3. La simbiosi
Venom
pregustava quel momento e sapeva che il suo nemico era troppo stupito
per
riprendere il discorso. Così, intervenne Lui per primo.
“Dall’ultima
nostra battaglia sono cambiate tante cose. Io non sono più
quella vittima,
quell’essere indifeso che aveva bisogno di un corpo ospite
per sopravvivere. Ad
un certo punto, passando di corpo in corpo, mi sono reso conto che la
natura
stessa del costume si modificava, grazie alla forza che riceveva dagli
altri
corpi. Così, in un momento particolare, ho assorbito il
corpo ospite,
rendendolo solo lo scheletro della mia nuova simbiosi. Non devo
dividere la mia
esistenza con nessuno. Sono l’unico e semplicemente
Venom!”.
Questo
voleva dire solo una cosa, pensò Spider-man. Venom, adesso,
era ancora più
forte, persino più dei suoi figli. Perché era il
Venomita a controllare il
corpo, la mente… Nessuno ostacolo poteva opporsi alla sua
volontà. E la sua volontà,
adesso più di prima, era di sottomettere una volta per tutte
Spider-man.
Temendo
che non aveva più nulla da fare, Spider-man si
ricordò del suggerimento di un
amico, di una tecnica che in passato aveva già usato,
uscendone vincitore, poiché
Venom era troppo legato al corpo ospite da non riuscire a completare
totalmente
il distacco. Questo volta, però, l’unione si
sarebbe completata. Era l’unico
modo per impedire che Venom facesse del male a persone innocenti.
E
considerava, inoltre, che era stato lui a portare l’alieno
sulla Terra. Doveva assumersi
la responsabilità di tutto. Eppure, Spider-man sapeva che la
sua scelta non era
guidata unicamente dalla responsabilità di ciò
che poteva avvenire: Venom, il
suo essere forte e superiore, il potere che donava, creava assuefazione
e
fascino. Spider-man aveva dimenticato tutto questo. Ma adesso,
ritrovandoselo
dinanzi, fu di nuovo colto dal desiderio di riunirsi con lui.
Questo
pensò, mentre disse:
“Forse
è la cosa più stupida che faccio. O la
più intelligente. Ma so che, in ogni caso,
non riuscirò mai a sconfiggerti. Sei troppo forte e
continuare a combattere
sarebbe inutile. Se è me che vuoi, allora son qui”.
Venom
non fu stupito della sua decisione. Per qualche secondo non fece altro
che
sorridere. Poi, lentamente, gli si avvicinò. Lui era
mastodontico, due volte
più grande di Spider-man. Dalla sua bocca cadeva una bava
verde e in ogni
momento mostrava i suoi enormi denti. Quando furono vicinissimi, Venom
poggiò
la sua mano sulla spalla del nemico e, lentamente, iniziò la
simbiosi.
Venom
iniziò a perdere forma, a ridursi di dimensione e,
contemporaneamente, scorreva
sul corpo inerme di Spider-man. Prima fu coperto il suo corpo e alla
fine la
testa. Quando ciò avvenne, Spider-man emise un gemito di
paura e cadde al suolo...
Vi ringrazio per i
commenti e per
l’attenzione… Mi scuso per l’attesa, ma
sono stato impegnato contro la mia
volontà. Spero di terminare questa bella storia il
più presto possibile.
Vi saluto,
Joe McFly