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Autore: bulmasanzo    07/11/2012    3 recensioni
Una riscrittura della storia riproposta in ogni titolo della saga dei fratelli Mario, in uno stile semiserio e tragicomico che diventa progressivamente sempre più impegnato.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bowser, Luigi, Mario, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 5:



È notte inoltrata.

La luna piena si gode, illuminandola, la dolce scena del riposo dei viaggiatori.

Stanno attraversando questa specie di selva da alcuni giorni senza poterne vedere la fine, sono tutti molto, molto stanchi, ma non vogliono arrendersi.

I tre dinosauri si sono accucciati dolcemente sul terreno soffice e dormono beati. Si sono addormentati senza un lamento, come se passare la notte all'addiaccio per loro fosse la norma.

Yvan e Wolley sono accoccolati insieme su un mucchio di foglie. Il toad giallo s'è lasciato prendere dal sonno solamente dopo essere stato cullato per mezz'ora dal suo amante il quale, invece, è ancora sveglio e non può fare a meno di guardare Luigi.

L'idraulico s'è appoggiato con la schiena contro un tronco e se ne sta semi-sdraiato con le braccia conserte e il berretto calcato sugli occhi. Da lui non si sente emettere un fiato, non c'è alcun segno che riveli che si sia accorto di essere guardato. Yvan non saprebbe dire se stia dormendo oppure no. Si sente agitato.

Da quando Mario è scomparso, rapito, forse ucciso, Luigi ha adottato nei loro confronti una linea di condotta dura. Se non fosse per la mezza esitazione che ha avuto all'inizio, non ha per nulla ceduto alla disperazione, come si sarebbe aspettato da lui, si è dato un contegno.

Yvan sa che lo sta facendo per reazione, per tenere la sua mente occupata, concentrata sulla missione che devono compiere e per non pensare al peggio.

Luigi non ha più accennato a Mario, non ha più parlato di lui, s'è dedicato solamente e completamente al modo più facile e più breve per seguire la via che dovranno percorrere.

Ha dato loro ordini. Rendendosi anche fin troppo rude, ha assunto un ruolo di comando.

Li ha anche stupiti, quando ha affrontato i gruppi di koopa sparsi che ogni tanto cercano ancora di attaccarli e di fermarli.

Ma soprattutto, e questo è quello che più di ogni altra cosa preoccupa Yvan, Luigi non sorride più.

Prima sorrideva sempre, anche quando lo prendevano in giro, ed era proprio per questo che prenderlo in giro risultava divertente, perché sapeva stare allo scherzo.

Ora si potrebbe addirittura pensare che sia una persona diversa, nuova.

È come se si fosse accorto solo adesso che il tempo di scherzare è finito.

Sembra che qualcuno, una misteriosa forza aliena, lo abbia completamente svuotato dei suoi sentimenti, e Yvan si sente tremendamente dispiaciuto per questo, pur sapendo benissimo che si tratta di una maschera.

Viaggiando insieme, si era fatto di lui un'idea che adesso non può far altro che ritenere sbagliata. Si vergogna di averlo, in un primo momento, giudicato un debole, una ridicola e quasi del tutto inutile spalla, messa accanto all'eroe giusto per far risaltare il suo valore. Un po' quello che -pur amandolo, deve ammetterlo- Wolley è per lui. Ma adesso -da un po', a dire il vero- si è accorto che Luigi è una persona vera, di un certo spessore. Il suo unico, vero problema è la timidezza. Sotto quell'aria insignificante, c'è un animo da vero leader.

Ma, a dirla tutta, questo suo cambio di atteggiamento lo spaventa. Ammettendolo a se stesso (e solo a se stesso), il toad blu sa di avere una tremenda paura di lui.

Perso nelle sue considerazioni, Yvan non si è accorto che la notte è passata in silenzio e che iniziano a spuntare le prime luci dell'aurora.

Wolley si rigira dolcemente tra le sue braccia, infastidito dalla luce. Yvan si scosta discretamente da lui per non svegliarlo, si alza e va al fiume presso il quale hanno deciso di fermarsi, intenzionato a lavarsi la faccia.

In verità, i toad non amano molto l'acqua, perché la loro pelle fibrosa tende ad assorbirla come una spugna, facendoli diventare mollicci. Ma Yvan se ne frega. Non avendo dormito per niente tutta la notte, ha bisogno di tenersi sveglio e fresco.

È mentre che si sta per chinare sull'acqua che vede, riflesso sulla sua superficie, il brutto muso peloso del gorilla.

La sua apparizione è tanto improvvisa e inaspettata che Yvan non riesce a impedirsi di gridare per la sorpresa e lo spavento. Il poveretto si ritrova a indietreggiare strisciando per terra, terrorizzato.

“Yvan! Cosa succede?” Urla Luigi arrivando di corsa dopo essersi svegliato di soprassalto. Era in un sonno leggerissimo ed è saltato su immediatamente al grido dell'amico, pronto a combattere nel caso in cui dovesse essere stato attaccato.

