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Autore: Miss Fayriteil    29/10/2012    1 recensioni
Questa raccolta di shot, l'abbiamo decisa insieme io e una mia amica pazza quanto me. Siamo entrambe delle calzoniane quindi mi rivolgo ai fan, non spaventatevi! Dovevano essere due, ma ci sono venute altre idee.
Abbiamo pensato cosa sarebbe successo se le cose a Callie e Arizona fossero andate diversamente.
La prima storia parla di cosa sarebbe successo se Callie avesse ceduto a Sadie, ma per quanto riguarda le altre è una sorpresa. Buona lettura!
1: Callie/Sadie
2: Arizona/Cristina
3: Callie/Teddy
4: Arizona/Lexie
5: Callie/Izzie
6: Arizona/Addison
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sorpresa
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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TEDDIOPE

 
Sono ufficialmente depressa. Non in senso patologico ovviamente, ma sono depressa. Ho trascorso la mia prima mattina da povera-donna-sola-e-abbandonata ciabattando per casa, con la mascherina dell’aereo in testa e una scatola di fazzolettini sotto il braccio. Uno spettacolo invidiabile. Vabè.
  Non so quale arcano meccanismo abbia messo in moto il mio povero cervello esausto quando mi hanno chiamato, facendomi sperare che fosse lei. Tant’è. Ero sdraiata sul letto, in pseudo-catalessi e mi è squillato il cellulare. Sono impazzita a cercarlo, poi alla fine era Mark. Pazienza. Mi ha detto che Cristina stava tipo dando i numeri e che aveva deciso di mollare il programma. Allora sono andata a casa sua e abbiamo deciso di andare al centro commerciale. È rimasta sconvolta di trovarmi lì, credeva fossi in Africa. Sì anche io lo credevo.
  Mi sono tagliata i capelli. Sono carini. Poi alla festa per la casa di Cristina ho deciso di trasferirmi da Mark. Casa mia è troppo vuota e mi deprime, appunto.
 
Alcune settimane più tardi.
 
Ci siamo presi la serata libera per festeggiare da Joe, perchè Derek ha ricevuto la sovvenzione per il suo trial sull’Alzheimer. Sono contenta per lui! Siamo seduti al tavolo, io, Mark, Derek e la Bailey. Dopo un po’ arriva anche Owen ma è di turno e rimane poco. Comunque la vera novità è Cristina. Fa la barista, il che è sconcertante, ma almeno sembra divertirsi.
  A un certo punto arriva anche Teddy che in teoria aveva un appuntamento. In realtà è rimasta solo un’ora perchè l’uomo con cui era uscita non le piaceva. Mi sento molto solidale in questo momento. Teddy prende un bicchiere abbandonato sul tavolo, in cui c’era il cocktail azzurro e assolutamente micidiale che si è inventata Cristina.
  «Ehi, ehi! Quello era mio! Adesso devi ordinarmene un altro!» urla la Bailey. Vederla ubriaca è uno spettacolo per pochi eletti. «Oddio, fa schifo» mormora Teddy. A questo punto inizia a blaterare. Parla del suo appuntamento andato male, ma non la ascolto davvero. Penso alle mie disgrazie personali, non ho bisogno anche di quelle della migliore amica della mia ex-fidanzata. Sottolineo ex.
  Si mette a parlare di quest’uomo, che le ha chiesto quale cucina le piacesse, qualcosa del genere, poi Derek le dice: «Ecco perchè non si rimorchia su Internet!»
  «Tu sei sposato, non puoi capire le mie ridicole escursioni del rimorchio su Internet!» esclama lei, con la testa appoggiata sul tavolo. Metaforicamente io la testa sul tavolo l’ho appoggiata settimane fa. Ma in effetti mi dispiace per lei, in fondo siamo nella stessa situazione. Non so se è l’alcool, la solidarietà o qualcos’altro, ma all’improvviso le prendo la mano. Lei alza la testa e mi guarda perplessa, ma non dice niente. E io non gliela lascio.
  «Ascolta Teddy. A volte è molto meglio restare da sole. Guarda me! Ho l’aria di una che sta male?»
