Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: sakuraenn    05/11/2012    1 recensioni
Questo è il mio primo romazo sui vampiri sarà una storia complessa e particolare è ambientata in un futuro dove i vampiri dominano il mondo, stabilendo le loro regole, Un ragazzo che è un vampiro bianco scopre che suo padre è il più potente vampiro del mondo. Così decide di partire alla sua ricerca e di conoscere meglio il mondo che i vampiri hanno creato.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Rieccomi qui dopo tanto tempo, davvero tantissimo. Questo capitolo lo pubblicai nel 2011 sul mio personal forum.
Periodaccio, in cui mi sentivo davvero delusa di me stessa e del fatto di non avere il talento per scrivere.
E passato tanto, ho raccolto i pezzi e mi son detta "Al diavolo, amo scrivere che mi frega del resto! Imparo piano piano, infondo lo studio della scrittura mi piace e scrivere ancora di più!"
Ho puntato tutto quindi al deciso tentativo di migliorare e poter fornire al lettore un buon prodotto.
Quindi lentamente mi son anche decisa a riprender ein mano questo povero acount e a riprendere le pubblicazioni.
Cercherò did armi sempre più da fare per postarvi buoni prodotti.
Eccovi quindi il Capitolo 4 di Revolution, e perdonate gli errori ma ora proprio non ho il tempo di controllare. Sono oberata di impegni. Buona lettura a Tutti
P.S Il capitolo 5 è in revisione riscrittura appena pronto inziio il ricopiaggio



Quando aprì gli occhi era già tramontato il sole.
Dryù leggeva tranquillamente. Notando che si muoveva si voltò sorridendo.
<< Ben svegliato bella addormentata; sai che hai dormito per quasi dodici ore!>>
Kain lo fissò alcuni secondi sbattendo le palpebre, poi si riprese e sul suo volto apparve un espressione prima stupita, poi imbarazzata.
<< Scusami è che gli ultimi due giorni sono stati, come posso dire; piuttosto pesanti.>>
Distolse lo sguardo cercando di nascondere il mutamento di espressione che avveniva nel suo viso, con scarso successo però, dato che Dryù rimase qualche minuto in silenzio ad osservarlo.
Sospirò, voltandosi anche lui ad osservare l’oscurità fuori dal finestrino.
<< Tra poco ci fermeremo nella prima tappa prevista dal treno…>> Attese qualche attimo in silenzio poi riprese.
<< E uno dei piccoli villaggi senza nome; quando scendiamo fai attenzione è pieno di erranti .>>
Kain annuì senza guardarlo, perso nei propri pensieri. Dryù sospirò di nuovo mentre si sedeva; lo osservò a lungo notandone i mutamenti espressivi e gesti inconsci; rivelavano che pensava a qualcosa.
Questo e le parole accennate poco prima erano la conferma al piccolo dubbio che per tutta la giornata aveva tentato di scacciare dalla sua mente.
Kain stava nascondendo qualcosa e questo non gli piaceva per niente.
La sua espressione s’incupì , era meglio scoprirlo il prima possibile, non poteva permettersi di accodarsi rischi inutili che avrebbero potuto metterlo in pericolo o peggio; mandare a monte tutto quello per cui aveva lavorato fino a quel momento.
Osservò nuovamente il volto del giovane. Sembrava così distante e allo stesso tempo estremamente triste; ad un tratto lo guardò:
<< Ci stiamo fermando. C’è una lanterna laggiù in fondo.>>
Dryù si alzò annuendo e prendendo i bagagli. Kain assunse un espressione perplessa , prevedendo la sua domanda:
<< Scendiamo a trovare una locanda, tanto il treno non riparte fino a domani mattina. >>
Kain annui seguendo il suo esempio. In silenzio scesero dalla locomotiva confondendosi tra il flusso di persone che affollavano la stazione.
Osservandosi attorno Kain non potè fare a meno di notare le figure ciondolanti vestite di stracci che camminavano fra la gente.
Per un istante deglutì sentendo la paura, ma un flashback improvviso gli rammentò chi era.
