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Autore: Alessandra S    01/11/2012    3 recensioni
«Ehi - sussurrò - sai qual'è il colmo per un pupazzo di neve ?»
«No, Louis, non lo so, ma se devi dire una scemenza risparmiatela, non voglio che l'ultima cosa che sento prima di morire sia l'ennesima cazzata» risposi sorridendo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I'm broken, can you hear me ?

Capitol 9 (begin again)

 

Ps vi consiglio di leggere questo capitolo con "Little Things" come sottofondo, buona lettura !

 

Faith

 

Un'infermiera bussò forte alla porta della mia camera e io mi alzai dal letto, ancora insonnolita.

Le palpebre pesati e affaticate.

Aprii e sorrisi alla donna di mezza età che non esitò a ricambiare il mio sorriso.

Rientrai nella mia stanza e iniziai a vestirmi, per la prima volta dopo un anno e tre lunghissimi mesi indossai di nuovo i miei jeans e una normalissima maglietta.

Niente più camicie da notte bianche e deprimenti.

Mi lavai la faccia e spazzolai i miei capelli oramai incredibilmente corti.

La terapeuta era stata molto contenta di questa reazione, mi disse che iniziavo finalmente ad apprezzarmi.

Due settimane dopo il taglio di capelli incominciai a mangiare più volentieri la colazione, pasto che prima saltavo completamente.

Un mese dopo il taglio di capelli incominciai a non distogliere lo sguardo dallo specchio.

In tre mesi ero quasi totalmente guarita.

Dopo aver portato le mie valige alla reception mi diressi verso la mensa per fare colazione.

Mangiai lentamente.

Continuavo a pensare a cosa avrei potuto dire a Louis.

Era da un anno e tre mesi che non lo vedevo, e avrei dovuto dirgli che lo amavo.

Posai la forchetta e sospirai forte, prendendomi il viso tra le mani.

Mi asciugai svelta una lacrima che era sfuggita al mio controllo.

Mi alzai lasciando nel piatto il mio muffin e il pane con la marmellata.

Non ce l'avrei fatta a buttarli giù oggi, no, ero troppo preoccupata.

Louis sarebbe arrivato alle tre di pomeriggio, alle dieci avevo l'ultima seduta dalla psicologa, erano solo le otto.

Incominciai a camminare in modo scomposto per la clinica.

I pensieri affollavano la mia mente e rimbombavano fastidiosamente.

I pensieri uscivano dagli occhi, dalla bocca e dal naso.

I pensieri si facevano spazio sulla mia fronte, tra le mie sopracciglia e tra le mie labbra, incurvando ogni muscolo del mio viso verso il basso.

E nei miei pensieri c'era lui, in ogni pensiero, in ogni più piccolo pensiero.

Camminava per la mia mente, facendomi ricordare le sue iridi azzurre e pure come quelle di un bambino.

Camminava per la mia mente, facendomi pensare a quanto fossero belle le sue mani, grandi e calde e rassicuranti, così capaci di consolarmi, ogni volta che asciugavano le mie lacrime o passavano sulle mie guance.

Camminava per la mia mente, facendomi risentire la sua voce squillante e gioiosa che era sempre capace di dire qualcosa di stupido ma era anche capace di dire cose dolci.

Camminava per la mia mente e faceva camminare me.

A un certo punto mi fermai, non sapevo esattamente dov'ero, sapevo di esserci già passata una o due volte.

Mi guardai intorno spaesata.

Incontrai il mio riflesso in uno specchio posto su una colonna.

Non distolsi lo sguardo, non dovevo farlo.

Rimasi con i miei occhi incollati a quelli di quella persona che era ritratta su quella superficie splendente.

Quella ragazza mi sembrava così diversa rispetto a quella di una anno e tre mesi fa.

Aveva i fianchi più abbondati, aveva una quarantaquattro invece che una trentotto.

Aveva i capelli corti, non più quei capelli lunghissimi che usava per nascondersi quando non voleva farsi notare.

Aveva le lentiggini in mostra, non aveva più le guance piene di correttore per nascondere.

Aveva la pancia che curvava verso fuori, non più verso l'interno del suo corpo.

Aveva le cosce più grosse.

Aveva gli occhi rossi e gonfi, ma più sicuri, meno fragili.

Provai a sorridere, si formarono delle piccole rughe ai bordi degli occhi, le avevo sempre odiate.

Mi asciugai le lacrime e mi avvicinai allo specchio.

Quella ragazza che vedevo era totalmente diversa da quella di prima, era più grassa, sì, ma era meno fragile, era più sicura, era più forte.

E anche se odiavo ancora le mie lentiggini, le rughe che si formavano accanto ai miei occhi quando sorridevo e le mie fossette alla fine della mia colonna vertebrale sapevo di essere bella, sapevo che, un giorno, guardandomi allo specchio avrei pensato di essere perfetta, era solo questione di tempo.

Sorrisi di nuovo, mi girai, e tornai indietro.

 

Louis

 

Erano le nove del mattino ed io ero sotto la doccia che pensavo a Faith.

Oggi la dimettevano, oggi sarei dovuto andare a prenderla.

Oggi le avrei dichiarato il mio amore, dovevo farlo, volevo farlo.

Non potevamo andare avanti ad essere solo amici, io non ce la facevo, io la volevo.

Improvvisamente ebbi paura.

Sapevo che era cambiata tanto, Harry me la descriveva sempre, ogni volta che usciva dal centro riabilitativo mi chiamava e mi diceva in che modo era cambiata quel giorno.

Mi diceva se sorrideva o no, mi diceva di cosa parlavano, mi diceva se era ingrassata o meno.

