Giochi di Ruolo > Altro
Ricorda la storia  |      
Autore: ElsxMars    29/10/2012    0 recensioni
[Fantasy]
[Fantasy]Logan Andrew Cooper, metà demone metà mannaro, alla ricerca della sua libertà.
[Auto Ruolata di un mio pg]
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
FullMoon .- Logan Andrew Cooper
MATTINA. 

Ed eccolo lì, esatto proprio lì. Era arrivato. Il giorno che -se tutto sarebbe andato come Logan sperava- gli avrebbe ridato il pieno controllo del suo corpo. 
Niente più Lèraje padrone della sua vita a piacimento, niente più ti
gre quando la rabbia o il piacere si impadronivano di lui, niente più intrusi nel suo copro; non che dopo quella notte la tigre o Lèraje se ne sarebbero andati, ma avrebbe dominato quei due esseri in modo da poter essere più tranquillo e rilassato, senza preoccuparsi sempre di tenere a bada le emozioni che potevano scaturire l'impossessamento di sé. 
Quella notte -nonostante sarebbe stato meglio che avesse riposato- non era riuscito a chiudere occhio neanche per un secondo, il che avrebbe incrementato la sua stanchezza durante la 'lotta' per la sopravvivenza di quella sera. 
Si alzò di buon ora, stando ben attento a non svegliare Patrick che dormiva profondamente accanto a lui; rimase per un po' sulla soglia della porta della camera da letto per osservare quel sonno del suo amato, quel suo respiro regolare e quel suo rilassato e splendido viso. Nonostante Patrick avesse una parte crudele e oscura, nonostante avesse visto lui stesso, con i suoi occhi, Patrick con dei cuori -appena presi- tra le mani, nonostante quell'accettare la sua parte da 'assassino' -anche se in fin dei conti era Lachén ad uccidere per suo conto e a strappare cuori per far si che i poteri di Patrick si intensificassero e che fossero controllabili- era comunque molto difficile mandare giù il tutto. Logan lo amava e lo avrebbe amato per sempre.
Lasciò andare un sospiro e lo guardò, cercando di memorizzare quel viso, così da poterselo figurare davanti quella notte in modo da cercar di trattenere la sua parte di umanità che sarebbe stata circondata da istinti primordiali, della tigre, e dall'oscurità infernale, del demone. 
Si avvicinò al letto e si piegò i avanti per posare con delicatezza sulle labbra del suo principe addormentato un bacio appena accennato, controllando e stando ben attento a non svegliarlo.
Quando scese le scale per dirigersi in cucina a fare colazione - anche se aveva lo stomaco chiuso, i suoi occhioni blu erano lucidi e arrossati, le mani strette a pugno, simbolo che stesse cercando di controllare le lacrime che volevano esplodere e lasciarlo crollare, ma non avrebbe permesso a niente e nessuno di mandare all'aria la sua concentrazione e la sua convinzione riguardo ciò che aveva deciso di fare, nonostante quella scelta avrebbe messo la sua vita in grave pericolo e le probabilità di successo fossero poche. 
Attento a non far rumore si preparò una folta e piena colazione, dopotutto quello era il pasto più importante della giornata e quel giorno aveva davvero bisogno di tutta l'energia e l'aiuto possibile. 
Finita la colazione e di preparare gli oggetti necessari per l'allentamento di quel giorno, lanciò un'ultima occhiata alla casa e poi uscì.
Aveva deciso di passare tutto il pomeriggio ad allenarsi, ma prima avrebbe fatto un salto a casa di Michelle in modo da salutarla, o meglio guardarla dormire e sussurrarle quanto la amasse. 
Era preoccupato di lasciarci la vita quella notte, sì, lo doveva ammettere ma non lo avrebbe mai detto a lui o a lei, non voleva farli preoccupare. 
Salì sulla sua Onda nera e si mise il borsone in spalla. Arrivò a casa di Michelle dopo quindici minuti di viaggio. Fermò la moto sotto il suo terrazzo e da bravo Romeo con un balzo arrivò sul balcone della sua amata Giulietta; come suo solito aveva lasciato la porta finestra aperta e quindi chiunque sarebbe potuto entrare, anche se era un'ibrida forte e potente per Logan rimaneva sempre la sua piccola e delicata Michelle , bisognosa che lui la proteggesse e si prendesse cura di lei, lei era la sua anima, la sua migliore amica. Scosse la testa e sei chiuse la porta finestra alle spalle, si avvicinò al letto attento a non svegliarla; se l'avesse visto, se fosse riuscita a scorgere il suo sguardo anche solo per un attimo avrebbe compreso quanto timore vi era nel cuore di Loan, ma in contrapposizione c'era il desiderio di essere 'libero', di avere il corpo e la mente liberi da Lèraje e la tigre.
Finito di salutare Michelle scese -com'era entrato dal terrazzo- e risalì sulla moto diretto sui monti nei quali si sarebbe allenato. 