Ma, alla vista del nuovo arrivato, non può fare a meno di restare come paralizzato per un momento.

Il fungo blu lo indica, senza parole.

Il gorilla è anziano, quasi decrepito, ingobbito e claudicante, si appoggia a un nodoso bastone da passeggio e ha una lunga e incolta barba bianca. Nonostante l'età lo abbia segnato profondamente, Luigi non può fare a meno di riconoscere in lui quel cattivone che anni or sono era scappato dallo zoo portando con sé la graziosa e giovane guardiana dello stesso.

Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, ma l'ha terrorizzata. Si trattava di Pauline, allora fidanzata di Mario, il quale aveva sudato sette camicie per inseguirlo mentre si arrampicava su per i grattacieli di New York, nemmeno fossero sul set di un film d'azione, schivando barili e svitando bulloni per fargli crollare il sostegno, solo per vedere poi il suo cucciolo arrivare dalla giungla per liberarlo, dopo che lo aveva così faticosamente imprigionato.

“Donkey Kong!” esclama, quasi come se si trattasse di un'accusa.

“No, non mi chiamo più così.” dice lo scimmione con una voce lamentosa e malinconica. Sorride poi, mentre numerose e profonde rughe gli increspano gli occhi vispi e le labbra. “Adesso sono soltanto il vecchio Cranky. Il mio nome l'ho tramandato alla mia generazione.”

“Che fai qui?” chiede Luigi tenendosi sulla difensiva, mentre Yvan corre a nasconderglisi dietro, facendo un giro largo per evitare il gorilla “Sei qui per attaccarci anche tu?”

“No!” esclama subito il vecchio “Sono venuto ad aiutarvi.”

“Davvero? E che ci guadagni?” incalza Luigi in tono sospettoso.

“Si dà il caso che anche il mio regno sia stato invaso dalle forze armate di Bowser.” racconta la scimmia “Mio nipote, Donkey Kong Junior-Junior, figlio di mio figlio, Donkey Kong Junior, ha provato a resistergli, ed è stato imprigionato. Esattamente come la principessa Peach, anzi peggio, perché qui almeno è rimasto il re Toadstool a governare, mentre Donkey stesso è il re di Donkey Kong Country, la nostra bellissima giungla, e non ha eredi. Non ancora, almeno...”

“Arriva al sodo.” sbotta Luigi.

“Sono venuto a darvi una dritta. In cambio, oltre a sconfiggere Bowser, voi dovreste liberare anche lui, contribuendo così a salvare il nostro paradiso, ecco cosa ci guadagno.”

Luigi si fa un momento pensieroso. “Che intendi con 'darci una dritta'?”chiede.

Il gorilla si raddrizza sul suo bastone. “State sbagliando strada.” si azzarda a dire.

“Questo non è possibile!” si arrabbia Luigi, punto sul vivo “Casomai sei tu che vuoi farci sbagliare strada. Noi stiamo seguendo la giusta direzione, non ci siamo mai allontanati dal percorso segnato sulla nostra mappa!” nel dire questo, la sua mano va involontariamente a tastare il libriccino che tiene in tasca, come una reliquia.

Il vecchio tossisce e la sua voce assume un tono aspro “Non è questo il motivo per cui vi siete persi. Voi sapete dove vi trovate?”

“Sì che lo sappia...” inizia timidamente Yvan, ma subito viene interrotto.

“No, invece non lo sapete! Perché questa terra in cui vi trovate è la terra delle illusioni. Voi credete di essere sempre sulla strada giusta, ma fino a ora, ne avete forse visto la fine?”

Luigi deglutisce. È vero, stanno continuando da un bel po' di tempo ad andare avanti e sembra sempre che siano nello stesso punto...

“State girando in tondo senza accorgervene. Ma vi condurrò io al punto di congiunzione con la strada che avete smarrito.” dichiara Cranky.

“Come faccio a fidarmi?” Luigi si ostina a non volerci credere “Magari vuoi portarci a un'imboscata. In fondo, tu sei cattivo.”

“Io non sono mai stato cattivo!” si infuria inaspettatamente l'anziano gorilla, facendo trasalire sia Luigi che Yvan. “Ero semplicemente un giovanotto scalmanato che cercava di fuggire da una vita in gabbia alla quale era stato condannato senza nessun motivo!... Sì, è vero, ho anche rapito quella ragazza, ma voi non avete idea di cosa voglia dire essere costretto a vivere in un maledetto zoo! E comunque, in questi anni sono cambiate tante cose...” il suo tono si abbassa un po'.

Luigi incrocia le braccia al petto e lo guarda, seccato e triste allo stesso tempo. Ecco perché ha scelto di chiamarsi Cranky! Perché è irascibile.

Lui sospira. “Senti, se non vuoi fidarti non farlo. Io però non posso materialmente farti nulla, nemmeno costringerti. Sono da solo e sono uno sp... un vecchio, mentre voi siete giovani e siete in otto...”

