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Autore: maggieredknight    04/11/2012    4 recensioni
Terra. Anno 2034.
Un virus sconosciuto colpisce l'America.
Inizialmente, le uniche ad esserne colpite, sono le persone con gli occhi chiari.
Si scatena il panico.
Le persone dagli occhi azzurri, vengono perseguitate e cacciate, per essere catturate e isolate in luoghi protetti, lontano dal resto della popolazione.
Così ha inizio la storia di due uomini, appartenenti alle due diverse fazioni, che si troveranno legati dal destino e che lotteranno per la sopravvivenza, per la speranza di un' esistenza migliore, e per la cosa più grande di tutte. L'Amore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CONTAGION - YOUR EYES, AT THE END OF THE WORLD

 

CAPITOLO 2 - SECONDO CONTATTO, FIDUCIA

 

 

Jude non seppe dire quanto tempo era passato.

Aveva pensato seriamente di andarsene.

In realtà aveva già messo la testa fuori dalla botola.

Che era davvero aperta.

Forse era stato quello a fermarlo.

Forse una strana sensazione mai provata prima.

Perchè il poliziotto l'aveva aiutato a fuggire?

Jude era tornato dentro e si era seduto su un letto, prendendosi la testa fra le mani.

La stanza odorava di chiuso e di cose andate a male...Ma era VIVO.

Chiuse gli occhi, cercando di fare il punto della situazione.

Colin e Jared erano stati catturati, e chissà dove erano adesso; lui non mangiava da giorni e aveva perso tutte le sue cose nella fuga di due giorni prima, quando si era lanciato giù da quel ponte per non farsi prendere.

Non aveva vestiti, non aveva provviste, non aveva armi, non aveva nemmeno più lenti a contatto scure, che più di una volta gli avevano salvato il culo.

Era indifeso, e solo.

Pensò ancora al poliziotto...

Poteva fidarsi?

Non che avesse molta scelta, era in una situazione abbastanza disperata...Anche se tutto sommato, non peggiore di altre in cui si era spesso trovato in quegli ultimi 7 anni...

Aprì gli occhi - Va bene - pensò - prima i bisogni primari, non posso pensare a mente lucida se non mangio qualcosa.

Con una mano si tirò indietro i lunghi capelli e si alzò in piedi.

Prese la torcia rimasta abbandonata e provò ad accenderla. Funzionava ancora. Guardò sugli scaffali impolverati: niente cibo in scatola, tutti cibi freschi. Tutti scaduti o marci ovviamente. Ecco spiegato il cattivo odore.

Fantastico - pensò.

Tastando con la mano lungo una mensola però ad un certo punto sentì sotto le dita qualcosa di freddo e metallico. Un coltello a serramanico.

Bene, almeno ora aveva un'arma! Qualcosa con cui difendersi...Qualcosa con cui uccidersi se le cose fossero andate storte...Per un attimo il pensiero andò ai suoi genitori...

Poi scosse la testa, non voleva ricordare, non più, basta...

Si infilò il coltello nella cintura dei pantaloni, dietro la schiena, e si sedette nuovamente, chiudendo gli occhi e cercando di recuperare un po' le forze.

 

 

Intanto, Robert stava finendo di compilare il suo rapporto sull' inseguimento della mattina.

Due ragazzi erano stati catturati e portati alla centrale coi dovuti accorgimenti. Per fortuna non sembravano contagiati.

I ragazzi erano entrambi schedati, dato che erano già stati catturati in precedenza. Quella volta erano riusciti ad uccidere i due agenti che li scortavano e a fuggire.

Solo uno dei due ragazzi aveva gli occhi chiari. Robert aveva letto il suo fascicolo, il suo nome era Jared, e sarebbe stato portato via in mattinata da soldati dell'esercito, mentre l'altro, Colin, sarebbe stato arrestato...Probabilmente nonostante fosse accusato anche di omicidio, con un po' di buona condotta sarebbe potuto uscire relativamente presto...

Robert e Orlando osservarono i due ragazzi mentre venivano portati in cella e provarono una gran pena...Erano così giovani, sicuramente non avevano nemmeno 30 anni, e Jared, quello con gli occhi chiari, gridava disperato, supplicando di non portarlo in " quei posti ".

