Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law
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Autore: maggieredknight    21/11/2012    5 recensioni
Terra. Anno 2034.
Un virus sconosciuto colpisce l'America.
Inizialmente, le uniche ad esserne colpite, sono le persone con gli occhi chiari.
Si scatena il panico.
Le persone dagli occhi azzurri, vengono perseguitate e cacciate, per essere catturate e isolate in luoghi protetti, lontano dal resto della popolazione.
Così ha inizio la storia di due uomini, appartenenti alle due diverse fazioni, che si troveranno legati dal destino e che lotteranno per la sopravvivenza, per la speranza di un' esistenza migliore, e per la cosa più grande di tutte. L'Amore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CONTAGION - YOUR EYES, AT THE END OF THE WORLD

 

CAPITOLO 3 - TERZO CONTATTO, INFINE HO VISTO LA LUCE

 

 

*

Io, io non riesco a tener questi ricordi fuori dalla mia mente
è una specie di pazzia, ha iniziato ad evolversi
Io, a lungo io ho provato a lasciarti andare
ma questa specie di pazzia mi sta inghiottendo completamente

e infine ho visto la luce

ed ho finalmente capito
cosa significhi

*

 

La mattina seguente un sole meraviglioso sorse su New York.

L'aria era fresca, frizzante, e il cielo limpido e terso.

Robert, sul divano, aprì un occhio, e impiegò un attimo per capire dove si trovava e per ricordare tutto.

Quando gli tornò alla mente la giornata precedente, l'inseguimento, Jude, gli occhi di Jude, la botola, i due ragazzi catturati, ancora la botola, ANCORA JUDE, l'ascensore e l'appartamento, la doccia, di nuovo Jude, la cena, i discorsi sul divano, l'aria da felino pericoloso di Jude...spalancò entrambi gli occhi e si drizzò a sedere.

Subito, involontariamente, si tastò dappertutto per essere sicuro di avere ancora tutti gli arti e gli organi, e che l'altro non l'avesse ucciso nel sonno.

- Ehi Genio, se riesci a fare tutte queste cose, comprese le tue pare mentali, mi sembra ovvio che tu sia vivo!!! -

Non so, pensò Robert - non sono mai stato il tipo da pare mentali, tutt'altro...Ma dopo ieri non sono più certo di niente e penso che riuscirei a farmele anche da morto...

Si rimise sdraiato, e si voltò verso l'altro divano.

Jude non c'era.

Scattò di nuovo a sedere e fece vagare lo sguardo per la stanza, con un vago senso di panico alla bocca dello stomaco.

" Buongiorno." disse allora Jude, e Robert lo vide.

Gli dava le spalle, era davanti alla finestra e guardava fuori...almeno così sembrava, dato che comunque si era accorto che Robert lo stava cercando.

La sensazione di panico subito svani... - Che stupido sono - si disse Robert.

Jude si voltò e lo guardò negli occhi e ancora Robert si sentì inghiottire da essi e non potè fare a meno di pensare a quanto fosse assurda e bella quella sensazione...

" E' tardi...Se davvero vuoi accompagnarmi dovremmo andare, non credi ? ", la voce di Jude lo riportò alla realtà.

" Certo, io...Arrivo subito." disse Robert di rimando, alzandosi e sparendo in camera per cambiarsi.

Quandò uscì, Jude era in piedi in corridoio vicino alla porta d'ingresso che lo aspettava. Sembrava un po' nervoso.

Robert si avvicinò a lui e cercando di sorridere gli porse un paio di occhiali da sole.

" Così sarai un po' più tranquillo e non dovrai nasconderti troppo..."

Jude li prese e lo guardò indeciso : " ...Dici che non sarò sospetto?"

" ...Ma no dai, c'è il sole vedi?...Li metto anche io guarda, va bene? " sorrise ancora il moro.

Alla fine Jude si convinse e li indossò, iniziava ad essere stranamente difficile dire di no a quel sorriso...E ciò era molto preoccupante...

In auto, dopo un po' di insistenze da parte di Robert, salì davanti, al suo fianco...E si perse a guardare fuori dal finestrino...Da quanto non lo faceva...Perdersi tranquillamente ad osservare il mondo esterno e le persone...

