5. Il distacco
I
pensieri bastavano a sconvolgerlo completamente, mentre a malapena
ascoltava le
parole dell’invasore.
“Io
e te siamo una forza nuova, un nuovo essere. Smettila di ribellarti e
saremo
invincibili”.
Peter
assaporava i pregi della nuova simbiosi, ma sapeva che presto avrebbe
dovuto
farne a meno, in un modo o nell’altro. Ma liberare Venom
avrebbe scatenato una
guerra tra i due. Una guerra che certamente non avrebbe vinto.
Quello
che gli prometteva Venom era difficile da rifiutare. Come un diavolo
tentatore,
Peter era spesso spinto a cedergli. È difficile rifiutare il
potere, quando ti
viene donato. Ma quello che lui sapeva è che, seppur
difficile, non è
impossibile.
Mentre
volteggiava leggero per la città, senza che nessuno notasse
il nuovo costume di
Spider-man, Venom sentì torcere qualcosa dentro.
“Tenti
di ribellarti? Perché lo fai? Siamo nati per stare
insieme… Non ti permetterò di
distruggere questo mio sogno”.
Il
rapporto d’odio-amore che Venom ha nei confronti di
Spider-man è risaputo. Ma
Peter non lo aveva mai visto sotto quest’aspetto: lo aveva
sfruttato, talvolta,
per salvarsi la vita e, proprio ora, per realizzare la simbiosi. Ma
adesso capì
che persino Venom era debole davanti al desiderio di supremazia.
Persino Venom
desiderava il potere, un potere che solo il corpo di Spider-man poteva
donargli. Lo aveva cercato per anni, in tutti i luoghi, solo per
realizzare la
simbiosi ultima, quella definitiva.
Capendo
di non essere l’unico essere debole tra i due, Peter doveva
distaccarsi dal
Simbionte, prima che fosse troppo tardi.
Tentò
ancora di ribellarsi, provocando un piccolo dolore al suo corpo e
quindi, indirettamente,
a Venom.
“Oramai
ho il comando totale del tuo corpo. E, tra un po’, ti
ridurrò al mio burattino
personale”.
Peter
aveva paura e la disperazione aumentò il suo potere. Con una
contrazione,
riuscì ad indebolire Venom, che cadde tra i rifiuti, in un
vicolo scuro. Lì, rimase
fermo, ferito. Peter sapeva che doveva insistere, prima che si
riprendesse. Così
cercò nuovamente di liberarsi del costume. Si contorceva, si
dimenava, cercava
di provocare più dolore possibile a se stesso,
perché Venom era oramai parte di
sé.
Allora,
pian piano, avvertì di aver riottenuto il possesso degli
arti. Si portò le mani
al corpo, quasi volesse sfilare via quella melma. Cadde in ginocchio,
esausto.
Non era, però, convinto di volersi arrendere. Il Simbionte
opponeva una forte
resistenza ai suoi tentativi di libertà, ma lui ci provava
comunque.
Improvvisamente,
tutto gli apparve più semplice. Con naturalezza e senza
sforzi, riuscì a
liberarsi di Venom, come la pelle di un serpente oramai vecchia.
Non
riusciva a capirne il perché, ma rivedendo di nuovo il suo
costume, notando di
essere nuovamente libero e in possesso del suo corpo, provò
un’enorme gioia. Si
piegò dalla felicità e pianse persino, inumidendo
la maschera. Dopo un po’, se
la sfilò via, avvertendo il bisogno di respirare.
Alzò
il capo verso l’alto, tenendo gli occhi chiusi in
un’espressione di
soddisfazione totale. Ma ancora in ginocchio, un po’ esausto,
quando riaprì gli
occhi, si accorse che il costume scivolava lontano da lui. Quando
giunse alla
fine del vicolo, attaccò un passante e
n’assorbì il corpo, esultando di gioia.
Spider-man
si ritrovò davanti di nuovo quell’enorme figura
scura. Tutto era stato inutile.
La battaglia finale, come aveva previsto, era inevitabile...