Fanfic su artisti musicali > Nightwish
Segui la storia  |       
Autore: Hermes    10/11/2012    2 recensioni
Questa non è la classica storia sui Nightwish in se e per sè...a dire il vero non ho idea da dove diavolo sia uscita e non so come ho fatto a trovare il coraggio di postarla...
"Perdona la Bestia che adora...” mormorò ancora “Perdona Me.”
Il bacio che seguì fu aspettato, implorato, desiderato…tutto meno che amaro.
Dimenticammo il resto…il mattino non ci svegliò...
L’unica certezza che mi rimase fu quella della sua presenza, del movimento del suo corpo contro il mio.
Non c’era riposo…ma sognai…
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Tuomas Holopainen
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Dreams of Reality'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
21 Ottobre 2017, ore 20 e 41
Canada, Montreal, Metropolis venue

“Come sarebbe a dire hai perso Tuomas!?”
Anette osservava con occhi di fuoco il loro manager in ginocchio sui ceci.
“Mi sono voltato un attimo ed il momento dopo è sparito, Anettuccia! Ti supplico non picchiarmi!”
Anette fece un verso poco signorile, girandosi verso i ragazzi.
“Cosa facciamo se non si fa vivo in tempo?” domandò Jukka.
“Non ne ho idea…” rispose Marco, aggiustandosi la barba.
“E se è stato rapito?! Cosa dirò a Joseph?!” ormai Anette era andata nel panico, con le mani nei capelli.
“Beh un mini sommo poeta c’è…potremmo chiedergli di unirsi a noi per il tour!” ipotizzò Ewo, già pensando ai futuri risvolti.
Anette lo fissò, se gli sguardi avessero potuto uccidere quello sarebbe stato il caso.
Tero entrò nel camerino con aria stravolta “Ho cercato dappertutto! Anche sotto i lavandini, non c’è da nessuna parte!”
“Ewo, dai retta a me…vai un po’ a vedere se quel genio si è addormentato nella cuccetta del pullman…” disse Jukka sarcastico mentre faceva aria ad An che iperventilava.
Il manager corse via disperato.
“Okay…morra cinese per scegliere chi va sul palco a spiegare l’accaduto? Chi ci sta?” scherzò Marco.
“Smettila!” esclamò Anette, mordendosi un labbro.
Emppu si sedette accanto a lei prendendole una mano “Sono sicuro che lo troviamo, An.”
La cantante sorrise debolmente.
Passarono alcuni minuti mentre l’orologio ticchettava impietoso nel silenzio.
I ragazzi aspettavano seduti mentre An aveva preso a fare avanti e indietro, incapace di stare ferma.
Avevano lasciato la porta del camerino aperta ed infine…
“Si parlava di me?” domandò il tastierista sorridente. Quel sorriso si dileguò quando vide la faccia di Anette.
La donna lo prese per i risvolti della giacca, obbligandolo a chinarsi.
“Hai dieci secondi per dirmi dove ti sei andato a cacciare poi ti prendo a schiaffi, Mister Holopainen! È una promessa!” minacciò lei con gli occhi lucidi.
Tuomas la guardò sorpreso, sbattendo le palpebre “Ero…ero al bar dell’entrata…”
“Vi lasciamo un momentino…ricordati che iniziamo tra poco, ok?” gli disse Marco, uscendo con gli altri e chiudendosi la porta alle spalle.
Passò un attimo, An si era staccata e stava controllando il trucco.
“Cosa ti è preso?”
“Sei sparito nel nulla dieci minuti prima dello show!” lo accusò lei “Mi vedevo già a spiegarlo a Joseph che ti avevamo perso!”
Tuomas ridacchiò “An…”
“Non ti permettere di darmi della sciocca! Mi hai spaventata! Pensavo già che ti avessero rapito e che la prossima chiamata sarebbe stata per il tuo riscatto!” ormai la cantante era partita in quinta, buttando fuori tutta la sua apprensione.
Tuomas capì che le parole non sarebbero servite a calmarla e la imprigionò in un abbraccio strizza costole.
“Lasciami!”
“Zittati, Anette…smettila di dire stupidate.” la rimproverò brusco, anche la pazienza dei sommi poeti aveva un limite!
Cinque minuti dopo si erano affrettati al backstage dove Jukka era già entrato in scena ed Emppu lo stava spalleggiando.
An era occupata ad infilarsi gli auricolari aiutata da Tero, e Tuomas si avvicinò a Marco che si stava agganciando bene il basso alla spalla.
“Tutto ok?” domandò il tastierista.
“Sei un bugiardo, Tuomas.” disse solo l’amico, senza guardarlo.
“Prego?”
“Non c’è nessun bar all’entrata di questo posto.”
Marco uscì fuori, illuminato dai faretti.
Tuomas si voltò verso Anette ma lei era ancora occupata, non aveva sentito una parola.
Il tastierista tirò un sospiro poi uscì fuori, raggiungendo la sua postazione.
Meglio così.

