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Autore: Razor666    08/11/2012    1 recensioni
Storia ambientata dopo le vicnede di Prototype 2
Dopo un anno di pace, il virus Mercer ritorna, ma questa volta tutto il pianeta viene contaggiato dal virus;
per un caso furtito due piloti scoprono come salvare la Terra;
ma il virus ha altri assi nella manica, e crea altri nemici del calibro di Alex Mercer;
neppure James Heller si potrà tirare indietro per la battaglia per la Terra.
Genere: Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BS-04 [Peter Cyper]
Luogo sconosciuto
12 marzo, ore 10:36

Peter si svegliò, ma non dove si aspettava di trovarsi, infatti si trovava legato in una sedia dentro una camera da interrogatorio. Per prima cosa si assicurò che la sua nuova arma si trovava ancora legata nella sua spalla, quindi osservò il nuovo ambiente. Dopo pochi secondi capì di trovarsi in una camera da interrogatorio usata dal Musaid, l’obbiettivo originario della sua missione, quindi pensò: “Possibile che anche quando il mondo sta andando a rotoli, sti terroristi debbano sempre rompere?!” Subito dopo entrarono cinque talebani armati di Kalašnikov che puntarono le loro armi su Peter e poi entrò un altro individuo che aveva l’aria di essere il capo che disse: “Americano, io sono Al-Shad, e voglio sapere cosa sta succedendo!”.
Peter era sotto choc, si trovava di fronte colui che era il nemico numero uno fino a ieri, ed inoltre non credeva neanche alla sua esistenza, ma nonostante ciò rispose con fermezza: “Non so cosa sta succedendo. So solo che il virus Mercer sta infettando il pianeta, e voi perdete ancora tempo con la vostra stupida guerra santa!”. Detto questo i cinque uomini di scorta si arrabbiarono, e si avvicinarono ancora di più a Peter, ma il pilota, semplicemente volendo ingrandì la sua arma, che distrusse la sedia su cui era legato, ed infine fece un salto all’indietro e si mise sulla difensiva. I talebani fecero per fare fuoco, ma Al-Shad li fermò con un gesto della mano e disse: “Aspetta, parliamone civilmente, voglio solo sapere se avete usato il virus come arma contro di noi.”.
Peter ,senza abbassare la guardia ripose con tono aggressivo: “Primo, se volevate avere una conversazione civile non dovevate legarmi! Secondo, ma siete scemi a credere che qualcuno possa utilizzare il virus come arma sapendo quello che è successo a New York?!”.
Al-Shad, a differenza di Peter, mantenne un tono calmo e rispose: “Sai come è,siamo in guerra, e sai come si dice: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Inoltre volevo sapere cosa è successo, e come voi due avete ottenuto quelle armi.”.
Peter fece per rispondere in malo modo. Ma gli venne in mente un’idea pazzesca, che in una situazione normale non li sarebbe mai venuta in mente, ma era disperato, quindi, abbassò la sua arma, e poi gli raccontò per filo e per segno quello che gli era successo, ed infine concluse: “…quindi, ho bisogno del vostro aiuto per salvare il pianeta!”.  Nel sentire quella richiesta, un talebano esclamò: “Cosa ti fa credere che noi vogliamo aiutare un infedele?!”. Peter perse il controllo, e tirò un fendete contro l’arma del terrorista che la tagliò a metà, in tutta risposta, gli altri quattro talebani iniziarono a sparare, ma la spada di Peter si trasformò in uno scudo, che fermò tutti i proiettili. Capendo che le loro armi erano inefficaci, uno dei talebani impugnò una granata, ma Al-Shad urlò di cessare il fuoco, quindi tutti i terroristi, spaventati dal tono del loro capo, cessarono il fuoco, ma non riposero le armi. Il capo del Musaid, dopo esserci accretato che tutti i suoi uomini stavano eseguendo il suo ordine, si rivolse a Peter chiedendo: “Perché mai un americano dovrebbe chiedere aiuto ad un suo nemico?”
 “Perché ho combattuto a New York durante l’epidemia, e conosco la distruzione che compie il virus una volta che infetta qualcosa…”
Al-Sahd lo interruppe e disse: “Guarda che le notizie del virus sono arrivate anche qui, inoltre ho ricevuto rapporti dei miei sottoposti di alveari che attaccano città, quello che ti sto chiedendo è il tuo piano.”
“Andare a  Washinton e dire al Pentagono di bombardare la terra con radiazioni per distruggere il virus.”
Al-Shad lo guardò intensamente e disse: “Va bene, ti aiuteremo.”. Ma uno dei suoi uomini urlò: “COSA! È INCONCEPIBILE CHE NOI AIUTIAIAMO GLI AMERICANI!” Al-Shad però non era d’accordo con l’affermazione e disse: “Rifletti imbecille, dobbiamo dare delle priorità, se lasciamo che il virus si espanda tutti gli uomini, compresi i musulmani moriranno, e sul mondo regnerà un male peggiore degli infedeli, quindi PER ADESSO, dobbiamo allearci con loro.”. Il discorso lo aveva detto con tale fermezza, che nessuno osò ribattere. Quindi Al-Shad ordinò: “Bene, dato che non ci sono obbiezioni scortate il pilota dal suo amico.”. I cinque obbedirono, ma prima Al-Shad chiese a Peter il suo nome, Peter ci pensò un po’ e rispose: “Il mio nome non ve lo dico, ma se volete mi potete chiamare col mio nome di battaglia Maverik.”
Al-Shad capì che l’americano non era uno sprovveduto e rispose: “Va bene Maverik, riposati, che domani ci aspetta una lunga battaglia.".

