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Autore: EmaEspo96    08/11/2012    2 recensioni
Elizabeth è come una sorella per Elijah. Da tanti anni, ormai, non ha fatto altro che prendersi cura di lei. Eppure lei pare aver dimenticato tutto, tutto quello che aveva vissuto nei suoi precedenti anni, tutto quello che aveva provato. Ha dimenticato ciò che è. La riporta a Mystic Falls per far in modo che qualche ricordo ritorni a galla ma ciò non farà altro che portare nuovi problemi in quella cittadina...
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elijah, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Sussultava, tremolava leggermente nel sonno ad ogni carezza delicata che il ragazzo le regalava sulla schiena. Era un fastidio, un disturbo piacevole che le impediva di continuare a dormire. Dopo quella notte, aveva ormai preso il piacevole vizio di andarsene a dormire ogni notte al fianco di Damon e lui si sforzava ad addormentarsi insieme a lei per rendere quel momento ancor più dolce, ma non ne aveva bisogno e nonostante tutto non osava rivelare la verità su quanto gli piacesse vederla dormire. Lei aprì gli occhi lentamente agitandosi debolmente tra le braccia di lui e non riusciva a coglierne il sorriso beffardo e divertito che il vampiro aveva sulle labbra, un sorriso che si macchiava spudoratamente di dolcezza nonostante tutto. Alzò lentamente una mano portandosela dietro la schiena e cercò quella dell'altro per prendergliela ed impedirgli di muoverla ulteriormente.
<< Da quanto tempo sei sveglio? >> gli domandò lei, sollevando piano lo sguardo e guardando il suo volto restando appoggiata al suo petto.
<< Tanto abbastanza da poter dire che hai dormito davvero profondamente. >> rispose lui, fissandola intensamente.
Lei si portò lentamente seduta sul letto così da tenere il viso ad altezza del suo. Erano passati diversi giorni da quella notte, diversi giorni in cui la vita aveva iniziato a scorrere lentamente, diversi giorni che li avevano avvicinati sempre più alla festa dei fondatori sino a raggiungerla, diversi giorni in cui tutti erano stati tranquilli, compreso Alaric, tranne Stefan. Odiava vederlo torturarsi e trattenersi ogni volta che avvertiva un pizzico di fame in più e magari i coniglietti non bastavano più nemmeno per lui. Anche se, in realtà, non erano mai bastati. Damon la guardò sorridendole e sollevò una mano a scostarle una ciocca di capelli rossi dal viso.
<< Ben svegliata. >> le disse in un sussurro lento, come a coglierne attentamente ogni lettera.
Lei gli sorrise ed iniziò a scoprirsi di quelle lenzuola tendendo i piedi verso i bordi del letto, ma lui la fermò.
<< Ehi, dimentichi niente? >> domandò lui guardandola e lei si volse a fissarlo con un'innocente espressione incuriosita, da bambina.
Bastò poco affinché quell'espressione mutò disegnando un sorriso divertito e lei volgesse interamente il corpo verso di lui, quasi standogli addosso.
<< Potresti anche dire 'per favore Elizabeth, potresti darmi la colazione'. >> sentenziò lei, guardandolo beffarda.
Lui le sorrise, poi tirò fuori il labbro inferiore ed imitò perfettamente l'espressione di un cucciolo offeso, con due occhioni azzurri in cui lei non poté fare a meno di perdersi. Le scappò una risata cristallina, alla quale rise anche lui, prima che s'inginocchiasse sul letto al suo fianco e gli porgesse un polso. Avevano iniziato a farlo ogni mattina, scambiarsi il sangue per iniziare bene la giornata. Dopotutto, dipendevano l'uno dall'altra. Damon prese delicatamente il suo polso e se lo portò alle labbra. Gli occhi mutarono iniettandosi di sangue mentre le labbra posarono un delicato bacio sul polso di lei. Non disse niente, le sorrise per ringraziarla e lei ricambiò il suo sorriso, un sorriso che soffrì leggermente quando i canini di Damon si conficcarono nella propria carne raggiungendo le vene e facendo in modo che quel sangue scorresse direttamente nella sua bocca. Lei socchiuse gli occhi per pochissimi istanti e li riaprì per guardarlo mentre si nutriva di lei, soddisfatto. Non si era mai chiesta cosa rendeva il proprio sangue diverso dagli altri, probabilmente il solo fatto che era speciale dovrebbe giustificarlo. Schiuse le labbra facendosi scappare un sospiro, guardando insistentemente gli occhi di Damon che erano chiusi a godersi pienamente quel momento. Quando si scostò, nolente, dal suo polso sollevò lo sguardo verso di lei. Aveva le labbra leggermente imbrattate di sangue, il sangue di Elizabeth, e lei non poté non soffermarsi su quello. Lui continuava a sorreggerle il polso mentre lei gli prese delicatamente il viso e lo sollevò verso il proprio appoggiando le proprie labbra candide a quelle sue, sporche. Tremò a quel tocco, si sporcò le labbra del suo stesso sangue mentre lo baciava con morbidezza guardandolo con quei due occhi che si iniettarono di sangue in pochissimo tempo, e solo dopo iniziò a discendere verso il suo collo raggiungendone l'incavo con piccoli e teneri baci. Lui sorrise, tanto ormai aveva capito a cos'era arrivato quel gioco, e lei schiuse le labbra piantando con delicatezza i suoi due canini nel collo di Damon. Iniziò a nutrirsi di lui così come aveva fatto l'altro, socchiuse anche gli occhi mentre lo faceva totalmente presa da quel momento. Il suo cuore batteva, forte, come se fosse emozionato. Era tutto ciò che Damon le portava: fremiti, batticuore, desiderio. Permise a quelle ferite fatte da Damon sul proprio polso di rigenerarsi velocemente rispetto al solito grazie al sangue che stava prendendo dal vampiro e si scostò soltanto quando Damon la incitò a farlo, ormai sicuro che si fosse nutrita abbastanza. Si allontanò e gli sorrise fissandolo con quegli occhi scuri che caratterizzavano le proprie iridi, quelle umane. Si ripulì attentamente le labbra e lui fece altrettanto prima di portarsi definitivamente in piedi. Quando Elizabeth aprì la porta si ritrovò davanti Chloe, con quel suo sguardo e quel sorriso beffardo, quegli occhi di un verde intenso e quei capelli mossi di un nero scuro. Era sicuramente un bella ragazza e da quando aveva trovato Elena con Stefan morto ed Alaric svenuto, non aveva ancora lasciato la dimora dei Salvatore.