  «Onestamente?» fa lei guardandomi fisso negli occhi. «Sì, è molto anche».
  Io rilasso le spalle e appoggio il mento in una mano. «Hai ragione sono depressa. È che non me l’aspettavo, a quest’ora dovrei essere in Malawy, con lei. La cosa che più mi fa male, è che dovrò vivere tre anni senza di lei! Mi dici come farò?»
  Mark mi mette un braccio intorno alle spalle e io appoggio la testa alla sua. Davanti a me c’è una ragazza con i capelli rossi, carina. Naah, non è il mio tipo. Mi manca Arizona. Da morire. Perchè è andata via? Io volevo partire con lei, mi sento abbandonata.
  In tutto questo non ho lasciato la mano di Teddy. È piacevole. Non sembra che le dia fastidio, anzi in questo momento sta stringendo la presa. Io la imito e lei mette l’altra mano sulla mia. Allora io faccio la stessa cosa. Sembra una coreografia studiata nei minimi dettagli. Intanto Mark, Derek e la Bailey hanno tenuto d’occhio tutto quello che facevamo. E ci guardano straniti.
  Teddy alza lo sguardo e i suoi occhi verdi incrociano i miei. Però... che begli occhi che ha. Non ci avevo mai fatto caso. Potrò tradire la mia ex-fidanzata con la sua migliore amica? Sarà contemplato dai codici di comportamento? Arizona è in Africa... Ma mi sto preoccupando più del necessario, Teddy avrà solo bisogno di contatto umano, posso capirla.
  «Callie?» la sua voce è così bassa, che non ci faccio caso subito. Poi mi volto verso di lei, con aria interrogativa. Lei aggiunge: «Senti... verresti a casa con me?»
  «Che?!» esclamo sconcertata. Che la sua stretta non fosse soltanto bisogno di contatto umano? La guardo di nuovo. «Teddy, stai dicendo sul serio?»
  «Non sto dicendo nel senso che intendi tu. È solo... che ne diresti di farmi compagnia, per stanotte? Sai così ci consoliamo. Puoi invitare anche Mark. Così facciamo un trio di single e depressi».
  No, non voglio anche Mark. Mi è venuta una mezza idea, anche se cretina e lui rovinerebbe tutto. Non so come, ma lui capisce, e da Dottor Bollore qual è, sono sicura che approva. Me l’aveva già detto che secondo lui dovevo consolarmi con qualcuno ed è davvero così grave se lo faccio con Teddy Altman? Ci guarda e fa: «No. Io torno a casa, a dormire. Voi... divertitevi». Ha quello sguardo. Ha sicuramente intuito, a Mark non posso nascondere assolutamente niente. Sorrido. Massì in fondo che male c’è? Guardo Teddy. «Va bene, vengo volentieri a casa con te». Ci alziamo e mentre stiamo per andarcene, Mark mi prende per un braccio.
  «Allora... tu e Teddy mangerete insieme il poundcake stanotte?»
  «Mark, sei tremendo! Sì, penso di sì. Cioè mi piacerebbe, ma non so se lei...» osservo.
  «La convincerai, Torres» risponde il mio migliore amico, cercando di non ridere. «Da che ti conosco hai sempre ottenuto tutto quello che volevi... O meglio, tutti quelli che volevi».
  Mi sforzo di fare un’espressione scandalizzata, poi mi affretto a seguire Teddy fuori. Da lontano sento Derek chiedere: «Mark, ma che succede?»
  «No niente. Callie e Teddy avevano voglia di un sorbetto insieme. A casa invece che al bar...» mi volto e vedo che tutti ci stanno guardando, attoniti. Faccio scorrere un dito sulla gola in direzione di Mark, poi finalmente ce ne andiamo.
 
Il giorno dopo
 
Teddy e io abbiamo passato la notte a casa sua e ora ci stiamo preparando per andare in ospedale. Non ci è sembrato strano neanche per un momento svegliarci insieme, prepararci insieme e uscire di casa insieme. Siamo quasi arrivate, quando arriva Cristina di corsa e inizia a camminare insieme a noi. Sembra che muoia dalla voglia di dire qualcosa. Noi la guardiamo e io le dico, cauta: «Ciao Cristina. Che ti succede?». Lei guarda prima Teddy e poi me e viceversa.
