Fanfic su artisti musicali > Enrique Iglesias
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Autore: lil_pixie    05/11/2012    2 recensioni
Ragazzi è la prima volta che scrivo una fan fiction :) vorrei sapere come la trovate e magari lasciate una recensione.
Enrique Iglesias,voce da urlo, corpo mozzafiato e una ragazza perfetta al suo fianco.. cosa può andare storto? E se la sua vita cambiasse improvvisamente, trascinandolo via dal palco, alla ricerca di qualcosa o qualcuno che è riapparso nella sua vita? In un concerto Enrique vede la sua prima fiamma Monica allla quale ha dedicato molte canzoni e improvvisamente ricorda la sua vita passata... determinato a ritrovare la felicità Enrique abbandona la sua vita da cantante e ritorna ad una vita normale, anche se la sua passione rimarrà sempre il canto.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo correndo o meglio volando sul marciapiede che mi avrebbe portato alla fermata dell'auto se mi chiedete come mai non ho preso la macchina non ho neanche io la risposta... ho deciso che prenderò il primo bus che troverò non mi importa la destinazione... Casualmente appena arrivato alla fermata mi accorgo che l'autobus appena arrivato è per Madrid... se non è destino ditemi voi cos'è. Seduto sul mio sedile osservo il paesaggio che cambia forma,ascoltando le canzoni della mia cantante preferita. Mi accorgo subito di essere arrivato nella città del mio passato, appena scorgo il ristorante Alconada dove io e i miei amici avevamo passato dei bei periodi. Scendo dalla corriera, deciso a camminare tra i miei ricordi, non accorgendomi che è notte ( che stupido) , quindi mi infilo nella prima pensione che trovo. Sul momento non me ne rendo conto, ma considerata la mia fortuna, vedo che la maggior parte dei clienti sono uomini , dagli atteggiamenti un pò equivoci, un branco di gayy! OH MIO DIO! Dove diavolo sono finito??? Spero che non mi riconoscano, prego ardentemente quando un uomo mi si avvicina e con voce femminile mi dice " Enriqueeeeeeee, ti amooooo , vieni qui tesoroooo , dammi un bacio, voglio un autografo" improvvisamente un'orda di uomini mi si precipita contro " ENrique noi ti amiamooooooooooo" Mi precipito in camera e finalmente mi butto sul letto, distrutto. Chiudo gli occhi e sento la voce di mio padre che canta " la valigia sul letto, quella di un lungo viaggio" e penso hey sono appena arrivato già me ne devo andare? Ricordo gli ultimi istanti del nostro incontro lui mi chiuse le porte in faccia, non voleva che io diventassi un cantante,e non accettava questo lavoro che trovava da scansafatiche , è per lui che ho scritto be yourself, io ho avuto il coraggio di sfidarlo ed essere me stesso, bhò avrò ripreso da mio nonno Julio .. E adesso mi godo gli ultimi momenti passati con Monica, mi ricordo che le dissi che non l'avrei lasciata mai, che ci saremmo sposati e avremmo avuto dei bambini. Le ho riempito la testa di fantasie, che non potevano realizzarsi e lei credeva in tutto, era dolce e ingenua e io stronzo, ne approfittavo. RIcordo il suo sguardo il giorno che lasciai per sempre la città per andare a cantare altrove, era in lacrime, mi chiedeva di restare,per il suo bene, mi ripeteva le mie promesse e tutti i progetti che avevamo in comune, implorandomi di vivere con lei. Forse perchè ero giovane, forse perchè ero egoista e stupido e bastardo la lasciai lì e non la vidi mai più. Ora voglio farmi perdonare. Forse mi ha dimenticato, ma io non ho dimenticato lei. " MAybe u'll say u still want me, maybe u say that u don't, maybe u say that is over but bay i can't let u go" era questa la frase che più di ogni altra dichiarava quanto mi mancasse la sua presenza e risata argentina. ll mio primo incontro con lei, lo definisco tuttora un semplice e fortunato caso, quando non ero ancora famoso e la macchina non l'avevo, prendevo sempre il bus e fù lì che la incontrai, aveva tra le braccia un grosso carico di arance tenute in equilibrio precario, la trovai affascinate, ma all' improvviso il bus frenò e io che volevo evitare che le arance finissero per terra mi precipitai verso di lei facendo cadere lei con tutte le arance .... Diciamo che idiota era il complimento più gentile che mi rivolse e non vi dico gli altri...Rimasi stupito quando lei scese dall'autobus ma la incontrai numerose volte e numerose volte la pedinai, fu così che si accorse di me quando cominciai a frequentare il mercato delle arance dove guadagnava quei pochi soldi che avrebbero sfamato la sua famiglia, nacque l'amicizia e poi l'amore ì, quello più grande della mia vita. Improvvisamente sveglio e risoluto decido che domani andrò a Triball il barrio ( quartiere) spagnolo un tempo fra i più malfamati dove viveva Monica. Ora avevo sentito che era diventato un bel quartiere dove la stravaganza e gli atelier degli stilisti, erano di casa. Credo che Monica sia diventata una modella, lo penso in quanto la ricordo bella ed elegante anche se vestita di stracci. Credo che sia diventata una persona migliore di me, credo che non ascolti le mie canzoni e che non si ricordi di me o almeno lo spero. Comincio a credere che sono ritornato per realizzare i suoi sogni, per realizzare le mie promesse, i nostri progetti, per sposarla,per avere una famiglia e vivere con lei. Ma la devo ancora trovare, sarà viva o morta?sarà a Madrid o si sarà trasferita? E soprattutto sarà sposata, fidanzata, avrà figli o mi starà ancora aspettando??? Ora basta, pensare a lei, si è già fatta l'alba e scorgo i primi raggi di sole che filtrano dalla persiana, sento il vociferare della gente in spagnolo e sento finalmente la forza per uscire a cercarla, abbandono velocemente la pensione e scorgo in lontananza la strada che porta a Triball. Tanto per informarvi , indosso rayban super oscuranti, una sciarpa che ho avvolto intorno al mio viso e un cappello a tese larghe, vi potete chiedere dove ho preso queste cose... fortunatamente ho portato qualche vestito con me per il viaggio e ho adottato queste piccole precauzioni per camminare indisturbato. La gente mi scambia per un terrorista ma a me non importa, comincio a correre sulla strada e faccio il pazzo, canto , ballo mentre ritorno a casa, da lei.
  
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