“Siamo in sei, veramente.” lo corregge Wolley che è sopraggiunto in questo momento.

Il piccolo toad ha lo sguardo serio e l'aria dura mentre fissa il suo compagno che lo sta implorando con gli occhi di non toccare questo tasto.

“Abbiamo perso due dei nostri compagni.” continua ignorandolo, dal suo tono è chiaro con chi sta parlando.

Luigi si gira verso di lui guardandolo dall'alto verso il basso.

Il fungo giallo sostiene il suo sguardo assottigliando gli occhietti e rendendoli ancora più piccoli di quello che sono, quasi arrabbiato.

“...Sì, è vero, Mario e Boshi non sono più con noi.” conferma l'idraulico aggrottando le sopracciglia e voltando subito dopo la faccia dall'altro lato per nascondere un'espressione triste che gli è venuta nel pronunciare il nome del fratello.

“Mi spiace molto” dice Cranky “Ma se lo libererete, Donkey potrebbe aiutarvi. Lui ricambia sempre i favori.”

Wolley guarda di nuovo Yvan e si accorge che la sua espressione, prima allarmata, ora è mutata. Non si può dire che stia sorridendo, ma adesso ha uno sguardo un po' più tenero, è come se gli avesse voluto rimproverare di aver parlato ma poi avesse cambiato idea, avendo visto che Luigi, comunque, ha risposto bene e non se l'è presa.

Gli rivolge un gesto innocente e torna a guardare Luigi, il quale sta prendendo la giusta decisione.

“Facci strada.” dice semplicemente.

Il gorilla scopre le gengive, visto che non ha più denti con cui sorridere, poi, con un'agilità che da una creatura apparentemente fragile come questa non ci si aspetterebbe, fa un salto e si arrampica su di un albero, restando appeso per un solo braccio a uno dei rami più alti. Dopodiché lo perdono di vista. Subito dopo, chissà come, lo vedono ricomparire dall'altra parte del fiume. Lancia loro degli sguardi molto significativi.

Wolley corre a svegliare i tre piccoli dinosauri che li aiutano ad affrontare il guado.

Cranky li conduce a suon di balzi fuori dalla selva. Sembra che conosca molto bene questo posto, perché si muove con sicurezza e con naturalezza, è come se avesse un navigatore satellitare dentro la testa. Va anche piuttosto veloce per uno zoppo della sua età, non pare nemmeno che stia camminando, pare che fluttui...

Quando, alla fine, sono fuori dalla macchia d'alberi, sembra che ricominci il sentiero che avevano perduto. Ma, senza preavviso, Cranky non si ferma lì, cambia bruscamente direzione continuando ad avanzare. I nostri lo seguono dopo essersi guardati per un secondo in faccia a vicenda, incerti, chiedendosi se non li stia portando di nuovo nel posto sbagliato.

Infine, si ritrovano a ridosso di una montagna, in un vicolo cieco.

“E ora, da che parte?” chiede Yvan perplesso mentre Luigi si allarma. Perché li avrebbe portati in un posto in cui non c'è nulla e non si può avanzare? Deve trattarsi di una trappola! Ma non c'è nemmeno bisogno che manifesti ad alta voce il suo pensiero perché questo venga smentito.

Ecco che il gorilla inizia a comportarsi dall'animale che è. Sotto gli occhi un po' sconvolti, ma a dire la verità non tanto, dei nostri eroi, lancia un urlo disarticolato e scimmiesco e inizia a picchiare con forza i suoi pugni sulla parete di roccia, vibrando tutto come se fosse stato morso da una tarantola.

“Si farà prendere un ictus!” grida Wolley spaventato dalla sua agitazione esagerata.

“Cosa fa?” dice Yoshi guardandolo in confusione, inclinando la testolina di lato.

“Dev'essere la demenza senile...” mormora Yvan sconsolato.

Ma, incredibilmente, sotto i colpi del primate, la roccia cede, rivelando un passaggio segreto. La qual cosa mette tutti a tacere.

I nostri vengono preceduti all'interno di una piccola grotta dove, ad aspettarli, trovano due grossi tubi blu.

“Eccoci!” finalmente, Cranky ha ritrovato la voce, anche se sembra stanco “Se volete arrivare al castello di Bowser, potete prendere la scorciatoia che vedete di fronte.”

“Una scorciatoia!” esclama Wolley “Intendi dire che basta infilarci in uno di questi tubi e saremo arrivati?”

“Sì, ma badate, non so quale sia il tubo giusto. So solo che uno di questi potrebbe perfino farvi tornare indietro. Scegliete con cura.” detto ciò il vecchio gorilla si alza a fatica reggendosi sul suo bastone... e svanisce.

Wolley ha un sussulto, si copre la bocca per soffocare uno strillo “Era un fantasma!” si sente che dice.