Mi ricordo che un giorno mi chiamò e mi disse che sie ra tagliata i capelli, che ora li aveva corti corti, più corti dei miei.

Un altro giorno, invece, mi chiamò e mi disse che le cicatrici che aveva sui polsi e sulle gambe erano quasi totalmente guarite.

Sorrisi, non vedevo l'ora di vedere la nuova Faith.

 

Faith

 

Erano le tre, era l'ora di uscire da quella clinica.

Uscii dalla mia stanza e, insieme a un'infermiera, mi diressi verso la reception, dove, forse, mi stava aspettando Louis.

Speravo vivamente che non arrivasse in ritardo, non ce la facevo più a stare dentro quell'ospedale.

Appena entrai nell'ingresso d quell'immensa struttura lo vidi.

Era seduto su un divanetto vicino alle porte, con le mani stringeva forte i jeans e aveva le labbra serrate, erano ridotte solo più a una piccola linea.

Si guardava intorno, spaesato, sorrisi.

L'infermiera mi condusse al bancone, dove firmai il permesso di uscita e dove svolsi le ultime questioni burocratiche.

Sentivo il suo sguardo perforarmi la schiena.

Sentivo i suoi occhi esplorare ogni parte del mio corpo, li sentivo passare dalle mie gambe strizzate nei jeans che erano almeno due taglie più piccoli, alla mia schiena coperta da una maglia che mi aveva regalato Harry, dato che le mie non mi entravano più.

Finì frettolosamente di firmare molte scartoffie e mi girai piano verso Lou.

Sentivo il mio cuore martellare impazzito all'interno della mia cassa toracica.

Si era alzato e mi stava fissando.

Sembrava felice, soddisfatto.

Un sorriso dolcemente amaro dipingeva il suo volto.

Lo vidi avvicinarsi lentamente a me.

Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe.

Sentivo i suoi passi farsi sempre più vicini e veloci.

Sentivo l'ansia e la paura crescere dentro di me.

E poi sentii le sue braccia avvolgermi delicate ma forti allo stesso tempo.

Sospirai e, finalmente, sorrisi.

Mi strinsi al suo petto e lasciai che lui stringesse me.

Sentii le sue dita accarezzarmi i capelli delicatamente e il suo fiato caldo sbattere contro la mia pelle.

E poi sentii le sue labbra sulle mie e mi parve di sognare.

E poi sentii le sue labbra sulle mie e mi sentii volare.

E poi sentii le sue labbra sulle mie, e quindi le schiusi, per lasciare aperto il passaggio alla sua lingua che cercava la mia.

Mi baciò dolcemente e con forza allo stesso tempo.

Le sue braccia stringevano ancora forte il mio corpo e io mi sentii, per la prima volta nella mia vita, perfetta, perfetta e bellissima.

Una lacrima scivolò sulla mia guancia, ma la sua mano subito la asciugò.

I nostri visi si allontanarono, e lui mi sorrise dolcemente.

«Ti amo, Faith, ti ho sempre amata, e ora, ora ti amo ancora di più, sei bellissima, sai ? Per me lo sei sempre stata, per me sei sempre stata la ragazza più bella del mondo, e voglio stare con te, voglio proteggerti dal dolore e dalla pioggia, voglio proteggerti dagli altri e da te stessa, e voglio curarti, voglio curare le tue ferite e le tue malattie, voglio essere io quello che ti porta il tè a letto prima di andare a dormire, o quello che ti porta l'aspirina quando hai mal di testa, e voglio prendermi cura di te, voglio cucinare e farti trovare la tavola apparecchiata e la casa pulita, voglio portarti a fare shopping il sabato, o la domenica, oppure sia il sabato che la domenica, e voglio essere tuo amico, voglio che tu mi confida ogni più piccolo segreto, e voglio aiutarti a stare bene, e a farti vedere quanto sei bella, voglio amarti, ti voglio per me, tutta per me. Voglio tornare a casa la sera e trovare il tuo sorriso ad aspettarmi, voglio sedermi a tavola e guardarti negli occhi mentre ti racconto la mia giornata e tu mi racconti la tua, voglio essere parte delle tue giornate, della tua quotidianità, della tua normalità, voglio far parte della tua vita.» rimasi senza fiati, stupita e felice.

«Ti amo, Louis, da sempre».

Gli sussurrai il mio amore piano, sotto voce, all'orecchio, perché volevo fosse nostro, solo nostro e di nessun altro.

Posai di nuovo le mie labbra sulle sue e il calore pervase dentro di me.

Quando ci staccammo lui rise, rise felice, e la sua risata era cristallina e limpida, come quella di un bambino.

«Vieni, torniamo a casa, a casa nostra, quella che condividiamo nel centro di Londra, vicino a Piccadilly ...» «Va bene» dissi solo, piano.

Prendemmo le mie valige e ce ne andammo.

Tornammo a casa, a casa nostra.

 

***

Ok, Little Things è stupenda, e quando l'ho ascoltata, dopo aver pianto a dirotto, ho pensato fosse perfetta per questa Fan Fiction, è perfetta per Louis e Faith ... vabè a parte questo chiedo stra scusa per il mio stra ritardo.

Spero veramente che il capitolo ci sia pisciuto, perché a me è piaciuto da morire, è così ... diverso, è così ... boh ... è diverso, forse perché Faith finalmente si ama, e poi be' ... Louis si confessa *.* cjuvdwbifcweuicwbeqibwei Insomma !!!

Ah, ho aggiornato la mia Bio della pagina autrice, se volete buttateci un occhio !

Con amore,

 

Emy McGray

 

PS se volete seguirmi su twittere sono @_tomlmlinson !

 

                                                                                         


Dio amo questa canzone :')

                                                                     
 

   
 
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