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Autore: DirceMichelaRivetti    05/11/2012    0 recensioni
Mi sono ispirata a una fic di una mia amica, mi piaceva l'idea di creare una storia d'amore tra una potenziale ed Andrew, tuttavia ho voluto concentrarmi molto anche sulla trama generale e sulle tematiche già affrontate nella settima serie. Per cui qui troverete la storia abbastanza coerente con il Canon, ma condita con qualcosa in più.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel giro di un pochi di giorni Sunnydale era quasi deserta. L’influenza maligna e l’energia negativa era talmente alta e penetrante che spinse moltissimi uomini e anche alcuni vampiri e demoni ad evacuare la città. Chi non era già partito, lo avrebbe fatto presto, entro un giorno o due. Soltanto casa Summers brulicava ancora di gente, ma certo non vi era tranquillità: Xander cercava di sdrammatizzare, ironizzando pure sul proprio occhio perduto, Willow non faceva altro che cercare informazioni, ovunque le fosse possibile, ma senza osare a far ricorso alla magia; Buffy teneva sempre d’occhio la zona, pronta ad intervenire qualora ce ne fosse stato bisogno; Anya ed Andrew sopperivano alle lezioni di teoria alle potenziali che ormai avevano perso la speranza, anche Kennedy era un poco sfiduciata, dopo aver visto l’incredibile forza di Caleb. Faith, nonostante le cupe circostanze, o forse proprio grazie ad esse, era stata ben accolta dalle adolescenti che spesso si erano rivolte a lei in quelle giornate di smarrimento; la Cacciatrice mora le ascoltava e dava loro consigli quando poteva, nonostante il loro numero aveva imparato quasi tutti i nomi delle giovani, inoltre si era molto divertita quelle volte in cui aveva fatto allenamento istruendole. Essendo la situazione grave e la scuola ormai chiusa, il Preside Wood era quasi sempre presso il quartier generale delle Cacciatrici, era stato invitato a trasferirsi presso di loro un paio di volte, ma aveva rifiutato. Robin stava il più possibile lontano da Spike, per evitare di essere preso dalla rabbia; aveva avuto modo più volte di parlare con Faith e aveva trovato molto piacevole discorrere con lei.

Quella mattina Buffy e Giles stavano facendo due passi assieme, in realtà la Cacciatrice doveva tornare a recuperare alcune cose a scuola, così l’Osservatore aveva deciso di accompagnarla per un tratto di strada. “Hai avuto qualche visione?”

“No, purtroppo. Sembra che non mi si voglia più rivelar nulla. Ok, ho visto come è stato dato il potere alla prima Cacciatrice e forse ho sbagliato a rifiutarne di più, ma non me ne pento, tuttavia non ho abbastanza informazioni per sapere come agire. Sento solo che esiste un qualcosa in grado di darmi più potere.”

Willow sta indagando e anch’io sto facendo appello a tutte le possibili fonti, seppure scarse, per cercare qualcosa di utile.”

“Ma non c’è tempo! È questo che mi innervosisce, dobbiamo sbrigarci.”

“La fretta è una cattiva consigliera…” intendeva vagamente alludere alla questione del vigneto “Ad ogni modo i fascicoli, che abbiamo preso io e Willow dalla polizia, dovrebbero tornarci utili, almeno spero. Sai, mi dispiace di non avere maggior numero di alleati.”

“Più carne da macello, intendi?” ironizzò Buffy, sconfortata “Il numero non conta, se non sappiamo come sconfiggere Caleb… e il Primo.”

“Giusto. Avevo delle conoscenze che avrebbero potuto rivelarsi preziose, ma non riesco più a contattarli.”

“Di che si tratta?”

“Una setta particolare, che si trova in Italia, la sovrintende un mio vecchio e fidato amico. Sovrintendeva, temo di dover dire…” il signor Giles era vivamente preoccupato “Non mi sorprenderebbe scoprire che il Primo ha provveduto a sterminare anche loro.”