“In quale ci dobbiamo infilare, allora?” chiede il toad blu fissando i due tubi.

“Direi che abbiamo il cinquanta per cento di probabilità.” fa Luigi con uno sguardo impassibile, impenetrabile, ma dentro di lui c'è un conflitto, un'idea dolorosa gli è appena venuta... “Le potremmo provare entrambe...”

“Che intendi dire, con questo?” chiede Wolley che non ha realmente capito a cosa si riferisca.

“Vuole dire che ci dobbiamo dividere.” spiega Yvan che invece ha capito benissimo, sussultando ed esclamando poi: “No, non esiste!

“No, immagino di no.” dice con calma Luigi “Io vorrei provare quello di sinistra. Ho l'impressione che sia quella la direzione giusta...”

“E cosa te lo fa dire?”

“Non saprei, ma Mario mi direbbe di seguire il mio istinto. Però, mi potrei anche benissimo sbagliare... quindi, se ci dividessimo, almeno qualcuno di noi potrebbe arrivare sicuramente alla meta...”

“Non avrebbe senso separarsi, più che mai adesso che stiamo per raggiungerla, dobbiamo restare insieme!” esclama Wolley, sconcertato da quella proposta.

“Sei pazzo se credi che ti lasceremmo da solo!” esclama a sua volta Yvan con foga, guardandolo direttamente. Luigi gli rivolge un sorriso triste, il primo che Yvan gli vede fare da tempo.

“Tenteremo la sorte! E se dovessimo davvero tornare indietro, pazienza. Ripercorreremo il tubo al contrario.” continua Yvan, il suo tono è quello di chi non ammette repliche.

Leggendo nei loro occhietti una determinazione infinita, Luigi pensa, con ammirazione, che stiano affrontando la situazione con coraggio e maturità. Ormai questi due strani esseri micotici gli si sono inevitabilmente legati, lo seguirebbero anche se si gettasse nel fuoco. E annuisce, rendendosi conto di quanto sinceramente voglia loro bene.

“E poi io non voglio che ci separiamo!” riprende Wolley senza poter fare a meno di piagnucolare un pochino. Ha uno slancio inaspettato anche per lui. Si getta addosso a Luigi, lo abbraccia forte e ricaccia indietro le lacrime di commozione che lottano per venire fuori quando sente che anche l'idraulico sta ricambiando la stretta.

“Non ci separiamo.” gli promette questi dandogli un buffetto affettuoso che lo fa arrossire.

Poi Yoshi, con Luigi in groppa, si arrampica sul bordo del tubo di sinistra, per poi abbassarsi di colpo, presto imitato dagli altri due dinosauri, a turno.

I nostri scivolano giù per un lungo abisso che sembra destinato a non finire mai...

L'intuizione di Luigi si rivela (per fortuna!) esatta.

Hanno raggiunto la meta.

La prima cosa che notano, una volta all'aperto, è il cambiamento climatico. Solo dopo, il nuovo scenario che si presenta a loro. Il cielo non è più azzurro e pieno di nuvolette sorridenti, bensì scuro, di un nero opprimente, è come se fosse attraversato per intero da una nube tossica che nasconde il sole, che imprigiona la luce. L'erbetta fresca e verde che prima ricopriva quasi del tutto il suolo ha lasciato spazio a un terreno completamente bruciato. L'atmosfera stessa sembra infuocata. La causa di questa impressione è forse lo sconfinato fiume di lava che circonda il titanico castello che da solo domina il paesaggio, alla vista del quale i loro cuori perdono veramente un battito.

Finalmente, i nostri possono farsi un'idea del loro famoso nemico che sono venuti a combattere. Infatti, sulla facciata della costruzione, c'è un elemento impossibile da non notare, un grande, minaccioso ritratto in pietra del padrone del castello, il viso di un koopa che li fissa con aria feroce, occhi cattivi, fauci spalancate, quasi volesse invitarli a entrare per divorarli. La sua stessa bocca è l'ingresso.

“Un po' presuntuoso.” commenta Yoshi, stupendo tutti.

Wolley è molto spaventato, si lascia perfino sfuggire un lamento e vorrebbe coprirsi gli occhi con le mani, ma resiste a questa tentazione.

“Ragazzi, ci siamo, siamo nella terra dei Koopa.” esclama Luigi che l'ha riconosciuta dalla descrizione che ne è stata fatta nel libro. Se ci fosse stato Mario gli avrebbe dato del Capitan Ovvio. Le sue battute gli mancano. Nonostante si sforzi di mantenere ferma la sua voce, si sente lo stomaco completamente ribaltato e le gambe molli, meno male che Yoshi lo sta tenendo su.

“Siamo dove volevamo essere. Allora perché mi sento così agitato?” dice Yvan, nemmeno lui è immune al terribile fascino di quel luogo, ma si impone di smettere di tremare. La vista di questo castello ha spiazzato un po' tutti. Non si immaginavano che potesse essere così imponente. Al suo confronto, la casetta dei fantasmi pareva il cottage dei sogni di Barbie...

