Sento che fra poco questa fanfiction
arriverà alla tanto attesa conclusione: forse un giorno gli farò un piccolo re-styling quando l’avrò finita…Ma
per il momento, godetevi questo capitolo!
<< Preferirei dividere una sola vita con te che affrontare da
sola tutte le ere di questo mondo. >> (Il Signore Degli Anelli: La
Compagnia Dell’Anello)
OooO
Trovarsi di fronte a tanto lusso non era da tutti giorni e
trovarsi davanti a sette elfi che discutevano animatamente sul da farsi lo era
ancora meno...
Informati
da Caliwen sembravano scossi e piuttosto indecisi sul
da farsi, anche se due di loro avevano espresso due pareri diversi in merito: Minaothon (generale dell'Amore) sosteneva fermamente l'idea
di attaccare direttamente i Demoni, ma Narwain
(generale del Perdono) preferiva aspettare un po' fino
a quando le loro intenzioni non fossero state capite del tutto.
“Le
loro intenzioni sono chiare come il sole Narwain:
appena avranno fatto il lavaggio del cervello a quella bambina ce la ritroveremo di fronte come una delle peggiori nemiche
che mai avremo dovuto affrontare!”Esclamò Minaothon
per l'ennesima volta.
Dalla
parte di Narwain c'era Colinde
(generale dell'Umiltà), un'elfa talmente fatalista da
preferir lasciar scorrere il destino così come veniva senza intervenire per
apportarci alcuna modifica.
Mentre
a sostenere Minaothon c'era il generale del Coraggio:
Beren, forse il più impulsivo ed irrazionale di
tutti, però abbastanza pieno di buon senso da capire che era il momento di
agire e subito se non volevano che la frase del
generale dell'Amore si avverasse.
Ma
forse era già troppo tardi. Questo le amiche di Doremì
l'avevano capito, anche se preferivano non pensarci e
continuavano ad assistere al duello verbale insieme agli altri ragazzi, con un Kenta particolarmente apatico che prima di allora era stato
bersagliato di domande.
Tutti
sapevano di quella storia che aveva colpito la sua vita un paio d'anni fa e
l'aveva trasformata in un pallido rimasuglio di
sedentarietà e magnificenza: aveva perso un fratello per colpa di quei demoni e
dopo una breve spiegazione tutti avevano capito che quel fratello era il
manipolatore ed il più astuto pianificatore.
Lujuria, generale della Lussuria. Forse quel bambino
scomparso tra le nebbie del parco abbandonato di Kioto e dato per disperso o
peggio ancora morto.
Kenta non aveva mai smesso le sue ricerche: appena uscito
dall'orfanotrofio si era diretto a quel parco
completamente recintato, provando in tutti i modi a forzare i cancelli ed entrarvici, ma si ritrovò sbattuto a terra dai vigili,
unici sorveglianti del luogo.
Però
non si era dato per vinto e con un ultimo disperato
tentativo era riuscito a forzare un'apertura ed era anche riuscito a non farsi
scoprire mentre l'attraversava, così da poter vedere lo stato attuale delle
cose.
Sempre
desolato e privo dell'allegria che lo aveva contraddistinto negli anni
precedenti, ma non si sarebbe aspettato niente di diverso ed allora aveva solo provato ad arrivare al centro del posto...
Però, quando fu veramente vicino al punto, una strana energia gli
impedì di compiere il suo obbiettivo.
Si
ritrovò distanziato di un paio di metri ed allora
riprovò nuovamente, ma tutto ciò non servì a niente fino a quando una strana
forza più potente lo aveva messo alle strette e nonostante avesse provato a lottare,
fu scagliato lontano dal luogo, però senza alcuna ferita grave e fu allora che
capì: non era mai stato una persona normale.
Qualcosa
in lui che scorreva nelle sue vene gli aveva impedito di rovinarsi quando era
stato scagliato lontano, la stessa cosa che poi scoprì essere il suo potenziale
magico.
I
suoi genitori erano due elfi andati sulla terra per una breve vacanza, ma due
demoni li avevano scoperti e preferendo di gran lunga
attaccarli di spalle, preparano un'imboscata e li uccisero, ma non ebbero il
tempo di fare la stessa cosa con lui e Kazu...