SERA. 

Aveva passato tutto il pomeriggio tra i monti in mezzo alla natura, cercando di affinare i suoi poteri, che sperava si sarebbero 'schierati' dalla sua parte e non da quella di Lèraje. Un altro punto in suo svantaggio non avrebbe fatto altro che determinare la sua sconfitta. Oltre ad allenare il suo controllo elementale si era dedicato all'allentamento della forza fisica.
Ed adesso se ne stava immobile a fissare il panorama meraviglioso che si scorgeva dal punto più alto di quelle montagne, il luogo designato per la sua trasformazione di quella notte. Aveva una bottiglia di vodka tra le mani e con gusto la assaporava, quasi fosse la sua ultima bevuta. Non voleva morire, non voleva perdere la vita ma sicuramente correva un gran rischio a voler combattere quei due esseri che facevano parte di lui e stavano al suo interno; come se una bomba cercasse di disinnescarsi da sola, un gran problema, sì. Ma lui non sopportava più quel non essere indipendente e quella paura che lo assillava in qualsiasi momento stesse provando emozioni forti. La rabbia, il piacere -soprattutto con Patrick-, l'essere tranquillo senza pensare che da un momento all'altro Lèraje, per divertirsi, avrebbe preso possesso del suo corpo e l'avrebbe costretto a fare cose di cui neanche aveva intenzione di fare, senza però riuscire a ribellarsi, essendo più debole del demone. Era frustrante quella sensazione di essere succube di se stesso. 
Mancavano pochi minuti alla luna piena, e lui era pronto, pronto come non mai, quasi si fosse allenato e fosse vissuto fino a quell'attimo solo per gustarsi quel momento. 
Un conto alla rovescia iniziò nella sua mente, mancava meno di un minuto. Si tirò su e allargò appena le gambe facendo presa sul terreno, iniziò a spogliarsi senza però distogliere lo sguardo dal punto all'orizzonte che stava guardando. Prima si sfilò la maglietta, il suo petto scolpito risplendeva alla luce della luna quasi fosse dorato, poi si tolse le scarpe, i calzini e i pantaloni, infine i boxer. Rimase lì, in silenzi, completamente nudo alla luce della luna, di quella palla tonda che avrebbe scatenato la trasformazione e quella 'lotta' per la libertà. Si sentiva un po' Martin Luther King, che lottava per i diritti dei neri, l'unica differenza era che Logan lottava per se stesso, per la sua di libertà. Per una volta aveva messo se stesso e i suoi bisogni prima di tutto, prima di Patrick e di Michelle, prima di qualsiasi altra cosa. Pensava a sé, alla vita che voleva, a ciò che non riusciva più a sopportare, anche se questo significava -forse- perdere la vita, ma non si sarebbe arreso, avrebbe lottato contro l'oscurità fino a che gli fosse rimasto un respiro. 
Ed eccola. La luna era al massimo del suo picco e la trasformazione ebbe inizio. 
Logan lanciò un ruggito doloroso, un ruggito che risuonò per tutta la valle, un ruggito che fece ghiacciare il sangue nelle vene, un ruggito di guerra. 
E da lì tutto ebbe inizio. 