<< Oh, stavo appunto venendo a svegliarvi. >> sorrise Chloe presuntuosamente, verso Elizabeth.
Lei arrossì ed abbassò lo sguardo mentre Chloe guardava Damon all'interno della stanza rivestirsi, o comunque rimettersi addosso la maglietta ora che le ferite del morso di Elizabeth si erano curate.
<< Possiamo anche svegliarci da soli, tranquilla. >> sibilò Elizabeth tenendo lo sguardo basso.
<< Ha chiamato Elena poco fa. Ha detto che passerà a prenderti più tardi per andare a fare shopping, come vi eravate messe d'accordo. >> continuò Chloe verso di lei, avvisandola.
<< Oh, okay allora, inizio a prepararmi. >> affermò Elizabeth, sollevando lo sguardo verso Chloe e sorridendole solo ora << Grazie. >> aggiunse, avviandosi verso la porta della propria camera. Vi entrò, per potersi vestire adeguatamente. Dovevano prepararsi per la festa dei fondatori, alla quale erano stati invitati anche i Mikaelson ed alcune famiglie della cittadina, per non andare lì e fare una brutta figura. Quando Elena arrivò, andò direttamente Elizabeth ad aprirle.
<< Eccomi, ci sono. Vuoi salutare Stefan prima di andare? >> le domandò sorridendo quando ormai Stefan era già dietro di lei.
<< Tranquilla Elizabeth. >> le sussurrò il vampiro << Sono già qui per salutarla. >> aggiunse.
Elizabeth si spostò verso l'esterno dando ai due la possibilità di salutarsi adeguatamente, con uno dei loro teneri baci. O almeno, era quello che sembrava a lei. Li guardò a lungo non preoccupandosi di apparire invadente e non si lasciò nemmeno scappare quel "ci vediamo dopo, amore" che Elena sussurrò al ragazzo. Quando la Gilbert si voltò verso di lei, anche Elizabeth si diresse verso l'auto di Elena e vi entrò dentro sedendosi al fianco del guidatore. Partirono verso il centro della città raggiungendo i migliori negozi d'abbigliamento sui quali Mystic Falls poteva contare, parcheggiando l'auto nei dintorni. Vi entrarono tranquillamente ammirando i manichini esposti coi vestiti nuovi e le mensole con gli accessori più disparati. Nonostante Mystic Falls fosse una piccola città, aveva l'occorrente giusto.
<< Uhm, io non ho la più pallida idea di dove partire. Mi servirebbe anche un vestito nuovo se non voglio usare quello del ballo dei Mikaelson. >> affermò Elizabeth ed Elena sorrise.
<< Tranquilla, ti aiuto io a scegliere. Conosco Caroline da moltissimo tempo, ormai ho imparato da lei. >> la rassicurò la Gilbert, ironica.
Elizabeth la seguì all'interno del negozio ammirando ogni singolo pezzo in vendita. Si soffermò su un vestito rosso dalla gonna corta e la coda lunga che cadeva sino a metà dei polpacci, ma più di tutto di quel vestito la attirò il modo in cui si trasformava in tanti piccoli fiorellini di stoffa ad altezza del seno, privo di spalline. Si sarebbe perfettamente abbinato ai suoi capelli e fu la prima cosa che lei pensò. Avanzò verso il vestito senza badare alle persone che la circondavano e sfortunatamente si ritrovò ad imbattersi in una donna, finendole contro debolmente ma evitando entrambe di cadere.
<< Oh, mi scusi! >> esclamarono tutte e due quasi all'unisono.
Elizabeth sollevò lo sguardo verso di lei per accertarsi di non averle fatto niente e la donna la guardò. Poteva avere una trentina d'anni, aveva un fisico longilineo ed era sicuramente bella con quei capelli biondo rame e gli occhi scuri. Ma le sembrò tremendamente familiare, tanto da guardarla stranita per lunghi istanti.
