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Autore: Mione_    30/05/2007    10 recensioni
Sullo sfondo l’antico arazzo di una decaduta famiglia purosangue.
A contemplarlo due giovani maghi.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nimphadora Tonks
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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TOJOURS PUR

TOJOURS PUR

 

Sullo sfondo l’antico arazzo di una decaduta famiglia  purosangue. A contemplarlo due giovani maghi.

 

*****

 

Era stata l’ultima cosa che Severus Piton fece per l’Ordine della Fenice, prima di far perdere le sue tracce.

Portare a Grimmauld Place un ragazzo esausto, ferito nel corpo e nell’anima.

 

Il suo arrivo non destò clamore. Sapevano che sarebbe accaduto. Silente glielo aveva detto. Aveva spiegato loro il motivo. E loro avevano capito. Anche Harry aveva capito.

 

 

Draco Malfoy era in piedi di fronte a una parete. Lo sguardo fisso su un punto apparentemente imprecisato.

Dietro di lui un lieve rumore di passi.

Una figura alta e snella si fermò accanto al ragazzo, anch’essa a contemplare l’immenso arazzo di fronte a loro.

Draco non si voltò, non ne aveva bisogno.

Sapeva chi era. Certi legami non si possono spezzare.

Su volto del ragazzo il livido pallore aveva lasciato il posto a un roseo incarnato, su cui si intravedeva una leggera spruzzata di piccole lentiggini.

Le stesse lentiggini presenti sul volto della giovane donna accanto a lui.

 

- È questo che sono? Solo un nome? - Draco si voltò verso la giovane.

I suoi occhi, un tempo freddi e duri, erano velati di amarezza.

Lei non si mosse. Restò in silenzio a contemplare l’ultima riga di nomi ricamati sull’arazzo.

Nomi su cui erano visibili due piccole bruciature.

- Nessuno di noi è solo un nome. - rispose Tonks, voltandosi a guardarlo.

La solitudine incrociò l’amarezza, perdendosi in essa.

- Ognuno di noi è ciò che desidera essere, non quello che il suo nome gli impone. - disse tornando a osservare l’arazzo.

- Ninfa… - anche Draco tornò a guardarlo.

Tonks non disse nulla.

Permetteva solo a lui di chiamarla per nome.

Lui, che rappresentava l’ultimo suo legame con una casata destinata a scomparire.

Lui, tutto ciò che ormai le restava della sua famiglia.

L’unico che avrebbe potuto colmare il vuoto lasciato da Sirius.

L’unico che avrebbe potuto non farla sentire più sola.

Remus non bastava. Non bastava per farla sentire a casa.

Aveva bisogno di una famiglia. E Draco era tutto ciò che restava della sua.

- …chi ha scelto di vivere la sua vita, anche a costo di rinnegare il proprio nome, non ha più un posto su questo arazzo. -disse calmo, osservando le bruciature sopra i nomi di Sirius e Andromeda Black.

Anche Tonks le guardò.

- Credi che loro abbiano sbagliato?- gli chiese, senza distogliere lo sguardo dai due nomi.

- No. Loro non sono mai stati due nomi. Loro sono sempre stati Sirius e Andromeda. Per questo non c’era posto per loro qui. -

Tonks si voltò a guardarlo accigliata. Non capiva.

Anche Draco si voltò.

- Hanno avuto coraggio. Coraggio di avere delle proprie idee e combattere per difenderle. Coraggio di dire no a una vita decisa per loro da altri. Coraggio di essere sé stessi sempre e comunque. Il coraggio che io non ho mai avuto. - disse amaramente, tornando con lo sguardo sulle bruciature.

Tonks rimase in silenzio a osservare il profilo del ragazzo.

- Ho sempre e solo avuto paura. Paura di essere inferiore a qualcuno. Paura di deludere mio padre. Paura di non essere all’altezza del nome che porto. - ammise Draco, spostando lo sguardo sul suo nome.

Questa volta Tonks parlò.

- Sulla Torre, quella notte, hai dimostrato di avere molto più coraggio di quanto credi, Draco. -

Lui si voltò verso di lei, stupito. Era la prima volta che lo chiamava per nome da quando era arrivato a Grimmauld Place.

- Hai dimostrato il coraggio di metterti in discussione. Di riflettere su quello che tu ritenevi più giusto fare. Il coraggio di fidarti. Di fare la tua scelta. Anche sotto pressione. - gli sorrise, dolce.

Draco abbassò lo sguardo, prima di riportarlo sull’arazzo.

Rimase in silenzio a osservare il suo nome ricamato in argento per un tempo che a Tonks parve infinito.

- Non voglio più essere solo un nome. Voglio solo essere Draco. Draco e basta. - infilò una mano nella tasca dei pantaloni. Le sue dita incontrarono un piccolo oggetto.

Tirò fuori la mano e osservò l’accendino che teneva in mano.

Era l’unico oggetto babbano che gli fosse mai piaciuto. Lo portava sempre con sé.

Amava il significato simbolico del fuoco.

Bruciare. Morire per poi rinascere. Come la Fenice.

Come avrebbe fatto lui.

Senza dire una parola si avvicinò all’arazzo.

Avvicinò la fiamma dell’accendino al suo nome, finchè non iniziò a bruciare.

Tornò accanto a Tonks. Lei si limitò a guardarlo, troppo incredula per poter dire qualsiasi cosa.

Draco non distolse lo sguardo dal suo nome che scompariva sotto le fiamme.

- Questa famiglia non mi appartiene più. Non mi è mai appartenuta. - disse solamente.

 

Rimasero così, uno di fianco all’altra, abbracciati.

Rimasero così, abbracciati, a osservare l’antico arazzo della famiglia Black consumersi lentamente tra le fiamme.

 

Non erano più soli ora.

Lo sapevano entrambi, mentre vedevano svanire il loro passato tra le rosse lingue di fuoco.

E da quelle ceneri avrebbero costruito il loro futuro.

   
 
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