Furono
recuperati dalla direttrice di un orfanotrofio poco
distante e da quel giorno furono accuditi e protetti come persone qualunque,
infatti i segni del loro corpo elfico erano stati
coperti da un incantesimo lanciato poco prima di partire...
Come
avesse capito tutto ciò era un mistero anche per lui e fino a quel giorno
l'unico nodo importante era stato il ritrovare il suo adorato fratello gemello.
Anche
se ora che lo aveva fatto si sentiva molto più infelice di prima e come se non bastasse quegli sciocchi dei generali sapevano che
lui era il figlio del generale dell'Ascetismo e volevano che prendesse il suo
posto: che s'arrangiassero, avevano fatto bene senza un generale fintanto
adesso!
Li
aveva rincontrati dopo tanti anni per colpa di quell'attaccamento
alla missioni di ritrovare il parente scomparso, diventando amico di una bambina che possedeva un'enorme potenziale magico e
forse suo fratello ne sarebbe stato attirato, ma non poteva immaginare quanto...
Ed
ora eccoli lì, davanti a volti conosciuti appena, tranne forse quello di Caliwen e dei bambini che aveva
accompagnato in quel tragitto.
“Ora
basta! Io vado a salvare Doremì!”
Una voce squillante lo risvegliò dai suoi pensieri e capì che ad aver parlato
era stata Simphony la più schietta fra tutte le
apprendiste.
“Ed
io ti seguirò!” Aggiunse Melody che aveva avuto il
coraggio di farsi sentire anche lei.
“Siamo
con voi!” Risposero all'unisono Akazuki e Tetzuia che furono subito seguiti
dai cenni d'assenso degli altri.
“Credo
che voi non siate nelle condizioni di andare ad attaccare da soli il regno dei demoni.” Affermò semplicemente Colinde giocherellando con una ciocca dei lunghi capelli
corvini.
“Forse
ha ragione, ma se continuiamo di questo passo, molto
probabilmente nessuno potrà mai più fare niente!” Replicò Mindy
che si era stufata di attendere ed ora aveva soltanto voglia di salvare
l'amica.
“Fate
come volete, ma vi dico una cosa...” La voce di Handir (generale della Saggezza) risuonò profonda e
rimbombante nella stanza delle riunioni, sovrastando i momentanei battibecchi.
“Chi
di voi possiede la magia, non raggiunge un livello decisamente
ottimale ed inoltre non possedete alcun membro del vostro gruppo che abbia
un'elevata capacità sensibile ai vari cambiamenti dei portali...Perciò
rischiereste di non riuscire ad arrivare mai al luogo in cui avete intenzione
di andare.” Il suo tono di voce, l'esperienza con cui pronunciava ogni parola
aveva lasciato a bocca asciutta buona parte dei ragazzi: strinsero i pugni impotenti, però una voce li soccorse.
“Li
accompagnerò io.” Kenta si eresse in tutta la sua
statura avvicinandosi ai ragazzi sotto gli sguardi turbati dei generali.
“Tu Kenta?! Sei impazzito?! Sei l'unico degno di prendere il
posto di tuo padre!” Esclamò Narwain.
“Ma
a che mi servirà un posto fra i generali se esso non
esisterà più perché distrutto dai demoni? Il problema di voi elfi è che credete
di avere tutto il tempo del mondo...Ma esso fugge e
rischiate di venirne folgorati!” Ribatté secco, mentre alcuni di loro
iniziavano ad inalberarsi.
“Vacci
piano ragazzo e cerca di avere più rispetto per i più
anziani, anche se in buona parte hai ragione.” Per la prima volta Belecthor (generale della Costanza) aprì
bocca, liberando un suono piuttosto gutturale.
“Se
voi signori, portaste rispetto per il desiderio di questi bambini di liberare
la loro amica, allora forse potrei cercare di essere
più educato.” Rispose a bruciapelo il ragazzo, guadagnandosi un'occhiataccia
bonaria da parte del generale dell'Amore.
“Le
tue ragioni sono accettabili Kenta, ma non pensi che
sia meglio portarti anche qualcuno che abbia più esperienza di te?” Tutti i
generali lo fissarono stupiti.
