Freak.
Erano
anni che Joe se lo sentiva dire, quel “se non foste fratelli
direi che siete fidanzati!”.
La prima volta
che aveva sentito quella frase, in accento molto meno scherzoso e rilassato,
aveva dieci anni, aveva colto un fiore dal prato davanti alla chiesa e lo aveva
portato sorridendo a Nick: due signore, alla scena, avevano storto un po’ il
naso e li avevano definiti strani.
Al tempo,
Joe, non capì. Cosa c’era di strano nel voler bene al proprio fratello?
Le cose
si fecero molto più confuse per Joe verso i quindici anni. Era da poco al Liceo
e i bulli lo avevano già preso di mira (chissà poi per quale ragione): un
giorno, Henry Lucas, lo aveva beccato a baciare sulla guancia Nick e, da quel
giorno, ovunque andasse, sentiva il sussurro della parola “incesto” tra le mura
di scuola.
A Joe era
sembrato più facile semplicemente ignorare quella parola.
Ignorarla
diventò più difficile il giorno in cui, qualche anno dopo, si rese conto che
quelle accuse, quei sussurri, erano più fondati che
mai.
Fu doloroso,
spaventoso e terrificante ma, dopo giorni chiuso in camera, con il suono delle
suppliche di aprire di suo fratello minore provenienti
fuori dalla porta, alla fine dovette ammetterlo: amava Nick in un modo che
andava ben oltre il semplice effetto fraterno.
Convivere
con quella consapevolezza fu stranamente più semplice.
Nel
frattempo le loro vite erano cambiate radicalmente, erano diventati idoli delle
ragazzine, ed era decisamente più facile cadere nelle
mutande di qualche starlette facendosi la fama del man-whore che
passare le giornate a pensare a un amore che non sarebbe mai, mai, mai, mai
stato possibile vivere. E che forse nemmeno doveva esistere.
Il vero
problema nacque esattamente il primo Gennaio del 2009.
Erano
stati invitati a qualche stupida festa di fine anno della Disney, Kevin era
sparito a inizio serata da qualche parte con Danielle, e Nick e Joe erano
finiti con il rubare una bottiglia di un qualche alcool dalla cucina per
evitare quella festa piena di loro ex.
Si erano
rinchiusi in uno stanzino vuoto pieno di scope, detersivi e carta igienica,
seduti vicini, in un angolino, e ridacchiavano senza un vero perché.
Joe aveva
un braccio mollemente posato sulla spalle di Nick, la
testa piegata in avanti, in un momento di risa compulsive e Nick scuoteva la
testa, divertito, dicendo un qualcosa che già entrambi avevano dimenticato.
Un
secondo prima ridacchiavano, coi volti vicini, e
quello dopo le loro labbra erano incollate in quelle dell’altro, immobili,
ferme, terrorizzate, ma vicine e languide e vere.
Non fu
epico, o particolarmente bello, non fu dolce, né passionale.
Nessuno
di loro, in seguito, seppe con certezza chi si era avvicinato per primo o
persino come era successo; fatto sta che, da quel
casto congiungimento di labbra, da quella prima notte di un nuovo anno, le vite
di Nick e Joe Jonas cambiarono per sempre.
Il giorno
dopo entrambi fecero finta che niente fosse successo,
cercarono di ignorare gli sguardi dell’altro e perfino di stare lontani: a
niente servì, però. Ben presto si ritrovarono nella loro camera d’albergo,
nudi, sul letto, a baciarsi come se non ci fosse stato un domani.
E così
era iniziato tutto.
Era
complicato, difficile e spaventoso proprio come aveva
previsto la prima volta che si era accorto di amare il proprio fratello.
Era
stancante e a volte si chiedeva perché proprio a loro, fosse toccato un amore
così terribilmente duro.
Ma ne
valeva la pena.
Successe
qualche tempo dopo che avevano deciso, almeno tra di loro, di ufficializzare
quella cosa, di chiamarsi fidanzati, che
Kevin li beccò.
Presi
dalla felicità di quei momenti, dal quel mondo dove sembrano andare gli
innamorati quando sono – finalmente – insieme, erano finiti con l’essere meno discreti: ormai vivevano insieme (da Joe
quando erano a Los Angeles, da Nick quando erano a New York), facevano vacanze
insieme, andavano a fare shopping, alle feste.
Si
dicevano che, dopotutto, quello non era pienamente anormale per due fratelli.