La scena a cui avevano poi assistito era stata terribile: improvvisamente Colin era riuscito non si sa come a liberarsi e aveva estratto la pistola dalla fondina dell'agente che lo stava scortando. Subito tutti i poliziotti gli avevano puntato le pistole addosso, mentre Robert urlava e cercava di far mantenere a tutti la calma. Ma contro ogni previsione Colin non aveva intenzione di sparare agli agenti e tentare ancora di scappare...Aveva capito che la situazione era senza via d'uscita. Si era voltato verso l'altro, che allora l'aveva guardato con amore e gratitudine, e gli aveva sparato. Robert era scattato in avanti per fermarlo, ma era lontano da lui e appena il corpo privo di vita di Jared si fu accasciato a terra, Colin con la determinazione data dalla disperazione, si era puntato la pistola alla testa e si era ucciso.

Mentre i suoi colleghi facevano battute sprezzanti, Robert non riusciva a togliersi dalla testa gli sguardi di quei due ragazzi.

Appena ebbe finalmente finito di lavorare prese la giacca e uscì dal suo ufficio, voleva solo andarsene e dimenticare quella giornata...Anche se in realtà aveva ancora una cosa importante da fare...

In corridoio però improvvisamente lo bloccò Mark.

Mark Strong era un suo collega ma tra i due non correva affatto buon sangue. Mark era tutto il contrario di Robert : subdolo, intrigante, facilmente corruttibile, amava abusare del suo potere e prima che arrivasse Robert era abituato a fare un po' il bello e il cattivo tempo alla centrale di polizia.

Robert fu sorpreso di trovarselo davanti.

"Ehi, Robert! Vai via?" disse con un falso sorriso.

"Già " rispose solo Robert.

"...Mi chiedevo...Stamattina alla discarica eri davanti a tutti, mi sembrava stessi inseguendo uno di quei bastardelli, com'è che non l'hai catturato poi?"

Robert strinse la mascella " L'ho perso, è sparito nel nulla". Cercò di usare un tono calmo e tranquillo.

" Capisco...E quando abbiamo preso gli altri e ci servivano rinforzi dov'eri andato? Sei arrivato dopo tutti gli altri dalla parte opposta a dove eravamo..." continuò Mark con una luce strana e malvagia negli occhi.

" Ora basta, mi stai facendo perdere tempo, se ti sembra che io non svolga bene il mio lavoro vai a lamentarti col Capo." , tagliò corto Robert superandolo, sapendo che l'altro non l'avrebbe certo fatto, e sperando che fosse finita lì.

Mark non rispose, ma lo seguì a lungo con lo sguardo.

Robert passò dalla salà caffè e salutò Orlando, che sembrava ancora un po' sconvolto da ciò che era successo: "Ehi, Orly boy, scusami ma per stasera passo, ho un mal di testa lancinante, vado a dormire. Facciamo domani ti va?" buttò con nonchalance.

Gli sembrò per un attimo che Orlando lo guardasse sospettoso, ma poi il ragazzo gli sorrise e disse . "Certo! Non preoccuparti, riposati! Allora a domattina!"

E Robert, col cuore che gli iniziava a battere più velocemente per il timore di ciò che stava per fare, lo salutò e si avviò verso la sua auto.

 

 

 

Jude all'improvviso sentì la botola aprirsi e più per istinto e abitudine che per altro, scattò di lato mettendosi contro alla parete e portò immediatamente una mano al coltello.

Il viso del poliziotto fece capolino dall'alto, e quando Robert vide che il ragazzo era ancora lì sorrise.

Jude, impercettibilmente si rilassò, ma restò serio ed attento alle mosse dell'altro.

" Ehi " disse Robert.

" Ehi..." rispose Jude.

Mmh, non male come inizio di conversazione...

Mentre si calava giù, Robert non sapeva ancora spiegarsi cosa diavolo stava facendo, e come mai era così felice del fatto che quel ragazzo fosse ancora lì.

Era davvero molto combattuto con se stesso...Una voce nella testa, che assomigliava a quella di suo padre, continuava a ripetergli che stava facendo un'enorme stronzata...

