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Autore: Alexiel_Slicer    18/11/2012    3 recensioni
Tom Kaulitz sempre circondato da bellissime ragazze, da modelle dai corpi perfetti potrà mai considerare e innamorarsi di lei, una ragazza dalle forme un pò più morbide che non rientra negli standard di taglia 38-40?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7


"Comunque ti sei comportato in un modo davvero infantile!" lo rimproverò Ria.
"Lo so, scusa. Ma tu non sei stata da meno...".
"Hai ragione, ma adesso dimentichiamo tutto, ok?".
La ragazza l'abbracciò e in quel momento Tom avvertì una strana sensazione pervaderlo dentro. Una sensazione che lo appesantiva, che lo soffocava addirittura.
Si allontanò da Ria ed andò alla porta che aprì, trovando sullo scalino il suo cellulare. Lo raccolse e si guardò intorno attonito ignaro del fatto che lei avesse sentito tutto.

***

Alison tornò a casa felice di essere finalmente tra quelle mura familiari, che la proteggevano dagli sguardi indiscreti dei passanti che se l'avrebbero vista piangere per strada non si sarebbero fatti poi così tanti scrupoli nel giudicarla. Lì, invece, poteva lasciarsi andare facendo riversare quelle lacrime, che a furia di trattenerle, le pizzicavano gli occhi smaniose di fuoriuscire.
Si accovacciò in un angolo a terra e portò le ginocchia contro il petto dove nascose il viso.
Era stata solo un'illusa nel credere che lui fosse diverso, un'illusa nel pensare di essere riuscita ad arrivare al suo cuore e che lui fosse andato oltre alla taglia, invece no. Si era sbagliata ed anche di grosso. L'aveva detto chiaro e tondo: lei non era ed non era stata mai il suo tipo.

***

-5 giorni dopo-
Alison dopo aver saputo la verità aveva deciso di prendersi una pausa dal lavoro al supermercato per smaltire la frustrazione e soprattutto per evitare di vederlo, almeno per un pò.
Quella mattina per lei era il primo giorno di lavoro dopo la pausa e stava servendo un ennesimo cliente quando una voce profonda, una voce che conosceva e che non voleva sentire la chiamò: "Alison".
Il suo cuore perse un battito ed i suoi occhi si soffermarono a fissare la scatola di cereali che aveva in mano. Decise di ignorarlo e continuò a battere i prodotti sulla lucina rossa accompagnata dal monotono "bip".
"Alison ma che hai?" insistette bloccandole un polso.
"Lasciami stare e vattene" disse a bassa voce, ma questo non le impedì di risultare meno autorevole.
"Perchè? Che ti succede? Ti ho fatto qualcosa?" le chiese Tom perplesso.
"E me lo chiedi?! Tu...tu sei solo un bastardo!".
"Che...?" mormorò sempre più smarrito.
"Non sono il tuo tipo, non sono niente per te. Tra di noi non c'è stato niente". Alison ripetè quelle stesse parole che aveva udito con disprezzo.
Tom aprì la bocca per controbattere, ma nessun suono uscì da essa.
La ragazza lo guardò per un istante incontrando i suoi occhi nocciola e un brivido le percorse la schiena: anche loro, anche quegli occhi che le erano sempre sembrati così sinceri l'avevano ingannata. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima e a quanto pareva lui non aveva nemmeno l'anima.
"Signorina" la richiamò il cliente spazientito.
"Vattene" mormorò lei rivolgendosi al ragazzo.
"Ok, come vuoi" si limitò a dire Tom per poi andare via.
Alison lo seguì con lo sguardo finchè non oltrepassò le porte scorrevoli e si chiese come mai si fosse innamorata di lui, di cosa si fosse innamorata. Lui era vuoto dentro, quanto bello fuori.

***

-1 settimana dopo-
Tom passeggiava lungo la strada con Scotty al guinzaglio. Era trascorsa una settimana e lui ogni giorno che passava si sentiva sempre di più un verme. Il peggio era che stando accanto a Ria il pensiero di Alison gli ritornava ancora più martellante alla mente. Ria non l'aveva mai ringraziato, Ria dava per scontato che lui stesse insieme a lei, Ria non l'aveva mai fatto sentire particolarmente importante. Non ci aveva pensato un attimo ad andarsene quando avevano litigato per quelle foto. Alison no. Per lei aveva fatto qualcosa di importante senza neanche saperlo, Alison l'aveva ringraziato, Alison non lo dava per scontato. Ricordava ancora il rossore sulle sue guance quando l'aveva baciata, ricordava ancora quel bacio...
Il suo scorrere incessante di pensieri venne interrotto dallo strattonare di Scotty. Sganciò il guinzaglio lasciandolo libero di camminare di qualche passo davanti a lui e di poter annusare le varie tracce più ampiamente.
Improvvisamente da dietro un albero, però, fece capolino un grosso gatto dal pelo arancione tutto arruffato che quando vide il cane arcuò la schiena.
"Scotty vieni qui!" lo chiamò il ragazzo con autorità, ma il cane corse incontro al felino che a sua volta scappò.
Ne derivò un inseguimento "Scotty! Fermati!" urlò Tom mentre lo rincorreva ma non servì a nulla e quando questo girò al primo incrocio lo perse definitivamente di vista.