Era ancora presto, e per strada non c'era quasi nessuno...

AD un certo punto passarono con l'auto davanti ad un bel parco...Probabilmente la sera prima Jude non l'aveva notato per via del buio e perchè era sprofondato nel sedile posteriore...

Guardò attentamente...Tra gli alberi c'era qualcuno a spasso col cane e sul prato alcuni ragazzi che facevano jogging... Era incredibile come nonostante tutto la gente cercasse di condurre una vita il più normale possibile, trovando la forza per non lasciarsi andare alla paura...

Senza quasi rendersene conto, continuando a guardare fuori e appoggiando la fronte al finestrino freddo, Jude iniziò a parlare a bassa voce : " ...Questo parco...Mi ricorda il parco di Londra dove mio padre portava me e i miei fratelli da piccoli...Eravamo così felici...Io e William, che aveva tre anni più di me giocavamo a pallone, e Natasha che era la più piccola, ci rincorreva e voleva giocare con noi...A volte Will per farmi arrabbiare mi rubava la palla e scappava, e io non riuscivo a prenderlo perchè era più veloce di me, allora mio padre gli diceva di smetterla, e lui rideva, e Natasha mi dava man forte contro di lui...Sembravano giochi così stupidi...Ma non so cosa darei per poter tornare indietro... "

Robert era a dir poco stupito :Jude non aveva mai parlato così tanto, e ora sembrava un fiume in piena...Chissà da quanto tempo aveva voglia di raccontarsi con qualcuno, di sfogarsi e condividere i suoi sentimenti...Robert non osò dire niente per paura che l'altro smettesse di parlare e continuò ad ascoltarlo in silenzio...

"...Quando sette anni fa, quando avevo ventidue anni, è scoppiata l'epidemia, mio padre ci disse di non preoccuparci...Lui era sempre così ottimista...Aveva una parola buona per tutti e si fidava di chiunque...Mia madre invece era molto spaventata, ma cercava di non darcelo a vedere...

Quando le cose peggiorarono mia madre supplicò mio padre di tornare a Londra...Lui si convinse che in fondo era meglio, ma poi fu dichiarata la quarantena e non potemmo andarcene...Noi ormai eravamo grandi, non era più così semplice raccontarcela come quando eravamo bambini...

Quelli dell'esercito iniziarono a cercare e catturare tutte le persone che avevano gli occhi chiari...Alcuni dei miei amici e le loro famiglie furono presi e portati via dalle loro case...

Si sentivano terribili storie su ciò che facevano a chi veniva catturato...Mia madre piangeva tutte le notti e viveva nel terrore...Io e Will cercavamo di essere forti anche per lei e per mia sorella, come ci diceva nostro padre, ma era difficile...

Persino lui, che era così calmo e tranquillo, un giorno tornò con una pistola, che nascose in casa..."

Jude si interruppe un attimo, come perso in un pensiero, in un 'immagine che si doveva essere formata nella sua memoria...Robert era al corrente di queste cose, che gli aveva raccontato anche Orlando, ma sentirle dalla viva voce di chi le aveva vissute in prima persona era diverso...E sapeva che non poteva a comprendere cosa poteva aver passato la famiglia di Jude, e tante altre come la sua...Colpevoli senza aver fatto nulla...Se già prima questo era motivo di grandi conflitti interni in lui, ora era assolutamente convinto di aver avuto ragione, e che era tutta una follia...Non gli sembrava più così assurdo aver aiutato Jude...Anzi, gli sembrava di iniziare a vedere davvero le cose...

Poi Jude riprese a parlare :

"...Un collega di lavoro di mio padre ci offrì un posto dove nasconderci e ci portò in questa piccola casa fuori città, vicino ad un bosco...

Restammo lì nascosti per un po', con gli zaini sempre fatti, con i nostri pochi averi all' interno, per essere pronti a scappare in qualsiasi momento...

Per qualche tempo fummo tranquilli, e riuscimmo quasi a dimenticarci di tutto quell' orrore...

Poi, una notte, dalla nostra camera sentimmo dei rumori e ci svegliammo.

