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Autore: Gra Gra 96    31/10/2012    5 recensioni
{Questa storia si è classificata prima al "Remember me" contest, indetto da sole}
«Razza di piccione troppo cresciuto, non ti muovere! È ora di porre fine alla tua squallida esistenza, non trovi?» e fece una pausa, come se attendesse davvero la risposta del gallo.
«Chicchirichì, chicchirichì!» rispose infatti, gonfiando il petto e ostentando la cresta.
«Insolente! Come osi dirmi una cosa del genere?» sbottò il suo interlocutore.

Severus Piton alle prese con un simpatico galletto. Leggere per accertarsi del preoccupante stato mentale dell'autrice.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Rubeus Hagrid, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Severus Piton meets a chicken.

Severus Piton odiava le vacanze estive per svariati motivi. Innanzitutto veniva meno il suo passatempo preferito: strapazzare gli studenti. Per due lunghi mesi non poteva intimare il silenzio alla Granger, terrorizzare Paciock e, soprattutto, riversare su Potter tutto l’odio che provava nei confronti di suo padre. Rinunciare a tutto questo non era affatto facile.
Era inoltre costretto a uscire di casa con indosso un ridicolo mantello bianco, poiché quello nero che indossava giornalmente avrebbe attirato eccessivamente il caldo. Impossibile dimenticare le risatine sguaiate di Bellatrix quando, tanti anni orsono, aveva commesso l’errore di presentarsi così abbigliato ad una riunione di Mangiamorte.
Tra l’altro nel mese di Agosto si svolgeva la solita irritante festicciola estiva del corpo docenti di Hogwarts. La partecipazione era obbligatoria: Silente scherzando (fino a un certo punto) ribadiva spesso che chi non si fosse presentato, avrebbe potuto tranquillamente cercare un altro impiego. Ogni anno la festa veniva organizzata nell’abitazione di un professore diverso. Avvertiva ancora un profondo senso di ribrezzo nel ricordare quando casa sua era stata designata come luogo del raduno.
 