“Hai
intenzione di appoggiarli?!” Colinde
appariva scandalizzata.
“E
chi crede che sarebbe all'altezza di questo compito?” Chiese il biondo
ignorando lo stupore degli altri.
“Caliwen te la senti?” La ragazza
si fece avanti sicura di se.
“Puoi
starne certo padre!”
“Perfetto,
allora adesso vi chiederò solo un'ultima cosa: partite
subito, però prima equipaggiatevi al meglio cercando di stare leggeri e
questo ve lo supplico come un elfo preoccupato della sorte dei suoi figli,
quindi per favore ascoltatemi.” Coloro che sarebbero
partiti annuirono convinti e pronti a far tutto.
Ci vollero almeno due ventine di minuti per riuscire a scegliere le
attrezzature adatte ed alla fine ognuno di loro avrebbe portato con se
un'armatura resistentissima ai colpi diretti e sufficientemente resistente alle
magie di medio-alto livello. Inoltre ognuno di loro
aveva scelto un'arma su consiglio del generale dell'amore.
Le
nascosero sotto alcuni mantelli stregati in maniera
tale che rendessero i carichi dei ragazzi leggerissimi ed invisibili ad occhi
nemici.
“E
poi ho intenzione di donarvi questo.” Minaothon
schioccò le dita e per ognuna delle mano tese dei bambini, comparvero dodici
sacchetti che al tatto sembravano contenere polvere.
“Questa
è la polvere di Amdir: basta
alitarne un po' sul corpo di una persona ferita sia nel fisico, sia nello
spirito, per permettere una guarigione istantanea. Mi raccomando abbiatene cura perché essa perde un pezzo della sua
efficacia se viene utilizzata una seconda volta sulla
stessa persona.” I ragazzi ringraziarono per il dono e sotto lo sguardo
scettico dei generali contrari e sotto quello ansioso di quelli a favore,
partirono per trovare il portale che li avrebbe
condotti al regno dei demoni.
*
“Credo
proprio di aver trovato il portale: forza muovetevi,
non posso tenerlo aperto a lungo!”
E
così inizia il viaggio.
*
“Lujuria è dentro quella stanza da un po' di tempo: che
quella bambina sia riuscita ad utilizzare i poteri dell'haybane?”
“Impossibile:
anche se fosse in grado di farlo, questo posto è protetto da una barriera
impenetrabile e potentissima.”
“Perché
l'hai inventata tu ovviamente...”
“Sono
l'unico in grado di creare qualcosa di decente in questo posto...”
“Ha
parlato Mr-so-fare-tutto-meglio-di-chiunque-altro,
peccato che però il rapimento di quella ragazzina non sia stata opera tua!” Il
dialogo tranquillo si trasformò in una lite ed ovviamente l'ambiente si scaldò
subito.
Neid ed Orgueil non erano mai andati
eccessivamente d'accordo, ma i loro battibecchi
apparivano più limitati che con altri membri del gruppo, però in quel momento
avevano superato il numero massimo di litigi: forse perché entrambi erano
piuttosto invidiosi dell'ottimo operato di Lujuria
che sicuramente si sarebbe guadagnato qualcosa, oltre alla più completa fiducia
da parte del capo.
“Piantatela
idioti! Ho già mal di testa di mio, figurati con voi due che continuate a
discutere da stamattina come due galli in un pollaio.”
Il rappresentante dell'ira non era mai stato così arrabbiato e se il suo
sentimento avesse avuto una faccia sarebbe apparsa
spaventata da tanta ira repressa.
“L'affetto
che provate l'uno per l'altro mi commuove!” Esclamò Glotonerìa
guadagnandosi un paio di pugni da parte di Colère.
Lui
non sembrò scomporsi minimamente dopo le botte, anzi,
iniziò a mangiare con più gusto la mela che aveva già sbucciato.
“Vi
pregherei di calmarvi! È già abbastanza umiliante dover ammettere che uno di
noi è più in gamba di quanto ci aspettassimo ed è
riuscito dove noi abbiamo fallito...E pensare che è un nuovo arrivato!”
Sentenziò Geiz sbattendo un pugno sul tavolino della
stanza.