Sbirciando fuori capimmo subito che all'esterno della casa c'erano dei soldati. Bussavano forte alla porta e ci ordinavano di aprire. Dalla fessura della porta, vedemmo mio padre guardare mia madre negli occhi...Lei annuì, e lui prese la pistola da un cassetto.

Poi mio padre diede un bacio a mia madre e senza smettere di guardarla negli occhi, le sparò.

Natasha gridò...Io e Will non riuscivamo nemmeno a respirare.

Mio padre si voltò e venne verso la nostra camera, e capimmo subito che stava venendo ad ucciderci...

Ma...Noi eravamo giovani, e volevamo vivere...A tutti i costi...Will correndo ci prese per mano e ci trascinò per la stanza e noi prendemmo i nostri zaini e scappammo dalla finestra.

Quando mio padre entrò in camera eravamo già in mezzo agli alberi e correvamo a perdifiato.

Ricordo l'aria pungente sul viso, e il peso dello zaino sulle spalle...I capelli di mio fratello che ondeggiavano al vento davanti a me - era sempre stato il più veloce - e i singhiozzi di mia sorella, e le sue dita strette intorno alle mie...

Solo un attimo ci voltammo indietro...

Vedemmo i soldati fare irruzione dentro casa, e mio padre, che chiudendo gli occhi si puntava la pistola alla tempia e sparava...

Il rumore di quello sparo è rimasto nelle mie orecchie per tanto, tanto tempo...

In seguito scoprimmo che alla fine, preso dal panico, era stato proprio il suo collega a tradirci...E iniziammo a non fidarci più di nessuno...

A lungo non sono riuscito a perdonare mio padre per ciò che aveva fatto...Lo ritenevo un codardo, lo odiavo...

Ma sono cambiate tante cose...Ho scoperto che in fondo la morte non è la cosa peggiore...E ora riesco a capire il suo gesto...E piuttosto che farmi prendere vivo ancora, farei la stessa cosa..."

Robert strinse più forte il volante...aveva detto ancora?...Questo voleva dire che era già stato catturato?...Voleva sapere, ma non se la sentì di chiederglielo, Jude stava già rivivendo tante situazioni dolorose...Ora capiva anche perchè aveva detto che quei due ragazzi, Colin e Jared, erano stati fortunati...Si trovò ancora una volta a chiedersi cosa potevano aver passato dei ragazzi così giovani per desiderare la morte...Che schifo...Aveva la nausea...

" Un mio collega, un ragazzo di nome Orlando, mi ha parlato di certe cose...Ha detto...Che nei posti dove...Vi portano...Fanno degli esperimenti su di voi...Vi iniettano il virus e stanno a...Guardarvi morire...Solo per poter capire meglio come si sviluppano i sintomi e trovare una cura o anche solo qualcosa che rallenti il decorso della malattia...O che...Vi iniettano vaccini sperimentali...Che a volte sono peggio del virus stesso e...Altre cose simili..." , Robert voleva delle conferme, per quanto potessero essere terribili, ma non riusciva a continuare oltre.

Jude lo guardò un po' stupito, poi una nuova espressione di dolore si fece largo sul suo viso, come fosse turbato da altri ricordi: " ...E' così...Questo ragazzo deve aver conosciuto qualcuno che è stato in quei laboratori...E ha visto fare quelle cose...Non sono fatti che conoscono tutti..."

Poi il ragazzo si ammutolì, e Robert davvero non si sentì di dire altro, temeva di aver esagerato, e non parlarono più finchè non arrivarono alla discarica.
Robert parcheggiò l'auto come la sera prima, in un posto abbastanza fuori vista, e scesero.

Jude avanzava deciso e spedito e Robert lo seguiva guardandosi intorno.

Ad un certo punto Jude entrò in un edificio e Robert, che era rimasto un po' indietro, non fece nemmeno in tempo ad entrare con lui che il più giovane ne era già uscito con una grossa borsa blu in mano.

Sembrava uno di quei borsoni che si usano in palestra, e Robert lo guardò un po' incuriosito.

- ...Meno male che ieri sono riuscito a nasconderla appena ho capito che eravamo seguiti... - pensò Jude stringendola.

