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Autore: kailove    29/05/2007    3 recensioni
La loro avventura era iniziata il giorno in cui era finita la scuola...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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-      capitolo 3° -

 

Stava imboccando la curva, quando due mani grandi e forti la bloccarono contro il muro.

<< Ah! Felix, ma che cavolo ti prende? Sei impazzito? >>

Inveì Amy contro di lui. Alzò gli occhi sul bellissimo viso di lui, e fu sorpresa di leggervi dolore e fustrazione.

<< E’ vero che… Ti piace Calvin? >>

<< Cosa? Ma che stai dicendo? Tu sei veramente diventato pazzo! >>

Ecco la risposta che voleva sentire. Col cuore traboccante di felicità, Felix la baciò sulle labbra, cogliendola completamente di sorpresa.

Amy rimase paralizzata per qualche secondo, ma poi si staccò violentemente.

<< Hai il coraggio di baciare me dopo che sei stato con Natalie? Dovresti solo vergognarti, Felix! >>

Felix spalancò gli occhi. << Che? Oh, frena, frena! Con chi sarei stato io? >>

<< Con Natalie, no? E’ stata piuttosto chiara in proposito. >>

<< Ah, ti riferisci a quello che ti ha detto stamattina! >>

<< E tu come fai a saperlo? >>

Felix le fece l’occhiolino. << Ho le mie fonti. Comunque sappi che quello che ti ha detto sono solo un mucchio di cavolate. >>

<< Ah sì? E allora perché oggi mi hai chiesto dov’era? Perché la cercavi? >>

<< Perché mi avevano riferito la vostra conversazione e volevo diglierne quattro. E lì mi ha detto che le hai confidato che di me non te ne importa niente e che ti piace Calvin… >>

<< A me non è mai piaciuto Calvin, l’avrò detto un milione di volte! >> sbottò ancora lei.

Fece dietro front e corse via.

<< Aspetta, A… !! >> Ma lei era già uscita dal suo campo visivo. Felix sospirò fustrato. Diamine! Perché non riusciva mai a parlarle senza che finissero col litigare? Certo, gli piacevano le loro continue sfrecciatine, era divertente provocarla. Ma quelle erano solo per scherzo, non così!

Cominciò a cantare…

 

 

Perché non riesco a dirtelo?

Perché non riesco a dirti ciò che provo?

Probabilmente non lo so nemmeno io…

Sono sempre stato cocciuto

E sono talmente tanto orgoglioso

Che non voglio nemmeno fermarmi ad analizzare

Quello che provo per te…

Vorrei passare il tempo ad accarezzarti

A baciarti

A passare le mie labbra su quella tua bellissima pelle

Vorrei far scorrere le mie mani su quel tuo corpo perfetto

Ti voglio, piccola

Ho capito di volerti da quando ti ho vista su quel pulman la prima volta

Ti voglio come non ho mai voluto nessun’altra

Tu sei l’unica che mi abbia mai fatto provare sensazioni simili

Ma non riesco a capire…

Cos’è questo sentimento che cresce in me?

Mi basta pensarti per volerti

Mi basta vederti per desiderare l’impossibile

Vorrei aprirti il mio cuore

Ma prima devo capire che cos’è questo sentimento che cresce sempre più nel mio cuore

Amy… mio angelo…

Mia vita…

 

 

<< Ehi, Kush! >>

La ragazza si girò e sorrise raggiante vedendo Aaron venirle incontro.

<< Senti, devo chiederti un favore. Analie vuole che prepari una coreografia per la sua classe. Volevo chiederti se potevi darmi una mano… Ma se non vuoi… >>

<< No, no! Conta pure su di me, Aaron! Sai che mi piace molto aiutare la gente! >>

Aaron si fece improvvisamente triste. << Ah, sì… Sì, lo so. >> disse sforzandosi di sorridere.

Kush lo guardò dubbiosa e chiese. << Ti senti bene? Non hai una bella cera. >> disse, poggiando una mano sulla fronte del ragazzo.

Aaron arrossì e cominciò a balbettare. << E- Ehm… No, no! Sto benissimo! >>

<< A me sembri un po’ caldo… Vabbe’,  riposati un po’! >>

Aaron si scostò. << Sì, tranquilla. Bene, ci vediamo e grazie! >> e uscì di corsa dall’aula di danza.

<< Di nulla… >> mormorò lei guardando allibita la porta.

 

<< Amy, si può sapere che cosa diavolo ti succede? >> sbottò Frankie: era da mezz’ora che la sua compagna di stanza restava in silenzio! Il che non era da lei! Per niente!

<< Niente. >> rispose distratta la compagna.

<< Grrr! Quando fai così mi viene voglia di strozzarti! >> gesticolò ancora.

<< Fai pure >> le rispose l’altra annoiata.

Frankie afflosciò le spalle allibita. No, non era decisamente da Amy rispondere così. Doveva essere successo qualcosa.

<< Senti, io vado da Calvin, ci vediamo dopo. >>

Udì soltanto un mugugno di assenso in risposta e, inviperita, uscì.

Amy rimase a fissare il soffitto con occhi vaqui.

Sentì bussare la porta. << Avanti. >>

Vide Daisy sbucare dalla soglia. << Amy, il professor Toone ti vuole nel suo ufficio. >>

<< Mh? Perché? >> chiese allargando leggermente gli occhi.

Daisy scrollò le spalle e il capo in segno di diniego. << Non ne ho idea. >> << Ok, grazie, Daisy. >> L’amica uscì ed Amy si alzò, calzò le scarpe e uscì dalla stanza.

Manco a farlo apposta si imbattè nell’ultima persona che avrebbe voluto incontrare.

<< Ehi, Amy! Dove vai così di fretta? >>

<< Fatti miei, Felix, e ora – se permetti – devo andare. >>

Lo superò lasciandolo imbambolato. Ma che le prendeva? Ultimamente gli rivolgeva la parola solo se costretta…

Arrabbiato, si allontanò.

 

Bussò.

<< Avanti. >>

Amy entrò nell’ufficio del professore. << Mi ha mandato a chiamare, professor Toone? >>

<< Sì, Amy, entra pure. >>

La ragazza obbedì ma, come vide sua madre, si immobilizzò.

<< Tu? Che ci fai qui? >> sussurrò.

Toone aveva un’espressione tutt’altro che allegra, che la spaventò un po’.

<< Ciao, tesoro. Sei in gran forma. >> Il tono di sua madre era freddamente educato. Come al solito.

Le rispose con un cenno del capo e guardò il suo insegnante in cerca di spiegazione.

<< Amy… >> cominciò lui, ma venne interrotto dalla madre della ragazza.

<< Io devo partire per l’Italia, Amy. E tu dovrai venire con me. >>

<< Cosa? E quando? >> chiese esitante.

<< Domani. >> rispose la madre, impassibile.

<< COSA? Ma questo vuol dire che devo lasciare Avalon? >> guardò sbalordita Toone che chinò la testa dispiaciuto.

<< No… Non è possibile… Spero tu stia scherzando! >> inveì contro il proprio genitore.

<< No, tesoro. Sono maledettamente seria. Tu verrai con me, che ti piaccia o no. Vai a preparare i bagagli, e saluta i tuoi amici. Torniamo a casa e domani mattina presto partiremo. >>

Amy rimase immobile per qualche secondo, ancora incapace di crederci. Poi, come un automa, rivolse un cenno al professore e andò dritta nella sua stanza.

 

TO BE CONTINUED…

 

Grazie a tutti quelli che stanno leggendo! E soprattutto a quelli che commentano!! ^____^

 

 

 

  
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