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Autore: archadhia    01/11/2012    3 recensioni
Due fratelli che si voltano le spalle a vicenda per l'ultima volta. Un ragazzo danneggiato che spera che la vendetta lo salvi. La scelta che li segnerà, senza ritorno.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Regulus Black, Severus Piton, Sirius Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il cielo terso di un Sabato di Giugno e un’ombra intermittente di fronte a me: l’Espresso che lascia la stazione di Hogsmeade, sferragliando senza alcuna fretta. 
Il riflesso della tua risata sguaiata su un finestrino degli ultimi scompartimenti.
Ma non torni a casa, fratello. Vai da James, dalla tua nuova famiglia, quella che ti sei scelto.
 Il tuo riflesso si ingrandisce man mano che il treno si allontana, ingoia l’intero vetro e oltrepassa i bordi, riempiendo lo spazio intorno. Mi opprime, esattamente come la tua indifferenza.
Come può esserti così facile?
Neanche io torno a casa. Il Marchio brucia e questa volta non ho intenzione di andare a prendermi elogi di seconda mano. 
Sto aspettando Severus, anche lui è rimasto. Ce ne staremo per conto nostro per un po’.  Lui è come me, può capire. O forse sarebbe meglio dire che io sono come lui.
Cosa farai quando scoprirai quello che sono diventato?  Cosa dirai? 
Il mio rifiuto alla tua richiesta di seguirti e abbandonare la nostra famiglia ti avrà sollevato. Finalmente sei libero, perciò non ti disturberai a fare o dire niente.
Non ti capisco, mi hai detto, perché li ascolti?
Io seguo le loro regole, Sirius.
Ma è quello che vuoi?hai chiesto.
Date le circostanze, sì. E’ quello che voglio.
E le circostanze prevedono che tu non faccia più parte della mia famiglia.
E il Marchio adesso brucia come l’inferno, ma è l’unico modo che ho di vivere senza di te.
 

§§§

 
Hai gli occhi lucidi stamattina. Ti osservo da un po’, dal mio tavolo all’altro lato della Sala Grande: esiti, ti torturi le mani e  stai sul bordo della panca, sembri sul punto d’alzarti ma continui a restartene lì, in bilico.
La tua compostezza è esasperante, Reggie.
Non so cosa sia successo e spero che non c’entri niente quel fallito di Snivellus, ma non ho alcuna voglia di scoprirlo. Questo è l’ultimo pasto che consumo in questa scuola e intendo godermelo, così come intendo godermi quest’estate da James e la sua famiglia.  E il resto della mia vita.
 Ti ho chiesto di venire con me, di lasciar perdere le fesserie che tenta di metterci in testa nostra madre. Mi sono sforzato di non badare ai colori della tua veste, di non farmi distrarre dagli stemmi sopra il tuo letto e l’unica cosa che ho ricevuto è stato quello sguardo pieno di astio e rassegnazione che vedo da quando avevo undici anni.
Ora non ti posso più tenere d’occhio, Reggie. Ora devi decidere da che parte stare.
E spero con tutto il cuore che tu sia in grado di scegliere te stesso.

§§§

Sarà meglio affrettarsi, sono in ritardo e devo trovare Regulus, mi starà aspettando da almeno un’ora. Accidenti a Lestrange e alle sue chiacchiere.
Osservo il treno che si allontana e non posso che tirare un sospiro di sollievo: finalmente un po’ di tranquillità da queste parti.
Poi ti vedo: sei affacciato al finestrino dell’ultimo vagone e tieni gli occhi chiusi e il viso rivolto al sole, incitando quei tuoi sciocchi amici a fare lo stesso.
Ti odio, Sirius Black.
Per la tua bellezza violenta, che mi ferisce occhi e orgoglio.
Per il fatto che avevi una famiglia da deludere, e di certo non ti sei fatto scappare l’occasione: potevi permetterti tutto ciò che volevi e lo hai disprezzato.
Io ero niente, e tu avevi intuito il male che avrei potuto fare se mi fossi ribellato alla mia vita: mi vedevi in lui, vero?
Il tuo fratellino: il meno bello, il meno eloquente, quello che abbassa la testa, che non reagisce.
Io e Regulus. Noi siamo come cenere tiepida che riposa sotto braci quasi spente. Che si alimenta da quel misero fuoco, attendendo il suo momento per alzarsi in volo, per cavalcare l’aria e finirti negli occhi.
Sì, ti sono entrato negli occhi. E, mentre eri accecato, mi sono portato via Regulus.
Pensavi davvero che umiliarmi quotidianamente potesse addomesticarmi?
Pensavi davvero che farmi così male, mi avrebbe messo a tacere?
Tu mi hai rafforzato. Hai rafforzato la mia convinzione di dover fare una scelta estrema.
Non hai fatto altro che alimentare il mio desiderio di vendetta - un bel lavoretto iniziato anni fa dal mio amorevole padre.
Sei stato tu a darmi l’energia per colpire dove ti fa più male.
Ah, dovresti vederlo adesso, il piccolo Regulus: così orgoglioso del suo Marchio, così devoto al Signore Oscuro. Così lontano da ciò che dicevi di sperare per lui.
Lo hai abbandonato senza voltarti indietro, perché non ha avuto il coraggio di mostrarti le sue lacrime, non è riuscito a chiederti di restare. E tu dicevi di volergli bene? Non lo hai mai amato, non ci hai neanche provato. Non ti sei mai preso il disturbo di capire il suo silenzio: l’unica arma che aveva contro il rumore assordante che scaturiva da tutto ciò che ti riguardava.
Quanto vorrei vedere la tua faccia quando scoprirai ogni cosa, Black. Quanto vorrei bearmi di ogni smorfia, ogni lacrima, ogni gemito che emetterai sapendo che, se Regulus ora è con me, se lui ha fatto questa scelta, è quasi del tutto merito tuo. Perché cercava un modo per essere qualcosa, lontano da te.  E io gliel’ho dato.
   
  
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