Robert non chiese cosa fosse, anche perchè conoscendo un po' Jude, probabilmente non gli avrebbe nemmeno risposto.

Girarono un po' alla cieca...Robert non capiva se Jude lo stava facendo perchè non sapeva bene nemmeno lui dove andare o se era solo per confonderlo un po'.

- Mmh, sicuramente la seconda opzione... -

Ad un certo punto finalmente si fermò vicino ad un edificio basso, a un solo piano. Le pareti erano scrostate e piene di sabbia e polvere. Sul tetto era addirittura cresciuta dell'erba e c'era qualche vecchio graffito rovinato su un muro.

Non c'è niente qui - si disse Robert - In questa zona abbiamo controllato più volte tutti gli edifici...Cosa spera di trovare?... -

Jude restando in silenzio si avvicinò col viso a quello che sembrava un piccolo insetto scuro sul muro.

Lo osservò attentamente per un attimo, poi :

"Johnny, sono Jude!" , bisbigliò.

Robert lo guardò stupito, e fu ancora più stupito quando sentì una voce metallica rispondergli da quello che, ora lo vide, era un piccolo congegno elettronico.

" ...Jude? "

" Sì, Jude! Avanti,apri! ", insistette il biondo deciso, guardandosi nervosamente intorno.

Un attimo di silenzio, poi...

"...Parola d'ordine!"

"Johnny!!!!", Jude ora sembrava un po' esasperato.

" Parola d'ordine!! " ripetè la voce.

Jude sospirò, sembrava quasi imbarazzato : " ...Tartarughe marine..."

"...Quella è vecchia..." , la voce sembrava divertita.

" Come facevo a sapere che l'hai cambiata?! Non la so quella nuova!", Jude alzò gli occhi al cielo.

"Avanti Jude, se sei davvero tu mi conosci...Un po' di creatività..." disse la voce ridacchiando. Robert era basito: dov'era finito, all'improvviso?! In una serie televisiva di fantascienza demenziale??!!

Jude perse la pazienza :

"Johnny, lo so che in questo coso c'è anche una telecamera e ci stai guardando, quindi vedi benissimo da solo che sono io! Ora apri questa dannata porta!! "

Robert era quasi divertito, stava vedendo Jude in un'ottica nuova, un po' meno tragica e adulta...In fondo era un ragazzo così giovane...

Si sentì uno sbuffo e poi :

" ...Come sei noioso...Entrate! "

E una porta nascosta si aprì all'improvviso nel muro, rivelando al suo interno uno stretto corridoio illuminato da una luce azzurra e verde che scendeva in profondità.

Robert non era sicuro di voler scendere, ma Jude prese a seguire le scale e lui gli andò dietro.

Quando arrivarono alla fine delle scale, si trovarono in una specie di bunker sotterraneo, scarsamente illuminato, e pieno di strani aggeggi e congegni, di carte con disegni assurdi, di alambicchi e provette, di cavi elettrici che pendevano dal soffito, e su un tavolo c'era addirittura il modellino in bottiglia di una nave con le vele nere.

Da dietro lo schermo illuminato di un computer spuntò all'improvviso la testa di un uomo, che poi uscì del tutto da dietro una specie di scrivania e si rivelò essere un uomo tutto intero, non solo una testa. Nel caso, ormai Robert non si sarebbe stupito più di nulla...

L'uomo era...Bizzarro...Aveva lunghi rasta e una specie di bandana consunta in testa, che non si capiva nemmeno più di che colore fosse.

Quando vide Jude si aprì in un enorme sorriso e allargando le braccia andò verso di loro.

Camminava...In un modo un po' strano - pensò Robert rimanendo in disparte.

" JUDE!!Che piacere vederti! "

" Ciao Johnny, sempre il solito a quanto vedo..." ribattè sorridendo Jude.

" Capitan Johnny, prego!!Non dimentichiamo le cose importanti " disse l'altro alzando l'indice.

" Certo certo, scusa, come ho fatto a dimenticarlo? " rispose Jude scuotendo la testa.

Johnny allora si ricordò che Jude non era solo e guardò nella direzione di Robert.