«Severus, è arrivato il turno. Quest’anno sarai tu a organizzare tutto. Sono certo che farai un ottimo lavoro, dico bene?» aveva detto Silente, un sorriso candido dipinto sul volto.
«Preside, non mi sembra affatto una buona idea…» aveva iniziato l’altro.
«Davvero? Curioso, perché a me sembra splendida!». E con queste parole il vecchio mago aveva considerata conclusa la discussione. Era dannatamente bravo a incastrare il prossimo con diplomazia, specialmente se si trattava di un certo professore di Pozioni.
«Ah, naturalmente non dovrai occuparti del pranzo da solo. Hagrid dovrebbe passare in giornata con uno dei suoi polli migliori. Tu dovrai solo occuparti della cottura.» aveva aggiunto con molta nonchalance. Severus aveva trattenuto a stento le imprecazioni.
Non solo gli era stato affidato il compito ingrato di organizzare l’evento, ma ciò implicava anche una visita fuori programma di quel bestione del guardiacaccia!
Addio pomeriggio di relax con tanto di televisione babbana e granita di gelsi.
Dlin Dlon. “Neanche il tempo!”, pensò, mordendosi la lingua dolorosamente.
«Ciao, Piton. Ecco qui il pollastro!» tagliò corto il mezzo gigante, che probabilmente apprezzava la sua compagnia quanto quella di un serpente a sonagli. Almeno in una cosa si trovava d’accordo con lui, per quanto lo ripugnasse ammetterlo.
«Grazie.» sibilò infatti, mentre si affrettava a prendere la bestiaccia per le zampe, richiudendo con un sonoro tonfo la porta in faccia ad Hagrid.
Poi scrutò torvo l’animale, chiedendosi se fosse ancora vivo. Una forte beccata all’altezza del naso e un sonoro chicchirichì funsero da risposta.
«Che tu sia maledetto!» ringhiò, massaggiandosi la parte lesa. Il pollo approfittò del momento di distrazione del suo futuro omicida per sgambettare via allegramente.
Quell’antro buio e sporco che Severus si ostinava a chiamare “casa” lo incuriosiva non poco e avrebbe voluto esplorarlo da cima a fondo.
«Razza di piccione troppo cresciuto, non ti muovere! È ora di porre fine alla tua squallida esistenza, non trovi?» e fece una pausa, come se attendesse davvero la risposta del gallo.
«Chicchirichì, chicchirichì!» rispose infatti, gonfiando il petto e ostentando la cresta.
«Insolente! Come osi dirmi una cosa del genere?» sbottò il suo interlocutore.
Poi si diresse in cucina, dove prese una grossa pentola che riempì d’acqua e mise sul fuoco. Dopo di che, decise di indossare un grembiule per evitare di sporcarsi l’abito. Purtroppo ne riuscì a trovare solo uno rosa, decorato con pizzi e roselline di seta.
“Questo è troppo!” pensò, stringendo i pugni dalla rabbia, ma lo indossò lo stesso. Non poteva mica rischiare di macchiarsi con il sangue del galletto!
Sogghignando e stringendo tra le mani un coltellaccio affilato, andò alla ricerca della sua vittima, mentre fischiettava un allegro motivetto.
«Polletto, dove sei? Vieni dallo zio Severus!» disse in tono rassicurante.
«Chicchirichì!» rispose il credulone, sbucando fuori da sotto il divano.
Sempre con un innaturale sorriso stampato sulle labbra, l’uomo si avvicinò e accarezzò il capo del gallo, prima di afferrarlo per la gola e per le zampe. Lo portò in cucina e fece per infilzarlo con il coltellaccio, quando lo guardò negli occhi per l’ultima volta e… non se la sentì. Per quanto odiasse quel pollastro, non riusciva a ucciderlo. Era ridicolo, sì.
«Oh, Salazar!» imprecò a gran voce. «Perché sono così sciocco? Perché ho pietà di lui? Cosa mi impedisce di porre fine alla sua misera esistenza?».
«Chicchirichì!» commentò quello, pieno di riconoscenza.
Severus si lasciò andare su una sedia e nascose il capo tra le mani. La pietanza principale del pranzo che avrebbe dovuto servire il giorno seguente si era appena volatilizzata. Cos’avrebbe raccontato ai suoi colleghi?
A. Il pollo è scappato. No, avrebbe fatto la figura dell’idiota ad esserselo lasciato sfuggire.
B.L’ho lasciato cuocere troppo a lungo e si è carbonizzato. Non gli avrebbero creduto: in quanto professore di Pozioni, eccelleva nel calcolo preciso dei tempi di cottura.
C. Mi è stato rubato da Potter e i suoi amici. Quei tre (fortunatamente) non sapevano neanche dove stava di casa.
D. Ho avuto compassione di lui. Addio alla sua nomina di cattivo della situazione.
E. Sono diventato vegetariano, pertanto ho preparato un pranzo a base di verdure. Sì, questa poteva andare!
 
A ripensarci, sarebbe stato molto, ma molto meglio prendere in considerazione una delle prime quattro ipotesi. Da quel giorno, infatti, a Hogwarts gli elfi domestici ebbero l’ordine di servigli solo ed esclusivamente ripugnanti verdure bollite!


Note: leggendo questa storia avrete potuto certamente notare come il mio stato mentale peggiori di giorno in giorno. Per chi non mi conoscesse ancora (fortuna per lui), sì, Gra Gra 96 non è del tutto sana di mente e spesso ogni tanto pubblica storie abbastanza anormali (vedi la Grattastinchi/Felpato o la Ron/Hermione in cui è presente il simpatico ragnetto Frankie). No, questa non è pubblicità occulta. Sarà meglio per voi che vada. Baci.
  
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