Una sera,
l’undici ottobre del 2012 per essere precisi, presi
dall’euforia di aver appena finito il primo concerto della band dopo tre anni a
New York, si erano rifugiati nel loro camerino, quello che condividevano con
Kevin, e senza nemmeno chiudere la porta avevano iniziato a baciarsi con foga.
Era stato
stupido e sconsiderato e incosciente, ma dall’altra parte da due
innamorati cosa ci si poteva aspettare?
Kevin era
entrato, ridendo, chiamandoli, e poi li aveva visti.
Si erano
separati subito, ostentando indifferenza, ma ormai il danno era fatto.
Li aveva
guardati, aveva scosso la testa, e poi era uscito dalla stanza dicendo qualcosa
come «Ho sempre
pensato che foste strani».
C’era voluto tempo, parecchie litigate, giorni in cui non aveva il
coraggio di guardarli negli occhi, ma alla fine aveva capito. Non accettato del
tutto, ma capito.
Dopotutto non è questo che fanno i fratelli maggiori?
Non lo avevano detto a nessun’altro della
loro famiglia, ovviamente, ma Joe aveva sempre avuto la sensazione che, in
qualche modo, sapessero. Era una
tacita consapevolezza che faceva sì che nessuno si sorprendeva troppo quando
notavano i loro sguardi complici, il modo in cui finivano le frasi dell’altro o
il fatto che parlavano sempre al plurale, come se
fossero una cosa sola.
{…}
«JOSEPH!!!!»
Joe, in boxer, sgusciò velocemente
fuori dal piumone caldo del loro letto matrimoniale, terrorizzato, raggiungendo
la voce del suo amorevole ragazzo in
salotto.
Quel che gli si presentò davanti
fu un – bellissimo – Nick Jonas in pantaloni della tuta, braccia incrociate sul
petto nudo e uno sguardo che, purtroppo o per fortuna, Joe conosceva molto
bene.
«Sì, amore?»
Aveva sfoderato il suo
miglior sorriso da innocente, grattandosi la testa e saltellando su se stesso.
«Cos’è questa?»
Nick aveva indicato
una tazza – più precisamente la tazza di Joe –
appoggiata sul tavolino di vetro davanti al divano.
Dentro di sé, Joseph
imprecò in tutte le lingue che conosceva.
«Una tazza?»
Avevano discusso, come
di consueto. Nicholas, maniaco dell’ordine, sbraitava contro Joe di non portare
robe fuori dalla cucina (e soprattutto
non sul suo tavolo di vetro veneziano!) e puntualmente Joe si scusava, per poi
farlo ancora una volta dopo qualche ora.
Facevano l’amore, dopo
ogni litigata.
Capitava che lo
facessero dolcemente, chiedendosi scusa ad ogni tocco,
lentamente, come se avessero tutto il tempo del mondo.
Capitava, a volte, che
lo facessero duramente, quasi litigando, quasi lottando, come se non si
perdonassero l’un l’altro di amarsi.
Ed ogni volta era
come la prima.
Ed ogni bacio era un
nuovo bacio.
Ed ogni giorno era una
scoperta l’uno dell’altro, nonostante avessero passato la maggior parte della
loro vita uno di fianco all’altro.
E c’erano state
incomprensioni, litigate, a volte si erano anche lasciati,
per qualche settimana, decidendo che era tutto semplicemente troppo.
Ma poi erano tornati l’uno dall’altro, perché semplicemente era
troppo più dura stare separati, perché loro, quello che avevano, valevano più
di ogni altra cosa.
{…}
Avevano più di novant’anni, ora. Gli anni di gioventù era lontani e ancora più lontana era quella vita spericolata
da pop star che avevano amato vivere.
Erano anni, ormai, che si erano trasferiti in una grande
casa sul mare, piena di chitarre e pianoforti e ricordi di una vita insieme.
Qualche volta c’era ancora qualcuno che parlava di quei
due fratelli strani che vivevano insieme ma Joe aveva imparato che non importava, fin quando
avesse avuto la possibilità di dormire tra le braccia dell’uomo che amava.
E’ una gran cavolata, alla fine. Ma mi mancava scrivere sui miei piccini così eccomi qua.
<3 Tanto fluff – forse troppo – e tanta dolciosità
ma quando scrivo di loro non ne posso proprio fare a meno.
Spero vi sia piaciuta e aspetto un vostro
commento.
Dils J
p.s Il fatto che vivono
insieme è vero e anche la scena della tazza è realmente successa (… anche se
subito che dopo abbiano fatto l’amore, sigh!), l’hanno
raccontato da Ryan Seacrest qualche giorno fa.