Lo osservò in silenzio un attimo, poi con uno scatto avvolse un braccio intorno alle spalle di Jude e lo tirò un po' in disparte.

" Grazie per la calorosa accoglienza! ", pensò Robert sbuffando.

I due si allontanarono e lui non poteva più sentire cosa dicevano

Lo strano tipo continuava a parlare con Jude gesticolando in tutte le direzioni come un forsennato.

" Questo come minimo deve essere strafatto " , pensò Robert guardandolo, " O gay........O un gay strafatto..."

Poi il tizio si zittì e si avvicinò di nuovo a lui, squadrandolo ancora.

Robert indietreggiò un po', ma sostenne il suo sguardo.

" Ci si può fidare di lui, Jude? ", disse lo strano tipo senza togliere gli occhi dai suoi.

Robert sapeva che nemmeno Jude si fidava pienamente di lui...come poteva garantire anche per un altro?

Ma invece, lasciandolo quasi a bocca aperta, Jude disse : " E' con me. "

Solo - è con me - niente altro, ma che forza avevano quelle tre parole...E che responsabilità per Jude, nel caso Robert non si fosse mostrato degno di fiducia.

E questo, allo sciroccato di nome Johnny sembrò bastare.

Infatti con un gesto deciso gli allungò la mano : " Piacere, Capitan Johnny Depp, al suo servizio. " disse.

" Robert Downey... Lei è un Capitano della Marina?" chiese Robert molto stupito.

"Ovviamente no, è solo un appellativo che gli piace darsi...", saltò su Jude ridacchiando.

" Questo lo dici tu, Jude! " sogghignò l'altro, e per un attimo a Robert sembrò che avesse anche un dente d'oro.

Robert comunque gli strinse la mano e continuò a guardarlo per un lungo istante in quegli occhi scurissimi, erano strani...Quasi ipnotici...

" Belli vero?! ", disse Johnny, che se n'era accorto, lasciandogli la mano e indicandoseli.

" Me li sono fatti impiantare circa due anni fa! Pensate un po' gli scherzi del destino : avevo gli occhi color acquamarina più belli del mondo e non potevo più farli vedere a nessuno!!!Bel casino vero?!!Così ho optato per un colore più sobrio che mi avrebbe creato meno problemi!!!" disse facendo l'occhiolino.

" E sarebbe anche stata un'operazione costosissima, se non avessi le mie conoscenze!!Ovviamente, già che c'ero, mi sono fatto inserire qualche potenziamento!! " ridacchiò.

- Come??!! - Robert cercò di non fare troppo una faccia da pesce lesso. Certo, sapeva che c'erano le tecnologie per cose del genere, ma trovarsene un esempio davanti era...Un po' surreale...Comunque cercò di non sembrare troppo stupito e cercò qualcosa di intelligente da dire, quando all'improvviso si vide volare addosso qualcosa e fece un salto spaventato.

" Ehi, niente paura! E' solo il piccolo Jack!! " , disse divertito Johnny.

Allora Robert vide che l'essere che gli era saltato addosso era una piccola scimmia un po' spelacchiata.

Certo che questa giornata era strana davvero...

"Allora, di cosa hai bisogno? " la voce di Johnny che parlava con Jude lo riportò alla realtà, anche se...Jack, gli stava ancora appollaiato sulla spalla.

" Varie cose. " disse Jude.

" D'accordo...Ce li hai i soldi? " lo guardò di sottecchi.

" Certo. " e Jude aprì la borsa. Era piena di banconote.

Robert sgranò gli occhi... E si disse che era meglio non sapere dove le avesse prese.

Johnny guardò interessato nel borsone : " Perfetto... Ti serve molta roba? "

" Sì, alcune cose per me, poi ho una lista." , e tirò fuori un bigliettino spiegazzato dalla tasca dei jeans, porgendoglielo.

Johnny lesse e ridacchiò : " Te l'ha scritta Ewan, vero? "

Robert aguzzò le orecchie : - Come come?? E adesso chi era questo Ewan??!! Aspetta un attimo...era...Gelosia quella che sentiva?...Ma no, non scherziamo, dai, non ricominciamo con le pare mentali...Era. semplice. curiosità. ... - si disse, non proprio convinto.

