Fanfic su artisti musicali > Simple Plan
Segui la storia  |       
Autore: Mon    14/11/2012    1 recensioni
Qualche secondo dopo, però, una vocina nella sua testa le disse: “Ma cosa diavolo stai facendo Stella?”.
La ragazza si alzò di scatto dallo sdraio, appoggiò la tazza sulla tavola della cucina e percorse di corsa il corridoio che portava nella sala e alla porta d’uscita.
Sébastien aveva appena appoggiato la mano sulla maniglia quando la voce di Stella lo raggiunse: «Ti prego! Resta a farmi compagnia...».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pierre Bouvier, Sébastien Lefebvre
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Poco prima di uscire, Stella mandò un messaggio a Chuck. “Non so cosa avessi intenzione di fare stasera, ma io a casa non ci sono. Esco con Juliette e non so quando torno. Baci”
La risposta di Chuck non si fece attendere molto: “E il lavoro?”
Stella rispose: “Per un giorno può attendere. Oggi c’è un sole troppo bello!”
“Hai ragione! Brava Little Star!” fu la risposta di Chuck. Stella ridusse gli occhi ad una fessura quando lesse le ultime due parole con cui l’amico aveva concluso il messaggio; non le piaceva essere chiamata in quel modo. Era stato Jeff a dare il via a quel soprannome, lui di origini italiane aveva detto che il significato di Stella nella lingua di Dante si traduceva in inglese con Star. Lei adorava il suo nome, lo trovava originale, ma proprio per questo non voleva che venisse storpiato in nessun modo. 
Si richiuse la porta alle spalle e andò ad attendere Juliette in giardino. La ragazza arrivò poco dopo e insieme andarono verso il centro della città di Montreal.
«Come mai vuoi fare un regalo a David?» chiese Stella dopo un po’. La curiosità era troppa e anche lecita; in fondo quel giorno non era di certo il compleanno del bassista. 
«Sai, qualche sera fa David mi ha portato a casa una bellissima cintura che avevo visto qualche giorno prima in una vetrina. Io non avevo fatto richiesta di averla, ma lui me l’ha regalata e io adesso voglio ricambiare» rispose Juliette. 
Stella non credeva alle parole che aveva appena ascoltato; David che faceva regali ad una sua fidanzata? Fino a quel momento aveva rischiato anche di dimenticare i compleanni delle precedenti ragazze che aveva frequentato, e adesso, dal nulla, cominciava a fare regali anche al di fuori delle feste comandate. Che stesse mettendo la testa a posto?
Girarono parecchi negozi, fino a che non si fermarono davanti ad uno di abbigliamento che aveva anche dei cappelli molto carini in vetrina. Stella ne indicò uno. «Julie, David adora i cappelli e quello è molto bello, è nel suo stile» disse. L’amica si fece convincere facilmente; entrarono nel negozio e poco dopo uscirono con il regalo per David. Erano quasi le 18.00. «Ti va un aperitivo?» chiese Juliette.
«Perché no?» fu la risposta di Stella. Andarono in un bar poco distante e si sedettero. Ordinarono e aspettarono di essere servite.
«Sai, a volte ti invidio...» disse, dopo un po’, Juliette.
«Mi invidi? E perché mai?» domandò, perplessa, Stella.
«Tu conosci David così bene e da così tanto tempo che potresti benissimo essere tu la sua fidanzata...»
Stella scoppiò a ridere. «Ma nemmeno per idea! Lo considero come un fratello! Sei per caso gelosa di me? Perché non ti devi affatto preoccupare!»
«No, non sono gelosa. Solo che lui mi parla spesso di te. A dire la verità tutti parlano spesso di te...»
«Vuoi sapere perché?» Juliette annuì.
Stella bevve un sorso del suo drink poi rispose al dubbio dell’amica. «Quando i Simple Plan stavano cercando di diventare un gruppo famoso, ovviamente non avevano uno studio dove fare le prove come quello che hanno ora. L’unico con una sala grande, che poi venne insonorizzata quando i vicini cominciarono a lamentarsi per il troppo rumore, era Pierre. E io, essendo sua sorella, ero sempre tra i piedi. Tutto qui...» e sorrise a Juliette.
«Sei praticamente il loro portafortuna, un po’ la loro mascotte!»
«Non l’avevo mai vista sotto questo aspetto, ma è probabile...» 
Juliette prese un salatino, bevve un sorso del suo drink e riprese con le domande.
«Possibile che non ti sia mai piaciuto nessuno di loro?» Stella scosse energicamente il capo, ma Juliette non era soddisfatta della risposta. «Nemmeno quando eri adolescente? Dai, impossibile!»
“Ma cos’è? Una psicologa? David certe cose dovrebbe dirmele prima che io le scopra in un modo così brutale!” pensò Stella. Rispose alla domanda: «No, credimi. Nemmeno da adolescente. Erano amici di mio fratello e, in quanto suoi amici, per me erano off-limits. Divieto che ho sempre rispettato senza problemi...»
“Almeno finora!” pensò, bevendo un altro sorso del suo drink.

***

Stella rientrò tardi quella sera; si era fermata a cenare con David e Juliette ed ebbe la conferma di quello che aveva immaginato quel pomeriggio. David era davvero innamorato della ragazza e forse era la prima volta che gli accadeva nella vita. Era contenta; ecco un altro che finalmente metteva la testa a posto. A pensarci bene, nel loro gruppo erano rimasti solo lei e Sébastien senza qualcuno con cui condividere la vita. 
Lei e Seb.
Che fosse un segno?




 

 


Ciao a tutti! Con in sottofondo My Dear del caro Seb, vi posto un altro capitolo, anche se non mi piace tantissimo.
In più volevo fare una cosa che ancora non avevo fatto e cioè ringraziare chi, con tanta pazienza, segue la mia storia. Ringrazio Giuli24 che l’ha messa tra le seguite, Martyastronaut che l’ha inserita tra le sue preferite e Shura Armstrong che ha recensito.
Poi un ringraziamento speciale va alla mia migliore amica che mi sopporta con tanta pazienza da tanto tempo. Sono 7 anni che le rompo le scatole con i Green Day e i Simple Plan e lei ancora non si è stancata. Thank you sister, I love you!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Simple Plan / Vai alla pagina dell'autore: Mon