I cinque talebani scortarono Peter verso una cella, l’aprirono e lo fecero, non proprio gentilmente, dentro la cella. Appena entrato vide Richard, anche lui con la spada attaccata al suo corpo, che si buttò su di lui abbracciandolo dicendo: “Maverik! Sono contento che tu stai bene, sai dove ci troviamo?”.
“Ugh, se la smetti di stritolarmi te lo dico.”. Richard mollò la presa così che Peter gli poté raccontare il suo dialogo con Al-Shad.
Dopo che Peter finì di raccontare chiese: “Allora, ti va bene che ci siamo alleati con i nostri nemici?”.
“Certo, quei mostri sono molto più pericolosi di questi talebani, però ricordati che mi un devi centone!”.
“Cosa?!”.
“Certo, ti ricordi ad inizio missione che tu avevi puntato 100 dollari sull’inesistenza di Al-Shad, lo stesso con cui tu ai parlato?”.
Peter si rassegnò e disse: “Va bene, quando tutto questo sarà finito di darò i soldi.”. Peter pensò che ,nonostante tutto questo casino, il suo amico aveva rimaneva spensierato come sempre, uno dei tanti motivi per cui gli stava simpatico. Richard si sdraiò sul letto ed esclamò: “Be, fa un certo effetto farsi aiutare dai propri nemici.”. Peter, senza pensare rispose: “A me mi è già sucesso…”. Ma subito dopo si pentì di aver parlato troppo. Quindi Richard non perse l’occasione e chiese subito: “Cosa è successo che tu non mi hai raccontato?”.
“Lascia stare, è una cosa di cui non voglio parlare!”.
“Eh no! Tu mi ai messo la pulce nell’orecchio, e tu mi dirai cosa è successo! riguarda NYZ?”.
“Non ne voglio parlare.”.
“Ma dai, siamo amici!”.
Dopo molte altre discussioni Peter esasperato rispose: “Va bene, te lo dico, a patto dopo tu non mi giudichi.”.
“Va bene lo prometto.”.
A quel punto Peter iniziò a raccontare