“Cosa, cosa? Da quanto tempo è che ci sarebbe questo Lujuria?” Chiese Sloth appena
svegliato.
“Se
tu stessi attento almeno una volta tanto durante le riunioni, sapresti che Lujuria è qui da quasi una decina d'anni ed è subentrato al
posto di Lust, morto misteriosamente molto tempo fa!”
Spiegò Glotonerìa assaporando l'ultimo pezzo di mela.
“Già,
in effetti mi ricordo che scomparse in circostante piuttosto ambigue e non
scorderò mai che, subito dopo di lui, apparve l'attuale generale.” Affermò Colère riprendendo un
po' di autocontrollo.
“Questa
faccenda è leggermente incomprensibile anche per delle creature piene di
scheletri nell'armadio come noi.” Sbuffò Orgueil spostandosi una ciocca di lunghi capelli rossi dal
viso e scrollando le spalle come per dire che non gliene sarebbe potuto
importare comunque.
“Credo
che dovremmo rimandare questa discussione a più tardi: sento un'odore piuttosto particolare nell'aria che non mi piace
affatto.” Sibilò Sloth per
la prima volta attento e concentrato.
Tutti
gli altri membri del consiglio dei generali alzò il
proprio naso per sentire a loro volta quel profumo che era riuscito a tenere in
allerta un pigrone come il rappresentante dell'accidia.
“Per
la prima volta sono d'accordo con te: questo odore non
è ne demoniaco, ne elfico ed ha qualcosa che non ho
mai annusato prima.” Colère scoppiò in una risata
finta allegra.
“Ve
lo dico io di chi è questo odore! Appartiene alle
streghe, ai maghi ed agli umani!” Tutti si stupirono.
“Che
cosa?! E come hanno fatto delle creature inferiori
come loro ad arrivare fino a qui?!” Alcuni ripresero
ad odorare l'aria perplessi.
“Non
si sente chiaramente, ma mischiato in mezzo c'è un leggero odore d'elfo...” Sibilò Orgueil che aveva
l'olfatto più sviluppato fra tutti.
“Quindi
abbiamo degli intrusi da rispedire indietro...Tutto ciò potrebbe rivelarsi
divertente, non trovate?” La voce di Lujuria comparve
dal nulla proprio dietro al povero Glotonerìa
che sobbalzò quasi soffocandosi con il nocciolo di una ciliegia.
“Tu
sei completamente andato! Comparire così all'improvviso dietro uno che mangia è un modo per riuscire a strozzarla senza lasciare
alcuna impronta digitale!” Il ragazzo lo guardò perplesso.
“Impronte
che?! Non è che per caso tu passi troppo tempo a leggere romanzi gialli?!”
“E
che cosa sono? Si mangiano?” Il biondo scosse la testa sconsolato.
“Questa
situazione è vecchia come il mondo...Comunque vi porto
buone notizie cari colleghi: sembra che avremo presto una nuova potentissima
alleata...La porterò dal capo nel frattempo...” I suoi occhi si allargarono
ingenui nonostante il sentimento rappresentante.
“Non
potreste tenerli occupati fino alla fine?” Tutti lo fissarono quanto mai
arrabbiati.
“Dopo
tutto questo tempo ci chiedi solamente di tenerteli occupati?!”
Colère afferrò un calice e lo frantumò con le sue
mani.
“Casomai potrei fargli questo...” Orgueil
ghignò mostrando i denti bianchi ed aguzzi.
“Potrebbe
essere un'idea per qualcosa di allettante...Magari
riesco anche a trovare un avversario abbastanza forte per me!” Al suo sorriso Sloth si risvegliò completamente e scomparve nel lungo
corridoio più buio delle tenebre.
“Uno
si è già avviato e non voglio lasciargli fare il
lavoro tutto da solo.” Colui che rappresentava
l'invidia se ne andò dopo pochi secondi.
“Okay...L'occasione
propizia per smaltire un po' di lipidi in più.” Glotonerìa
sparì senza neanche il bisogno di camminare.
“Quel
pigrone potrebbe approfittarne per esercitarsi a camminare...”
Sibilò Geiz uscendo di scena anche lui.
Nella
stanza rimasero Colère, Orgueil e Lujuria.