Si guardò la mano e il ricordo nuovamente lo assalì, strinse il pugno accelerando il passo.
Dryù camminava con espressione truce; quando Kain gli si affiancò, non potè fare a meno di notare la sua espressione e leggervi una marea di emozioni contrastanti. Nel suo cuore si rafforzò la decisione di farsi raccontare tutta la verità.
Proseguirono per un po’ lungo i vicoli in silenzio ognuno immerso nei propri pensieri poi furono costretti a fermarsi.
A pochi metri di distanza una pila di cadaveri era ammucchiata in mezzo alla strada. Il sangue colava ancora dai loro corpi e gli erranti li circondavano camminando in circolo.
Alcuni stavano seduti in terra con i canini infilati in pezzi di corpi e succhiavano i liquidi avidamente. Per un attimo Kain ebbe voglia di vomitare ma, la rabbia e il disprezzo bloccarono questo impulso del tutto naturale.
Sentì Dryù afferrarlo per il polso; con uno scatto violento lo trascinò via da li a tutta velocità, infilandosi in un vicolo buio.
Nella penombra, l’espressione del suo viso, sembrava una maschera grottesca carica di furia e desiderio omicida. Kain capì immediatamente i suoi sentimenti perché li provava anche lui; solo che nel suo caso era diverso. Ora non poteva più solo, limitarsi ad odiarli.
Alzò lo sguardo al cielo sentendo come una fitta dentro, tirò un sospiro e tornò a guardare l‘amico.
Dryù nel frattempo si era leggermente sporto dal vicolo; dopo una rapida occhiata tornò indietro.
<< Siamo circondati. Dobbiamo trovare la maniera di andarcene da qui>> Riflettè qualche minuto poi lo guardò con espressione decisa.
<< Ho un piano quindi prestami la massima attenzione.>>
Kain lo guardò e una morsa gelida gli attanagliò lo stomaco. Deglutì non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso. Annuì e Dryù fece un mezzo sorriso.
<< Ascolta. Usciremo da qui insieme; con molta probabilità appena ci noteranno ci si avventeranno contro… Non dovrai spaventarti; non cerchiamo battaglia, il piano consisterà nel far disperdere totalmente quel gruppo di erranti.
Insieme sono una forza terribile dato che pressappoco sono simili a bestie prive di ragione ma, se distratti e separati; si disperdono facilmente e perdono interesse per la preda concentrandosi su altre più facili da abbordare.
Pensa a correre senza voltarti e scegli un percorso che ti riporti alla stazione, io farò lo stesso; a questo punto è più sicuro passare la notte sul treno. >>
Lo osservò a lungo notando il chiaro flusso di pensieri che ne tormentavano la mente, gli posò una mano sulla spalla.
<< Andiamo! >>
Uscirono di scatto fermandosi in mezzo alla via. Per un attimo sembrò che il tempo si fermasse poi nello scorrere di un battito di ciglia, iniziarono a correre all’impazzata inseguiti da un orda di folli assetati di sangue.
Ad un tratto Dryù alzò la mano in segno di saluto e deviò gettandosi in una via laterale. Immediatamente lo sciame si divise e Kain si ritrovò solo a correre. Mentre percorreva a perdifiato i vicoli senza neppure sapere dove fosse diretto, il suo cervello ragionava freneticamente.
Una marea di sentimenti si sovrapponeva ai pensieri; fra tutti, alcune domande riecheggiavano nella sua mente.
“Come erano nati gli erranti? E, perché?”
Le parole di padre Bernard riecheggiavano nei suoi ricordi come macigni. Capire, doveva capire per poter aiutare. Ma come fare?
Ora la sua vita era in pericolo, sentiva il cuore battergli all’impazzata eppure, al contempo; riusciva a rendersi conto che sicuramente c’era una ragione per cui quegli esseri; quei vampiri, si comportavano in quella maniera.
Strinse il pugno ansimando pesantemente. Il cuore sembrava volergli esplodere in petto. “Era questo che provavano gli uomini quando erano preda dei vampiri? Ma i vampiri cosa provavano all’idea di uccidere?”
