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Autore: wghinta20    15/05/2007    10 recensioni
Miky e Yury una volta sposati si trasferiscono in Italia, dalla loro unione nasce un figlio.Tutto sembra andare per il meglio, ma con il passare del tempo la giovane si accorge di non amare più il marito e cade in una forte depressione. Nulla sembra possa ridarle la felicità, poi, un giorno per caso incontra il suo primo amore…
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Miki Koishikawa, Yuu Matsuura/Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Miki era alla guida della sua auto, si stava dirigendo verso la scuola come del resto faceva tutte le mattine da ben otto anni. La tangenziale quella mattina stranamente era abbastanza scorrevole, infatti, non aveva dovuto lottare tra urla e strepiti a suon di clacson per farsi strada, come accadeva di solito. Lungo il suo percorso non faceva altro che vedere i soliti alberi sulla destra, e soliti edifici in costruzione sulla sinistra, che lei tanto odiava; ormai conosceva perfettamente a memoria tutte le strade e le stradine seminascoste che poteva fare tutto il tragitto ad occhi chiusi, dalla partenza fino a destinazione. Qualche volta ci aveva provato per davvero a chiudere gli occhi per qualche secondo, come se quel gesto avrebbe potuto alleviare la triste agonia che aveva nel cuore. Dopo quei vani ed insani tentativi si era ripromessa di non farlo più, soprattutto quando insieme a lei c’era suo figlio; non poteva di certo mettere a rischio la sua vita, per via dei suoi momenti di folle sconforto . Nonostante quella mattina il cielo fosse limpido e primi raggi del sole preannunciassero una giornata pressoché primaverile, al contrario di quanto si potesse sperare, poiché la primavera era passata da un bel pezzo, Miki tutte le stagioni, tutti mesi e tutti gli anni si sentiva dentro sempre allo stesso modo, vittima di una gelida bufera senza fine.

Miki aveva aperto il finestrino e, dopo essersi guardata allo specchietto per sistemarsi un ciuffo ribelle che le cadeva sulla fronte, aveva acceso una sigaretta quasi senza accorgersene, totalmente rapita nel turbine dei suoi macabri pensieri. A quel punto il piccolo, che sedeva sul sedile accanto, vedendo la madre fumare espresse tutto il suo disappunto:

“Mamma! Ma cosa fai?! Fumi?! Lo sai che papà non vuole che tu fumi in macchina!”

La donna aveva udito quelle parole in lontananza ma quel tanto che bastarono a riportarla alla realtà. Dopo essersi girata con lo sguardo verso il bambino chiese: “Jacopo hai detto qualcosa?" Il bimbo con occhi straniti rispose: “Mamma! La sigaretta!” “Come?” Chiese la giovane sgranando gli occhi dalla sorpresa.  “Guarda cos'hai a destra” rispose il figlio con una smorfia di disapprovazione. La donna si voltò dall’altra parte e vide che tra l’ indice e il medio teneva una sigaretta, il cui fumo stava invadendo tutta l’auto. “Ah! Dici questa! Ah ah ha ha!” rise falsamente Miky; poi, per stemperare la situazione un pò tesa, prese in giro il bambino: ” Certo che sei proprio pignolo come tuo padre, non ti sfugge nulla!!” Jacopo si girò verso la madre e a braccia conserte le rispose “Si….e tu hai sempre la testa tra le nuvole come dice papà!”

[...Accidenti a te Yuri! Hai visto cosa significa quando parli troppo con tuo figlio di come ero o di come eravamo da ragazzi?!?! ... Certo che Jacopo ti assomiglia in ogni minimo particolare: capelli biondissimi, come i tuoi; carnagione chiara, come la tua...per non parlare dei lineamenti del viso cosi angelici, proprio come i tuoi! Da me forse può aver ereditato il fisico snello e agile, e l’amore per lo sport...]

“Cambiando discorso" proseguì la donna "hai ripassato le tabelline?"

“Si signore!” rispose furbetto il bambino

“Su avanti fammi sentire” ordinò Miki.