“Paura!” esclamano all'unisono Woshi e Poshi. “Anche voi paura?”

Luigi sta per dire, mentendo, che no, lui non ha paura, quando all'improvviso Yoshi srotola la sua lunga lingua catturando qualcosa che si rivela essere un paragoomba di pattuglia, alias un goomba con le ali.

“Non ingoiarlo!” esclama Luigi istintivamente, ma Yoshi purtroppo lo ha già fatto e sputa solo una scatolina di ferro che l'essere aveva attaccata sopra la testa.

“Una videocamera?” fa Yvan stranito.

“Spia!” dice Yoshi calpestandola e mandandola in frantumi.

“Ma certo! Ci devono aver tenuti d'occhio.” riflette Luigi “Avevano intuito dove andavamo e ci hanno deviati, ecco perché eravamo finiti in quella selva delle illusioni o cosa diavolo era!”

“È probabile anche che sappiano già che ne siamo usciti.” dice Yvan.

“Allora ci conviene entrare.” conclude rassegnato Wolley. Come se, una volta arrivati lì, ci si potesse ritirare!

“Quanto vorrei che Mario fosse qui insieme a noi.” pensa, senza dirlo ad alta voce, Luigi, mentre distribuisce a ciascuno di loro un fiore di fuoco.

Dato che s'erano aspettati attacchi da tutte le parti, i nostri si sentono quasi delusi quando si accorgono che l'ingresso non è impedito in alcun modo.

La cosa strana è che il fiume di lava che c'è fuori continua anche dentro al castello. Nonostante ciò l'interno è molto meno spaventoso dell'esterno, perché è arredato con un certo gusto. Sul fondo del salotto in cui sono entrati, si vede un bellissimo pianoforte a coda di un legno nero, lucido e splendente.

Ma Yoshi nota qualcos'altro di molto interessante...

“Merendine!” grida eccitato. Tutti si voltano a vedere cos'ha provocato la sua reazione. E sono felici di notare che c'è davvero un distributore, all'angolo della stanza. Capirete che, dopo tutta la strada che hanno fatto e tutte le cose allucinanti che sono successe loro, i nostri ragazzi abbiano anche voglia di fare un minimo di colazione.

“Che diavolo ci fa un distributore nel castello di un re malvagio?” dice Luigi che non si fida mai di niente.

“Anche i re malvagi possono aver voglia di un po' di cioccolato, ogni tanto.” dice Wolley fissando l'oggetto mentre si rende conto di aver fame. “Qualcuno ha una moneta? Vorrei tanto un butterfinger!

“Abbiamo un milione di monete, ma non prendere niente, è una trappola.” lo avvisa il suo amante “Magari te lo prendi e al posto del burro di arachidi ci trovi il veleno!”

Wolley riconosce che potrebbe essere vero “Voglio solo guardare.” dice, smontando da Poshi. Sta per avvicinarsi ma Luigi sente improvvisamente pericolo e, sceso anche lui da Yoshi, ha uno scatto fulmineo e lo acchiappa per il colletto del gilet, tirandolo indietro un momento prima che un colossale blocco di granito crolli addosso al distributore, il quale esplode facendo schizzare le barrette che contiene da tutte le parti.

Il piccolo fungo è rimasto come traumatizzato, s'è visto passare davanti in un solo attimo tutta la sua vita da hippy. Gli è sembrata così orribilmente vuota! Non è mai veramente riuscito a salvare le balene.

“Per poco non restavi scafazzato sul pavimento, ma ti sembra un buon motivo per scoppiare a piangere?” gli dice Yvan correndo da lui nel tentativo, un po' goffo, di rincuorarlo.

“Sono un idiota.” mormora il funghetto “Luigi, mi hai salvato la vita e ti sarò debitore per sempre.”

“Ma va là.” dice l'idraulico girando gli occhi.

Poi si sente provenire dalle loro spalle una frase strana: “Vi ho mancato, per fortuna!

I nostri eroi si girano di colpo.

Circondato da una spirale di fuoco, è comparso un koopa che, stranamente, ha un'aria triste.

È un po' troppo giovane per essere Bowser, a dire il vero. Ha una chioma di capelli blu, pettinati in due ciocche tirate all'insù, curvate come se fossero delle corna, la pelle gialla e la testa verde, due occhi piccoli sormontati da due sottili sopracciglia blu, un guscio sempre blu pieno di spuntoni sulle spalle e un piccolo pizzetto sul mento. Una cosa che si nota molto è un unico, grande incisivo appuntito al centro della bocca.

“Tu sei Bowser?” fa dubbioso Luigi, anche se sa già la risposta.

“Sono il figlio primogenito di Bowser, Ludwig Von Koopa.” si presenta lui allargando le braccia “Futuro duca della Terra oscura. E questo è il mio castello!”

