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Autore: Yuki Kiryukan    14/11/2012    6 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Ciao a tutti, cari miei!! :D
Ok, questa volta sono proprio in un ritardo schifoso...una settimana intera....O.o perdonatemiiii!! >.< Sappiate che non mi sono dimenticata di voi o di Zach e Rebecca...solo che la scuola stressa proprio! 
Questo capitolo è stato particolarmente faticoso da scrivere...è anche un pò lunghetto, ma spero che piaccia comunque! ^^ Perdonatemi eventuale errori di ortografia o di grammatica! 
E adesso...immergetevi nella lettura! ;)
Fatemi sapere quello che pensate di questo capitolo, sopratutto sul rapporto tra Rebecca e Misa! 
Come sempre, un grazie con tutto il <3 a chi recensisce i capitoli! *---*
A proposito! Ho appena aperto una pagina su facebook, troverete il link sulla mia pagina! Ho anche pubblicato delle foto con la schede dei personaggi...spero che andrete a darci un'occhiata! :) Ci sentiamo presto, spero di essere puntuale!!
Un bacione a tutti!! :***
Yuki!
 
 

                                                  Promessa Tra Le Fiamme





15 Marzo.
 
In questo periodo, mi sento "bene", dopo tanto tempo. La gravidanza procede al meglio, e la mia Rebecca è sana come un pesce.  La mancanza di Jean è insopportabile, e volte mi sembra di morire, ma almeno David è sempre al mio fianco. 

La cosa mi rende molto felice; credevo che non avesse ancora superato il dramma di Jean, e del fatto che fossi diventata...

Spesso mi tocca il pancione, - come faceva Jean, e la cosa mi mette una tremenda nostalgia-  cercando di capire in che posizione sia la bambina, o vi ci poggia la guancia. Ieri si è beccato un bel calcio però!

Dice che spera che non riprenda il mio carattere acido! Io gli ho risposto che se mai la mia bambina avrà un caratteraccio, lui sarà il solo responsabile!

Tutto sommato, posso dire di essere in qualche modo soddisfatta. La mia bimba di sette mesi è ribelle e vivace. Non vedo l'ora di metterla al mondo. 

Un pezzo di Jean è in lei. Rebecca Jane è la cristallizzazione del nostro amore, e averla al mio fianco, sarà come se lui ci fosse ancora.
 
 


Il diario di mia madre non smetteva mai di stupirmi. Ogni pagina mi celava delle sorprese, o mi rivelava aspetti inattesi delle persone che in fondo non avevo mai conosciuto fino in fondo.

David per primo.

Ma adesso era troppo tardi per rimediare. 

Avevo versato tutte le mie lacrime, e non sarei riuscita a piangere nemmeno volendolo. 

A turni, tutto lo Scudo Rosso aveva fatto visita al capezzale del loro capo, per onorarlo e salutarlo un'ultima volta. 

Io non ce l'avevo fatta a sopportare la vista del suo corpo senza vita, e mi ero rinchiusa nella mia stanza, rifuggiandomi nel passato, cullata dalle parole di mia madre.

O meglio. Ero stata nella mia stanza fino a quando non avevo retto più la solitudine.

  << Sai, non so bene che si dice in queste situazioni, ma.... forse continuare a leggere quel diario ti deprimerà solo di più >>

Misa mi guardava con la testa leggermente inclinata, mentre entrambe giacevamo sedute sul suo letto, io in uno stato decisamente catatonico.
Non sapevo nemmeno io perché mi fossi precipitata da lei. Probabilmente, mi sentivo al sicuro, come in una cassaforte.

  << Questo diario è l'unico mio modo che ho di evadere da tutto questo >> le risposi, guardando le pagine leggermente ingiallite.

Non volevo pensare all'ingiusta realtà; quella realtà in cui David non c'era più, ed io ero il nuovo capo dello Scudo Rosso.  Era stata una delle sue ultime volontà, ed ero intenzionata a portarla a termine, ma non sapevo da che parte iniziare.

Era qualcosa di talmente più grande di me che mi sentivo disorientata...e tremendamente sola. Anche se gli altri erano con me, anche se  mi davano tutto il loro appoggio... continuavo a sentirmi l'anima vuota.

  << Adesso sei tu il capo vero? L'ho sentito dire, da fuori... >> disse la Chimero, con gli occhi che le brillavano dall'ammirazione.

Chiusi il diario di botto, un pò irritata. 

No, Misa, non c'è proprio niente da ammirare.

  << Avrai già dei compiti da portare a termine, no? >> continuò.

Si, in effetti. Quello più impellente, era il ritorno a Dallas.  La partenza era slittata in seguito agli ultimi avvenimenti, ma rimaneva un'importante punto da portare a termine.