  «Mark mi ha detto una cosa. Cioè in realtà gli è scappata. Ieri sera, da Joe. Spero non sia vero. Cioè lui era sbronzo, può darsi che si sia confuso. Mi ha raccontato una cosa su voi due. Ma è impossibile, no? Insomma sono stata da Joe tutta la sera, a lavorare, l’avrei saputo». Il suo sguardo passa da me a Teddy. «Dottoressa Altman, mi dica che non è vero». Mark ha parlato? Oddio questo non l’avevo previsto. È sempre il solito, non gli si può mai chiedere di mantenere un segreto. Io e Teddy ci guardiamo, a disagio.
  «Callie, ti prego. Ti prego dimmi di no» dice guardandomi implorante. Ma perchè l’idea le da così fastidio? È strano.
  «Che cosa ti ha detto Mark?» le chiedo, per prendere tempo, mentre con la mente lo uccido in cento modi diversi. Non gli dirò mai più niente. Giuro. Però Cristina potrebbe aiutarci, non sta in ospedale quindi non rischia di parlarne con altri. Può darsi che lo renderemo pubblico, non c’è motivo di non farlo, ma tutto a tempo debito. Siamo quasi arrivate in ospedale e io senza pensarci, dico a Cristina: «Ci vediamo dentro. Io vado a prendere un caffè. Vieni Teddy?»
  «N-no. Io non entro. Non ancora» risponde Cristina, fermandosi di colpo. Certo, lei non entra. Per quello avevo pensato che poteva aiutarci dal momento che non sta in ospedale. Che ovvietà. All’improvviso mi viene in mente una cosa. Dico a Teddy di aspettarmi al chiosco del caffè e rimango indietro con Cristina. Aspetto che Teddy sia entrata poi mi rivolgo a Cristina.
  «Che cosa ti ha detto Mark, Cristina?»
  «Mi ha detto... ma è talmente assurdo... che tu e la Altman andavate da lei per la notte. A gustarsi un sorbetto, parole sue. Però intendeva... che avreste fatto sesso. Non è vero. Dimmi che non è vero».
  «Cristina, non so come dirtelo... però sì è così. Ma adesso spiegami, primo perchè Mark te l’ha detto e secondo cos’è che ti da tanto fastidio? Siamo due donne adulte, single e depresse».
  «Me l’ha detto, perchè a quanto pare era talmente eccitato e stupito che fosse successo, che doveva per forza dirlo a qualcuno e lì c’ero solo io. Gli altri erano già andati via quindi l’ha detto a me. Sembrava... contento. Non so perchè mi da fastidio Torres. Non so neanche se mi da davvero fastidio. Forse devo solo farci l’abitudine. Okay... ciao». Si volta e si incammina verso casa sua. Io comincio ad avviarmi verso l’ospedale, quando la sua voce mi richiama.
  «Callie?»
  «Che c’è?» le chiedo voltandomi di nuovo. Lei mi guarda perplessa. «Tu e Teddy? Sul serio?»
«Sì sul serio, a quanto pare!» rispondo scoppiando a ridere. «Io e Teddy. Io e la migliore amica della mia ex-fidanzata, che per inciso mi ha lasciata in aeroporto per andare in Africa!»
  «Ti stai vendicando! È una vendetta nei confronti di Arizona!» esclama Cristina, con l’aria di qualcuno che capisce qualcosa all’improvviso. Io mi fermo e la guardo. È una vendetta? Mi sto davvero vendicando? Forse in parte è così, ma non del tutto.
  «Non lo so, Cristina. Forse sì, forse è una vendetta. Sono una persona orribile?»
  «Io non giudico, Torres, lo sai» fa Cristina stringendosi nelle spalle. A questo punto si volta e se ne va. Io raggiungo Teddy che mi stava aspettando al chiosco del caffè.
  «Che voleva la Yang?» mi chiede. Io le sorrido. È davvero solo una vendetta? Sono così insensibile? Forse no. «Voleva sapere se quello che le ha detto Mark riguardo a noi due e stanotte era la verità».