2011, 22 aprile ore 15.17
NYZ, Zona Rossa

Erano passati tre giorni da quando Peter si era confrontato con Alex, ma non ne era uscito indenne…
Peter stava riposando dentro il rifugio di Helen, voleva chiamare l’unità di soccorso per farsi recuperare nel punto di salvataggio vicino al porto, ma in quel momento non poteva farlo, poiché quando era precipitato, una scheggia gli si era conficcata nella gamba, e nonostante Helen gliel’aveva estratta, non riusciva a camminare, quindi scappare verso il punto di recupero era infattibile. Aveva addirittura pensato di mandare Helen da sola, così che almeno lei si sarebbe salvata, ma aveva paura che i soldati, vedendola da sola la uccidessero. In quel momento sentì qualcuno entrare, ma non era Helen, quindi afferrò la sua pistola e la puntò verso la pota, ma appena la figura entrò, Peter abbassò la pistola, non perché era qualcuno di cui si fidava, ma perché sapeva che la sua arma non sarebbe servita a niente, infatti disse: “Mercer sei venuto a finire il lavoro?”.
Alex si avvicino ancora di più verso Peter e disse: “No. Non ti voglio uccidere, dobbiamo ancora concludere il nostro duello.”.
“Co..cosa intendi?!”.
“Intendo dire che ho ucciso molti piloti in volo, grazie alle abilità di tutti quelli che ho consumato, ma tu sei stato l’unico che è riuscito a darmi del filo da torcere… e come se tu hai qualcosa di più rispetto agli altri piloti.”.
“E allora perche non mi consumi?!”
“Perché quando consumo  una persona, ne prendo solo i ricordi e non l’emozioni… quelle che ai usato per battermi, quindi sarebbe inutile consumarti, quello che a me importa  è sconfiggerti in duello!”.
“Allora mi sa che dovrai trovarti un nuovo avversario, vedi, mi sono ferito ad un gamba e non mi posso muovere da qui.”. Ma in quel momento entrò Helen e puntando la sua pistola verso Alex, disse: “Non osare fargli del male.”. Peter temette per la vita di Helen, ma Alex disse solo: “Ci riesci a potare il tuo amico verso il punto di estrazione?”
Helen, presa in contropiede, rispose: “Be si, ma è impossibile con tutti questi mostri.”
Poi Alex si rivolse a Peter e disse: “Peter…”
Però Peter lo interruppe dicendo: “Ehi, come fai a conoscere il mio nome?!”
“Ovvio ho consumato il tuo amico dentro quel F-35. Piuttosto chiama la squadra di recupero, e non preoccuparti dei cacciatori.”. Detto questo Alex se ne andò, ma prima disse: “Ricordati che una volta guarito, probabilmente ci metterai un anno, dovrai tornare qui cosi che noi possiamo finire il nostro scontro.”. Dopo qualche minuto di silenzio Helen disse: “Peter cosa facciamo?”.
Il pilota, ancora arrabbiato con Alex per averli rinfacciato la morte del suo amico disse: “Non abbiamo scelta, o tentiamo la fuga adesso, o non lo potremo fare mai più.”. Quindi accese la radio.

Per quei due il viaggio verso il punto di recupero fu molto calmo, sul loro cammino trovarono solamente cadaveri di cacciatori e zombi, ma comunque a Peter e Helen li rimase la sensazione di aver fatto un patto col diavolo. Dopo circa un’ora arrivarono al porto dove c’era un elicottero e cinque marines, uno dei soldati li vide arrivare, e cose ad aiutare Peter, ma alla richiesta di imbarcare anche Helen, rispose: “Mi dispiace, ma secondo il regolamento non possiamo portare con noi civili.”.
Ma Peter ribatte: “Non è giusto, lei non è infetta, inoltre senza di lei non sarei mai riuscito ad arrivare fin qui!”
L’altro soldato si pensò un po’ e disse: “Va bene, tanto queste regole sono state fatte dagli stronzi della Blackwatch , e noi siamo marines.”. Quindi diedero ad Helen una tuta da Scienziato per essere irriconoscibile, una volta arrivati a terra, e decollarono.