  << Visto che comandi tu... >> aggiunse Misa  << Non potresti togliermi queste? >> chiese, mostrandomi le catene  << Fanno davvero male sai? E potrei uscire da questa cella? Non ce la faccio più a stare qui dentro, ho imparato a memoria persino quante mattonelle ci sono, e anche le crepe nel muro!  >>

Stupidamente, mi stupii.  Non ero ancora entrata nell'ottica che adesso potevo dare ordini, e decidere delle azioni dell'organizzazione.

  << Ti prometto che non farò niente di male! >> continuò lei con voce supplichevole.

Vedendo che non le rispondevo, interpretò il mio silenzio come mancanza di fiducia nei suoi confronti, così aggiunse:  << Tanto lo sai che non scappo, no? Misa è una brava ragazza! >> 

Finalmente le risposi:  << Cosa...? No, io...penso che non ci siano problemi >> 

"Davvero pensi di poterti fidare?"

Certo. Misa è...

Mi bloccai. Cosa volevo dire?

"Misa è una Chimero" continuò la voce, al mio posto  "Proprio come Zach e quella Elizabeth. Un mostro come tutti quelli che ti hanno portato via persone importanti"

Ma lei...è dalla  nostra...dalla mia parte...

  << Rebecca? >> la sua voce mi fece tornare alla realtà troppo bruscamente, tanto che sussultai.  Lei si accorse del mio turbamento  << Stai bene? >> mi chiese.

  << S...si >> dissi, prendendo una grossa boccata d'aria. 

Doveva essere lo stress. Era sicuramente lo stress che mi faceva brutti scherzi. 

  << Senti Misa... >> dissi dopo un pò, e lei scattò sull'attenti, sorpresa che la stessi interpellando.

In realtà non sapevo se la richiesta che stavo per farle fosse giusta, anzi, forse non lo era, ma le domandai comunque:  << Ti andrebbe...di accompagnarmi alla cremazione di David? Era uno dei suoi voleri... >> deglutii, con la gola improvvisamente secca  << Il forno crematoio è nei sotterranei della base,  lo usiamo anche per fabbricare le armi e... >>

Alzai lo sguardo per incrociare il suo, temendo la sua reazione. Ma Misa sembrava contenta. 

Fin troppo, in effetti. 

  << Dici davvero? >> mi chiese, con gli occhi sgranati, come se avessi appena proposto di andare al parco dei divertimenti  << Lo stai chiedendo a me? Vuoi che sia io?! Davvero? >>

Fui spiazzata da tanto entusiasmo  << Si, io...mi piacerebbe se tu... >>

Non finii la frase. 

In verità, non credevo fosse giusto nei confronti di David. Dopotutto, era morto per colpa di una simile di Misa. 

Misa stessa aveva causato morti all'interno dello Scudo Rosso...lo sapevo bene, eppure, il mio cuore aveva parlato al mio posto.  Ma allo stesso tempo, era lei quella che si era messa tra me e Zach quando aveva tentato di uccidermi, parandomi col suo stesso, esile e piccolo corpicino.

" Ti pugnalerà alle spalle, sai?"

"Le brave ragazze...Non tradiscono. C’è differenza tra compagni e amici. Io non vi permetto di farle del male"

Le due voci si mischiarono nella mia testa, fin quando non chiusi gli occhi, esausta.

L'unica persona che poteva decidere cosa avrei fatto, ero solo io. 

Tornai a guardare la Chimero, e stirai le labbra in quello che doveva essere un sorriso  << Si, vorrei che mi accompagnassi tu >> decretai, infine.

Misa annuì energicamente, quasi a volersi staccare la testa dal collo.

Annuii mesta, e mi alzai dal letto, avvicinandomi alla porta blindata. La aprii, e mi approcciai la guardia al di fuori  << Mi servirebbero le chiavi delle catene >> esordii, schietta.

L'uomo alto e abbronzato mi guardò sbattendo le palpebre.   << Le chiavi? >> ripeté, come scandalizzato  << Non posso esaudirla >>

  << Le chiavi >> ripetei, irritata.

Anche l'uomo si indispettì  << Lei non ha il permesso di... >>

Si bloccò di colpo, senza che dissi nulla, consapevole. 

Ero io il capo, adesso. Non mi occorreva il permesso di nessuno.

  << Mi dia le chiavi >> ripetei, per la terza volta.

L'uomo obbedii dopo alcuni interminabili secondi, con aria visibilmente contrariata. Mi porse un mazzo di chiavi con un gesto flemmatico, indicandomene una più lunga delle altre.

Presi il mazzo di chiavi, e senza alcun ringraziamento gli diedi le spalle, rientrando nella cella. "Una ragazzina come lei non può prendere il posto di David", lo sentii farfugliare, seccato.