I due si trovavano ora uno davanti all'altro, e Robert si accorse che il ragazzo era appena più alto di lui.

Gli allungò un sacchetto di carta marrone: " Ti ho portato qualcosa da mangiare, sarai affamato..."

Jude prese con circospezione il sacchetto, senza dire niente.

" Non è granchè - continuò Robert - solo un panino...Ma non sono riuscito a trovare di meglio..."

Jude aprì il sacchetto e ne tirò fuori il panino, poi dopo ancora un attimo di indecisione, iniziò a strapparne grandi morsi.

Robert vedendolo rimpianse di non averne presi due, questo ragazzo doveva avere davvero molta fame...

Mentre Jude era impegnato a mangiare, ancora teso e in piedi, come pronto a scappare da un momento all'altro, Robert ne approfittò per studiarlo un po', cercando di non farsi notare troppo.

Aveva un fisico asciutto, ma abbastanza muscoloso, il viso era molto bello, sarebbe sembrato un ragazzino, se non avesse avuto quell'espressione così stanca e sofferente, da animale braccato, che ne ha viste e vissute tante, troppe...

E quegli occhi...A Robert sembrava che se li avesse fissati troppo a lungo avrebbe finito per annegarci dentro...

Scese con lo sguardo...Le gambe erano lunghe e snelle, bellissime... - Ehi!! Che fai ora, Rob??!!Ti metti pure a guardargli le gambe??!!Siamo seri, per favore!!! - . Robert scosse la testa.

"Io sono Robert " disse poi, aspettando una risposta dall'altro, risposta che però non arrivò.

- Ma insomma, devo fare tutto io??!! - pensò Robert un po' stizzito.

"Come ti chiami?" insistette.

Jude lo guardò e tacque.

Aveva senso dirgli il suo nome?

... Aveva forse più senso non dirglielo?

"... Jude..." bisbigliò senza quasi accorgersene.

" Come? "

"...Il mio nome...Jude..." ripetè a voce un po' più alta.

Robert si fece serio, se era uno scherzo del destino, non gli piaceva.

"...Hai un nome pericoloso..." disse piano, forse più a se stesso che all'altro.

Jude, d'altro canto, era abituato ai commenti sul suo nome e fece una smorfia, possibile che la gente si facesse così condizionare da un semplice nome?

" In realtà è preso da una canzone che piaceva molto a mia madre quando era giovane..." Perchè glielo stava dicendo?...Voleva forse...piacergli?

Robert cambiò subito espressione : " Una canzone?Quale? "

Jude inclinò un po' la testa: " E' una canzone molto vecchia, non credo che tu la conosca...Si intitola ' Hey Jude ' , dei Beatles...Erano molto famosi..."

" Mai sentiti..." disse Robert scuotendo la testa.

Però sembrava già più rilassato...

- Che tipo strano - , pensò Jude.

" E quanti anni hai? " continuò Robert

Jude sospirò - non era ancora finito l'interrogatorio? -

" 29..."

" Ah, ora mi spiego perchè sembri così tanto più giovane di me!! Io ne ho 35! "

- Ma da dove è uscito questo? - si disse Jude.

" Il tuo accento è...Non sei americano vero? "

" No - sbuffò il ragazzo alzando un po' la voce - sono inglese. Mi sono trasferito in America con la mia famiglia quando ero un ragazzino, e ho passato gli ultimi 7 anni della mia vita scappando e cercando di sopravvivere, contento?! Ora abbiamo finito con le domande?!"

...Ok, forse aveva esagerato, l'americano sembrava esserci rimasto male...Dopotutto lo stava aiutando...

Robert non disse più niente, e distolse lo sguardo...

Buffo - pensò Jude - era come se quell'uomo cercasse da lui la conferma che aveva fatto bene ad aiutarlo a fuggire.

Bè, lui aveva già i suoi problemi, non poteva pensare anche ai dubbi esistenziali degli altri...

Poi Robert sospirò: " D'accordo, senti, siamo partiti col piede sbagliato, forse ho esagerato...Ti giuro che non so perchè lo sto facendo, ma voglio aiutarti...Permettimi di farlo...Non mi fido a lasciarti qui...Vieni a casa mia stanotte, sarai al sicuro. Non ti chiederò più niente, promesso. Poi domani potrai fare ciò che vuoi. Mi sembri stanco e affamato, hai bisogno di riposo..."