Da quel che aveva visto recentemente, a loro non importava nulla della vita degli esseri umani. “Come agire? Come comportarsi?”
Paura, dolore, rimpianto per ciò che non era riuscito a fare, provava tutto questo eppure, dato che era un vampiro era immortale no? Allora perché provava quelle sensazioni?
“ Se togliamo tutte le divergenze, infondo restiamo solo esseri umani.” Quel pensiero; quella frase che proveniva dalle labbra della madre che non aveva mai conosciuto furono come un fulmine a ciel sereno. Si bloccò di colpo con l’orda che si avvicinava minacciosamente.
Rimase così per un attimo, poi si voltò di scatto ergendosi in tutta la sua statura.
<< Perché vi comportate così? Infondo siete esseri umani. >>
Per un secondo fu come se con quelle parole riacquistassero la ragione; ma quello che lesse sui loro volti non fu altro che dolore, rimpianto e rabbia; poi le loro menti tornarono all’oblio e si avventarono su di lui.
Una forza incredibile lo spinse a terra mentre sentiva l’alito di una di quelle creature sul volto e sul collo. La paura prese il sopravvento e con essa la rabbia.
Mollò un pugno a quel vampiro scaraventandolo lontano da se. Digrignò i denti mostrando le zanne e gli occhi dai riflessi color del ghiaccio: li fissò mezzo secondo poi riprese a correre colpendo quelli che tentavano di afferrarlo.
Rabbia e impotenza ecco ciò che avvertiva oltre alla paura. Non poteva fare nulla; solo scappare.
Aiutare , comprendere, quelle parole gli rimbombavano in mente; quanto avrebbe desiderato avere al suo fianco padre Bernard perché gli fornisse sostegno e spiegazione.
Svoltò in un vicolo nascondendosi dietro alcune botti ansimante. “Per quanto aveva corso?” Da un po’ sentiva solo silenzio, “Che i suoi inseguitori si fossero dispersi?”
Deglutendo si sforzò di alzarsi e controllare. La via era vuota e poco distante di vedevano solo campi aperti e alcuni alberi.
Non riuscendo a formulare un pensiero si risedette a terra a testa china. Il petto gli bruciava e si sentiva esausto. Respirò ed espirò profondamente, fino a che il cuore non si calmò. Dopo alcuni minuti che gli sembrarono una vita, si alzò e si guardò attorno, iniziando a camminare.
Arrivato in una piazza vide una donna dai vestiti laceri e lo sguardo folle. Un errante.
Lo guardò per un attimo poi con voce mielosa esordì.
<< E tutto ordinato non trovi? E così bello l’ordine. >>
Kain inarcò il sopracciglio e lei fece un ampio sorriso, facendo ondeggiare la massa di capelli rossi.
<< Prima c’erano tanti minuscoli uomini. Esseri umani derelitti che sporcavano la zona, ma io ho reso tutto pulito, bello e ordinato non trovi? Adesso, è rimasta solo lei… Sarà la mia cena, me la gusterò poco prima dell’alba. >>
La bambina visibilmente terrorizzata se ne stava rannicchiata in un angolo mentre la vampira le carezzava il capo distrattamente gustandosi l’idea del momento in cui le avrebbe azzannato il collo.
Aveva più o meno 4 anni; era ancora agli inizi della vita eppure stava già provando il terrore della morte.
Kain sentì montare dentro di se una furia pazzesca. La pila di cadaveri visti in quel vicolo, quel volto su cui la follia si mostrava attraverso quel sorriso compiaciuto ed esultante; la disperazione e la rassegnazione di quella bambina.
Strinse in pugni sentendo lentamente scricchiolare le nocche.
Comprendere. Aiutare. “Gli uomini; Gli Erranti; I Vampiri…Chi aveva veramente bisogno di aiuto? Chi!?”
Alzò lo sguardo alla donna rivelando le zanne color dell’avorio e la fissò a lungo con il suo sguardo di ghiaccio. I tremiti d’ira piano, piano; rallentarono fino a fermarsi completamente.
Le parole di padre Bernard sull’aiutare non si riferivano unicamente agli esseri umani ma a tutti.