15 Novembre 2017, ore 8 e 22
Stati Uniti, Florida, Fort Lauderdale-Orlando

Erano già on the road da un paio d’ore, avevano un altro show in back to back quella serata ed erano attesi ad Orlando nel pomeriggio per un Meet&Greet.
Quel gig ed uno ad Atlanta, poi sarebbero tornati in Europa.
Anette si era svegliata da poco ed era sgusciata fuori dalla zona cuccette per infilarsi nel bagno e farsi una doccia, attenta a non fare troppo casino.
I ragazzi se la dormivano alla grossa, come al solito.
Un quarto d’ora dopo era uscita in tuta da ginnastica, legando i capelli ancora umidi in una treccia.
Fece per camminare a piedi nudi fino al cucinino per rimediare la colazione quando si fermò ad un passo dalla tenda semi-tirata che divideva la zona notte dal resto del pullman.
Tuomas era seduto accanto ad uno dei grandi finestrini, il mento appoggiato ad una mano e due dita agganciate svogliatamente alla tazza di caffè sul tavolo.
La luce grigia di quella giornata spezzava il chiaroscuro sui lineamenti del suo volto come una taglierina.
I suoi occhi erano fissi sul paesaggio in movimento, immobili.
La colpì la sua aria disinteressata, triste.
Era da un paio di settimane che Tuomas era più silenzioso del solito, oh sì aveva i suoi momenti di ridarella con gli altri ma non era lo stesso.
Spesso si perdeva nei propri pensieri e quando veniva interpellato ci voleva un po’ prima che ritornasse fra di loro.
Ad Anette non piacevano quei silenzi.
Aveva cercato più di una spiegazione: dalla nostalgia di casa, all’arrivo di nuove idee od anche perché dormivano divisi da settimane per colpa delle cuccette.
Non riusciva a strapparsi di dosso l’idea che ci fosse altro sotto.
La luce impietosa di quel mattino non aiutava di certo i suoi pensieri, disegnava il suo profilo con una purezza che non lasciava scampo.
Gli angoli della sua bocca erano impercettibilmente piegati all’ingiù, e la sua espressione non era per niente rilassata.
Con il pollice accarezzava distrattamente la ceramica della tazza.
Aveva anche il timore di portare fuori quel discorso con lui.
Sapeva già quale sarebbe stata la sua reazione.
Avrebbe chiuso gli occhi, sospirato, contato fino a dieci e le avrebbe gentilmente detto di non preoccuparsi e smetterla di farsi delle fisime che non c’erano.
Traduzione: Smettila di rompermi le scatole, An.
Era proprio questo il punto che le faceva più male.
Tuomas non voleva parlarne.

8 Dicembre 2017, ore 14 e 32
Finlandia, Levi

Avevano occupato un grande tavolo per pranzare tutti assieme: crew, gruppo e management.
Il pasto era stato uno dei più divertenti, erano tutti di buon umore.
Avevano una settimana intera di concerti tutti in madrepatria e poi avrebbero diviso le loro strade per le vacanze di Natale, una piccola pausa che tutti non vedevano l’ora di godersi in santa pace attorniati dagli amici e dalla famiglia.
Anette aveva rischiato di soffocare nel tentativo di non ridere ma non c’era riuscita, Tero sprizzava follia da tutti i pori ed i loro altri tecnici gli andavano dietro provvedendo al divertimento di tutta la compagnia.
Stava ridendo ad una battuta di Jukka quando una delle mani di Tuomas – seduto al suo fianco – le spostò gentilmente una ciocca di capelli che le era sfuggita sugli occhi dietro l’orecchio. An l’osservò.
Tuomas la guardava con affetto ma non sorrideva “Vado fuori a fumare…”
“Okay.”
“Torno presto.”
Lei annuì, osservandolo mentre si metteva la sigaretta fra le labbra e si allontanava verso l’ingresso del ristorante. Stava scrivendo qualcosa con la tastiera del telefono.
Dietro le vetrate nevicava fitto.
Non riusciva a capire…
I concerti erano un successo (c’era un sfilza di sold out in Finlandia, uno dietro l’altro), la sua voce reggeva talmente bene lo stress che non le sembrava vero. Fin da quando erano partiti Tel Aviv tutti erano felici come delle pasque. Il pubblico poi aveva accolto il nuovo sound con alcune riserve sì, ma l’affluenza di persone rimaneva costante se non quasi in aumento.
Eppure in Tuomas c’era qualcosa di diverso…non poteva metterci la mano sul fuoco, però.

17 Dicembre 2017, ore 15 e 24
Finlandia, Helsinki, Appartamento di Anette

“Vuoi stare qui?”
Gliel’aveva chiesto con estrema gentilezza, ma Anette aveva sentito nella sua voce una sfumatura tagliente come se la remissività di Tuomas fosse sull’orlo di spezzarsi.
Anche Joseph – che li aveva raggiunti da Kitee per passare il più possibile delle vacanze assieme – lo fissava con tanto d’occhi.
“Beh…pensavo di trovarmi con i miei amici per scambiare gli auguri. Manca più di una settimana a Natale.” si difese Anette. Avevano lavorato praticamente ogni sera, desiderava passare qualche giorno tranquilla, magari uscire un pomeriggio con François…non le sembrava di chiedere troppo. O no?
“Capisco.”
Non aveva più detto niente, muto come una tomba.
Joseph l’aveva guardato poi si era voltato verso di lei, nervoso.
“Papà…perché non andiamo un po’ in giro prima di cena? L’altro mese sono uscite delle nuove Korg, muoio dalla voglia di vederle…mi accompagni?” domandò in un colpo solo il bambino.
“Certo.”
Joseph fece un’esclamazione di vittoria e tirò via il padre fuori di casa, parlando non-stop.
Anette osservò i due uscire da dietro i vetri della finestra…c’era proprio qualcosa che non andava.