“Bene...Io
vado e per cortesia non combinate casini...”
“Puoi
contarci.” Celiò colui che rappresentava la superbia
dopo che il generale dell'ira se ne fu andato.
I
due generali si squadrarono un attimo, uno con un sopracciglio alzato, l'altro
con un sorriso completamente ebete sulla faccia.
“Cosa stai combinando Lujuria?” La
domanda risuonò un po' nella stanza oramai vuota.
Il
biondo non si scompose minimamente e prese a
giocherellare con una ciocca di capelli.
“Sapevi
di sicuro che quella bambina aveva degli amici abbastanza legati a lei, da
tentare un'impresa disperata come riuscire a salvarla dal suo destino scritto e
corretto.” Continuò il rosso alzandosi e camminando
leggermente in cerchio.
Questa
volta il fratello di Kenta fissò il viso verso il
collega per la prima volta sufficientemente interessato.
“A
cosa ti serve tutto questo? Nascondi qualcosa? Bene, almeno cerca di stare
molto attento a quello che fai, altrimenti sarò costretto ad attaccarti Lujuria...E posso assicurarti che faccio molto male quando
mi arrabbio.”
“Mentre
sospetti di me, che ne dici di andare a divertirti un po' con
questi invasori? Almeno mi lascerai il tempo di chiedermi come mi siano sfuggiti dettagli che a te sembrano di vitale
importanza...Mentre per me sono delle inutili scemenze!” Orgueil
lo scrutò scettico, ma mentre si avviava gli lanciò solo un'ultima frase.
“Se
le mie previsioni si rivelassero esatte, cerca almeno di essere
un valido avversario per me...So per certo che non puoi competere.” Quando
anche il penultimo dei generali scomparve, il biondo rilassò un paio di muscoli
tesi per lo sforzo di apparire rilassati.
-Sapevo
che Orgueil era un tipo sveglio, sebbene non pensassi
che il suo acume arrivasse a superare quello degli altri, ma ora come ora poco
importa...- Pensò il generale avviandosi verso il luogo nella quale una bambina
lottava fra se stessa e l'ombra.
-...Forse
è già troppo tardi, anche per me.- E alla fine non rimase nessuno...
E
forse nessuno sarebbe mai più ritornato in quella stanza.
*
Chiuse
gli occhi, li aprì, richiuse gli occhi, li riaprì.
Niente.
Non riusciva a togliersi di dosso quelle immagini orribili: fuoco,
terra arsa, piante secche, un pianeta distrutto.
Il suo pianeta.
E'
in mezzo a quella distruzione una luce fatta di tenebre.
Un
occhio, rosso come il fuoco che arde in un mare di lava, freddo come una
tempesta di ghiaccio su una montagna artica.
Il
modo in cui la fissava metteva a disagio ed insisteva nell'entrare nella sua
mente spillando le ultime energie che la ragazza era riuscita a risparmiare...
Inginocchiandosi a quella mostruosa forza non riuscì a fare altro
che arrendersi e sussurrare con voce rotta.
“Aiuto...”
Prima che i suoi occhi scintillassero di un bagliore magenta.
*
“Sembra
un posto carino.” Celiò Mindy davanti al relitto di un castello forse un tempo maestoso.
“Queste
creature amano molto la distruzione e la desolazione ed abitano tutte su piani
diversi di questo luogo che sembrano quasi come
piccoli mondi a loro distanti, divisi in gerarchie.” Spiegò Caliwen
spostandosi dalle rive di quella spiaggia bagnata da acqua che appariva
piuttosto malsana.
Quel
posto lugubre affascinava ed intimoriva i bambini non abituati a così vasti scenari prima lussuosi ora devastati.
“Bisognerà
muoversi rapidamente, ma con prudenza: è pericoloso rimanere nello stesso luogo
per molto tempo, ma lo è anche arrivare in altri punti
ancor più scoperti.” Sentenziò Kenta l'unico forse ad
avere un innato senso strategico superiore a quello della figlia del generale dell'Amore.
Non
ebbe il tempo di dire nient'altro perché uno stormo di uccelli
simili a cornacchie appoggiò le zampe artigliate sul terreno sabbioso, formando
una specie di percorso obbligato e guidato.