Jude lo guardò a lungo e non rispose.

"A cosa pensi?" disse Robert impaziente.

Jude spostò il peso da un piede all'altro e mise le mani in tasca : " Sto decidendo se posso fidarmi di te..."

" E cos'hai deciso? " chiese Robert titubante.

" Ancora non lo so..."

Robert continuò a fissarlo, finchè Jude sospirò.

"...Va bene..."

Robert sorrise. Ancora, Jude gli sembrò solo un ragazzino indifeso, costretto a crescere troppo in fretta, e provò rabbia per tutto ciò che lui e altri come lui avevano dovuto subire a causa di persone senza scrupoli che pensavano solo a salvare se stesse.

Robert salì sulla scaletta e uscì dalla botola, si guardò intorno controllando che fosse tutto silenzioso poi fece cenno a Jude di seguirlo.

Gli tese la mano per aiutarlo a salire, ma Jude lo ignorò e fece da solo.

- Va bene - pensò Robert - Forse corro troppo. Si sta già fidando molto, dopotutto ha passato gli ultimi anni della sua vita a scappare da quelli come me...

Uscirono dal vecchio edificio abbandonato e Robert lo condusse alla sua auto, un' Audi bianca parcheggiata in un angolo un po' nascosto.

" Sali dietro, e stai giù ", disse Robert mettendosi al volante.

Jude aprì la portiera e obbedì, sprofondando nel sedile.

L'auto era piena dell'odore dell'americano.

Era un odore buono, che stranamente fece uno strano effetto su Jude, riuscendo a calmare i suoi nervi tesi.

- Spero davvero di non stare facendo una cazzata - pensò Jude.

Toccò il coltello freddo dietro la cintura - Male che vada, se me la vedo brutta potrò sempre farla finita. Non mi farò prendere vivo... Non più... -

Robert per tutto il tragitto non parlò, tenendo fede alla sua promessa di non fare altre domande, e Jude, esausto, cullato dal movimento e dal rumore dell'auto, con i sensi acquietati dal profumo di Robert, stava quasi per addormentarsi.

Ad un certo punto l'auto si fermò e Robert si voltò indietro, guardandolo. "Siamo arrivati".

Jude si risvegliò in un attimo, scattando a sedere, i sensi già tesi e pronti a reagire.

- Sembra davvero un animale in gabbia - constatò Robert, - Un giaguaro, o un leopardo - Aveva movenze molto feline in effetti, sinuose, languide quasi, un corpo flessuoso che sembrava delicato, ma capace sicuramente di uccidere in un colpo.

Robert rabbrividì per l'ennesima volta in quella giornata. La sua testa era un turbine di sensazioni che non riusciva a spiegare...

" Vieni? ", chiese, cercando di non dare a vedere il suo turbamento.

Jude annuì, serio come sempre, e scesero dall' auto, avviandosi verso un palazzo di costruzione abbastanza recente, molto alto e di un colore indefinibile nel buio della notte, rischiarata solo da qualche lampione.

Jude avanzava a passi veloci e a testa bassa, seguendo Robert, che aprì la porta dell'atrio e si diresse verso l'ascensore. Fece entrare Jude poi lo seguì e durante la salita i due rimasero dalle parti opposte del locale, senza parlare, lanciandosi qualche sguardo di sottecchi ed abbassando subito gli occhi se l'altro se ne accorgeva.

Nella luce bianca e forte dell' ascensore, gli occhi azzurri di Jude sembravano ancora più chiari, come se emanassero luce propria. Erano così diversi dai suoi,caldi e avvolgenti... Robert ne era attratto e spaventato.

Arrivati al quinto piano si fermarono ed uscirono nel pianerottolo sul quale si affacciavano tre porte scure.

Jude continuando a seguire Robert teneva la testa china, le palpebre abbassate,quasi chiuse.

" Non preoccuparti ", disse Robert vedendolo " Non è necessario. Su questo piano ci abito solo io. Il palazzo è quasi vuoto, scappano tutti da New York se riescono..."

L'americano girò la chiave nella toppa ed entrarono nell'appartamento.