“Mi pare inutile parlarne, torni a casa e diriga le ricerche: Caleb deve avere un passato, non può essere comparso dal nulla di punto in bianco, o forse il Primo ha un cilindro magico da cui, anziché conigli, può estrarre predicatori pazzi?”

 

Intanto, nello scantinato di casa Summers, continuavano le lezioni o, più precisamente, le discussioni. Anya tentava di non distrarsi, di non divagare, raccontando della sua vita intima con Xander, e di rimanere concentrata sul problema Turak Hon e portatori, ma la situazione non la aiutava per nulla. Tutte le ragazze erano preoccupatissime per la venuta di Caleb, lo temevano sopra ogni altra cosa e non facevano altro che demoralizzarsi ed impaurirsi vicendevolmente. Iole disprezzava profondamente quell’atteggiamento e non esitò a dirlo chiaramente: “Serve a qualcosa piagnucolare? Credete forse che, vedendo che riconoscete la sua superiorità, Caleb vi lascerà vivere? Ha intenzione di ucciderci e se vogliamo avere una speranza di salvezza, dobbiamo potenziarci, pensare a una strategia, non abbandonarci alla paura. Scene di isteria come queste non permettono di concludere assolutamente nulla. Il problema c’è e va affrontato con determinazione, indipendentemente da quanto sia complicato o meno; non si risolverà da solo, mentre vi piangete addosso.”

“Ma è tutto inutile!” protestò Amanda “Fare piani è inutile, lui è troppo forte, ci ucciderà.”

“E allora moriremo. Qual è il problema?” Iole era imperturbabile.

“Il morire?!” fece osservare Rowna, perplessa.

“Stando a sentire voi, moriremo sia combattendo, che piagnucolando. Allora, sinceramente, se deve semplicemente scegliere il modo in cui essere uccisa, io preferisco morire in battaglia, difendendo ciò in cui credo, piuttosto che nascondermi da qualche parte e contare con stupida felicità ogni minuto in più che mi viene concesso.”

Detto ciò, Iole uscì dalla stanza, non sopportava di rimanere chiusa lì dentro con quelle ragazze così fragili. Erano giovani, doveva essere comprensiva. Ma non era, forse, giovane anche lei? Sì, tuttavia la situazione era differente. Ella aveva già fatto parte di qualcosa, era già stata addestrata per essere una guerriera. Le altre potenziali, invece, erano state per lo più strappate alla loro vita spensierata (e tal volta frivola) di adolescenti.

Non era, però, uscita da sola dallo scantinato, Andrew l’aveva seguita e, subito, le aveva detto: “Complimenti per il discorso, neppure Aragorn al Fosso di Elm, avrebbe saputo dire di meglio.”

“Ti ringrazio, ma a che vale? Quelle ragazze non sono per niente pronte alla battaglia. Come allenamento non sono male, anzi sono tutte molto abili, quel che manca è lo spirito, la mentalità, la determinazione. Se non avranno maggior fiducia in se stesse, verranno tutte uccise, indipendentemente dalle armi e dalla preparazione. Non possiamo certo ritirarci, non abbiamo altra possibilità che combattere; e allora dobbiamo farlo al meglio, non credi?”

“Certamente e anch’io farò la mia parte…. Se me ne daranno la possibilità.” confermò Andrew, dapprima entusiasta, poi meno convinto.

“Tu cosa sai fare, di preciso, oltre ad evocare demoni?”

“Per il momento nulla di ché, temo.” fu la triste risposta del giovane “Le mie conoscenze teoriche non possono essere utili, in questo momento, mentre le tecniche di combattimento… le devo decisamente affinare.”

“Ti stai allenando un po’ con noi, però, almeno l’impegno e la buona volontà ce li metti tutti.”

“Basteranno? E poi non mi sembra di fare molti progressi, anche perché mai nessuno vuole allenarsi con me. Neppure tu!” si lamentò il nerd.