Il
biondo sorrise sarcastico alzando un sopracciglio.
“Bene!
A quanto pare non ci sarà neanche bisogno di
comportarci come degli scassinatori professionisti, visto che questo è un
chiaro invito a proseguire ed andare nella tana del leone.”
“Oppure
in bocca al lupo...”
“...Sperando
che crepi.” Melody non aveva mai avuto tanta paura in
vita sua: l'ambiente era completamente simile in tutto e per tutto a quello di un film del terrore ben architettato ed anche Masaru parve avere gli stessi pensieri in testa, però fu
ben attento a nascondere quello stato d'animo.
“Okay
ragazzi, rimanere qui non ci servirà a niente quindi opto
per vedere un po' cosa succede!” Esclamò Simphony
oramai già avviatasi.
Hanna gli fu subito dietro, anche perché non aveva
mai sentito così tanto la mancanza della sua adorata -mamma-.
“Quando
il capo comanda, i soldati rispondono: forza Melody,
avviamoci!” Esclamò Lullaby camminando con passo
veloce per raggiungerle, mentre la castana la seguiva un po' più
lenta.
Ben
presto anche Mindy, i F.L.A.T., Caliwen e Kenta percorsero la via anche se tutto questo poteva
rivelarsi rischioso, però pensarono che se non avessero soddisfatto il
capriccio di chi li aveva “aiutati” fino a quel punto, forse avrebbero
riscontrato spiacevoli conseguenze che non avrebbero potuto contrastare.
Un po' correndo ed un po' camminando, giunsero fino ad una
strada con sei diramazioni che avrebbero potuto portare alla meta, oppure
avrebbero potuto portare a qualche trabocchetto.
La
scelta iniziò a farsi ardua.
“Divertente,
dovrebbero lavorare come produttori di puzzle-game.” Tetzuia alzò un sopracciglio notando quanto le strade fossero oscurate da una fitta coltre di vapori che non
lasciavano intravedere altro se non l'ignoto.
“Siamo
arrivati all'ora delle separazioni mi sa...” Sussurrò Fujo avvicinandosi di più al punto in cui la strada si
divideva.
“Purtroppo
credo di sì, quindi non ci resta che formare qualche gruppo perché, come avete
potuto notare, noi siamo di più.” L'invito di Leon fu accolto, infatti i ragazzi cominciarono a contarsi
e di seguito a formare i vari componenti dei gruppi.
Alla fine il risultato era il seguente:
Akazuki con Tetzuia e con Hana.
Masaru con Melody.
Leon con Simphony.
Toru con Lullaby.
Mindy con Fujo.
Caliwen con Kenta.
“Che
bello avere una donna a testa!” Esclamò Toru che si prese un pugno dalla sua compagna.
“Ma
che razza di dongiovanni sei tu?!” Kenta
fece cenno di nascondere una goccia inesistente che di solito nei cartoni
animati compariva sempre dietro alla nuca.
“Vedo
che le sistemazioni garbano più o meno a tutti, perciò direi
di non indugiare oltre per non perdere tempo prezioso.” I ragazzi annuirono e
preso coraggio iniziarono a camminare verso le strade assegnate dal caso.
*
“Essere
finita con voi due che conosco a malapena è piuttosto strano.”
Affermò Hana squadrando il rosso ed il moro.
“Potremo
approfittarne per conoscerci meglio mentre continuiamo il tragitto: faremo
passare un po' di tempo.” Suggerì Akazuki
incrociando le braccia dietro la nuca.
“Okay,
l'idea mi sembra buona.” Replicò Tetzuia con le mani
in tasca.
E
così il primo gruppo andò.
*
“Tu
non hai paura Masaru?” Domandò Melody
rabbrividendo al solo rumore dei suoi passi sulla strada.
Il ragazzo scosse la testa semplicemente, forse per non far
sentire un tremolio nella voce.
“Comunque nel caso avessi paura, ricordati che abbiamo la
nostra parola magica.” L'apprendista allargò la bocca in un sorriso che cercava
di essere sicuro.