“Pensavamo fosse il castello di Bowser!” dice Yvan “Quel gorilla ci ha mentito.”

“Non proprio. Quel gorilla è vecchio e stupido ed è pure uno spettro. Mio padre ha un sacco di castelli. Questo lo ha regalato a me e ora è mio.”

“Allora ce ne andiamo subito.” dice Wolley già spaventato, ma Luigi gli tiene una mano sulla spalla per non farlo disertare.

“Ve lo lascerei anche fare.” dice gentilmente il koopa tirando fuori da chissà dove una specie di bacchetta sulla cui punta svetta un diamante “Però voi dovreste promettermi che, invece di continuare per la vostra strada, ve ne tornerete indietro dimenticandovi della vostra missione... e io so che non lo farete.”

Luigi è colpito dal suo tono. È così malinconico, è come se davvero non volesse far loro niente di male... Luigi si chiede perché sembri così triste. Ma i suoi gesti, presto lo contraddicono.

“...Quindi vi ucciderò.” conclude cambiando repentinamente espressione, arrabbiandosi senza ragione, incattivendosi. Dalla bacchetta è scaturito una specie di fulmine che viene scagliato immediatamente su di loro.

Ma Luigi non è arrivato fino a questo punto per farsi uccidere.

Tirando con sé Wolley, si tuffa di lato evitando il colpo, mentre Yvan fa lo stesso scatto dall'altra parte. Il fulmine si scontra contro il muro dilaniando la carta da parati rossa.

Ludwig impreca a bassa voce dicendo di nuovo: “Mancati, per fortuna”. Tutti e tre reagiscono scagliandogli addosso delle palle di fuoco.

Senza che se ne siano accorti, sono già nel vivo della battaglia.

Ludwig non si scansa minimamente, i colpi lo raggiungono senza fargli male, anzi pare quasi che il suo corpo li assorba.

“Cerchiamo di non rovinare la mobilia, ok?” dice solo infastidito mentre punta in alto l'asticciola.

Dal diamante stavolta esce fuori un anello luminescente. Sembra che il koopa lo diriga con la sua bacchetta, fa dei movimenti armonici come un direttore d'orchestra.

L'anello si espande e si restringe continuamente, volando per la stanza e dando la caccia alle sue prede.

Mentre si ritrovano a dover scappare per non farsi prendere, Luigi nota che il principe sta attento soprattutto a non colpire il pianoforte. Deve tenerci molto, quindi gli viene l'idea di dirigersi proprio verso di esso, per farglielo distruggere. Così, per ripicca.

Ma, prima che possa avvicinarvisi, viene beccato dall'anello che gli si stringe attorno comprimendogli le braccia contro il busto.

Ludwig ghigna ma non esulta, lanciandone subito un altro per beccare uno dei toad.

“Andate sul pianoforte.” dice Luigi mentre viene sollevato in aria. Poi però urla di dolore, perché il potenziamento che aveva è svanito e la luce contenuta nell'anello lo sta friggendo vivo.

“Oh, no che non ci andate, state alla larga dal mio piano!” dice Ludwig con rabbia.

Yvan salta sulla groppa di Woshi e lo sprona a correre verso di lui, mentre Wolley scappa su Poshi nella direzione opposta, inseguito dall'anello che lo vuole acchiappare.

Vedendosi arrivare addosso il dinosauro giallo, il koopa sfrutta la sua capacità di teletrasportarsi per comparire alle sue spalle e afferrargli la coda, frenando la sua corsa.

Per il contraccolpo, Yvan viene sbalzato all'indietro finendo tra le braccia del suo nemico. I due iniziano a lottare.

Intanto, Poshi e Wolley hanno raggiunto il pianoforte, ci sono saltati sopra e hanno lasciato che l'anello, ormai non più controllato da Ludwig, andasse a sbattere, sfracellandola, contro una delle gambe di esso. L'innocente strumento si schianta a terra in un'esplosione di schegge.

Ludwig lancia un vero ruggito di rabbia, il suo naso fuma e vuole vendicarsi. Così svita in fretta con gli artigli la parte superiore della bacchetta. Viene rivelata la presenza di un pugnale, nascosto al suo interno. Senza perdere tempo e senza badare all'aria stravolta del suo nemico, cerca di conficcargli in petto la lama dell'arma, ma lui si difende sparandogli una palla di fuoco negli occhi, in modo da accecarlo temporaneamente e da potergli sfuggire.

Viene raggiunto da Wolley, che lo conduce con sé portandolo a ripararsi dietro un altro mobile, mentre Poshi si occupa di recuperare Luigi, accalappiandolo con la lingua e tirandolo giù.

I due toad afferrano l'anello alle due estremità e lo tirano con forza riuscendo a spezzarlo, liberando così il loro amico.

Luigi crolla a terra, si sente debilitato. In qualche modo, l'anello ha assorbito le sue energie e gli servirà un minuto o due per riprendersi. Un minuto (o due) che però non hanno.