Jude si guardò intorno, era molto ordinato e pulito, con pochi mobili essenziali...Profumava, come l'auto, del profumo di Robert.

" Scusa, è un po' spoglio ", si giustificò lui, " Io lavoro molto e spesso pranzo fuori, non passo tanto tempo qui..."

Jude restava sulla soglia e continuava a tacere, ma Robert ormai si stava abituando a questi silenzi...D'altronde lui parlava abbastanza per entrambi...

"Preparo qualcosa da mangiare, ti va? Nel frattempo che ne dici di farti una doccia calda?"

Alla parola 'doccia calda' per un attimo a Jude si illuminarono gli occhi. Fu un secondo, ma Robert se ne accorse e sorrise.

Per lui era così normale e scontato rilassarsi con un bagno la sera, che capì che non poteva sapere cosa voleva dire rinunciare a tutto ciò a cui doveva aver rinunciato Jude in quegli anni...Anni in cui un ragazzo vorrebbe solo divertirsi con gli amici e uscire e conoscere ragazze...

"Dovrei avere dei vestiti che mio cugino ha dimenticato qui quando è passato a trovarmi. Credo che abbiate più o meno la stessa taglia. Sono puliti, se non ti offendi posso darteli ",

e senza nemmeno aspettare risposta - che forse non sarebbe comunque arrivata - sparì nella stanza degli ospiti e uscì un attimo dopo con un paio di jeans neri e una maglietta bianca, che porse al biondo.

 

In bagno Jude si spogliò ed osservò un istante il suo corpo riflesso nello specchio.

Era dimagrito, ma i muscoli erano ancora tonici e scolpiti.

Aveva ancora piuttosto visibili un paio di vecchie cicatrici : una vicino all'anca sinistra e una che scendeva lungo la clavicola.

Sul fianco destro, vicino alle costole, risaltava sulla sua pelle chiara un grosso livido, ricordo di uno scontro con un paio di agenti due giorni prima.

Bè - fece una smorfia - a loro era andata peggio.

Il viso era stanco e aveva l'ombra di due occhiaie -da quanto non dormiva come si deve? - Decisamente non aveva un bellissimo aspetto, avrebbe anche dovuto tagliare i capelli...

Ma diciamo che aveva avuto altre priorità ultimamente...

Sospirò e si infilò nella doccia.

Sentire l'acqua calda scorrergli sulla pelle era un lusso e un toccasana che non provava da tempo, e si crogiolò a lungo sotto di essa.

...Adesso, se chiudeva gli occhi, invece delle solite terribili immagini, vedeva solo il viso dell'americano.

 

Robert intanto aveva preparato qualcosa per cena - non se la cavava poi così male in cucina - e aveva apparecchiato la tavola.

Stava osservando la frittata senza vederla, e si chiedeva ancora cosa gli stesse succedendo. Da quella mattina, che era iniziata come tante altre, la sua vita aveva preso improvvisamente una piega inaspettata...

E quel ragazzo che ora era nel suo bagno...Gli faceva un effetto così...strano...

Si sentiva...Quasi attratto verso di lui...Come da una forza irresistibile, e non sapeva spiegare questa attrazione...

Non capiva nemmeno se era fisica, o mentale, o spirituale, o se era solo il suo spirito da crocerossina come gli diceva spesso Orlando...

Ma, attrazione fisica...No, non era possibile,dai...Innanzitutto lui era ETERO, e non aveva MAI provato interesse per un uomo...Anche se quel ragazzo biondo aveva lineamenti tanto fini e belli che poteva quasi ricordare più una ragazza...Poi quel corpo flessuoso e felino...BASTA! Robert, ti stai ripetendo e stai impazzendo!!

La tesi del rincoglionimento precoce effettivamente al momento era la più consolatoria...Perchè tutte le altre comportavano troppe domande, a cui lui ancora non sapeva dare risposta...

Guardò l'orologio : perchè Jude ci metteva così tanto a farsi la doccia?!

E se si fosse sentito male?!! O peggio, se si fosse pentito e fosse scappato dalla finestra??!!

Terra chiama Robert, siamo al QUINTO piano!!!!

Ma cosa sei?Una ragazzina mestruata??!!!