Lui
provò a fare la stessa cosa, rammentando le situazioni da film dell'orrore in
cui si erano cacciati più di una volta e come si
fossero tranquillizzati, anche grazie a quella parola che ripetevano insieme
come la più forte delle magie.
“Non
ti preoccupare Melody: non dimentico facilmente
quello che funziona.” E ripresero a
camminare con passo più spedito leggermente sereni rispetto a prima.
E
così anche il secondo gruppo andò.
*
“Che ne dici di fare una gara di corsa? Dai che ti vedo pronta per partire!” Esclamò Leon
ronzando attorno alla ragazza dai capelli azzurri che era un po' mogia dopo
tutto quello che era successo.
“Ti
prego Leon! Non penso che sia il momento per
sciocchezze del genere!” Esclamò lei in risposta
scuotendo la testa come a scacciare via una mosca fastidiosa.
Il
ragazzo parve rinunciare in un primo momento, ma dopo qualche
secondo ribatté con noncuranza.
“Perché
corrucciarsi adesso? A Doremì non servirebbe.” La ragazza si bloccò cercando di rimanere calma per non
urlare contro il biondo, però alla fine sorrise: aveva ragione.
Non
sarebbe stato utile continuare ad essere mogi, anche
perché avrebbe procurato una preoccupazione in più a chi gli stava intorno,
quindi tanto valeva cercare di tirarsi su in qualche modo.
“Al mio tre...Uno...Due...Tre...Via!” Entrambi scattarono con
una velocità impressionante: il mago era migliorato dall'ultima volta, ma
l'apprendista strega era leggermente più brava di lui e riuscì a distanziarlo
di qualche metro.
Era
divertente vedere quanto la loro rapidità fosse quasi allo stesso livello e
questa gara riuscì a distogliere tutti e due, almeno
per un po', a quello a cui andavano incontro.
E
così anche il terzo gruppo andò.
*
“Lullaby...Posso chiederti una cosa?” La bambina si voltò
verso il ragazzo con un'espressione interrogativa, anche se forse aveva intuito il motivo di tale richiesta.
“Non
mi prendevi in giro prima?” L'apprendista lo scrutò intensamente.
“Prova
a capirlo da solo: sono tipo da scherzare sull'amore?” Lui osservò a sua volta
il viso bello, ma distante della ragazza dai capelli viola.
“Da
quel che so io e da quel che sento a pelle, direi di no...”
Lei sorrise e si avvicinò di più al mago domandandogli
semplicemente.
“Ora
mi resta da chiederti se tu ricambi il mio sentimento.”
Toru parve colto di sorpresa: non ci credeva!
Non
stava scherzando affatto: pareva un sogno.
Per
la prima volta gli sembrò di essere davanti ad un
giudice inflessibile che aspettava il suo provino per un film internazionale.
Ed
ebbe un moto di fifa impossibile da spiegare, neppure a lui stesso.
“Ecco
Lullaby...Tu sei una ragazza veramente carina e..E insomma...Cioè...Vorrei...”
“...Per
caso c'è qualcun'altra?” L'interruzione della baby-idol lo lasciò stupito.
“Cosa?!” Lei abbassò il capo rassegnata.
“Sapevo
che anche tu prima o poi ti saresti trovato la ragazza
dei tuoi sogni...Ma ho sempre sperato che sarei stata io...” La bambina sospirò, ma il ragazzo le afferrò la mano d'improvviso.
“Ehm...Potresti
evitare la prossima volta di interrompermi,
bombardandomi su possibili storie che potrei avere, mentre cerco di trovare le
parole per provare a spiegarti che mi piaci?” Il mago proferì la domanda tutto
ad un fiato e cercò di riprenderne un sorso aspirando ampiamente l'aria tetra
del sentiero.
La
viola sollevò il viso da terra rasserenata.
“Bene,
bene! Ora penso di poter percorrere questa strada con un dubbio in meno e con
un uomo della mia giovane vita in più...” Le guance
del mago si colorarono, per pochi secondi, di un
intenso rosa, ma anche lui avrebbe voluto dire la stessa cosa di Lullaby se non fosse stato più timido: almeno un segreto da
svelare l'aveva risolto.
E
così anche il quarto gruppo andò.
*
“Fujo...Ora che ci penso, ti conosco solo di vista!” Esclamò Mindy, battendo il pugno
sul palmo della mano.