<< Oh, non si preoccupi signorina. E' anche colpa mia, quando mi ritrovo in simili negozi non posso fare a meno di... >> stava dicendo la donna, ma Elizabeth la fermò.
<< Io la conosco. >> le disse, quasi sicura di ciò che stava dicendo ma la donna sembrò stranita.
<< Davvero? >> domandò di rimando.
<< Si. Lei mi è...familiare. >> aggiunse la rossa.
Nel frattempo Elena si avvicinò al gruppo tradendo un "va tutto bene?" sussurrato così debolmente da essere ignorato da tutte e due le altre presenti. La donna sembrava confusa, accennò un sorriso imbarazzato come se temesse di aver dimenticato qualcuno.
<< Oh Dio. Cioè, scusami ma io non mi ricordo assolutamente. >> aggiunse la donna.
Elizabeth la fissava insistente non riuscendo a togliersi dalla testa l'idea di averla già incontrata. Poi scosse la testa e sorrise imbarazzata.
<< Mi scusi, devo averla scambiata per qualcun'altro. Spero di non averla messa a disagio. Ecco io...mi dispiace. >> si scusò Elizabeth sotto lo sguardo sospettoso di Elena.
La donna scosse la testa e poi si dileguò allontanandosi sotto lo sguardo di Elizabeth. Elena le si avvicinò e la guardò attentamente.
<< Elizabeth, va tutto bene? >> le chiese incuriosita e l'altra annuì.
<< Mi sembrava di averla già incontrata, tutto qui. Ma forse mi sto solo confondendo. >> rispose subito << Senti io ho trovato questo vestito, è perfetto. >> le disse ancora, ormai ammaliata da quell'abito.
Elena sorrise e guardò l'abito, annuendo. Bastarono pochi e semplici passi per chiamare la commessa ed acquistarlo, così che nessun altro arrivasse nel frattempo a comprarlo. Si accertarono anche di acquistare degli accessori, delle scarpe per abbinarli ai vestiti di entrambe. Raggiunsero di nuovo l'auto poco dopo così da potersi avviare verso il Mystic Grill lì dove le avrebbero attese Bonnie e Caroline.
<< Allora? >> iniziò Elizabeth, guardando Elena alla guida << Come sta Alaric? >> chiese, sinceramente preoccupata per il professore.
<< Elijah lo tiene costantemente sotto controllo, sembra stia bene. E' tranquillo, vive normalmente, non dà cenni di pazzia momentanea o cerca di uccidere nessuno. Si comporta normalmente. >> rispose la Gilbert.
Elizabeth s'appoggiò con la testa al finestrino chiuso osservando l'esterno.
<< Mi domando cosa gli sia successo per essersi comportato in quel modo. >> sussurrò ed Elena la guardò di sottecchi.
<< Non penso siano stati gli alcolici a renderlo così. Insomma, non è possibile che ne abbia bevuti così tanti da impazzire. Deve esserci qualcos'altro dietro ed io ho intenzione di scoprirlo. Non posso permettere ancora una volta che le nostre vite vengano messe in pericolo da chissà quale altra forza sovrannaturale. >> affermò Elena.
Elizabeth restò stupita dalla sua determinazione e si voltò a guardarla. Per un attimo anche Elena ricambiò il suo sguardo.
<< Volevo ancora ringraziarti per quello che hai fatto per Stefan. >> sussurrò.
Elizabeth scattò sul sedile e le sorrise.
<< Oh dai Elena, non c'è bisogno di ringraziare. Non potevo lasciarlo morire, non devi sentirti in debito con me. >> sottolineò immediatamente ed Elena le sorrise.
<< Ah bene, allora cambiamo discorso. Sta diventando una cosa seria? >> domandò Elena, fissando la strada.
Elizabeth restò incuriosita non riuscendo a comprendere esattamente cosa la ragazza intendesse.
<< Cosa? >> chiese immediatamente.
<< Dai, fra te e Damon. Quando ho chiamato stamattina, Chloe mi ha detto il motivo per cui non potevi rispondere ed il fatto che ogni mattina usciate sempre dalla stessa stanza. >> rispose la Gilbert, sorridendole.
Elizabeth arrossì quasi subito, nascondendo il rossore del volto che andava espandendosi mimetizzandosi col colore dei capelli, tanto che Elena rise.
<< Oh guarda, siamo arrivate. >> ammise Elena poco prima di parcheggiare l'auto poco distante dal Mystic Grill.
Uscirono dall'auto e Bonnie e Caroline le aspettavano lì. Sorridevano entrambe.
<< Allora, possiamo andare a prepararci tutte a casa mia, no? >> propose Elena, guardandole mentre erano tutte sedute ad un tavolo del Grill.
Elizabeth sembrò titubante, tanto da attirare l'attenzione delle altre. Teneva lo sguardo basso sul bicchiere riempito d'acqua che aveva preso per stare in compagnia delle altre.
<< C'è qualcosa che non va, Elizabeth? >> domandò Bonnie immediatamente e la rossa sollevò lo sguardo lentamente.
<< Beh ecco, io avevo promesso a Bekah che l'avrei aiutata a prepararsi. >> affermò, ridacchiando imbarazzata e destando tutte le altre.