“Eh, non devi sentirti offeso per questo, ma vedi io non provo soddisfazione a combattere con chi è meno abile di me. per migliorare ho bisogno di confrontarmi con i più forti. Persevera ancora e tra non molto potremo lottare assieme.”

“Sai, non è carino svirilizzare un uomo.” finse di protestare il ragazzo “Specie se sta appena iniziando a riacquistare fiducia in sé. Sai ero molto perseguitato alle scuole elementari… e alle medie… e alle superiori… e un po’ anche adesso, effettivamente. Se non riesco ad ottenere un po’ più di rispetto da parte degli altri, c’è il rischio che diventi malvagio come è successo a Crane in Batman, che è diventato lo Spaventapasseri… No, aspetta, ho già passato e superato questa fase. Wow! Sono una persona migliore dei cattivi di Gothamcity. Tu leggi i fumetti di Batman?”

“No, mi spiace deluderti.”

“Non fa niente, provvederò a colmare questa tua lacuna. Piuttosto, sai che ho proprio fame? In frigo ci sono degli involtini surgelati, li ho prenotati, vado a riscaldarli e poi te li porto, così li dividiamo e li mangiamo assieme. Aspettami di sopra, va bene?”

Iole gli sorrise e fece come richiesto e salì le scale. Andrew andò in cucina, aprì il frigo, prese la scatola su cui aveva messo anche post-it col proprio nome e la trovò vuota. Chi aveva mangiato i suoi involtini? Sicuramente Faith, si disse, per cui andò nella stanza accanto, dove stavano lavorando Dawn e il signor Giles, e si lamentò: “Ehm, Signor Giles, Faith ha mangiato gli ultimi involtini di carne e mozzarella surgelati, anche se io li avevo prenotati.”

Venne ignorato, gli altri due continuarono a parlare del documento appena trovato da Dawn.

“Vede la scatola? Avevo messo pure il post-it: di Andrew, prego non mangiare, ma adesso la scatola è vuota!”

L’Osservatore notò qualcosa nei fascicoli trovati e si recò in salotto, già pieno di potenziali, per studiare meglio una foto, la ragazza lo seguì e anche il nerd andò con loro, continuando il suo discorso: “Vene, non me la prendo per il fatto in sé, anche se quegli involtini erano conditi con la nuova salsa al pomodoro più densa…, ma per la mancanza di rispetto!”

“Chiudi il becco e fa attenzione!” lo sgridò, spazientito Giles.

Andrew si fece mogio e si avvicinò di più, per meglio vedere la foto, ma si tirò su subito di morale, pensando che finalmente lo stavano coinvolgendo nell’azione! Immediatamente venne deluso, accorgendosi che il signor Giles pose la successiva domanda solo a Dawn. Evidentemente, però, era stato trovato qualcosa di importante, in quanto Amanda fu mandata a chiamare Spike. In quel momento fece capolino nella stanza Faith, che sbocconcellava l’ultimo involtino. Andrew l guardò malissimo: quella donna stava mangiando il suo cibo! Credeva di poter fare quello che voleva solo perché era una cacciatrice? D’accordo lei era sicuramente più forte di lui, ma non si sarebbe dovuta approfittare della sua capacità di difendersi. Le cacciatrici dovevano proteggere i deboli, non…… ma che diamine si lamentava? Tanto era inutile! Specialmente perché stava pensando le sue lamentele e, dunque, nessuno poteva ascoltarlo, ma se anche le avesse espresse ad alta voce, tutti lo avrebbero ignorato. Eh già, chi mai avrebbe dato retta a una persona totalmente inutile, come lui in quella situazione? Ah, quanto avrebbe voluto poter mettere anche lui le proprie capacità al servizio di Buffy, per salvare il mondo… o almeno per non sentirsi soltanto un peso. Almeno, però, cucinava e questo era già qualcosa!