   «E tu che cosa le hai detto?» dice Teddy, guardandomi allarmata.
  «Le ho detto che era la verità. Io mi fido di Cristina». Con il caffè in mano andiamo nello spogliatoio e ci cambiamo, poi usciamo, pronte a cominciare la giornata. Più tardi sono appena uscita dalla sala operatoria dopo una sostituzione d’anca e vedo Mark che mi viene incontro con il suo sorriso canzonatorio, stampato in faccia. «Callie! Allora? Che mi racconti?»
  «Non parlare» lo interrompo subito. «Sono arrabbiata con te!»
  «Arrabbiata e come mai?» mi chiede. «La notte con Teddy non è stata una buona idea?»
  «Smettila! Non fare battute! Con Teddy è andato tutto bene. Ma tu perchè l’hai detto a Cristina?»
  «Non so, dovevo parlarne con qualcuno e c’era solo lei» risponde lui. «Ma di che ti lamenti, lei non viene neanche in ospedale, gli altri non lo sapranno! Ma tu come fai a saperlo?»
  «Me l’ha detto stamattina» gli rispondo, secca. «Ha raggiunto me e Teddy e ci ha chiesto se era vero. Sembrava molto preoccupata, non so perchè. A parte che secondo lei mi sto semplicemente vendicando di Arizona».
  «E non è così?» mi chiede Mark, ironico. Io lo guardo male. «No! Ma per chi mi prendi? Non sono mica lei! Io non illudo le persone e poi le lascio in aeroporto!»
  «Non è solo una vendetta?» mi chiede Mark meravigliato. «Allora Teddy ti piace davvero».
  Io rimango ferma per un attimo a pensare. Allora Teddy mi piace davvero? Non lo so, forse sì. Probabilmente sì. Quindi mi piace Teddy, non l’avrei mai creduto. Guardo Mark sorridendo, senza parlare. Lui mi abbraccia. «Congratulazioni Torres».
  A questo punto se ne va, lasciandomi lì da sola con un’incredibile voglia di vedere Teddy. Mi guardo intorno. Ma dov’è Teddy? Non la vedo da un po’. Dato che ormai sono in pausa pranzo, mi dirigo verso la caffetteria, pensando che magari è andata a mangiare. Quando entro però, vedo chiunque tranne lei. Prendo un sandwich ed esco subito, per evitare domande imbarazzanti da parte di chi c’era ieri sera. Ho visto Derek e Owen, perciò preferisco evitare di incontrarli.
  Esco dalla caffetteria e inizio a cercare Teddy, ma sembra essersi volatilizzata. Passo davanti al reparto di pediatria e guardo dentro. Sento una stretta allo stomaco. «Strega» dico a bassa voce. Non posso credere che mi abbia fatto questo, credevo che mi amasse.
  Passo poi davanti alla nostra stanza privata e sento dei rumori strani, come se qualcuno stesse lanciando degli oggetti. Incuriosita apro la porta e rimango impietrita. Teddy, ha la sua borsa aperta ai piedi e sta lanciando lo stetoscopio e altri oggetti contro il muro. Sembra in preda ad una crisi isterica. Entro di corsa e la prendo per le spalle. «Teddy!» esclamo. «Teddy calmati! Sono io, guardami». Lei alza lo sguardo con aria smarrita.
  «Che cosa ho fatto?» fa lei smettendo di tirare le cose e sedendosi sul divano. «Mi sento in colpa».
  «In colpa?» le chiedo. «E perchè? Tu non hai fatto niente. È per stanotte?». Lei annuisce.
  «No, no, Teddy non devi assolutamente sentirti in colpa. Non ne hai motivo» le rispondo, tenendola per mano. All’improvviso faccio la prima cosa che mi viene in mente, la bacio. È una bellissima sensazione, ma lei si stacca quasi subito, con aria spaventata. «Che c’è?» le chiedo.
  «Callie, tu-tu... senti stanotte è stato stupendo, davvero. Non credevo che sarei mai stata con una donna e non avrei mai creduto che ci avrei provato con te. Ma non possiamo più farlo, insomma, la tua fidanzata è la mia migliore amica e...»