Riflettè un attimo...Fanculo, Sì, lo sono!!

E si precipitò in bagno, spalancando la porta.

La scena che si trovò davanti lo lasciò senza fiato.

Jude non era scappato. C'era. Eccome se c'era.

Precisamente era in piedi davanti a lui, a dorso nudo, i capelli bagnati e tirati indietro che lasciavano cadere mille goccioline lungo il suo collo e le spalle, e con indosso solo i jeans che Robert gli aveva portato, e che erano così attillati che lasciavano ben poco all'immaginazione.

- Ehi Robert, sapresti spiegarmi cosa ci fa una divinità greca nel tuo bagno???!!! -

Jude, che si stava appunto allacciando i jeans lo guardò sconvolto, forse chiedendosi se l'americano fosse impazzito del tutto.

Ed è evidente che lo sono, si ripetè per l'ennesima volta Robert.

Cercò di dire qualcosa di sensato ma aprì la bocca e non ne uscì alcun suono... - E' inutile, non mi vengono altre parole se non SEXY...Come è possibile???!!! Io sono ETERO!!...Sì, l'ho già detto eh? -

" Ehm...Hai bisogno?" per fortuna la voce di Jude lo riportò alla realtà.

Robert si schiarì la gola e riuscì a balbettare un " Scusa! E' pronta la cena!" e uscì subito chiudendo la porta e correndo a salvare la frittata che si stava bruciando.

 

La cena fu tranquilla, Robert riuscì per fortuna a liberare un po' la mente e Jude come al solito non parlò, se non per fargli i complimenti un paio di volte per il cibo.

Finito di mangiare Robert invitò Jude a sedersi sul divano e si mise a sparecchiare, buttando poi piatti e posate nel lavandino - ci penserò domani - per poi andare anche lui a sedersi sul divano di fronte all'altro.

C'era una certa palpabile tensione nell'aria ed entrambi sembravano imbarazzati. Come sempre fu Robert a rompere il silenzio.

" ...Vuoi...Qualcosa da bere?" , al momento non gli era venuto in mente altro, sinceramente...Ma Jude sembrò apprezzare la domanda.

"...Ce l'hai qualcosa di forte?"

Robert si accigliò : "...Non sei un po' troppo giovane?"

L'occhiata eloquente di Jude bastò come risposta. Il più grande sospirò e si avvicinò ad una vetrinetta.

"Forse ho un po' di Scotch..." - e forse per una volta farà bene anche a me, farò uno strappo alla regola - pensò.

"Andrà benissimo grazie".

Dopo un attimo i due erano ancora seduti uno di fronte all'altro, con due bicchieri in mano, quello di Robert un po' meno pieno.

Inaspettatamente, dopo un paio di sorsi, Jude senza smettere di fissare il pavimento parlò: "Che ne è stato dei ragazzi che erano con me?"

A Robert si strinse lo stomaco a quella domanda: "... Sono morti, mi dispiace molto...Uno dei due ha preso una pistola a un mio collega e...Dopo aver sparato all'altro si è ucciso...", rispose con un sussurro.

Jude però fece un mezzo sorriso : " Sono stati fortunati allora..."

Robert si chiese ancora con un nodo alla gola cosa dovevano aver passato questi ragazzi per preferire la morte alla loro età...

" Li conoscevi da molto?" chiese piano, non voleva esagerare come prima nella botola.

Ma ora Jude sembrava un po' più disponibile.

" ...No,da un paio di settimane...Ci siamo incontrati per caso e andavamo nella stessa direzione...Ho viaggiato tanto tempo da solo, mi faceva piacere un po' di compagnia..."

Il moro annuì ma non replicò...Poi però aggiunse:

"Sicuro di stare bene?"

"...? "

"Ho...Prima ho visto quel livido...Non sei ferito, vero? " disse abbassando lo sguardo.

Jude fece una smorfia : " No, non sono ferito...Un paio di agenti mi hanno inseguito, un paio di giorni fa, e mi hanno lasciato qualche ricordo..."

" Però tu sei qui... Loro che fine hanno fatto? "

" ...Temo che siano morti..." disse Jude con un ghigno che poteva sembrare un sorriso, ma forse non lo era...