Sopraggiunse Spike che chiese a Rupert (era l’unico a chiamarlo così) che cosa volesse; informato che stava per essere mandato in missione, il vampiro domandò se era una di quelle in cui, alla fine, Rupert avrebbe tentato di ucciderlo. Il signor Giles spiegò che si trattava di una missione ricognitiva, per scoprire che cosa fosse successo all’abazia di Ghirloy, aggiunse che voleva mandare qualcuno in gamba, nel caso Caleb (stato lì certamente) avesse lasciato qualche scagnozzo. Vedendo che Spike era andato a prendere il cappotto, Andrew tentò di riportare l’attenzione su ciò che gli stava più a cuore: “Vogliamo parlare della questione del furto degli involtini?”

“Portati Andrew.” disse Giles, ignorando il nerd e volendosene liberare per un giorno: se avesse sentito nominare un’altra volta quei dannati involtini, in casa Summers si sarebbe scoperto come mai fosse soprannominato Squartatore!

“Cosa?” si meravigliò il ragazzo.

“Non fai altro che lamentarti di uscire troppo di rado!” diede manforte Dawn, anche lei sollevata al pensiero di allontanare per un po’ Andrew.

“E poi potrebbero esserci dei demoni appostati nei paraggi” improvvisò Giles, ma con disinvoltura “E Andrew potrebbe esserti utile”

“Oh, ma per piacere!” sbuffò Spike.

“È un esperto, potrebbe portare quella specie di flauto di pan. Ottima idea!” dicendo così, Giles appoggiò una mano sulla nuca del nerd e lo spinse piuttosto energicamente, per farlo alzare.

Andrew era sorpreso e, soprattutto, contento: finalmente si fidavano di lui! Finalmente gli veniva data la possibilità di collaborare attivamente! Non avrebbe deluso il signor Giles, avrebbe fatto del suo meglio!

“Sali sulla moto e sbrighiamoci.” ordinò Spike, un po’ contrariato all’idea di lasciare Buffy da sola; d’altra parte, però, si diceva che la Cacciatrice era in gamba e i suoi amici le volevano bene e l’avrebbero protetta; in fondo Buffy sarebbe stata al sicuro, nonostante la lontananza del vampiro.

“Un momento” borbottò Andrew “Hai un casco? Io non vengo in moto senza. Tu sarai anche un vampiro immortale e non hai paura degli incidenti, ma io non ho alcuna intenzione di diventare un ghost rider, quindi pretendo un casco!”

“Non ti fidi della mia guida?” replicò, tediato, Spike “Prova a guardare nel garage se c’è qualcosa, ma fa in fretta. Se non sei qua fra due minuti, parto da solo e, quando torno, ti mordo!”

Andrew rabbrividì e si diede una mossa ma, arrivando al garage, fu raggiunto da Iole. Il ragazzo sorrise istintivamente e farfugliò: “Scusa, ti avevo detto di aspettarmi, ma poi… Il signor Giles mi ha detto di andare con Spike, che però ha fretta e io… Io non sono riuscito a salutarti, ma volevo, davvero!”

Iole provò tenerezza per quelle parole e rassicurò il ragazzo: “Visto che tardavi, ero scesa per vedere che cosa stava capitando e ho fatto giusto in tempo a vedere Giles che ti spediva fuori. Ho pensato di darti un saluto e augurarti buona fortuna…” c’era timidezza, in quest’ultima frase “Starai attento, vero?”

Non… non ti preoccupare. Non dovrebbe essere pericoloso e… e poi con me c’è Spike, che è un osso davvero duro e anch’io me la so cavare discretamente, più o meno.” era sorpreso, compiaciuto e rassicurato dal fatto che qualcuno si preoccupasse per lui, il fatto che fosse proprio Iole a farlo, gli rendeva la cosa ancor più speciale.

“Ehi, sbrigati! Il tempo sta per scadere!” intimò la voce del vampiro, già in sella alla moto.

“Devo andare” disse, un po’ dispiaciuto Andrew “E non ho ancora trovato il casco.”