<< Bekah...Rebekah? Oh, beh se vuoi possiamo fare solo noi tre, non preoccuparti. >> rispose Caroline, sorridendole.
Elizabeth scosse il capo con una soluzione in testa di cui nemmeno era sicura.
<< Possiamo andare tutte a casa dei Mikaelson. Klaus non si lamenterà di certo... >> affermò, guardando Elena << ...te lo terrò lontano, tranquilla. >> aggiunse.
Tutte le altre si guardarono leggermente titubanti, poi continuarono ad ascoltare.
<< Convincerò io Rebekah e le impedirò di uccidervi tutte. Per un giorno solo, basterà comportarci come delle normali ragazze che si riuniscono insieme per vestirsi ed andare ad un ballo tutte insieme. >> sibilò, sentendosi leggermente ridicola.
Nuovamente le altre si guardarono e poi sorrisero, Elena scosse il capo.
<< Se Rebekah è d'accordo, per me non c'è problema. Mi fido di quel che dici. >> affermò, strappando un ampio sorriso alla rossa.
 
La bionda si avvicinò lentamente alla porta, aprendola ed aspettandosi di ritrovare Elizabeth. Quando aprì però, non fu l'unica persona che vide lì fuori. Bonnie, Caroline, Elena erano tutte e tre poste dietro Elizabeth che sorridevano cordiali ed educate, nonostante Bonnie si stesse palesemente sforzando. A Caroline veniva molto più semplice ed Elena cercava di non provare alcun rancore nei confronti di nessun Originario.
<< Quando ti ho chiesto di venire ad aiutarmi coi preparativi non ti avevo detto di portarti dietro la squadra. >> affermò acida Rebekah.
Elizabeth sollevò immediatamente le mani supplicandola col solo sguardo.
<< Dai Rebekah, fallo per me! Ho bisogno di molte più mani per uscire preparata bene da questa casa! >> esclamò Elizabeth, fissandola.
<< Non ti fidi del fatto che ti avrei preparata bene per stasera, per caso? Preferisci che loro mi supervisionino? >> domandò, inacidita.
<< No no, assolutamente. Solo che, siete tutte mie amiche e non potevo dire di no a nessuna di voi. Quindi, che ne diresti di aiutarmi e mettere da parte tutto per stasera? Voglio solo che sia una giornata indimenticabile, è una festa dopotutto. >> rispose.
Rebekah la guardò per lunghi istanti non spostandosi dalla porta, la guardò per lunghi istanti come se la stesse trafiggendo col solo sguardo. Solo alla fine si spostò dalla porta e le fece accomodare tutte fermando Elizabeth all'ingresso.
<< Lo faccio solo perché sei tu, Liz. Ma sappi che non mi piaceranno mai. >> confermò ancora una volta, sussurrandoglielo.
Elizabeth le sorrise e si avviarono verso il piano di sopra. La camera di Rebekah era grande, munita di un grande specchio e di un grande letto, composta da mobili pressoché antichi.
<< Non sporcate in giro, non mettete in disordine la camera, non lasciate le vostre cose in giro perché dopo non mi va di raccogliere tutto. >> diceva Rebekah avanzando per la camera.
<< Tranquilla Rebekah, non sporcheremo niente. >> confermò Elena, cercando di apparire quanto più gentile possibile.
La serata passò tranquilla, più tranquilla di quanto si sarebbero aspettate tutte, Rebekah lanciò occhiate inacidite a Bonnie, Caroline ed Elena ma per la felicità di Elizabeth non osò di più. Venne la sera e le attendeva il ballo dei fondatori, a casa dei Lockwood. Si avviarono con l'auto di Elena e con loro c'era anche Rebekah, visto che ormai era stata tirata in ballo. Perfino Rebekah, che era una vampira, arrivata alla casa venne invitata in maniera più facile di quel che pensava senza destare sospetti. Lei indossava un lungo vestito color panna dalla gonna merlettata e quell'effetto brillantinato che caratterizzava l'intero vestito, con tacchi alti che ticchettavano la pavimentazione ed i capelli lisci sistemati sulle spalle. Bonnie indossava un abito corto e nero, assolutamente elegante e semplice ed alcune ciocche dei suoi capelli erano raccolte dietro la testa al di sopra di quell'ammasso scuro che, invece, cadeva verso le spalle. Nonostante non facesse parte di nessuna delle famiglie fondatrici della città, i Lockwood invitarono anche altre piccole famiglie di Mystic Falls fra cui i Bennett. Caroline aveva i capelli leggermente mossi sopra un vestito bianco latte lungo sino alle ginocchia, dalla gonna larga e due spalline i cui merletti sembravano piccoli fiori. Elena vestiva di un abito lungo, blu cobalto, che lasciava una spalla totalmente scoperta. I capelli erano mossi, come quelli di Katherine e lasciati sciolti sulle spalle mentre Elizabeth aveva potuto indossare l'abito comprato quel pomeriggio, di quel rosso che si abbinava perfettamente coi propri capelli mossi sulle spalle. Fecero tutte il loro ingresso perdendosi tra la folla del luogo e salutando i Lockwood. In poco tempo si dispersero per la casa mentre Caroline raggiungeva Tyler, Elena si avvicinò a Stefan e Bonnie si avviò verso Jeremy che li attendevano tutti in giacca e cravatta.