Logan si piegò in avanti e al posto dei suoi occhioni blu chiaro presero posto quelli bianchi e ghiacciati della tigre, la sua pelle di un meraviglioso rosa chiaro divenne pelo fitto di un bianco candido e di un nero corvino, le sue mani così mascoline e i suoi piedi si trasformarono in zampe, il suo viso in un muso, i suoi denti perfetti in zanne. Eccola, eccola in tutta la sua maestosità, la tigre bianca. La tigre così indomabile, la tigre così selvaggia, la parte più profonda di Logan, la parte più cruda e piena di istinti primordiali.

'Sei pronta? Pronta a non essere più tenuta a bada da quel demone da strapazzo?'

Mentalmente Logan comunicò con la sua parte animalesca. Il ruggito che uscì da essa non fu altro che la conferma, la conferma di tutto. 
La tigre chiuse gli occhi e magicamente si ritrovò in un'altra dimensione, quasi fosse entrato in un'antro scuro e buio. Dal fondo della grotta una risata impossibile da riconoscere tuonò e lentamente una figura con l'aspetto di Logan si stava avvicinando, nella sua mente aveva preso la sua stessa immagine per manifestarsi, forse pensando che questo l'avrebbe lasciato interdetto sul da farsi. Ma Logan, quello vero, quello puro, quello che ora era sotto forma di tigre, non si sarebbe fatto deviare da niente e da nessuno, nemmeno dal picchiare a morte se stesso.

«E così sei qui, sei arrivato, per cosa piccolo Logan? Per cosa? Rivendicare le tue libertà? Rimettermi al mio posto?»

Un'altra risata si levò dalla bocca di Lèraje. Logan -o meglio la tigre- sbuffò e si mise in posizione d'attacco.

«Non ci riuscirai, non potrai sconfiggermi, non potrai battermi. Tu ami, tu provi qualcosa, tu senti emozioni, tu sei un debole. »

Un ghigno divertito si stagliò sulle labbra del Logan-Demone che lanciò uno sguardo intenso verso il Logan-Tigre.

«Vuoi morire? Vuoi che mi trovi un altro corpo? Non ne ho di problemi, è una tua scelta quella di sprecare la tua vita invece di condividerla con me. Vuoi la tua morte? E così sia.»

L'ultima risata agghiacciante e la lotta ebbe inizio. Quasi dal fondo della grotta si sentì un rimbombo e di sottofondo la canzone 'Fullmoon' dei Sonata Artica, uscì. 
La tigre fece un passo avanti e lanciò un ruggito potente e forte, gli occhi di ghiaccio da una parte quelli neri e profondi del demone dall'altra. E tutto esplose. 
Logan fece un balzo e piombò su Lèraje che però si spostò velocemente e riuscì a schivare l'attacco della tigre. Si udì un rimbombo non appena entrambe le parti furono a terra. Il demone mosse velocemente le mani e un getto d'acqua investì la tigre colpendola di fianco, facendola finire contro una parete della grotta. Lanciò un ruggito doloroso e poi si rialzò, non si sarebbe certo fatta sconfiggere così, affatto. 
Altri getti d'acqua furono alternati contro la tigre dal demone, ma riuscì a schivarli tutti con velocità e scattando in avanti a bocca aperta, agguantò la gamba destra di Lèraje e strappò con violenza, provocandogli un'enorme e profondo squarcio; quest'ultimo urlò e cadde a terra su un ginocchio. Si pulì le labbra sanguinanti con la mano e poi si rimise in piedi. Alzò entrambe le mani verso l'alto e un vortice d'acqua si formò poco dopo in mezzo ai due, la tigre pianto le unghie nel terreno cercando di non farsi risucchiare ma purtroppo non resistette per molto; finì in mezzo al vortice d'acqua e quando esso finì di scatenare la sua potenza, Lèraje era in piedi ansante che si teneva appoggiato sulla gamba sana, mentre la tigre era distesa per terra immobile, il respiro flebile. 
Lèraje si avvicinò lentamente, strisciando la gamba squarciata, e poi diede un calcio con la gamba buona alla tigre che non fece neanche un mugolio.