17 Dicembre 2017, ore 19 e 20
Finlandia, Helsinki, Appartamento di Anette

“Fra devi imparare a non dire tutto quello che pensi…” disse An, preoccupata per l’amico ma ridendo.
“Puoi capire…quel cardellino di ottanta chili mi ha davvero stancato! Che ci provi a farmi ancora impazzire…” il baffo, sedeva a gambe accavallate su una delle seggiole.
Avevano passato l’ultima parte del pomeriggio a contarsela proprio come due vecchie comari ed il tempo era volato.
François l’aveva fatta ridere come una pazza e rallegrata con i resoconti della sua relazione con David…
“Ragazza mia! Vedessi quell’uomo! Ha un gusto ed uno stile! Una delicatezza!”
“Wow François, sei cotto a puntino…dove andate per le vacanze?” Anette chiese distratta, mentre iniziava a preparare la cena.
“Sciocchina! Lo sai che non mi posso assentare per il teatro! Dave mi ha chiesto di prendere le ferie per metà Febbraio…dice che è una sorpresa…”
“Però, si dà proprio da fare il signorino!”
François arrossì, iniziando a girare i pollici compiaciuto.
“Pensa che l’altro weekend mi ha mandato un mazzo infinito di rose rosse e poi mi ha portato al luna park…”
“No dai…ma che dolce! Ti ha anche vinto uno di quei mega peluche?”
François annuì, ancora più rosso in faccia. Anette ridacchiò tornando ai fornelli.
“Tienitelo stretto, Fra!”
“Puoi ben dirlo!”
Nell’ingresso sentirono Joseph dire qualcosa di inintelligibile ed il borbottio di Tuomas che rispose quietamente.
“Jo! Vieni in cucina a vedere chi c’è!” chiamò Anette.
Il bambino arrivò di corsa, cacciando un urletto di gioia “ZIO!!!”
“Da quanto tempo, principe! Fatti un po’ vedere!”
Tuomas entrò nella stanza, come un’ombra, versandosi una tazza di caffè.
“Ah…ciao, Tuomas. Come va?” domandò François per una volta amichevole.
“Va.”
Il baffo a quella risposta fece per ribattere ma il tastierista scomparì nel corridoio senza nemmeno degnarli di uno sguardo.
“Uao…si è alzato con il piede sbagliato stamattina?” commentò sorpreso.
“Non prendertela, Fra. Non sembra ma il tour ci ha stancato, sai lo stress…” si trovò a difenderlo Anette, senza nemmeno sapere bene perché.
“Per la carità…posso immaginare. Proposito Anettina fai tante belle dormite e mangia sano nei prossimi giorni!” le consigliò François, premuroso.
Sì, mammina!” rispose lei con voce da bambina mentre il baffo le scoccava un’occhiata affettuosa.
In quella una musica iniziò a farsi valere dalla giacca del baffo.
Più precisamente Candyman della Aguilera.
“Cos’è l’amante?” domandò Anette impassibile.
“Spiritosa…sono in ritardo invece!” le fece il verso François, ansioso “Devo ancora cambiarmi e mettere in piega i baffi!”
“Ullalà…cosa capita stasera?” Anette si era voltata “Non mi dire che quella è la nuova suoneria esclusivamente per David!”
François sorrise, ma fece bocca cucita “Mi dispiace Anettina ma dovrai aspettare per il resoconto! Il mio principe azzurro mi aspetta tra un’ora ed io devo essere presentabile!”
“Vai e stendilo con il tuo fascino!”
Il baffo alzò i pollici poi la salutò.

TO BE CONTINUED...

~~~

Ehilà! Ecco a voi il nuovo capitolo della settimana! xD
*I lettori guardano Hermes alla ma-cosa-avrà-da-essere-così-allegra*
Ahem...che starà capitando mai a mister Korg? Starà partorendo una nuova sofferta meravigliosa opera d'arte?
Lo saprete prossimamente, diciamo in un paio di capitoli di cui uno sarà la bellezza di 2250 parole...inizio a credere che vi coccolo troppo...-__-" *Hermes mangiucchia un muffin mentre scrive le note ed ascolta Bach, buona lei*
E niente...vi lascio con i dubbi...fanno sempre bene! *Faccia tosta*
Come sempre si ringrazia chi commenta ovvero petitecherie e Crystalrose. *Lancia muffins nella loro direzione*
Al prossimo! *ride diabolica, sfregando le mani*
Hermes

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Nightwish / Vai alla pagina dell'autore: Hermes