<< Quindi è Damon Salvatore? >> domandò Rebekah, sottovoce, ad Elizabeth. La rossa sussultò.
<< Da dove ti esce questa domanda? >> chiese, come se ne fosse spaventata.
<< Beh, è semplice intuirlo dal modo in cui vi guardate. Sinceramente, avrei scelto Stefan. >> affermò la bionda.
<< Stefan è fidanzato con Elena. >> sottolineò Elizabeth, fermandosi nei pressi del tavolo del cibo insieme a Rebekah. Stava chiaramente attendendo Damon.
<< Beh, questo non ha mai fermato nessuno. >> rispose Rebekah sorridendole presuntuosamente.
<< Damon non è il mio ripiego. Se ho scelto lui un motivo c'è, non credi? >> domandò Elizabeth mentre prendeva due bicchieri di champagne dal lungo tavolo, porgendone uno alla ragazza.
Lo sorseggiarono lentamente e nel frattempo Elijah le raggiunse, stretto elegantemente in quella camicia bianca sovrastata da una giacca nera ed una cravatta che gli davano un'aria matura e tremendamente rispettabile. Elizabeth strinse gli occhi al sapore dello champagne e lo guardò, accertandosi di regalargli un sorriso tanto che lui fece altrettanto. Rebekah li guardò e si scostò dal tavolo adocchiando Matt fare il suo ingresso più in là.
<< Vi lascio soli. >> affermò frettolosamente avviandosi verso il ragazzo e nel frattempo Elijah raggiunse la rossa.
Si mise proprio davanti a lei sorridendole nel mentre allungò una mano verso il tavolo raccogliendo un bicchiere di champagne, anche lui.
<< Questo vestito ti sta d'incanto, Elizabeth. >> le sussurrò, guardandola. Lei arrossì.
<< Grazie. L'ho comprato stamattina, mi è piaciuto proprio subito. >> ammise, sorridendogli timidamente.
Si voltò verso il tavolo raccogliendo uno degli stuzzichini messi per gli invitati mentre si rivolgeva nuovamente verso la porta d'ingresso da lì perfettamente visibile: stava aspettando Damon. Stefan c'era, ma il fratello no, o comunque non l'aveva ancora trovato. Fu in quel momento che vide delle nuove persone entrare da quella porta, ma nessuna di loro era Damon. Aggrottò la fronte incuriosita nell'accorgersi dell'identità di quelle persone: Joseph, il suo compagno di scuola, camminava al fianco di una donna bionda, la stessa donna incontrata nel negozio di vestiti. Quella sensazione di averla già incontrata non era sparita, quella donna aveva un'aria tremendamente familiare. Elijah s'accorse del modo insistente con cui la rossa guardava quella donna e volse lo sguardo verso di lei, ma non notò niente di particolare.
<< Va tutto bene? >> le chiese, subito preoccupato e lei annuì portandosi lo stuzzichino in bocca.
Lo infilò totalmente iniziando a masticarlo. L'espressione mutò in poco tempo lasciando spazio a smorfie disgustate da un sapore che non riusciva a riconoscere, un sapore fin troppo amaro, acre, un sapore che le distrusse violentemente le papille gustative. Deglutì ciò che restava dello stuzzichino portandosi una mano alla gola.
<< Elizabeth? >> chiese ancora Elijah, fissandola incuriosito.
Lei si carezzò il collo come se le bruciasse e poi aprì lentamente gli occhi lucidi.
<< Era orrendo. >> borbottò, come fosse una bambina.
Elijah sorrise, sembrava quasi voler ridere a quella reazione avuta dall'altra, ma preferì trattenersi. Volse lo sguardo altrove sorseggiando il suo champagne e godendosi di sottecchi la scena di Elizabeth che beveva champagne solo per sciacquarsi la bocca. Nel frattempo la sala dei Lockwood si popolò in pochissimo tempo ed una coppia di persone si avvicinò indisturbata ai due.
<< Oh, Elizabeth! >> esclamò uno dei due. La voce maschile di Joseph attirò l'attenzione sia di Elizabeth che di Elijah. Ma soprattutto, l'attenzione di Elizabeth venne attirata da quella donna bionda che stava al fianco del ragazzo. << Allora sei proprio tu la persona che ha conosciuto oggi mia madre! >> esclamò il ragazzo, sorridendo divertito.
Elizabeth sorrise imbarazzata. Voleva sprofondare. La donna alla quale era andata incontro e nei confronti della quale aveva fatto una brutta figura, era la madre di un suo compagno di scuola?
<< Oh...Io ecco, sono ancora dispiaciuta per quello che è successo oggi. >> affermò la rossa, abbassando lo sguardo timidamente.
<< Ah, ma non preoccuparti! Può capitare, tranquilla. >> sussurrò la donna bionda, sorridendole cordiale << Ad ogni modo io sono la madre di Joseph. Oggi non ho avuto la possibilità di presentarmi, per cui lo farò ora. Il mio nome è Emma Anderson. >> si presentò, tendendole una mano.