Base dei Musaid
12 marzo, ore 11:03

Una volta che Peter finì di raccontare, Richard esclamò: “Uao!! Quindi tu sei così abile nel combattimento aereo che addirittura Alex Mercer ne è rimasto colpito? Com’è che non me ne sono accorto che sei così forte?”.
”Be, in realtà noi due siamo più o meno allo stesso livello...”.
“Quindi sei io avessi incontrato Alex Mercer in volo, probabilmente avrei vinto?!”.
“Be, non esageriamo…”.
Nel sentire quell’ultima frase, Richard si mise ad urlare di felicità come un ossesso, quindi Peter lo fermò osservano: “Razor calmati, ricordi che siamo dentro una base nemica, e che domani ci aspetterà una lunga battaglia”. Detto questo Richard si calmò, ed iniziò ad andare a letto, ma prima chiese: “Ma tua moglie dove abita?.”.
“Ma te lo già detto in passato!”.
“Emm… me lo sono dimenticato”.
“Va be, San Francisco.”.

Per i nostri due piloti, la sveglia fu alle sette, ma in quel caso la sveglia consisteva in una secchiata d’acqua, accompagnata dal dolce suono di imprecazioni in una lingua incomprensibile per Peter, e per colazione un pezzo di pane. Ma anche in questo caso Richard ne uscì con una battuta dicendo: “Be, almeno abbiamo la colazione in camera, neanche col nostro esercito avevamo un tale lusso.”.
Ma Peter ribatte: “In realtà credo che l’abbiano fatto perché non ci volevano vedere neanche a colazione, probabilmente non volevano sentire le tue battute!”.
“Ehi! Da quando in qua dici battute del genere, in queste situazioni?”.
“Come si dice: chi va con lo zoppo, impara a zoppicare.”. I due si misero a ridere, prima di uscire dalla cella. Appena usciti due talebani li scortarono verso Al-Shad. Peter e Richard vennero portati in una sala dove c’era Al-Shad insieme ad altri terroristi seduti su un tavolo. Appena il capo dei Musaid vide entrare i due piloti disse: “Bene, ora che ci siamo tutti posso spiegare il nostro piano: come molti di noi sanno, noi del Musaid teniamo una base segreta in mezzo al deserto, e auesta base ha una pista ed alcuni SU-27 comprati al mercato nero.”. Poi si rivolse ai due americani e disse: “Voi due sapete pilotare dei SU-27, vero?”
Peter era ancora sotto choc per la scoperta di una base terrorista che non sapevano neanche che esisteva, ma nonostante ciò rispose con fermezza: “Certo! Quando ci hanno addestrati, ci hanno fatto volare anche con aerei stranieri
“Bene, noi vi scorteremo nella nostra base, voi prenderete i nostri aerei, salvate il mondo e poi nemici come prima, d’accordo?”.
“Certo, non avremo potuto chiedere di meglio.”. Detto questo Al-Shad congedò tutti. I soliti due terroristi scortarono i due americani, ma ad un certo punto Ricahrd esclamò: “Che schifo!”. La scorta e Peter si voltarono verso Richard, e Peter chiese all’amico: “Razor, perché ai avuto questo schizzo improvviso?”
“Ehi! Non sono impazzito, semplicemente una zanzara mi stava girando intorno, lo schiacciata, ma era così piena di sangue che mi sono sporcato completamente le mani!”. Richard fece vedere i suoi palmi quasi completamente sporchi di sangue, ed i due talebani lo accompagnarono verso il bagno, anche se tutti si chiedevano che razza di zanzara potesse contenere tutto quel sangue.