  «Ex-fidanzata, Teddy» la interrompo. «Ex. Arizona se n’è andata, starà via tre anni! Perchè devo soffrire per una cosa che ha fatto lei? Ho sofferto troppo in questi anni. Adesso voglio solo...stare bene. O almeno provarci. E stare con te mi fa stare bene. Non sentirti in colpa». Lei mi guarda, ha un’espressione veramente triste.
  «Voi due eravate la coppia perfetta, io mi ispiravo a voi due. Non riesco a credere che sia finita così. Sembravate fatte l’una per l’altra». Appoggia la testa sulla mia spalla e io la stringo. Teddy. È davvero incredibile, eppure eccomi qua. Con un sospiro le rispondo: «Eravamo Teddy, hai azzeccato l’espressione. Senti, anche per me stanotte è stato stupendo e a proposito... vorrei proprio replicare». La guardo sorridendo e finalmente riesco a strapparle una risatina. Siamo pronte per scappare nella stanzetta, quando il mio cercapersone suona. È un’emergenza. «Devo scappare. Ci vediamo a casa» dico a Teddy, poi con un bacio veloce corro via.
  Più tardi la mia emergenza si è risolta e vedo Teddy che mi aspetta appoggiata al bancone. È la prima volta che la trovo sexy, ma lo è. Veramente. Mi avvicino a lei. «Andiamo?» mi fa. Ci cambiamo e poi torniamo a casa. Sono tornata nel mio appartamento. Mark mi ha fatto capire che non gli andava di trovarci insieme sul suo divano, mi sembra chiaro.
  Entriamo in casa e ci togliamo le giacche. «Allora...» dico rivolta a Teddy. «Ti sei calmata? Stai un po’ meglio adesso? Dai siediti, adesso beviamo qualcosa e parliamo un po’, okay?»
  Riempio due bicchieri di vino e ne porgo uno a Teddy, sedendomi sul divano accanto a lei. Teddy ne beve un sorso e lo appoggia sul tavolino. Poi lo toglie di mano anche a me.
  «Che stai facendo?» le chiedo, con aria incerta. Lei si sporge verso di me e mi bacia.
  «Non ho molta voglia di parlare» mi fa. Io le sorrido. «Questo è perfetto. Nemmeno io». La bacio di nuovo e le tolgo il maglione, lasciandolo cadere sul pavimento.
 
Chiudo la porta di casa e raggiungo Teddy in cima alle scale. Ormai lo facciamo ogni giorno. Di andare al lavoro insieme dico. In realtà facciamo anche altre cose. Molte altre cose. Arriviamo in ospedale e la prima persona che vediamo è Cristina. Mi fermo a parlare con lei e lascio Teddy, che mi guarda con uno sguardo che potrebbe definirsi vagamente geloso. L’idea mi piace. Moltissimo.
  «Cristina! Che ci fai in ospedale?» le chiedo meravigliata. Lei mi sorride e mi risponde: «Ora sono pronta. Il momento di crisi mi è passato. Contenta?»
  «Se tu sei contenta, io sono contenta, Cristina. Sarà utile averti intorno. Tu sei l’unica a saperlo».
  «A sapere cosa?» mi chiede. Poi si ferma. «Aspetta... tu e Teddy? State ancora... sai... insieme?». Io la guardo per un attimo. Stiamo insieme? Beh di sicuro ci frequentiamo, andiamo a letto insieme, passiamo la notte l’una a casa dell’altra. «Sì una specie» le rispondo. Lei annuisce e se ne va. Sto per andarmene anch’io, quando sento la sua voce che mi chiede: «Lo direte agli altri?»
  «Non lo so. Forse sì. Penso proprio di sì».
  Vado a cambiarmi, poi inizio a passeggiare nei corridoi, controllo i miei pazienti e rifletto sul modo in cui potremmo farlo sapere agli altri. Non voglio mantenerlo segreto, mi sembra di fare qualcosa di sbagliato. Non vedo Teddy fino all’ora di pranzo, poi la incontro al bar. La vedo e vado subito a sedermi al tavolo con lei. Mi guarda perplessa e mi chiede: «Sei impazzita? Perchè ti siedi con me?»