Ed Elizabeth le sorrise, porgendo anch'ella una mano << Il mio nome è... >> stava per dire, ma nel momento in cui entrò in contatto con la donna, sentì qualcosa. Qualcosa che sembrò attraversarle l'anima, una sensazione indescrivibile che sembrò raggiungerle il cervello lasciandola sbigottita per alcuni secondi. Elijah la guardava scorgendo qualcosa di diverso nel suo atteggiamento.
<< ...Elizabeth Mikaelson. >> terminò la rossa con un fil di voce e Joseph la guardava incuriosito.
Lasciò la mano della donna che continuava a sorriderle, sebbene un po' incuriosita. L'espressione di Elizabeth sembrava stranita, sentiva una strana stretta allo stomaco, una stretta che saliva sino alla gola come fosse un groppo impossibile da deglutire. Emma si passò una mano tra i capelli biondi e guardò Elijah, come se attendesse una presentazione da parte di lui.
<< Io sono Elijah Mikaelson. >> si presentò tranquillo, elegante, educato, prendendo la mano della donna ed imitando un perfetto baciamano.
<< Oh, siete fratelli? >> domandò immediatamente Emma, nascondendo l'imbarazzo a quel gesto da parte dell'Originario.
<< Più o meno. >> rispose vagamente Elijah, sorridendole.
La conversazione terminò lì. Si salutarono ed Elijah ed Elizabeth si allontanarono dal tavolo del buffet, uno affianco all'altro. Elijah la guardava di tanto in tanto mentre scansava gente con aria assente, un po' disgustata. Aveva l'espressione di chi avrebbe vomitato da un momento all'altro o di chi stava soffrendo di un bel mal di pancia sebbene fosse forzatamente sopportato.
<< Ti senti male? >> le chiese Elijah.
Fu in quel momento che l'Originario scorse Damon varcare la porta d'ingresso della casa, in compagnia di Chloe. Elizabeth prese una profonda boccata d'aria, li guardò insistentemente fermandosi nel mezzo della folla. La festa era iniziata come doveva, fuori era caduta la sera ed il giardino dei Lockwood era illuminato dalle miriadi di luci sparse per quella che poteva essere chiamata vistosa villa. Una mano di Elizabeth si avvicinò al braccio più vicino di Elijah scuotendolo appena, come per chiamarlo.
<< Vado un attimo in bagno. Quegli stuzzichini devono avermi fatto male. Ho bisogno di sciacquarmi la faccia. >> affermò insicura.
Lui annuì e la lasciò andare, guardandola fino a quando non sparì tra la folla cercando il bagno in quella grande casa. La guardò fin quando gli fu possibile sino a dedicare la sua attenzione a Damon e Chloe che si erano ormai avvicinati. Damon accennò un sorriso socievole verso Elijah, ma era comunque macchiato di quel perenne sarcasmo mentre Chloe, dall'aria molto più carina del solito in quell'abito viola e quei capelli sistemati egregiamente, sorrise increspando le labbra tinte di un rosso acceso.
<< Buonasera Elijah. Dov'è Elizabeth? >> domandò la ragazza, restando al fianco del Salvatore.
<< E' appena scappata via. >> sospirò Elijah, bevendo tutto d'un sorso ciò che restava dello champagne che si era portato dietro. Damon si guardò intorno cercando la figura di Elizabeth, tanto che Elijah riuscì a capirlo e scosse il capo.
<< Non la troverai qui. Credo che il cibo non sia stato cucinato come si deve, ha mangiato uno di quegli stuzzichini ed ha affermato che non erano molto buoni. >> disse deglutendo verso Damon, dopodiché si guardò intorno e si dileguò accennando agli altri due un saluto.
Damon e Chloe si guardarono prima che la ragazza lo salutasse perdendosi nei meandri della folla che popolava quella casa, dopotutto Damon stava aspettando chiaramente Elizabeth e lei non voleva essere in alcun modo d'intralcio. Si sarebbe divertita a corteggiare un futuro pasto, in fin dei conti la sua natura da vampira lo voleva.
 
S'appoggiò con entrambe le mani a quel lavandino in quel piccolo bagno. Era abbastanza lussuoso, munito di tutto il necessario. Respirava faticosamente standosene col capo chino verso il lavandino. I capelli ricadevano ai lati del viso mentre i tacchi alti venivano piantati al suolo. Sentiva una strana sensazione premere in tutto il corpo, scombussolarle ogni minima sensazione. Iniziò a sollevare il viso lentamente per potersi specchiare guardando tremolando i cambiamenti che stavano avvenendo nel suo viso: gli occhi si scurirono iniettandosi di sangue e lasciando spazio a quelle venature che si espansero sulle gote, un'espressione famelica ma allo stesso tempo spaventata. Sollevò una mano accarezzando il viso con le dita tremanti e scorrendo verso le labbra si accorse di quei canini che erano sbucati senza che lei glielo ordinasse. Deglutì pesantemente e quando sentì la porta del bagno aprirsi dietro di sé, si voltò di scatto incrociando la figura esile di una probabile invitata alla festa guardandola con quegli occhi affamati. L'aveva capito, era la fame a scombussolarla, era quell'insaziabile fame che aumentava sempre di più in maniera incontrollabile.