Il bambino recitò diligentemente le tabelline fino all’arrivo alla scuola elementare. Dopo essersi salutati, Miki ripartì per raggiungere il suo negozio di articoli sportivi.
Arrivata a destinazione parcheggiò la sua auto e scese a passo svelto dirigendosi verso il suo negozio, inconfondibile perché, a differenza degli altri, era perfettamente curato sin nei minimi particolari: insegna ben in vista e sempre ben illuminata che attirava l’attenzione degli ipotetici clienti con la scritta “MiKi The Best Sport Articles Shop"; l'insegna era su un edificio costruito con mattoni rossi a vista, e alle due estremità vi erano poste due finestre arcate di media grandezza; infine, la porta di ingresso era stata costruita con un materiale in vetro fumè. Grazie a quest’insieme di caratteristiche il negozio di Miki diventò in soli tre anni dalla sua apertura il più gettonato negozio sportivo di tutta Via Monte Napoleone.

Entrata in negozio Miki salutò la commessa con un cenno delle mano, poi si tolse il cappotto e lo mise sull’ appendiabiti, e si diresse verso il bancone dove la giovane commessa stava ascoltando una canzone che stavano trasmettevano per radio e ne tamburellava il ritmo con i polpastrelli.

“Buongiorno Sara! Come va? Tutto bene?” domandò Miky. La commessa rispose cordialmente: “Bene,e lei?"

[Da schifo!] Avrebbe voluto rispondere Miki, invece si limitò a fare uno dei suoi sorrisi di circostanza e rispose: “Tutto bene, grazie.”

Erano trascorse poche ore dall'apertura del locale...Per Miki quel tempo sembrava un'eternità, ai suoi occhi quella stanza con gli scaffali e gli ultimi articoli ben sistemati non rappresentavano altro che una prigione senza uno spiraglio di luce, una prigione dalla quale voleva fuggire via...ma non poteva.
Nel tardo pomeriggio, Miki si trovava nel suo studio alle prese con la contabilità quando squillò il telefono. Dopo pochi secondi la commessa rispose, materializzandosi poco dopo nello studio e avvisando la proprietaria del negozio che suo marito l’ attendeva al telefono; con passi pesanti la donna si trascinò al telefono e, come al solito, assunse un atteggiamento convenzionale. “Pronto? Ciao Yuri!! Come stai?"

Dall’altra parte uno Yuri tutto pimpante rispose: “Ehilà Miki! Io sto benissimo...soprattutto ora perchè sto parlando con te!”

La donna fingendosi felice rispose: “Ne sono felice! Ascolta Yuri, devi dirmi qualcosa?” 

Il ragazzo, un po’ stupito per la risposta, disse: ”No no nulla! Volevo solo salutarti” Poi aggiunse: “Miki purtroppo hanno bisogno di me ora… a stasera, ti amo!”

“Ti amo anch’io” rispose lei.

Dopo essersi salutati Miki a passo svelto si diresse verso lo studio quando la voce della sua giovane commessa la fermò dicendole: “Certo che lei è proprio una donna fortunata!”

Miki si girò e chiese: ”Come?”

“Dicevo che lei è davvero una donna fortunata, è difficile trovare un marito come il suo” ripeté la giovane visibilmente imbarazzata.

"Eh già, sono molto fortunata” rispose con un tono incolore la donna andandosene via.

Ritornata nel suo ufficio Miki ripensò a quello che le aveva appena detto la sua collaboratrice: sapeva benissimo che poteva ritenersi una donna molto fortunata, poteva contare su un bravo padre e un buon marito, ma allo stesso tempo tutto questo non le bastava più, anzi le continue attenzioni dell’uomo erano diventate fonte di disagio, perché in quelle circostanze la donna doveva mostrarsi altrettanto disponibile e affettuosa, quando in realtà non ne aveva nessuna voglia...ma d’altronde...cosa doveva fare?

Non poteva di certo dire al suo consorte che non lo amava più; a volte avrebbe voluto parlare con il suo Yuri di questa sua crisi esistenziale, ma provava molta vergogna, mista ad una forte paura di perderlo per sempre.
 
Era una domenica mattina come tutte le altre: Miki come al solito stava sistemando la camera da letto quando, improvvisamente, squillò il telefono.

La donna urlò a gran voce: “Jacopo rispondi tu!" e sentì il figlio dire qualcosa al telefono ma senza capirci nulla. Dopo alcuni minuti vide il bimbo affacciarsi con la sua testolina bionda sulla soglia della camera e le disse: “Mamma ti vogliono al telefono”

“Uffaaaa!” sbuffò Miki per tutta risposta “Sarà qualche fornitore…ma adesso chiamano anche a casa?” e così dicendo aveva raggiunto il telefono, prese la cornetta in mano e rispose con fermezza “pronto…"

 

 

  
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