Lo sguardo di Robert si indurì. Era come pensava: sembrava indifeso, ma con questo ragazzo non c'era da abbassare la guardia...

Cercò di non ricominciare a farsi dei problemi mentali riguardo al fatto di averlo salvato e portato a casa, e tentò di cambiare argomento:

"...Perchè siete venuti a New York ? "

Jude aprì la bocca ma poi la richiuse. Sembrò riflettere un attimo...Poi disse :

"...Dovevamo incontrare una persona..."

" Alla discarica ? " stavolta Robert provò ad insistere.

"...Sì. "

" E' una cosa importante? "

"...Sì. "

Robert si stropicciò gli occhi e sbuffò. Non poteva credere di stare davvero per dirlo..

" ...D'accordo...se vuoi domani ti accompagno io..." - ok, è ufficiale, sono inesorabilmente e definitivamente impazzito!!!! -

Jude lo guardò incredulo per un tempo che sembrò lunghissimo poi si fece molto serio e disse:

" ...Se avrò anche solo per un momento il sospetto che tu mi stia tradendo sappi che non esiterò ad ucciderti..."

E sentendo un brivido, Robert guardando in quegli occhi di ghiaccio non dubitò neanche per un attimo che l'avrebbe fatto...

Nonostante questo, per uno strano motivo non si sentiva in pericolo...

E sentendo che gli occhi gli si chiudevano disse al biondo:

"...E' stata una lunga giornata...Ora siamo stanchi, forse domattina vedremo le cose sotto una prospettiva migliore... Tu puoi dormire nella stanza degli ospiti se ti va..."

Jude ricominciò a fissare il pavimento : "Io non dormo molto bene...se non ti spiace, preferirei stare sul divano..."

"D'accordo, se vuoi ti tengo compagnia..." sorrise Robert.

Jude non rispose. Non disse di sì, ma non disse nemmeno di no. A Robert questo bastò. Prese due coperte, ne diede una a Jude e dopo aver spento la luce si stese sul divano di fronte, sperando davvero che la notte gli avrebbe portato consiglio.

Dopo una mezz'ora, Robert era crollato e Jude fissava le ombre scure sul soffitto senza riuscire a prendere sonno.

Guardò l'americano e avvertì ancora quella strana sensazione, e pensò che forse, quella notte, non avrebbe fatto incubi...

 

 

 

 

Note: Yeeeeehhh!! Incredibile,sono riuscita a pubblicare il secondo capitolo!!!E' da una settimana che ce l'ho in ballo praticamente pronto e non riuscivo a rileggerlo e postarlo!!! ...Checcarini che sono Robert e Jude!!!!! <3

Invece Jared e Colin poveri tesori non li ho nemmeno fatti comparire e li ho già uccisi,che cattiva...!!!Bè, pazienza.... ^__^

E Mark Strong? Che cattivone...Holmes e Blackwood si affrontano ancora!!! XD

Robert in realtà volevo mantenerlo un po' più serio,ma poi mi sono fatta prendere la mano dalla sua logorroicità (esisterà questa parola?? XD )...Bè, vedremo come si evolverà...tra poco arriveranno anche gli altri personaggi che stanno scalpitando un po' per entrare in scena, ma adesso era importante concentrarsi sui primi approcci tra Jude e Rob.... <3 Dolcioni....Devo ammettere però che mi piace questo Jude bello e dannato...Ammetto che ho pensato molto anche al suo personaggio di Repo Men (come avevo fatto prima, senza aver visto questo film???!!!!!sbaavvv *___*)

E l'interrogativo più importante ora è...Ma Orlando invece di lavorare sta sempre nella sala caffè??!!E soprattutto : riuscirà Jude a tagliarsi i capelli o resterà un fricchettone per tutto il resto della storia???!!! XDDD

Ok ,sono pazza, scusate per lo sclero, alla prossima!!!

Ah, devo assolutamente ringraziare Judsie e Manumanu1988 per aver recensito la storia e BlackCobra, electrina, Madame Plague, Maxi2002, RDJude, Ryanne e _strawberry_ per averla messa tra le seguite!!!baci baci a presto!!!!! XD

 

 

 

 

 

 

 

  

  
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