  «Ho deciso di dire basta» le rispondo. «Basta ai segreti, basta ai sotterfugi e basta alle bugie. Non so cosa stiamo facendo, se stiamo insieme o che cosa, ma voglio renderlo pubblico».
  Per renderlo ancora più chiaro le metto la mano sul collo, la faccio voltare verso di me e la bacio. Così, all’improvviso, senza riflettere. Tutte le teste della caffetteria si girano subito a guardarci. A bassa voce Teddy, fa: «Quando si dice fare le cose per gradi...»
  Sorride e accenna un saluto con la mano. Okay, lo ammetto, è imbarazzante. Almeno non dobbiamo più tenerlo nascosto questo è positivo.
  Nel pomeriggio siamo un continuo bersaglio per commenti e battute, generalmente benevole. Derek ci blocca davanti al tabellone. «Era un bacio serio? Non avevi perso una scommessa Torres? Quella storia del sorbetto di Sloan era vera?»
  «Sì è tutto vero. Anche la storia del sorbetto, Mark è sempre il solito. Ho deciso di non aspettare il ritorno di Arizona sempre che ritorni. Non se lo merita». Anche Cristina ci chiede se è vero che ci siamo baciate al bar. Io le chiedo: «Tu non ci hai viste?»
  «No» risponde lei. «Ma credo di essere stata più o meno l’unica. Ero in sala operatoria. Ah no, anche Sloan non vi ha viste. Ma noi lo sapevamo già, perciò...»
  Nel pomeriggio abbiamo entrambe una mezz’oretta di pausa. Ci vediamo in corridoio davanti al tabellone. «Stanzetta?» le faccio senza guardarla.
  «Puoi scommetterci» mi risponde Teddy, iniziando a correre via. Il problema è che io ho saputo che stasera sarò di turno, perciò non potremo vederci a casa. Quindi penso che Teddy dormirà a casa sua. Oppure da me, le ho dato le chiavi. Sfruttiamo ogni secondo della pausa e alla fine restiamo sdraiate a letto, aspettando che qualcuno abbia bisogno di noi. Finchè non ci chiamano io voglio restare qui, a letto. Si sta bene.
 
Sono in sala operatoria con Shepherd. Dobbiamo operare un ragazzo per un processo di frattura trasversale a livello di L3 e L4. Io non ho ancora precisamente iniziato a lavorare e a un certo punto squilla un telefono. «Dottoressa Torres, è il suo». Accidenti. Derek mi guarda sospettoso. «Va bene ho un minuto me lo dia».
  L’infermiera me lo passa e io esco dalla sala operatoria. «Pronto?»
  «Callie, ma da quanto è che non vai più a fare la spesa? Non c’è più niente di commestibile qui. Sì sono a casa tua, è più accogliente, poi ormai mi sento più a casa qui che da me. Ti dispiace?»
«Teddy, Teddy, okay, ascolta. Domani andremo a comprare qualcosa, te lo prometto. Non mi dispiace che tu sia da me. Te le ho date apposta le chiavi. Non so quando torno, nel caso ci vediamo domani mattina, okay?»
  «Okay, buonanotte» mi dice. La saluto anch’io poi riattacco. Non credevo che avrei trovato un’altra fidanzata. Intendo una seria che ti ricorda di fare la spesa. Mi infilo il cellulare in tasca, mi lavo di nuovo, cambio mascherina e rientro in sala. Derek mi guarda con un leggero sorrisetto, molto da Mark. «Chi era al telefono? La Altman?»
  «Derek piantala. Sì era Teddy. Ma non fare battute. Vabè magari un pochino». Sorrido. Anch’io farei delle battute se fossi al posto suo.
  «Signori avete sentito?» dice Derek ad alta voce. «La Torres non vuole sentire battute sulla sua vita sentimentale. Possiamo solo dire che è felice accanto alla dottoressa Altman. Giusto Torres?»