“Temo ce ne sia soltanto uno da rugby, non da moto.” disse la potenziale, accennando a uno scaffale nel garage.

“Già vedo” il giovane si allontanò un attimo e prese il casco, poi tornò di fronte all’amica “Beh, allora, credo di dovere andare. Ciao.” eppure non mosse un passo verso la moto e continuò a guardare l’altra.

“Andrew, ascoltami, vorrei che tu avessi questo.” tirò fuori da una tasca una specie di catenina e la porse al ragazzo.

“Cos’è? Un rosario?” domandò l’altro, analizzando lo strano oggetto.

“Una specie, più precisamente è una corona angelica, sulla medaglietta è inciso San Michele arcangelo, ti proteggerà.”

“Oh, grazie, è molto gentile da parte tua!” la gradevole meraviglia aumentava nel nerd “Ma tu come farai? Se foste attaccate? Se saltasse di nuovo fuori quel predicatore? O i portatori? O…? È più importante che tu sia al sicuro, insomma tu sei una potenziale cacciatrice, io invece…

“Muoviti!” ringhiò nuovamente Spike.

“Oh, non devi avere paura per me. San Michele mi protegge sempre.”

“In tal caso, va bene. Grazie ancora.”

I due giovani si fissarono ancora negli occhi, c’era tenerezza e imbarazzo, misti ad un poco di apprensione. Dopo qualche istante Andrew si decise e abbracciò, piuttosto rigidamente, la ragazza che ricambiò e gli diede anche un bacetto su una guancia. All’ennesimo richiamo di Spike, tuttavia, Andrew si congedò davvero, salì sulla moto e partì col vampiro. Iole lo guardò allontanarsi e, ancora una volta, si rivolse mentalmente al proprio santo protettore, pregandolo di evitare pericoli all’amico. La potenziale rientrò in casa e trovò le sue compagne in salotto, ancora molto sconfortate.

“Secondo voi Caleb sa dove ci troviamo?” chiese una delle ultima arrivate nella casa.

“Certo” rispose Rowna preoccupata “Infatti mi chiedo come mai non sia già venuto ad attaccarci.”

“Ehi, qualcuno sa dove sia Buffy?” domandò invece Amanda “È tutto il giorno che è fuori. Non è che le sia successo qualcosa?”

“Forse è stata aggredita” ipotizzò un’altra “Forse stanno per venire qui a prenderci.”

“Lo sappiamo, lo abbiamo sempre saputo che il nostro destino è quello di aspettare pazienti di venire uccise.” fu la triste lamentela di un’altra ancora.

Caleb è davvero maledettamente forte, è come un titano, non c’è alcuna possibilità di riuscire a sconfiggerlo.”

I discorsi continuavano tutti su questi sconfortanti toni, neppure il signor Giles aveva la forza di dire qualcosa che tirasse su il morale e quindi non si oppose nemmeno all’iniziativa di Faith di portare le potenziali al Bronze. Le ragazze furono entusiaste di quell’idea, avevano proprio bisogno di svagarsi, di rilassarsi, di dimenticare tutto quanto per qualche ora. Andarono tutte quante, tranne Iole a cui non piaceva quel tipo di locali. Siccome erano già le otto di sera, la ragazza decise di mettersi ai fornelli e cucinare qualcosa per chi era rimasto in casa, ma, quando fece il giro delle stanze per chiamare la gente a tavola, trovò Willow addormentata sui fascicoli che stava consultando, mentre Xander e Anya si erano chiusi in camera. A cena, dunque, era presente solo il signor Giles.

“Grazie per la zuppa, è molto buona.” si complimentò l’Osservatore “Non immaginavo sapessi cucinare così bene.”

“Nessuno lo immagina.” sospirò Iole “Tutti vedono il mio lato più guerresco e nessuno mai sospetta ch’io possa essere anche una buona donna di casa. Sento molto la necessità di cucinare per gli altri, per le persone a cui voglio bene.”