Yvan e Wolley hanno capito che non può aiutarli, perché quando lo hanno toccato, anche loro hanno perso il potenziamento che avevano.

I tre chiamano Yoshi per farsi dare dei power up, ma lui non può accontentarli perché è stato bloccato in un angolo da Ludwig. Il dinosauretto verde non sa dove andare e guarda impaurito il koopa che troneggia su di lui pronto a schiacciarlo.

A cercare di salvarlo è Woshi che gli scippa la bacchetta dalle mani, ma solo per farsi caricare.

I due toad sono costretti a intervenire senza potenziamenti e questo è un problema perché il loro nemico è più grosso di loro.

Tentano di sfruttare così la superiorità numerica, con un attacco combinato cui si aggiunge, anche se disperatamente, Luigi. Wolley si attacca al braccio destro, Yvan si attacca al braccio sinistro, Luigi si arrampica alla sua schiena.

Ludwig si libera facilmente di tutti e tre, ma si scorda di Yoshi che ne approfitta per svignarsela e lanciare a Luigi il primo potenziamento che gli capita a tiro.

Fortuna vuole che si tratti di una stella.

Grato, Luigi l'afferra al volo ed è invincibile. Ma sa che durerà poco, dunque, senza star lì a godersi la sensazione di rinvigorimento, carica il principe. Viene però preso per le braccia e lanciato contro una porta. Il potere della stella gliela fa sfondare.

Così, Luigi si ritrova letteralmente fiondato in un'altra stanza.

Qualcuno sotto di lui, qualcuno che è vivo, su cui è atterrato senza volerlo, dà in un “AHI!” lamentoso.

Luigi si rialza un po' stordito e gli prende un colpo quando si accorge di essere finito addosso a un altro gorilla, molto più grosso e giovane di quello di prima. Una cravatta rossa con le iniziali ricamate gli pende dal collo, identificandolo. Non è nientedimeno che Donkey Kong.

“Anzi, Donkey Kong Junior-Junior” pensa Luigi ricordandosi delle parole di Cranky. Ha trovato il luogo dove lo tengono rinchiuso. È un colpo di fortuna o il vecchio aveva previsto tutto?

Il colosso lo guarda in cagnesco. Giustamente, essendosi trovato Luigi addosso, non sa se deve accoglierlo come un amico o come un nemico.

“Sono qui per liberarti.” lo rassicura utilizzando l'ultimo residuo di potere che gli è rimasto per spezzare le catene che lo tengono inchiodato al muro.

Luigi vede comparirgli sul volto un sogghigno feroce e quasi si pente di averlo liberato.

“No! Che hai fatto!” grida una voce spaventata che proviene dalla porta.

Ludwig è ricomparso. Ha i capelli tutti scombinati e gli è tornata l'aria afflitta di prima, ma nel contempo, nel suo sguardo c'è il terrore.

Con uno scatto e una brutalità sorprendenti, Donkey sposta da una parte Luigi e salta addosso al giovane koopa, il quale prova a difendersi spalancando le fauci e sparando una fiammata.

Come se fosse insensibile al dolore, assetato di vendetta, il gorilla lo investe e lo spalma per terra.

Il principe è costretto a rintanarsi nel suo guscio spinoso perché sa che Donkey è troppo pesante per lui e che lo schiaccerebbe inesorabilmente.

Luigi si sente turbato dalle sue grida disperate. E ne prova compassione. Vorrebbe chiedere al gorilla di risparmiarlo. Ma si becca una gomitata in faccia.

Con ferocia inaudita, il primate vuole la sua rivincita e non è intenzionato a rinunciarvi.

“Fermo...” mormora Luigi tenendosi una mano a coppa sul labbro che gli sanguina, ma non riesce a impedire la specie di mossa di wrestling che il Kong esegue sul Koopa. Una sorta di six-one-nine: fa un salto, rotea per aria e si butta di lato addosso al suo nemico, concentrando tutto il proprio peso su un fianco. Comprimendogli il guscio lo fa letteralmente schizzare via, annientandolo completamente.

Ludwig tende un braccio verso il soffitto e poi lo lascia ricadere. Chiude gli occhi mentre sotto di lui si allarga una pozzanghera di sangue. Donkey gli poggia sul petto una mano posteriore, in segno di vittoria.

Luigi assiste alla scena impotente e stravolto. Sa bene che quella creatura che giace agonizzante ha tentato di uccidere lui e i suoi compagni, ma non si aspettava e di sicuro non avrebbe mai voluto che venisse usata una simile brutalità contro di lui. Il motivo di ciò è che, banalmente, Luigi è fondamentalmente una persona buona.

Ed è lo stesso motivo per cui non esita a prendere la decisione di salvarlo.

Gli altri sono sopraggiunti in questo momento dalla porta distrutta.