***

Alison a bordo della sua auto stava ritornando a casa dopo un'intera mattinata passata al supermercato, quando davanti le sfrecciò un cane.
Frenò di colpo e gli pneumatici della macchina si inchiodarono bruscamente all'asfalto facendo sobbalzare la ragazza, che fortunatamente indossava la cintura di sicurezza, in avanti.
Le servì qualche secondo per riprendersi, poi scese subito dalla vettura. Trovò il cane dal manto bianco e nero sulle quattro zampe di fronte l'auto che gli stava a pochissimi centimetri.
"Oh, meno male!" sospirò. Si avvicinò all'animale e ne controllò il collare di cuoio trovando scritto "Scotty" e il numero del proprietario.
"Devi essere scappato...intanto vieni con me, poi chiamerò il tuo padrone" disse.
Lo fece salire a bordo della sua macchina e si diresse verso casa.

Due ore erano passate dall'incontro con quel cane, due ore da quanto l'aveva portato a casa. Era un incrocio di labrador in ottima salute e ben curato e non doveva essere scappato da molto.
Stava per digitare il numero del proprietario sul telefono quando il campanello trillò.
Andò ad aprire e si trovò davanti l'ultima persona che voleva vedere.
"Come ti permetti di venire a casa mia?! Vai via subito!" disse chiudendo la porta, ma Tom la bloccò.

"Alison aspetta!" il suo viso era bianco come uno straccio "Il mio cane è scappato, l'ho cercato dappertutto senza trovarlo. Aiutami per favore!".
"Si chiama Scotty, giusto?" gli chiese attraverso la fessura che era rimasta aperta.
Annuì.
"E' lui per caso?" gli domandò aprendo la porta e scoprendo il cane appena trovato.
"Si! Come...come l'hai trovato?" le chiese Tom dopo essersi fiondato sull'animale.
"Per caso...mi è passato all'improvviso davanti, lo stavo per investire ma fortunatamente ho frenato in tempo. Stavo per chiamare il numero che ha sul collare...".
"Grazie, davvero!".
"Di niente...beh adesso visto che hai trovato il tuo cane puoi anche andartene".
"No, prima devo parlarti".
"Per quanto mi riguarda non abbiamo niente da dirci!".
"Ti sbagli, io ho molto da dirti". Il ragazzo entrò chiudendo la porta dietro di sè.
"Io non voglio sentirti! Quello che dovevo sapere l'ho sentito e non è stato piacevole!".
"Lo so, scusa...mi dispiace".
"Anche le tue scuse sono false ed ipocrite! Adesso esci da casa mia".
"Alison, ti prego...mi sono comportato malissimo, sono un bastardo lo so, me lo dicono tutte. Si può dire che è la prima parola che mi dicono quando mi vedono e l'ultima quando me ne vado, ma tu no. Tu non me l'hai detto, tu mi hai creduto diverso e so di averti deluso...è vero inizialmente sono uscito con te solo per far ingelosire Ria, sono stato un idiota non passa giorno in cui io non me lo ripeta, ma poi tutto è cambiato...mi hai colpito Alison e sto dicendo davvero. Quel bacio non era finto, era vero, io lo volevo. Credi che io ti avrei baciata solo per ripicca? A che sarebbe servito? Eravamo qui, a casa, nessuno ci avrebbe potuto vedere".
Alison mentre parlava teneva gli occhi bassi e le braccia incrociate sul petto. Non voleva credere a quelle parole, ormai non sapeva più distinguere la verità dalla menzogna.
"Quel bacio non c'è mai stato, l'hai detto tu stesso. Stai solo mentendo, continui a prendermi in giro! Ti sembra giusto? Vai via non voglio più sentire le tue bugie!".
"Alison io ti amo!".
La ragazza alzò gli occhi di colpo "Questo è davvero troppo!" mormorò sul punto di piangere.
Tom prese il suo viso tra le mani e la baciò "Non potrei mai mentire su una cosa del genere..." le sussurrò con le labbra a pochissimi centimetri dalle sue.
"Ria..." mormorò Alison con gli occhi persi in quelli del ragazzo talmente intensi da incantarla.
"Già lei...io ti amo ma non possiamo stare insieme.Ti ho fatto soffrire già una volta e non voglio che succeda ancora...dal tronde sono pur sempre un bastardo e non merito una ragazza come te...io sono destinato ad avere quelle modelle superficiali, ma nonostante ciò mi sento fortunato perchè nella mia vita ho avuto l'opportunità di incontrare una ragazza vera: te.".
"No...tu non lo sei, ti ostini ad esserlo, ma non lo sei...io...io voglio stare con te".
"Lo vorrei pure io, ma ti rovinerei...Alison rimani sempre così ed ignora chi ti disprezza perchè è solo uno stupido e fammi un ultimo favore: non fermarti più davanti alle vetrine dei negozi a guardare quelle ragazze sfilare sulla passerella con invidia. Quelle che dovrebbero provare invidia sono loro e non tu. Tu non sei inferiore a nessuno, tu sei fantastica...addio Alison e scusami per tutto".
Le diede un ultimo bacio prima di scomparire per sempre dalla sua vita.
"Addio Tom...io ti ho perdonato..." mormorò lei una volta che la porta si chiuse.
Era stato sincero. Tom Kaulitz era andato oltre e quel ti amo lei l'avrebbe portato per sempre dentro al cuore, quelle parole non le avrebbe scordate mai.
 


FINE 

  
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