[Carl Sullivan]

Deserto
13 marzo, ore 7:15

In quel momento Carl aprì gli occhi poiché la zanzara infetta con cui si era connesso era appena morta, quella nuova specie di infetto era perfetta per diffondere il virus, ma anche come spia, in questo modo aveva scopeto il loro prossimo obbiettivo. Anche se lui avrebbe potuto benissimo infettare ed uccidere i due piloti, aveva preferito non farlo per non rovinarsi il divertimento. Quindi pensò: “Non hanno detto il luogo preciso dove c’è la base, ma sarà un gioco da ragazzi trovarla. Aspetta, ma quel pilota che aveva spiaccicato la spia lo conosciuto prima di diventare un Prototype… Vero! Ora ricordo, scommetto che ci divertiremo un mondo, Richard.”.

[Peter Cyper]

Base segreta del Musaid
13 marzo. ore: 7:42

In quel momento un camion stava attraversando il deserto, all’interno del veicolo c’erano Peter, Richard, Al-Shad ed  una decina di uomini di scorta, avevano optato di viaggiare con un solo camion, poiché in questo modo erano più difficili da individuare. Per tutto il viaggio c’erta stato un silenzio tombale, ma Richard ruppe il silenziò: “Maverik, secondò te riusciremo a sopravvivere?”. Peter non seppe come rispondere, ma in suo aiuto il camion si fermò ed Al-Shad disse che erano arrivati, quindi tutti scesero dal camion. Peter osservò per un paio di secondi la base, che era costituita da un hangar largo, ma basso di color giallo e da una pista in terra battuta, quindi disse a Richard: “Niente male, ci credo che non l’abbiamo mai trovata, se si guardasse dall’alto non si vedrebbe nulla.”.
“Hai ragione, di sicuro non l’hanno trovata neanche li infetti.”.  Nello stesso momento in cui Richard finì l’ultima parola, ci fu un terremoto pazzesco, e dal terreno uscirono quattro Hydra e diversi Cacciatori, quindi Peter estrasse la sua spada nera e disse a Richard: “La prossima volta facci il piacere di rimanere muto.”   
Due cacciatori iniziarono subito a caricare gli umani, quindi i terroristi contrattaccarono sparando con i loro mitra, ma l’effetto che fecero fu minimo, ma per loro fortuna i cacciatori non li degnarono nemmeno di uno sguardo e puntarono direttamente ai due americani. Il primo ad essere attaccato fu Richard che traformò la sua arma in uno scudo, e si difese dall’assalto poi, sfruttando lo stordimento del nemico, lo infilzo. Peter invece non aspettò il nemico, ma trasformò la sua arma in una frusta, quindi afferrò il cacciatore, e si lanciò verso il mostro decapitandolo. Ma la cosa non finì li, infatti dalle armi dei due piloti uscirono dei tentacoli neri che afferrarono i resti dei cacciatori consumandoli; ma non fecero in tempo neanche a capire quello che era successo, che un Hydra afferrò un barile di carburante. I due piloti se la stavano vedendo brutta, ma un razzo colpì li barile creando un’esplosione così grossa che distrusse il mostro, quindi si voltarono, e videro Al-Sahd e gli altri talebani armati di RPG che avevano preso dal loro camion. Dal quel momento in poi i  talebani attaccarono con i razzi i cacciatori, mentre i due piloti combatterono contro le ben più pericolose Hydra. Richerd e Peter si avventarono contro l’Hydra più vicina a loro, ma il mostro-tentacolo si difese facendo compiere al tentacolo un giro di 360° vicino al suolo. I due piloti sembravano spacciati, ma puntarono le loro spade verso il suolo, le allungarono, e con la spinta ricevuta, compierono un salto di circa 7 metri, e colpirono insieme l’Hydra distruggendola. I due però non poterono cantare vittoria, poiché le due Hydra avevano afferrato dei massi che lanciarono verso di loro. Peter afferrò con la frusta il masso che gli era stato lanciato, che usò come martello per uccidere il mostro. Richard invece, preferì schivare il masso, ma l’Hydra lo colpì con  una specie di lingua e lo tirò a se, ma il pilota tranciò la protuberanza, e sfruttò lo slancio per uccidere il nemico, ma nonostante avesse vinto, aveva una ferita nella pancia, quindi gli ultimi due cacciatori sopravissuti dalla battaglia contro i talebani, si avventarono su di lui. Richard sembrava spacciato, ma dei tentacoli uscirono dalla sua arma, e guarirono la ferita, quindi riuscì ad uccidere uno dei cacciatori, e l’altro fu ucciso da Peter che era venuto in aiuto del suo amico. La battaglia si concluse con gli umani vittoriosi, quindi Al-Shad, insieme ad altri tre sopravvissuti si avvicinò verso Peter e disse: “Complimenti per la battaglia Maverik, dentro quel hangar troverete i SU-27, mi raccomando, voglio vedere una montagna di infetti carbonizzati.”. Mentre Al-Shad se ne ritornava verso il suo mezzo, Peter pensò: “Ora che faccio? Lo colpisco alle spalle o lo lascio andare? Se lo lascio andare lui continuerà a fare attentati e delle persone moriranno; però non è giusto perché solo grazie a lui io e Richard non siamo morti nel deserto; ma è anche vero che potrebbe usare i cadaveri dei infetti carbonizzati per produrre altre arme; si ma anche noi avremo nuove armi, e quindi saremo pari; ma se lo risparmio, questo significa che come premio per aver salvato la terra lo lascio uccidere delle persone…”. Il filo dei suoi pensieri fu interrotto quando una freccia rossa colpì Al-Sahd creando una bomba biologica che uccise lui ed i suoi compagni. Peter e Richard si voltarono, e videro un uomo, che impugnava un arco, sopra il tetto dell’hangar. L' evoluto saltò giù e disse divertito: “Salve Maverik e Razor, io sono Carl, e sono venuto ad uccidervi.”