<< Oh mio Dio, scusami. La signora Lockwood non mi aveva detto che c'era già qualcuno! >> esclamò la ragazza ma solo in quel momento si accorse dei particolari del viso di Elizabeth e la guardò con occhi sconvolti << O-Oddio...i tuoi occhi... >> sussurrò la ragazza tremante ma non fece in tempo ad allontanarsi che Elizabeth la raggiunse con velocità da vampiro.
<< Verrai con me, adesso, non avere paura. >> la soggiogò fissandola direttamente negli occhi.
La ragazza annuì e lei le prese il polso con violenza, senza preoccuparsi di quanta forza mettesse in quei gesti, si sforzò a riportare il viso alla normalità e la trascinò fuori da quel bagno con sé, fuori da quella dimora. Aveva fame e non riusciva a controllarla, ma lei non si era mai nutrita di umani, non erano loro il suo cibo.
 
Damon si avvicinò lentamente a Stefan ed Elena che si erano fermati in un angolo del salone dei Lockwood a sorseggiare alcuni alcolici che avevano recuperato in giro. Dai sorrisi graziosi che si regalavano sembravano nel pieno di una conversazione tra fidanzati innamorati, ma Damon non si preoccupò nemmeno un po' di interromperli. Si avvicinò a loro guardando dapprima Elena, soffermandosi su di lei. Il suo cuore non batteva più come una volta ogni volta che la guardava, inspiegabilmente si era allontanato da lei davvero molto facilmente. Lei gli sorrise ed insieme anche Stefan.
<< Che c'è, Damon? >> domandò Stefan, incuriosito ma per niente scorbutico.
<< Oh niente. Mi chiedevo come tu ti sentissi, fratellino. >> chiese Damon portando il suo sguardo glaciale sul fratello e sorridendogli sarcasticamente.
Stefan lo guardò e sorseggiò l'alcolico nel suo bicchiere trattenendosi inizialmente una risposta, ma Elena non parve nell'intenzione di farlo.
<< Sembra stare bene. La fame è passata, o comunque la sta controllando. Ti preoccupi che possa nutrirsi di Elizabeth ogni volta che ti distrai? >> domandò Elena, tradendo un tono di voce beffardo.
Nella sua immaginazione, Damon si preoccupava di ciò perché non voleva che nessun altro bevesse il sangue di Elizabeth, a parte lui, piuttosto che un vero e proprio interesse per suo fratello minore.
<< E' mio fratello, Elena Gilbert. >> rispose Damon offeso ed inacidito, calpestando verbalmente il nome della ragazza. Lei rise. << A proposito di Elizabeth, l'avete vista per caso? >> domandò lui lanciandosi ampie occhiate intorno ma fra tutte quelle testoline presenti era davvero difficile distinguerne una precisa.
Elena guardò Stefan, e lui sembrava capirla. Damon sembrava più preso di quanto immaginassero ed in fin dei conti questa cosa rendeva felici sia Stefan che Elena, non c'era più bisogno che si preoccupassero di qualsiasi cosa dicessero per evitare di ferire Damon. Dopotutto, lei non aveva ancora dimenticato la reazione avuta alla festa dei Mikaelson ed era consapevole del fatto che non bastassero delle semplici scuse per porvi rimedio.
<< In realtà no. L'ultima volta che l'ho vista era con Elijah. >> ammise Elena, guardandolo, e Stefan annuì come a dar man forte.
Damon mugugnò storcendo le labbra in una smorfia pensierosa mentre tornava lentamente con lo sguardo su di loro.
<< Si, ho incontrato Elijah. Diceva che gli stuzzichini di questa festa hanno un brutto sapore, almeno secondo Elizabeth. Li avete già assaggiati? >> domandò Damon incuriosito.
Elena sembrò sorpresa e perplessa in un primo momento, confusa, non riuscendo a capire quale brutto sapore avesse trovato Elizabeth in quegli stuzzichini. Scosse lentamente il capo guardandosi il bicchiere che ancora aveva in mano. Aveva assaggiato qualcosa ma niente aveva avuto un brutto sapore per lei.
<< In realtà no, era tutto buono. >> ammise la Gilbert, inarcando un sopracciglio << Magari avrà assaggiato proprio gli unici che erano stati cucinati male e che la signora Lockwood non aveva ancora assaggiato. >> continuò la ragazza, facendo spallucce.
<< Comunque Damon, controlla meglio per la casa. Sono sicuro che la troverai. In caso la vediamo ti avvertiamo. Elena mi ha detto che si è preparata tutto punto solo per te. >> commentò Stefan ghignando sotto i baffi, divertito ma segretamente contento, nei confronti di Damon.
Il fratello lo guardò e sbuffò scocciato.
< Andrò a cercarla allora, grazie comunque. >> sbottò allontanandosi da lì.
Elena e Stefan si guardarono e sorrisero spostandosi da quel punto ed allontanandosi. Stavano per iniziare i balli e nonostante Stefan li odiasse, non voleva assolutamente perderseli. La musica si fece poco più forte in una sala, la stessa sala della casa in cui molte persone si riunirono coi loro compagni per poter danzare in quel ballo lento. Corpi incollati l'uno all'altro si muovevano lentamente per la sala seguendo la musica, perfino i corpi di Elena e Stefan che si stringevano. Tyler e Caroline, Bonnie e Jeremy, Chloe veniva accompagnata da uno sconosciuto ed Elijah preferiva guardare la sorella che danzava con Matt. Damon si fermò sulla soglia d'ingresso di quella sala prima che una mano prendesse una delle sue cingendola delicatamente, amorevolmente. La figura minuta ed esile di Elizabeth lo affiancò guardandolo con un sorriso docile.