“Yoshi!” dice Luigi mostrandogli il proprio sangue. Il dinosauro pensa che sia ferito e gli lancia subito un fungo 1-Up perché si rigeneri. Invece, lui lo afferra al volo e, prima che qualcuno lo possa fermare, ne stacca un pezzetto e lo inserisce tra le labbra del koopa. Non è molto, ma basta perché spalanchi gli occhi e non cada in un pericoloso stato di incoscienza.

Donkey Kong fa un gesto disgustato, come se non capisse il motivo per cui dovrebbe aiutarlo e si allontana da lui. Yvan e Wolley, invece, non hanno niente da ridire. Preferiscono fare prigionieri piuttosto che uccidere.

Adesso ci sarebbe da chiedersi quale sarà la sua reazione. Potrebbe mostrarsi riconoscente nei confronti di chi ha avuto pietà di lui, ma potrebbe anche arrabbiarsi per lo stesso motivo.

Nessuna delle due.

Lo sguardo del giovane koopa torna improvvisamente a farsi triste quando capisce di essere stato battuto. “Ecco qua.” dice tirandosi su a sedere “Ci mancava!” La sua fronte viene attraversata da una piccola ruga per via di una fitta improvvisa.

Luigi intuisce che sta per arrendersi. Vincendo il suo desiderio di scappare, si va a inginocchiare accanto a lui, però sempre tenendosi a una certa distanza nel caso di un attacco.

“Signor Koopa, credo che lei sia stato sconfitto. Ora dovrà dirci dove si trova la principessa.” è praticamente una minaccia implicita, ma viene detta in un tono che voleva essere il più possibile gentile.

Ludwig lo guarda assottigliando i suoi occhietti da rettile. Esita per un momento, ma poi capisce di non essere più nella condizione di mentire. “Non è qui. Non più.”

“Quindi l'hanno spostata? E dove?”

“In un altro castello!” risponde al suo posto Wolley, scusandosi subito dopo “Non potevo resistere.”

“Quando ha saputo che stavate arrivando, mio padre ha preso la principessa e i miei fratelli e si è andato a ritirare da un'altra parte. Io sono rimasto qui apposta per accogliervi.” aggiunge con una certa ironia.

“Che padre è uno che lascia il proprio figlio da solo?!” si scandalizza Wolley.

“Gliel'ho chiesto io! Sono il maggiore, quindi pensavo di potermela cavare.” protesta il koopa “Ma non ho considerato quello.” aggiunge indicando il Kong, il quale gli rivolge un sorriso crudele.


Ora, immaginatevi tutto ciò che avete appena visto come se fosse avvenuto racchiuso all'interno di una cornice quadrata.

Potreste pensare allo schermo del vostro computer, ma forse sarebbe meglio pensare a quello della vostra televisione.

In fondo, una TV non è altro che una scatola, ciò che c'è dentro sembra lontanissimo da noi, eppure, qualsiasi cosa stiate vedendo, sapete che, da qualche altra parte del mondo, sta accadendo sul serio.

Non prendetemi però alla lettera.

Se si tratta di un film, ciò che accade è la recitazione, se si tratta di un cartoon, ciò che accade è l'animazione, il doppiaggio...

Non c'è dunque da stupirsi se vi dico che la principessa Peach, dall'alto del palazzo di riserva di re Bowser, ha osservato, proprio come noi, tutto quello che è avvenuto, come se fosse il migliore dei reality show. È proprio il paragone migliore, considerando che il castello era pieno di telecamere nascoste.

Anzi, oserei dire che è ancora meglio di un reality, dato che qui non è stato programmato niente.

Non pensate però che possa essere rimasta impassibile alla vergognosa sconfitta di Ludwig.

Capisce che per Bowser potrà essere stata dolorosa.

E infatti, da sotto, dove il re Koopa sta guardando la stessa cosa, arrivano alte grida di delusione e di rabbia.

Peach è colpita dal fatto che Luigi gli abbia risparmiato la vita e, attraverso lo schermo, gli manda tutte le sue benedizioni.

Poi, vede finalmente arrivare i soccorsi.

Non giudicate male Bowser. Lui non avrebbe mai voluto lasciare uno dei suoi figli da solo, ma stavolta è una situazione diversa, perché è stato lui stesso a chiedergli di intervenire solo in caso estremo. E l'essere sconfitto era compreso in uno di quei casi.

I koopa infermieri si riversano nella sala, prelevano il principe e lo portano via. Luigi e i suoi amici lo lasciano fare. Perfino Donkey Kong li lascia fare. Non senza prima aver ottenuto informazioni su come dovranno raggiungere il castello di riserva, su quello che ancora li aspetta.

Peach guarda un primo piano di Luigi e pensa che sia carino, oltre che coraggioso.

E non ha ancora visto Mario.















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Spazio autrice:

Dopo duemila anni, ce l'ho fatta! Non avete idea di quanta fatica mi ci sia voluta per completare questo capitolo. Adesso sta a voi giudicare se si tratta di un parto riuscito o di un aborto. Recensite numerosi! (Sì, come no...)

  
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