi di ciò che indossavano entrambi, impaziente. Lo sentì, infine, adagiarsi su di sé caldo e nudo, lo sentì entrarle dentro con il corpo e con l'anima. Si strinse a lui con quelle braccia magre mentre al minimo movimento quei petti si toccavano l'un l'altro e non poté non sentire una mano di Damon perdersi tra i propri capelli. E si assaporarono sino alla fine, con quei lunghi baci e quei lunghi tocchi che trasmettevano sensazioni lunghe un'eternità.
   
 
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