Rimasero in silenzio alcuni momenti, poi Giles domandò: “Come mai non sei andata con le tue amiche?”

“Non sopporto la folla e neppure la musica assordante, mi tengo ben lontana da quel genere di locali, generalmente.”

“Strano. Persino Willow, la ragazza più assennata che ho conosciuto qui a Sunnydale, adorava il Bronze.” constatò l’uomo “Non hai il moroso, non vai in discoteca, che fai solitamente la sera?”

“Beh, difficilmente sto sveglia fino a tarda notte, vado a dormire prima della mezzanotte, salvo rare occasioni. Alla sera vado in palestra: tre giorni mi esercito nelle arti marziali, due nella scherma medievale.”

“Il tuo Osservatore ti faceva fare un così duro allenamento, nonostante tu fossi solo una potenziale e non la Cacciatrice?”

“No, no, era una mi scelta. Io studio arti marziali fin da quando ero molto piccola, avevo sei o sette anni quando ho iniziato. La scherma, invece, ho iniziato a praticarla un paio d’anni fa, per puro interesse personale. Io mi diverto con questo. Sto tutto il giorno sui libri a studiare e alla sera ho bisogno di sfogare le mie energie. Mentre mi alleno, mi sento pervadere dalla forza, mi trasmette una sensazione meravigliosa, non mi sento appagata se non sfido i miei compagni più abili e forzuti e torno a casa soddisfatta solo quando sono sudata fradicia e tanto sfinita da non osare far altro che andare a dormire.”

Giles era piuttosto meravigliato; chiese: “Hai detto che studi tutto il giorno, che cosa di preciso?”

“Storia, principalmente, ma anche letteratura, antica e moderna, storia dell’arte, religioni e mitologia. Siamo più precisi, le materie umanistiche sono quelle che prediligo, ma ovviamente per la scuola devo studiare anche quelle scientifiche che mi attraggono molto meno.”

“Come mai?”

“Perché sono definite da leggi, tutte le cose sono determinate e non possono essere diverse. Le altre, invece, sono espressione dell’animo umano, mostrano le sue mille sfaccettature, le infinite possibilità, le trovo maggiormente stimolanti.”

“Condivido pienamente il tuo pensiero.”

Iole indugiò qualche momento, ma poi disse: “Nel leggere un volume su società, gruppi e ordini segreti, lettura per interesse mio e non certo per la scuola, ecco mi è capitato di trovare citato l’OSM…

“L’Ordine di San Michele.” la interruppe l’uomo, con un bagliore negli occhi.

“Sì, esatto. Ecco, vede” la giovane era palesemente nervosa “Mi ha affascinato molto come concetto, storia, valori e propositi e, allora, mi chiedevo cosa lei sapesse al riguardo e se me ne potesse parlare.”

“Certamente. Sai è buffo che tu mi chieda di esso proprio oggi. Questa mattina stavo giusto dicendo a Buffy che ero preoccupato perché non riuscivo più a comunicare con degli alleati che volevo contattare. Costoro erano proprio i membri dell’OSM. Vedi, la loro sede principale è in Italia e la presiede un mio carissimo amico, ma da un paio di mesi non riesco ad avere più notizie.”

Un balenio di preoccupazione e ansietà attraversò il viso di Iole.

“Spero si stiano solo nascondendo dal Primo” proseguì Giles “Le ultime informazioni che mi erano giunte, mi notificavano che anche da loro si erano mostrati i portatori.”

“No, loro non si nasconderebbero mai.” dichiarò la ragazza “Loro combattono il male, senza temerlo.”

“Eh, questo il linea di principio, ma il Primo è qualcosa di troppo potente, anche per i devoti dell’arcangelo guerriero.”

Iole scosse la testa con dissenso e sicuramente avrebbe replicato, se in quel momento non avesse fatto rientro in casa Buffy, coi capelli scompigliati e qualche graffio e livido. Il signor Giles si alzò preoccupato e le andò incontro, domandandole: “Hai combattuto?”

   
 
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