“In
che senso scusa?” Domandò in risposta il mago ingenuo.
La
bionda chiuse gli occhi e sollevò la testa al cielo invisibile.
“Nel
senso che ci saremo pur presentati, ma io non so
nient'altro di te, a parte il nome ed il fatto che sei un mago.” Lui sorrise a
tale affermazione.
“Penso
che tu abbia ragione.” Mindy
sorrise.
“Ricordati
che io, nel 99% dei casi, ho la ragione in tasca.” Il
castano rise di gusto.
“Okay
Mindy, giochiamo al gioco delle 10 domande!”
“Ma
non erano 100?” Fujo riportò lo sguardo in avanti
allargando le braccia.
“Non
penso che il percorso sia abbastanza lungo da contenerle tutte, anche se non
riusciamo a vederne la fine.” L'apprendista annuì
aguzzando la vista per vedere se veramente c'era qualche scappatoia più avanti.
“Bene!
Inizio: conosci l'inglese?”
“Più
o meno me la cavo.”
“Ti
piace la Terra?”
“Ovviamente
sì.” Continuarono fino a quando si resero conto che forse quella strada aveva
una fine e sorridendo, iniziarono a correre per raggiungere l'altro capo con al fianco un amico in più.
E
così anche il quinto gruppo andò.
*
“Sei una persona strana Kenta.” Il
ragazzo fece finta di niente a quella affermazione,
però non poté trattenere la domanda.
“Perché
lo dici?” L'elfa scosse la testa
giocando con la manica del vestito.
“Perché
ostenti indifferenza, nonostante tu abbia paura.” Lui
rise senza gioia.
“Forse,
ma dovresti vederti riflessa in uno specchio per capire quanto il detto -da che
pulpito viene la predica- sia giusto.” Caliwen accusò il colpo con la più totale freddezza.
“Sono
stata addestrata sin dalla mia nascita per far fronte a queste situazioni:
cerchiamo di essere seri.”
“Io
sono serio.”
“Allora
vedi di riflettere su quello che hai appena detto.” Kenta trasformò il sorriso in una smorfia di insofferenza.
“Ora
mi ricordo il difetto per cui sono famosi gli elfi:
l'orgoglio.” La ragazza si voltò verso di lui offesa.
“Forse
non hai ancora capito di essere anche tu un elfo.” Lui
scrollò le spalle.
“A
dir la verità so di esserlo, però io sono stato
-allevato- al di fuori del tuo mondo ed ho imparato a non essere superbo...”
“...Ma
bene: siamo a cavallo allora.” Quella voce fermò automaticamente i due ragazzi
che si misero immediatamente in posizione d'attacco.
“Fatti
vedere subito: non abbiamo voglia di giochetti!” Urlò Caliwen
scuotendo la lunga chioma bionda, impugnando un bastone di rame e di diamante.
La
voce sembrò sghignazzare.
“Penso
proprio che io e te siamo sulla stessa lunghezza d'onda...Infatti...”
Il biondo non ebbe il tempo di voltarsi: l'elfa venne
stesa da una ginocchiata in pieno torace, ricevuta da un ragazzo comparso dal nulla e dalla chioma rossa.
“...Neanch'io ho voglia di giocare!” Kenta
si preparò a lottare contro qualcuno di estremamente
veloce.
E
chissà se sarebbe riuscito a tenergli testa con la
compagna infortunata.
TBC
Finalmente arriva anche questo capitolo!
Spero vi piaccia! ^^
Hinata_chan: In effetti mi sono ispirata anche a quel anime
lì, ma spero che questo non abbia dato fastidio ai fans
della serie.
Grazie mille per il tuo commento e non ti
preoccupare che per me è importante riceverli!
Hilly89: Grazie mille per il commento!
Chiedo scusa per
il ritardo di questo capitolo, ma visto che è un po’ lungo, spero di essermi
meritata un po’ di perdono! ^^
Comunque sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta a colpo d’occhio fra le
tante altre! ^^
Hazuki fujiwara: Sono contenta
che ti piaccia! ^^
Il tuo voto alla coppia di AkazukixDoremì sarà prezioso!