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Autore: Rosette_Carillon    13/11/2012    1 recensioni
Lei e Clint erano amici, non poteva negarlo, si conoscevano e si capivano perfettamente. Nutrivano un profondo rispetto l’uno per l’altra, non poteva negare nemmeno quello: era chiaro come il sole.
Ma il punto era: sarebbero mai potuti andare oltre l’amicizia?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                   What if. . . ?

 

 

 

Clint aprì la porta della sua stanza ed entrò senza nemmeno accendere la luce e chiudendo silenziosamente la porta dietro di se.

Solo pochi minuti prima era in infermeria a farsi fasciare una ferita che si era proccurato, per proteggere Natasha, durante l’ultima missione che gli era stata affidata e che aveva portato a termine con successo.

Si tolse la maglia mentre si  avvicinava al letto  e si lasciò cadere stancamente su di esso storcendo le labbra in una smorfia di dolore quando sentì i punti della ferita tirare.

In quel momento sentì qualcuno bussare alla porta e si chiese infastidito chi potesse essere: era appena tornato da una missione e non voleva essere disturbato da nessuno, soprattutto di notte, voleva riposarsi.

Non aveva nessuna voglia di saperlo ma, chiunque fosse non aveva intenzione di arrendersi tanto facilmente e continuava a bussare.

Alla fine Clint si arrese e si alzò per andare ad aprire la porta.

:<< Clint. >> salutò  una voce femminile:<< Ti disturbo? >> chiese subito dopo.

L’uomo, che stava tornando a letto per sedersi,  si voltò nella direzione dalla quale proveniva la voce avendo riconosciuto Natasha.

Il dolore alla ferita comparve nuovamente e Clint fu costretto a sedersi, ma riprovò subito ad alzarsi non volendo mostrarsi debole.

:<< Ehi, fermo. Dovresti restare seduto e non fare movimenti bruschi. >> disse la donna avvicinandosi  e poggiandogli una mano sulla spalla per non farlo alzare.

:<< Tranquilla sto bene. >> rispose lui :<< Davvero, la ferita non è così grave. >> aggiunse vedendo che la donna fissava il suo torace fasciato.

Lei sospirò e abbassò lo sguardo.

Si sedette accanto a lui e lo guardò negli occhi :<< Sei stato uno stupido. >> gli disse chiaramente e senza giri di parole.

:<< Ehi, grazie! >> rispose lui fingendosi offeso.

:<< È la verità. Non dovevi intrometterti, potevo sbrigarmela benissimo da sola. >>

:<< Si, certo. >> commentò Clint :<< Ti costa tanto accettare l’aiuto di qualcuno? >>

:<< Io non ho bisogno dell’aiuto di nessuno! >> disse scattando in piedi.

:<< Nat. . . >> si alzò anche lui, ma lei gli voltò le spalle. La verità era che, quando lo aveva visto accasciato a terra che si teneva un fianco sanguinante, aveva perso un battito e per un momento la sua mente era rimasta nell’incapacità di formulare un qualsiasi pensiero coerente.

Si era sentita estremamente vulnerabile, e lei odiava sentirsi così, soprattutto durante una missione.

Clint le si avvicinò  e le circondò la vita con le braccia, ma lei lo scostò bruscamente.

:<< Potresti evitare atteggiamenti da coppietta felicemente innamorata? >> chiese cercando di sembrare infastidita.

Effettivamente erano una coppia , ma di spie e assassini.

Ma qualche volta Natasha pensava  a come sarebbero potute essere le cose se loro fossero persone normali, non poteva fare a meno di perdersi in quegli sciocchi pensieri che, infondo, desiderava diventassero realtà.

Lei e Clint erano amici, non poteva negarlo, si conoscevano e si capivano perfettamente. Nutrivano un profondo rispetto l’uno per l’altra, non poteva negare nemmeno quello: era chiaro come il sole.

Ma il punto era: sarebbero mai potuti andare oltre l’amicizia?

Poi però pensava che i suoi pensieri fossero assurdi, “ l’amore è per i bambini”, si ripeteva. Non perché fosse una cosa semplice e stupida, ma perché l’aveva sempre visto come un sentimento troppo innocente per chi, come lei , aveva visto e versato troppo sangue. Solo i bambini e chi era rimasto tale potevano concedersi il lusso di amare qualcuno, solo chi era innocente poteva  provare sentimenti così puri.

Ma se fra loro ci fosse amore? Vero amore, come quello delle fiabe che aveva tanto amato da bambina, come quello fra Maria Morevna principessa bellissima e Ivan, che non esitava a rischiare la sua vita per salvare la sua amata.

Cosa accadrebbe?

Di certo sarebbe un bel problema . . .  un bellissimo problema.

Sarebbe un errore . . . forse il suo miglior errore.

Ma nella vita non si ragiona con  i “ma” e con i “se” e perdere tempo a fantasticare su quelle sciochezze era inutile e sbagliato, e non avrebbe certamente cambiato le cose.

:<< Sai, il mondo non è brutto come pensi. >> la voce di Clint la distolse da quei pensieri.

:<< Sei in vena di perle di saggezza? >> chiese lei voltandosi per guardarlo in faccia.

Lui ridacchiò sommessamente :<< Volevo solo dire che potresti provare a fidarti di qualcuno. La gente non morde, sai? >>

Lei incrociò le braccia sotto al seno tentando di restare distaccata, ma era difficile con Clint che le sorrideva rivolgendole uno sguardo che sembrava guardarla dentro, nel profondo, dove nessuno era mai arrivato.

Abbassò la testa per interrompere il contatto visivo, non riuscendo più a sostenere lo sguardo dell’uomo che, pur non essendo fastidioso, era tremendamente disarmante.

Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi sollevando lentamente il capo e avvicinandosi a lui.

Pensò per un momento a ciò che stava per fare, ma decise che, almeno quella notte per un breve momento, poteva mettere a tacere la sua coscienza.

Sollevò lentamente le braccia, quasi avesse timore di ciò che stava per fare, poi lo abbracciò di getto. Un gesto che non aveva mai rivolto a nessuno, eppure le risultava così semplice stringersi a lui.

Si, era davvero semplice e soprattutto piacevole; le dava uno strano senso di calore che la faceva star bene.    

:<< Evita di farti ammazzare, Occhio di Falco. >>  gli sussurrò all’orecchio.

Clint, dopo un momento di sorpresa, la strinse a se e le accarezzò un braccio dolcemente ricambiando in silenzio quell’abbraccio inatteso.

Qualsiasi parola sarebbe stata inutile e fuori luogo perché era tutto perfetto così com’era.

A loro bastavano la sicurezza di quel contatto e la certezza di poter sempre contare sempre l’uno sull’altra, non avevano bisogno di altro, se non di una mano da tenere quando tutto il resto andava a rotoli.

  
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