Anche Jude sorrise : " Già. Non so proprio cosa ci debba fare con tutta quella roba, la metà non so nemmeno che cosa sia..."

Johnny sorrise : " Immagino...Comunque ho tutto, non preoccuparti. Ah, già che ci sei ti mostro un articolo che potrebbe interessarti. "

E tirò fuori un astuccio nero e delle fialette con un piccolo dispenser in cima.

Porse il tutto a Jude :" ...Nell'astuccio ci sono quattro paia di lenti a contatto colorate che immagino ti servano, dato che ora non le indossi, e non è da te rischiare e andare in giro senza...Purtroppo non ne ho altre...Però posso darti queste tre fialette di B10. "

" B10 ? Che roba é ? ", chiese Robert senza riuscire a trattenersi.

" Io ero rimasto al B8...", disse Jude osservandole e rigirandosele tra le dita : " E' un liquido con una composizione chimica particolare, che se viene spruzzato negli occhi ne può alterare il colore per qualche ora...B sta per Brown..."

"...Questo è molto più potente del B8, dura diverse ore in più...Però ricorda che è pericoloso, puoi usarlo al massimo tre volte, quattro se ti va bene, altrimenti rischi la cecità irreversibile...Considerando poi che in passato hai già usato il B8, potrebbe abbassarsi ancora il consumo che ne puoi fare...", aggiunse Johnny.

" D'accordo, lo terrò a mente..." disse Jude mettendo via tutto.

" Merda - pensò Robert - quante sono le cose che non so, che non immagino nemmeno...Che hanno dovuto inventarsi per sopravvivere, per non essere trattati come cavie, come animali da macello...E' davvero possibile vivere così?...Jude dice sempre che in fondo è meglio la morte ma...quanto istinto di sopravvivenza che sta invece dimostrando...Deve per forza avere uno scopo, un qualcosa per cui gli interessa davvero vivere...Vorrei...Scoprire cos'è... questa cosa...", e più passava del tempo con quel ragazzo e più era stupito, e ammirato, e ...Attratto da lui in modo inspiegabile...Come quando si erano guardati negli occhi la prima volta...Quella scarica elettrica che non poteva dimenticare...

Quando Johnny ebbe tirato fuori tutta la roba che serviva a Jude, vuotò il borsone blu sul tavolo, lo riempì col materiale che Jude gli aveva chiesto e si prese tutte le banconote.

"Ehi, sei diventato caro!!!", protestò Jude.

" Jude, tesoro, anche per me è più complicato procurarmi la merce di questi tempi, comprendi?!!!", rispose Johnny con un sorriso.

" Certo, ci mancherebbe ", sbuffò Jude, sapendo che comunque non sarebbe servito a niente insistere e che a parte gli scherzi Johnny aveva ragione, e rischiava molto per procurarsi tutta quella roba.

Poi Johnny approfittò di un momento in cui Robert si era allontanato, sempre con Jack in spalla, ad osservare degli strani congegni che rilasciavano un denso fumo bluastro, per abbassare la voce e chiedere al biondo : " ...Allora adesso andrai al Covo? "

Robert però lo sentì ugualmente e cercò di ascoltare, mentre continuava ad osservare apparentemente molto concentrato il macchinario che ora aveva iniziato ad emettere un fumo rosso e viola.

Jude lanciò un'occhiata verso di lui - Aveva capito che aveva sentito? -

Abbassò istintivamente la voce anche lui e disse : " ...Sì, ci troviamo tutti là..."

" Avete trovato un pilota, allora ? "

" Mmh, pare che Ian sia riuscito a contattare Harrison...Può darsi che nel tempo che sono stato via sia già arrivato al Covo..."

" Bene, è ancora vivo allora...C'era da immaginarlo...Quell'uomo riesce sempre a cavarsela...", replicò Johnny non senza una certa ammirazione.

" Già. "

"Allora è così, ci provate davvero..."

Jude annuì.

Johnny fece un cenno verso Robert : " E lui...?"