[James Heller]

San Francisco
13 marzo. ore: 8:05

James consumò l’ultimo cacciatore, aveva fatto quella deviazione perche voleva dare una mano d’aiuto quella città, inoltre consumando abbastanza sperava di poter entrare nella mente dell’virus, ma purtroppo riuscì solo a ottenere un nome di battaglia, Maverik ed un volto, ma dopo secondi si ricordò di un pilota a cui aveva pensato Alex prima di morire, poiché aveva un conto in sospeso con lui. James, che non sapeva dove si trovava, attivò l’istinto di caccia… che segnalò una posizione all’interno della città, anche se era molto disturbato, James corse verso il suo obbiettivo, chiedendosi come mai funzionasse così male.

NOTE DELL’ AUTORE

Scusate per il ritardo con cui ho postato la storia, ma a causa delle forze oscure…
Maverik: Traduzione razorese-italiano: Impegni scolastici
Razor666: … ho finito di scrivere il capitolo solo alle 20:14, quindi approfitto di questo spazio per chiedere ai pg cosa ne pensano di questo capitolo
MaveriK: Aspetta! Prima mi fai sgobbare per un’intera giornata, poi mi fai fare pure questo! Sei malvagio
Carl: Veramente il malvagio sei tu, per alcuni secondi hai pensato di colpire alle spalle chi ti ha aiutato, neanche io mi sono abbassato a tanto!
MaveriK: Cosa! Uno tu non hai incontrato nessuno alleato, a parte quei evoluti, che se non ricordo male hai mandato al macello. Due, Ca**o quello la era un talebano li stessi che uccidono donne e bambini!
Razor666: Veramente pure per Dante i traditori erano in fondo all’inferno
Maverik: Messaggio per i due malvagi VAFANC**O. E poi se non sbaglio, mio caro Razor666 ti sei sbagliato, io non ero a San Farncisco, ero da tutt’altra parte. AHAHAHAHAHAHAHAH   
Razor666: Sei un cretino! Secondo te non ho un piano segreto? Aspetta sono le 20:25 e non ho ancora fatto l’html, Maverik mi hai fatto perdere tempo quindi sciò.

P.S. Voglio ringraziare AxXx per le recensioni sulla storia e chiunque la stia leggendo.   

  
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