Aveva ragione, non c'era bisogno di dirlo:  David non avrebbe mai potuto essere sostituito da qualcuno.

Nessuno poteva prendere il suo posto.

Nessuno.

Mi avvicinai a Misa, che guardava con gli occhi verdi sgrananti le chiavi che tenevo in mano.

Inserii le chiavi nella stretta serratura che le attanagliava i polsi e li liberai, scoprendo i vistosi segni rossi sulla sua pelle pallida. Feci lo stesso con le catene alle caviglie, mentre la Chimero si massaggiava gli arti indolenziti.

  << Mi sembra così strano... >> si lasciò sfuggire, guardandomi con occhietti da cerbiatto impaurito.

Mi sforzai di sorriderle  << Va tutto bene >>

Misa aveva ragione. Il capo adesso ero io. E alcune cose, cambiavano.

Insieme a lei, mi diressi all'uscita della cella. Sentii la sua stretta sulla mia maglia quando varcammo la soglia, come un cucciolo che lascia la tana materna per la prima volta.

Tutti coloro che passavano in quel momento, si arrestarono, e guardarono Misa con disprezzo, e me come se fossi una povera pazza.

  << Signorina Rebecca... >> fece ancora la guardia   << Se posso permettermi, non... >>

  << So quello che faccio >> lo interruppi sgarbata, rivolgendogli un'occhiataccia tale che lui si zittì all'istante.

Guardai Misa che sembrava farsi piccola piccola ad ogni occhiataccia che le rivolgevano, e le dissi:  << Andiamo >> Ma i suoi piedi sembravano essersi attaccati al suolo, così la presi per un polso, e la spronai a camminare.

Era instabile, come una bambina piccola che aveva appena imparato a stare in equilibrio, e a guardarla, esprimeva tenerezza, nonostante quello che era.

Una Chimero, i mostri che adesso avevo personalmente il compito di eliminare.

Cercavo di ignorare tutti coloro che ci squadravano malamente, e ci dirigemmo nei sotterranei della sede.  Notando il grande afflusso di gente che affluiva verso la nostra stessa meta, Misa si fermò di nuovo, intimorita.

Mi voltai verso di lei, come una mamma paziente. Mi ci sentivo spesso in sua presenza   << Non preoccuparti, non ti faranno niente >> la rassicurai.

  << Forse non è stata una buona idea.... >> cinguettò, con il collo nascosto tra le spalle esili.

  << Ti ho chiesto io di venire, quindi mi assumo io le responsabilità >> dissi, seria   << Se vuoi, prendiamo l'ascensore, sarà meno affollato >>

Annuì, e torno a camminare al mio fianco. Sentii la sua mano afferrarmi il bordo della maglietta, e stringerlo forte.  Non mi lasciò nemmeno quando arrivammo nel luogo prestabilito, anzi la sua stretta si faceva sempre più ferrea.

Era un luogo buio e tetro. Si respirava aria pesante, e c'era puzza di bruciato. Ad occupare la maggior parte dello spazio, vi era un grande forno di ferro nero, la quale vista mi attanagliò lo stomaco.

Cominciai a riconoscere qualche volto. Ma, come  mi aspettavo, non ricevetti l'appoggio di nessuno di loro.

Né Susan, o Derek. La prima era basita, il secondo sembrava in procinto di uccidermi. Vidi Gwen che mi guardava con aria combattuta, ma non sapevo quale fosse il motivo della sua afflizione.

Vidi Evan sobbalzare dalla sorpresa, ma la sua espressione rimase alquanto neutrale, mentre Richard quasi mi trafisse con lo sguardo duro e irato.

Garreb Hidd scosse la testa contrariato, digrignando i denti, Kim si irrigidì. 

Continuammo a camminare, avvicinandoci al grande forno, finché Derek non mi si parò davanti.
Fulminò Misa con lo sguardo, che arretrò spaventata dalla sua irruenza , poi mi afferrò per il colletto della maglia  << Sei completamente impazzita?! >> mi alitò  << Che senso ha portare una come lei qui?! >>  

Tornò a trafiggere Misa con lo sguardo   << David è stato ucciso da una come lei!! E poi... >>  la sua espressione divenne quella di un assassino:  << Lei ha ucciso Mark!! >> mi ricordò schiettamente, come se non lo sapessi.

Chiusi gli occhi. 

"Mi dispiace...per aver ucciso Mark Constant"

Quelle parole dette col cuore...erano abbastanza.

Ripresi vigore e lo guardai malamente  << Abbassa il tono, Derek >> dissi, liberandomi in malo modo dalla sua stretta fastidiosa  << Non è certo il luogo per fare certi discorsi >>

  << Non è nemmeno il luogo dove questa qui dovrebbe trovarsi! >> ribatté, continuando a dare spettacolo.