<< Vogliamo unirci alla danza? >> domandò verso di lui, Damon la guardò stupito.
<< Ti stavo proprio cercando, dov'eri finita? >> domandò incuriosito, non rispondendo inizialmente a quella sua domanda.
<< In giro, questa casa è davvero immensa! >> esclamò lei, mutando l'espressione in qualcosa di infantile.
<< Eh già. Elijah mi ha detto che hai avuto una brutta reazione agli stuzzichini, ora come ti senti? >> le domandò lui premuroso, continuando a tenerle la mano, intrecciandone le dita con quelle sue senza preoccuparsi.
Lei gli sorrise, sembrò irrimediabilmente perdersi in quegli occhi. Lo guardò avvicinandosi ulteriormente col corpo al suo, sovrastandolo col proprio e raggiungendo il suo viso. Congiunse le labbra a quelle di lui in un bacio fugace ma che volle trasmettere tutti i brividi che stava provando in quel momento.
<< Benissimo. Damon, ti va di ballare? >> chiese lei, ancora una volta, stando a pochi centimetri dal suo viso.
Lui la guardò e sorrise compaciuto, annuendo.
<< Ma niente ballo lento per stasera. Troppo lento, troppo noioso, voglio qualcosa di movimentato. Ho bisogno di scatenarmi! >> esclamò scostandosi da lui e lasciandogli la mano.
Si allontanò dal Salvatore che la guardò sorpreso seguendola sino a vederla avvicinarsi al DJ della serata. Gli sussurrò qualcosa, la sentì e sembrava irrimediabilmente gentile. Qualcosa come "può mettere qualcosa di più movimentato, per favore?". Ignorava il fatto che lo stava soggiogando, non era disposta a ricevere una risposta negativa. L'uomo della musica annuì e le sorrise cordialmente facendo partire della musica sicuramente movimentata: Bounce with me di Kreesha Turner. Damon le si avvicinò guardandola ancora, la guardava agitarsi tra quelle persone che erano rimaste sorprese dall'improvviso cambiamento di musica.
<< Mia madre non lo apprezzerà. >> sussurrò Tyler verso Caroline, sorridendo divertito. La bionda scosse il capo guardandosi intorno.
<< Che ti importa? Per ora divertiamoci no? >> lo invogliò, prendendogli una mano.
E mentre i più anziani si allontanavano dalla pista da ballo, imbarazzati, quelli che erano più giovani si stringevano le mani dimenandosi tra la folla. Elizabeth afferrò la mano di Damon con delicatezza e gli sorrise incredibilmente contenta e divertita, lo tirò e si mosse tra le sue braccia roteando su sé stessa e facendo svolazzare la lunga coda della gonna. Lo fece apposta, a cadere tra le braccia del ragazzo. Rideva di sottofondo a quella canzone e Damon la guardava ammaliato. Ma smise di farsi trascinare nel momento in cui anche lui prese parte a quel gioco a cui buona parte dei presenti avevano iniziato a partecipare, accompagnandola in quella danza sfrenata durante la quale il vestitino che lei indossava si agitava come lei avrebbe voluto: bello, attraente, ammaliatore. Erano pensieri che le stavano passando per la testa in quel momento. E mentre si muoveva non esitava ad allungare le mani verso i vassoi dei camerieri che passavano e raccoglierne i bicchieri di alcool, lui faceva altrettanto facendosi chiaramente trascinare da quello che lei aveva messo in ballo. Beveva quanto trovava nel bicchiere tutto d'un sorso, senza preoccuparsi di finire per ritornare a casa ubriaca. In quel momento, le sarebbe piaciuto. Lasciava i bicchieri tra le mani dei primi che capitavano i quali, invece di irritarsi, ridevano di gusto divertiti dalla scena. In poco tempo Elena e Stefan lasciarono le pista da ballo e Caroline restò aggrappata al collo di Tyler guardando con un sorriso divertito la scena in cui Damon ed Elizabeth si agitavano sotto l'attenzione di tutti come due adolescenti ubriachi in una discoteca. Ma il tutto fu interrotto da un urlo, un urlo straziante e femminile che proveniva dall'esterno.

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Ed ho finalmente finito il quattordicesimo capitolo! D:
Mi rendo conto di averla tirata un po' per le lunghe ma
tra Halloween ed altri vari impegni, ho avuto pochissimo tempo.
Mi chiedo, inoltre, come sia riuscita a scrivere la OS che ho
pubblicato qualche giorno fa senza metterci una vita. x°D
Ad ogni modo!
Stiamo per entrare nel vivo di ciò che sta turbando le vite dei
nostri protagonisti. Chiamatemi cattiva, ho voluto interrompere
il capitolo sul momento più 'forte' per riuscire ad attirare la
vostra curiosità. Cercherò di essere più veloce per il prossimo capitolo!
   
 
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