  Io scuoto la testa. Però è vero che sono felice accanto a Teddy, questo lo devo ammettere. Non posso dire di essere più felice di quanto non lo fossi con Arizona, quello è impossibile, però sto provando a ricominciare da capo. Credevo che sarebbe stata l’avventura di una notte e che alla fine Teddy avrebbe voluto dimenticare e invece, siamo ancora qui così. Non saprei dire se stiamo insieme o no, ma di sicuro ci andiamo vicino. Molto vicino.
  Quando torno a casa, Teddy è già a letto e mi sembra che stia dormendo. Mi preparo e mi infilo anch’io sotto le coperte, dopo averle dato un bacio sullo zigomo. Mi da una bella sensazione farlo, come di familiarità. Lei si gira e apre gli occhi. «Ciao. Sei tornata presto».
  «Non è presto, Teddy. Dormi adesso, ne parliamo domani». Lei annuisce e mi prende una mano. Allora io l’abbraccio. Lei chiude di nuovo gli occhi e si rilassa contro di me. Al mattino apro gli occhi e lei non c’è più. Mi ha lasciato un biglietto in cui mi dice che è andata di corsa in ospedale, ma che fra poco torna così possiamo andare a fare la spesa. Ha paura che non mangi? Io oggi invece sono libera tutto il giorno e scommetto che lei lo sa. Stasera potremmo uscire a mangiare! Così, per festeggiare non so cosa, magari la nostra nuova vita. Insieme. Mi sembra ancora strano pensarci.
Mi arriva un messaggio di Teddy. Non può tornare a casa prima del tardo pomeriggio, niente spesa. Pazienza. Però come le dico che stasera usciamo, allora? Idea! Vado in ospedale, la trovo e glielo chiedo! Sono un genio! Detto fatto. Mi vesto e corro in ospedale. Quando arrivo inizio a cercarla dappertutto. Non la trovo nei corridoi, sarà in sala operatoria. Guardo il tabellone, non vedo il suo nome. Okay non è in sala operatoria, sarà in sala medici. Non c’è neanche lì. Okay magari è nella stanzetta. Guardo dentro, ma c’è solo Karev insieme a una pseudo infermiera. «Scusate» mormoro imbarazzata. Mi chiudo la porta alle spalle e me ne vado in punta di piedi. Okay magari è andata al bar a prendere un caffè. No, non è neanche lì. Va bene niente panico, non può essere scomparsa.  
  Mentre corro nei corridoi, la Bailey mi afferra per un braccio. «Torres che ci fai qui?»
  «Sto cercando Teddy» le rispondo senza fermarmi. Non mi interessa se lo sapranno tutti. Provo a telefonarle, ma parte la segreteria. Maledizione! Qualcuno sta complottando contro di me, scommetto che è Arizona che mi manda i suoi influssi negativi dal Malawi. Okay devo smettere di odiarla. Vengo fermata di nuovo, questa volta da Mark. «Perchè corri come una pazza?»
  «Sto cercando Teddy» a lui posso dirlo. «Voglio chiederle di uscire». Lui scuote la testa. «Aspetta non ti seguo. Uscire? Non state insieme, o come vuoi definirlo, da un po’ ormai?»
  «Voglio dire per un vero appuntamento. La serata da Joe non conta. Solo che non la trovo».
  Riprendo a correre in giro, chiamandola circa ogni trenta secondi al cellulare, ma trovando sempre la segreteria. Dio! Ma non è possibile! Intanto la notizia che sto cercando Teddy si è sparsa. Devo sopportare le battute di Cristina e Meredith, oltre che di altre persone, tra cui Karev, ma l’unico lato positivo che potrebbe esserci e cioè che Teddy salti fuori, non si presenta. Perfetto.
  A questo punto sono disperata. Sono pazza ma faccio l’unica cosa che mi viene in mente: le mando un 911 al cercapersone. Dopo che l’ho inviato, rimango all’accetazione, sapendo che fra non molto dovrebbe apparire. Infatti, pochi istanti dopo la vedo arrivare di corsa. Sembra terrorizzata. Si ferma davanti a me, col fiatone. «Callie! Stai bene? Perchè mi hai chiamata?»
  «Vuoi uscire a cena stasera? Per rivivere il primo appuntamento che non abbiamo mai avuto».