Feci per urlargli contro, ma la famigliare figura di Kyle intervenne nella scena:  << Che cazzo avete da urlare, si può sapere?! >> chiese, guardando di striscio Derek, poi me, ed infine si soffermò su Misa.

La studiò per qualche secondo con i suoi topazi, poi, senza staccare gli occhi dalla Chimero: << Rebecca? >> chiese, reclamando spiegazioni.

  << Le ho chiesto io di accompagnarmi >> spiegai.

Questa volta, guardò me:  << Cosa...? Non ha senso! >>

Non demorsi:  << Per me, sì >>

Derek sbuffò, e si allontanò, bisbigliando un udibile:  "Andiamo proprio bene, se il nuovo capo è lei".

  << Misa è una brava ragazza, non fa niente di male >> la vocetta di Misa era appena udibile, dato che la Chimero nascondeva la testa dietro la mia schiena. 

Kyle sembrava in procinto di spararle seduta stante, e avvertendo la sua vena omicida, coprii Misa col mio corpo, proprio come lei aveva fatto con me  << Lasciala stare, Kyle >> dissi, quasi pregandolo   << Sono...siamo qui solo per David >>

Lui si irritò:  << Lei non c'entra nulla con David, Rebecca >> disse  << Anzi, se non fosse per quelli come lei, lui sarebbe ancora qui >> detto questo, si allontanò.

E non solo lui. Tutti attorno a noi si distanziarono, come se emanassimo una tremenda puzza, ma tutti con le mani alle armi.

Misa, che era al centro del conflitto, era quasi diventata minuscola, dietro di me.

  << Alza la testa, stai tranquilla >> le dissi.

La Misa spavalda e anche odiosa che avevo conosciuto all'inizio non c'era più. Ma dopo due mesi di prigionia e torture, era del tutto normale.
Mi piaceva quasi di più, quella nuova Misa.

  << Non potevi sceglierti un'accompagnatrice peggiore... >> mi sussurrò.

Serrai le labbra  << Punti di vista. Io.. >>

Ma non potei continuare, perché era in quel momento, che stavano entrando.

La bara marrone scuro aperta, con la salma di David bene in vista fece il suo ingresso, e scese un pesante silenzio.

Non mi presi un solo secondo della scena.  A portare la bara erano George, Julia, Dan, Richard, che si erano unito a loro, e vidi persino Dorian. Doveva aver saputo della notizia, ed era accorso dal Dallas per l'evento.

Tutti accomunati dalla stessa espressione di dolore.

Il dolore della perdita.

Aspettarono qualche secondo, prima di immettere la bara, mediante guide metalliche, nella parte superiore del forno.

Sentii di nuovo le lacrime pungermi gli occhi, e non mi sforzai di trattenerle. Osservai fino all'ultimo il volto rilassato dalla morte di David, imprimendolo indelebilmente nella mia mente. 

Poi, una volta nel forno, il tutto prese fuoco molto velocemente, ad una temperatura di 900-1000 gradi.

Un grande fuoco si animò intorno a noi, e una forte vampata di calore mi investì, mandandomi a fuoco le guance. Aprii con fatica gli occhi irritati dal grande fumo, e tra le scintille di fuoco, mi ostinavo a fissare la bara che bruciava. 

Fin quando, non mi parve di vedere la figura di David, in piedi, vivo e sorridente sul lato destro del forno.  Si, sorrideva, e quello fu il primo particolare che mi fece capire che era solo un'illusione.

Ma era così vero...così David.

Poi, tutt'un tratto, cominciò a camminare lentamente in mia direzione, senza perdere il dolce sorriso.

Le sue braccia si allungarono verso di me, con l'intenzione di abbracciarmi, ma nel momento stesso in cui credetti che avrei sentito il calore del suo corpo, l'unica cosa che mi avvolse, fu una forte vampata di calore proveniente dal forno, che mi asciugò le lacrime dal viso.

Riaprii gli occhi, un pò delusa, ma allo stesso tempo, profondamente toccata.

Era stato il fuoco ad abbracciarmi, ma in quel fuoco c'era David.

Lo sapevo, era così. 

E in quel momento, una forza investì il mio cuore come un uragano. 

David mi stava dicendo di essere forte. Mi stava dicendo che ce l'avrei fatta.

E così sarebbe stato. Sarei diventata forte per lui. Avrei combattuto per lui.

Avrei vinto, per lui.

Il mio cuore palpitò quando pensai a Zach, ma quell'esitazione era nulla se confrontata alla determinazione che era sbocciata del mio animo.

Melissa...

Mark...

Amy...

David.

Li avrei vendicati tutti quanti.  Sarei stata un buon capo per tutti loro. Sarebbero stati orgogliosi di me.

Era una promessa.
 
  
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