«Visto, Logan? Potevi vivere, potevi essere potente e immortale. Ma hai scelto di perire, hai scelto di combattere contro qualcosa più grande di te ed ora? Ora sei disteso in fin di vita ai miei piedi. Povero illuso che pensava di poter sconfiggere un demone, una potenza come me.»

Finì la frase e si voltò allontanandosi appena, ancora di spalle ricominciò a parlare.

«E' un vero peccato perché con il tuo corpo mi sono fatto proprio dei bei viaggetti ma.. Adesso è l'ora che tu muoia. »

Detta questa frase si voltò, con una sfera d'acqua tra le mani ma la tigre non c'era più. Si guardò intorno ma non riuscì a localizzarla. La sua bocca si spalancò in una smorfia di incredulità.

«N-n-non è possibile.»

Non fece in tempo a finire la frase che un rumore gli fece alzare la testa. E lei era proprio sopra di lui, in un salto, uno di quelli eleganti da tigre. Le zampe davanti allungate in avanti, con le unghie ben in fuori, le zampe posteriori ripiegate contro il corpo e le zanne fuori. Un ruggito sguainato come una spada, l'ultimo, quello più potente e forte. Le fauci della tigre si chiusero sulla gola del demone e la squarciarono, con un sonoro crack il collo si spezzò e il corpo del Logan-Demone cadde a tera privo di vita. La tigre atterrò con eleganza e poi svenne. 

Sembrò passare un secolo da quando quella lotta era terminata a quando Logan riprese i sensi. 
Lentamente aprì gli occhi e la luce del mattino gli fece strizzare quelli occhi chiari, accecato quant'era. Era di nuovo in forma umana. Si toccò il corpo nudo e scultoreo poi rimase immobile per un attimo, lentamente si tirò su a sedere. Poi guardò l'orizzonte davanti a sé. Era sulla montagna, il panorama che la sera prima stava osservando al chiaro di luna adesso era lì sotto la luce del sole. 
Era pieno di ferite, di dolori lancinanti e non poté contenere un urlo di dolore quando sentì le costole incrinarsi, ricadde a terra. Una delle sue gambe aveva il femore fuori e la sua schiena sembrava spezzata, ma il dolore non era niente a confronto della consapevolezza che tutto era finito, che finalmente era libero, che Lèraje avrebbe seguito ogni suo ordine d'ora in poi, che non doveva più preoccuparsi del suo possederlo. Era libero e soprattutto era vivo. 
Logan lanciò un urlo, un urlo di gioia, di sollievo. Lacrime di felicità iniziarono a scendergli sul viso, non riuscendo a fermarle. Con un ultimo sforzo sussurrò qualcosa.

«Sono vivo. Sono libero.»

Dopo quella frase svenne nuovamente e le tenebre lo avvolsero. Era ferito ma vivo, stava soffrendo a causa del combattimento ma era vivo, aveva sconfitto Lèraje ed era libero. L'ultima immagine che accarezzò quella mattina fu quella del viso di Logan con un'espressione felice sul viso, con le lacrime ancora imperlate sulle sue guance che piano piano stavano riprendendo colore. Se fosse stato un semplice umano quelle ferite sarebbero state mortali, ma lui era lui, lui era Logan Andrew Cooper. E si sarebbe ripreso, avrebbe dovuto sforzarsi, fare sacrifici e sopportare dolore, ma sarebbe tornato lo splendido tigrotto megalomane di un tempo. Quello bello, elegante e tanto sexy, sì. 
Logan era finalmente libero.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Altro / Vai alla pagina dell'autore: ElsxMars