Non era una divinità; ma quel poco che poteva fare per il prossimo l’avrebbe fatto. Sua madre, Herrietta; Padre Bernard avevano compreso una realtà che superava la comune ottica della vita. Avevano visto che nonostante le differenze bisogna comunicare. Strinse nuovamente il pugno e si diresse a passo deciso verso la donna, fermandosi a poca distanza da lei.
<< Lascia quella bambina. >>
Nella sua voce non trapelava traccia di richiesta. Era un ordine perentorio.
I suoi occhi si fissarono su quelli di lei non mostrando incertezza o indecisione.
Rimasero a fissarsi in silenzio per alcuni attimi, staccando la mano dal capo della piccina lei si alzò avvicinandosi, sfiorandogli il volto.
<< Un nobile. Un sangue puro. Perché? Vuoi nutrirti di lei? Vuoi, togliere il pasto ad un essere reietto? >>
Staccò quella mano da se con delicatezza, facendo gesto di diniego con la testa.
<< E ora di smetterla con questa follia. Tutti abbiamo il diritto di vivere. >>
Per alcuni attimi lei lo guardò incredula poi si allontanò scoppiando a ridere fragorosamente.
<< Diritto di vivere? Hai detto Diritto di Vivere? Siamo Vampiri! Ci nutriamo di sangue! Sangue! Tu che sei un nobile come puoi formulare un pensiero come questo?! >>
Sul suo volto si leggeva rabbia e disperazione distorte dalla follia. Urlava come un isterica mentre continuava a ridere tra le parole. Lo afferrò.
<< Rispondi! Come puoi dire certe assurdità? >>
Quel gesto non lo turbò, riusciva in parte a capire cosa stava provando.
<< Come posso dirle? Semplicemente perché credo che tutti abbiamo diritto alla serenità e ad una vita decente. Semplicemente… Perchè, penso che tutti siamo vivi. Pensaci. Nonostante le diversità, tutti siamo esseri umani. >>
La guardò con calma, forte delle sue convinzioni. Per alcuni secondi una quiete irreale calò sullo spiazzo poi lei staccò la mano. Arretrò voltandosi e iniziando a tremare.
<< E… Essere umano? Mi hai chiamato essere umano? Io non sono un essere umano! Sono un mostro! >>
Il colpo arrivò ad una velocità pazzesca. Kain fu colto alla sprovvista, sentì unicamente l’urto del pugno sul suo viso e la caduta a terra.
Non ebbe tempo di riprendersi che lei gli fu sopra tempestandolo di colpi con una violenza inaudita.
<< Umana. Hai detto essere umano? Ma tu che ne sai di cosa significhi essere umani! Noi non siamo più esseri umani! Non siamo Vampiri! Solo il sangue, la sete di sangue! Siamo dei mostri! Nient’altro che mostri!
Come puoi definirci esseri umani! Non prendermi in giro! Non prendere in giro qualcuno che umano lo è stato davvero! >>
Kain sgranò gli occhi in preda allo shock. Ora capiva…. La reticenza delle persone a parlare degli erranti, la fretta nel cremare i cadaveri di coloro che erano stati uccisi dai sangue puro…
Un groppo alla gola lo assalì. “Perché il suo vero padre permetteva tutto questo. Perché?”
Le lacrime minacciarono di salirgli agli occhi ma non uscirono. Guardò la donna con un espressione di impotenza distogliendo lo sguardo.
<< Scusa non lo sapevo. Non sapevo che gli erranti un tempo erano umani. >> Strinse il pugno tornando a fissarla.
<< Però il fatto che ne gli umani né i vampiri tengano alcun conto di voi vi autorizza a compiere stragi indiscriminate e ad impazzire. Avete perso tutto, allora costruitevi una nuova vita! Alla faccia dei sangue puro! Alla faccia degli umani! Riprendetevi quella dignità che vi spetta di diritto. >>
Le afferrò il polso ma lei aveva già smesso di colpire. Lo fissava ammutolita senza riuscire a dire una parola.