  «Aspetta» risponde lei, fermandomi con una mano. «Vuoi dire che non hai niente che non va? Che mi hai mandato un 911 soltanto per chiedermi di uscire? Okay, va bene, ma non potevi chiedermelo in un altro modo?»  
  «Ci ho provato, ma non ti ho trovata da nessuna parte! Si può sapere dov’eri?» esclamo.
  «In bagno» fa lei stringendosi nelle spalle. L’unico posto dove non ho guardato. «E poi in terapia intensiva a controllare un paziente. Sei venuta apposta per chiedermi questo?». Io annuisco. Lei sorride, mi da un leggero bacio sulle labbra e risponde: «Ci vediamo sotto casa alle otto».  La guardo allontanarsi, con un sorriso. Sono felice di uscire con lei stasera. Mi giro per andarmene e mi trovo faccia a faccia con la Bailey. Dallo sguardo che ha capisco che ha assistito a tutta la scena. Le passo accanto con un lieve sorrisetto e me ne vado. Quando entro in casa, mi faccio la doccia, poi inizio a pensare come vestirmi. Elegante ovviamente. Teddy come sarà? È strano uscire con lei, perchè sarà come un primo appuntamento, ma noi stiamo insieme da un po’ ormai. Stiamo insieme l’ho pensato ad alta voce. Pensare ad alta voce? Però è vero che stiamo insieme. Verso le sette e mezza sono pronta e suona il citofono. «Sì?» rispondo.
  «Tesoro sono arrivata, sei pronta? Io devo salire a cambiarmi». Tesoro? Non credevo che fossimo già arrivate a questo punto. Poco dopo entra in casa. «Mi sono fatta la doccia in ospedale, ma non avevo i vestiti eleganti». Circa venti minuti più tardi usciamo.
  La cena va molto bene. Il ristorante è carino, elegante al punto giusto e la compagnia è davvero piacevole. Ma questo lo sapevo già. Parliamo di tutto e di niente, di quanto questa serata sia strana, dei nostri ultimi interventi. I soliti discorsi, insomma. È tutto molto romantico, ma niente di esagerato. Mi ricorda il primo appuntamento con Arizona. Non pensarci, non pensarci. Teddy me lo legge in faccia, che qualcosa non va. Mi prende una mano e mi chiede: «Che c’è?»
  «Questa serata è bellissima. Così bella, che mi ha ricordato il primo appuntamento con Arizona. E mi dispiace, perchè sono qui con te e intanto penso a lei». Lei sorride e scuote la testa.
  «Non dispiacerti» risponde. «Capisco benissimo. Sai quanto mi ci è voluto per dimenticare Owen?». Io annuisco. Certo che lo so. Per quello l’avevamo invitata a giocare a baseball, nella serata tra donne.
  Un paio d’ore più tardi torniamo a casa. Non è tardi e nessuna delle due ha voglia di dormire, perciò la degna conclusione di questa splendida serata è praticamente ovvia. Ci chiudiamo in camera da letto e iniziamo a continuare il nostro finto primo appuntamento.
  Siamo nel bel mezzo di un bacio molto intenso, quando sentiamo bussare alla porta. Ci guardiamo. «Sarà Mark che ha dimenticato le chiavi. Vado a dargli la copia di riserva».
  «Lascia stare vado io. Dove le tieni?» fa Teddy alzandosi e infilandosi una vestaglia. Io le spiego in che cassetto sono e lei va ad aprire. Silenzio. Forse non è Mark. «Teddy chi è?»
  «Callie... for-forse dovresti venire». Oddio chi è? Un ladro? Gary Clark? Ma Gary Clark è morto! Mi infilo qualcosa e la raggiungo. Quando vedo chi c’è sulla porta rimango impietrita e mi stringo a Teddy d’instinto. Anzi faccio di più , le passo un braccio intorno alla vita. «Tu che ci fai qui?» chiedo aspra.
  Lo sguardo di Arizona passa da me a Teddy soffermandosi su di lei per un attimo. Sorride e ha un’espressione carica di sensi di colpa. «Sono tornata da te» risponde.
 
  
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