La bambina incapace di muoversi per la paura era rimasta a fissare l’intera scena. A quell’immobilità si alzò in piedi andando a nascondersi dietro la fontana. Si sentiva incuriosita ma aveva il terrore avvicinarsi.
Quella donna le faceva paura. La terrorizzava completamente. Aveva pensato di scappare, di fuggire lontano quando lei si era allontanata ma, la paura e aveva impedito di muoversi.
Ora valutava se era meglio fuggire a gambe levate oppure restare a vedere cosa succedeva fino alla fine.
Sentì una mano sulla calotta, si voltò con uno scatto sussultando ma una figura le fece segno di fare silenzio.
La scena era immobile, Kain fissava la donna che stava a testa china. Passarono lunghi momenti, ad un tratto lei alzò lo sguardo; Piangeva.
<< Perché? Pietà. Perché mostri una simile pietà verso… >>
Non finì la frase che un paletto accuminato le perforò il cuore. Un urlo agghiacciante ruppe la quiete di quell’oasi silenziosa. Kain sussultò.
Il corpo della donna rantolava e il sangue usciva copiosamente. Un nuovo sussulto lo scosse alla vista di tutto quel sangue, afferrò il corpo che ricadeva all’indietro stringendolo a se e adagiandolo con delicatezza a terra.
Le strinse la mano, sentendo i rantolìì e gli spasmi in cerca di aria. Deglutendo si ritrovò a sussurrarle parole di incoraggiamento mentre dentro di se sentiva il groppo in gola.
Chiuse gli occhi pregando con tutto se stesso. Desiderava fare qualcosa per aiutarla, per salvarla ma non sapeva cosa. La rabbia e la disperazione crescevano di pari passo dentro di lui, avvertiva un urgenza impellente ma non poteva fare nulla; stava morendo.
Un singhiozzo lo assalì mentre un profondo tormento lo dilaniava dal’interno. Aprì gli occhi di scatto quando, sentì un tocco gelido sulla guancia. Sorrideva. Lei lo guardò sorridendo grata di quella pietà che da tanto tempo non riceveva.
Chiuse lentamente gli occhi spirando prima che lui riuscisse a proferire parola. Lasciò andare quella mano voltandosi verso l’oscurità nella direzione da cui proveniva il dardo.
Si alzò di scatto; gli occhi lampeggiavano scrutando il buio. Riuscì a vedere solo un lampo prima che una fitta di dolore lo soprafece facendolo inginocchiare a terra.
Toccò l’oggetto che gli si era conficcato nella spalla e staccò la mano notando che era sporca di sangue.
Ansimando si guardò intorno alla ricerca del suo assalitore mentre lentamente la rabbia lasciava il posto al panico. Sgranò gli occhi quando da dietro la fontana uscì Dryù armato.
Sui lineamenti del suo volto si leggeva odio e una cieca determinazione.
Aveva gli abiti chiazzati di sangue e lo osservava. Fece per alzarsi e rivolgersi all’amico ma un altro dardo gli venne scagliato addosso colpendolo alla gamba.
La parola gli morì in gola mentre la sua mente veniva innondata da una nuova fitta di paura.
Lentamente Dryù si avvicinò, abbassò la balestra e sussurrò.
<< Cosa sei tu? >>
Kain lo guardò supplicante. Non riusciva a parlare e tremava. Si fissarono alcuni secondi.
Grugnendo Dryù scaraventò a terra la balestra afferrandolo per la collottola.
<< Ti ho fatto una domanda! Cosa sei tu? >>
Rabbia, in quel momento provava una gran rabbia. Aveva seguito Kain fin dal principio.
Non gli ci era voluto molto ad eliminare quella feccia errante e aveva scoperto la verità. Era infuriato con se stesso per essersi lasciato ingannare; con Kain per quello che era, al contempo però era anche confuso.
Quel “Vampiro” rappresentava qualcosa di anomalo. Viveva di giorno, si nutriva di frutta e verdura. Tutto ciò era assurdo!
Afferrò il dardo conficcato nella gamba e lo strappò con violenza.
<< Rispondi! >>
Stava urlando. Lui che era sempre stato un tipo calmo e impassibile ora stava urlando. Un nuovo moto di rabbia lo assalì mentre estraeva il dardo che lui stesso aveva scagliato.
Sentì il corpo di Kain sussultare e vide le lacrime che affioravano sul suo volto. Si avvicinò a pochi centimetri da lui.
<< Rispondi. Dimmi chi sei? >>
<< Dryù perché? >>
Con voce strozzata Kain pronunciò la domanda, era confuso, aveva paura e non sapeva che fare.
Dryù lo fissò gelido. Dentro sentiva una serie di emozioni contrastanti che andavano dall’odio più intenso alla pietà e rimorso.
Digrignò i denti sentendo un nuovo impeto di rabbia. Come poteva un vampiro generare in lui tutte quelle emozioni?
Afferrò il dardo alla spalla e lo estrasse con più violenza del suo predecessore. Nuovamente Kain sussultò urlando e scoppiando a singhiozzare apertamente.
<< Fa silenzio e rispondimi! >>
Dryù si sentiva al limite della sopportazione, strinse la presa e gli diede un pugno in volto, ricevette in risposta uno sguardo atonito che lo colpì come uno stiletto di ghiaccio.
Kain rimase in silenzio alcuni attimi continuando a singhiozzare.
<< Un vampiro Bianco… Sono un Vampiro Bianco. >>
La sua voce risultò fievole rotta dai sighiozzi ma comprensibile. Dryù lasciò la presa sgranando gli occhi. Deglutì.
“Quel tipo non era soggetto alla legge del patto di sangue?”
Era una menzogna. Non poteva essere vero! Quel pensiero riaffermò le sue convinzioni; mentiva! E ne avrebbe avuto la conferma con una nuova domanda.
<< Chi è tuo padre? Chi ti ha dato questa natura? >>
L’altro sgranò gli occhi distogliendo lo sguardo.
<< Rispondi dannazione! >>
Kain tentennava e Dryù avvertì in quel tentennamento i sentimenti contrastanti che lo dilaniavano.
Nuovi attimi di silenzio trascorsero lenti come macigni, infine nuove lacrime affiorarono sul volto di Kain.
<< Non so perché sono così! Mio padre è… >> Per un attimo si bloccò poi a mezze parole proseguì <>
Per un attimo il gelo si impadronì di lui. Dryù si ritrovò a scuotere la testa incredulo. Allentò la presa ma lo riafferrò subito con violenza inaudita. Solo in quell’attimo notò il ciondolo al suo collo. Dunque, era tutto vero. “Il figlio perduto della stirpe dei Vlad” Un Vampiro Bianco.
Tentennò alcuni secondi indeciso, infine si morse il labbro. Lo fissò alcuni attimi poi allentò la presa, rinsaldandola dopo pochi secondi, lo guardò deciso ed estrasse il pugnale a stiletto dal suo stivale.
Incise a fondo sulla spalla sinistra una croce. Le urla di Kain squarciarono il silenzio mentre il suo corpo tremava sotto quella tortura.
Alla fine svenne tra le braccia di Dryù che si morse il labbro nuovamente.
Lo guardò alcuni attimi, sembrava un bambino indifeso. Faceva davvero la cosa giusta?
Per un attimo il dubbio si insinuò in lui rodendogli l’animo, lo ricacciò indietro. Odiava i vampiri con tutto se stesso eppure sentiva che Kain doveva sopravvivere.
Se lo caricò in spalla iniziando ad allontanarsi, dopo pochi passi si fermò, guardò la bambina e gli fece cenno di seguirlo.
Qualche ora dopo Kain si svegliò in una casa. Sentiva il corpo dolorante ed era disteso in un letto sconosciuto, si guardò attorno cercando di alzarsi ma una fitta lo riportò agli ultimi avvenimenti.
Deglutì trovandosi faccia a faccia con lo sguardo truce di Dryù. Sussultò arretrando.
Per un attimo l’altro chiuse gli occhi sospirando, quando gli riaprì lo fissò con decisione.
<< Ora giochiamo a carte scoperte. >>
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: sakuraenn