" Non lo so...", disse Jude guardandolo, la testa e il petto pieni di sentimenti contrastanti, una risposta che voleva dire tutto e niente, una domanda che implicava troppe complicazioni, e speranze, e desideri da lungo tempo assopiti...

Robert che ora stava giocando con Jack - in fondo era una bestiola simpatica - , non si era perso una parola...

Jude si caricò il borsone su una spalla e fece un passo verso la porta, poi guardò un'ultima volta Johnny : "...Allora...Non vieni con noi,vero ? "

" No Jude, grazie, ma io resto...Non so bene cosa vi siate messi in testa e come pensiate di fare, ma comunque...Ci deve pur essere qualcuno qui ad aiutare i disgraziati come voi, no? " ridacchiò l'altro.

Jude sorrise tristemente : "Già...Qui ci sarà sempre qualcuno che avrà bisogno di te..."

" Puoi dirlo..."

" Mi mancherai Johnny..."

L'altro sorrise ancora e gli mise una mano sulla spalla, stringendola affettuosamente : " In bocca al lupo, Jude. Saluta tutti da parte mia."

Jude lo guardò negli occhi ma non rispose, poi passò vicino a Robert e gli disse solo : " Vieni, andiamo." , avviandosi poi su per le scale.

Robert mise Jack su un tavolo, lanciò un'ultima occhiata a Johnny che alzò una mano in segno di saluto, e poi senza dire una parola lo seguì.

 

 

 

Quando Jude e Robert uscirono da quella specie di bunker sotterraneo, videro che si stava alzando un forte vento, che portava con sè nuvole scure...

Robert si sentiva inquieto, senza sapere del tutto perchè.

Nessuno dei due parlò più, persi entrambi profondamente nei loro pensieri.

Robert riportò Jude a casa sua, e quando furono nell'appartamento andò in camera sua e si spogliò per indossare la divisa della polizia.

Jude lo osservava dalla porta socchiusa, cercando di non farsi notare.

Certo che...Era davvero affascinante...Così diverso da lui, anche nel fisico...Era un po' più basso, ma molto più muscoloso, ben fatto, terribilmente attraente...

Jude era confuso da tutte le sensazioni che provava quando era con lui...Ma la voce calda di Robert lo risvegliò all'improvviso:

" Senti, io ora devo andare a lavorare, il mio turno finisce verso sera...Se ti viene fame in frigo c'è un po' di tutto , tu fai come se fossi a casa tua ok?...Poi se proprio sei deciso ad andare via, stasera ti darò un passaggio fuori città, poi...Andrai dove vuoi, d'accordo?" - perchè era così...Difficile e triste pronunciare queste parole?Aveva davvero pensato che anche Jude sentisse il bisogno inspiegabile di restare con lui...? Forse stava impazzendo sul serio e forse dopo che Jude se ne fosse andato sarebbe tornato tutto alla normalità...Forse...

Jude capì che l'altro aveva sentito il loro discorso nel bunker e sapeva che doveva andarsene...Lo guardò e annuì...Annuì solo, non disse niente, anche perchè...Cosa avrebbe potuto dire? Jude si sentiva angosciato e il fatto di non riuscire a spiegarsi quel sentimento lo angosciava, se possibile, ancora di più.

Robert prese le chiavi dell'auto e senza guardarlo si avviò verso la porta e lo salutò.

Non poteva, non riusciva a guardarlo ancora in quegli occhi di oceano e di vento...Aveva paura di perdersi irrimediabilmente...Era meglio finirla il prima possibile, tanto sarebbe finita comunque... - Cosa, Rob? Cosa dovrebbe finire?..Non è nemmeno mai iniziata... - si disse amaramente chiudendo la porta dietro di sè.

Appena fu in casa da solo, Jude si tolse le lenti a contatto e le ripose nell'astuccio.

Si guardò intorno, sospirò, andò in cucina...Non aveva fame, non era abituato a mangiare così tanto come in quei giorni...Girò un po' per casa, osservandola.

Su una mensola c'erano alcune foto di Robert da ragazzino: in una era con un cane, in altre due con una donna - sicuramente sua madre - che aveva i suoi stessi occhi dolci e caldi - così diversi dai miei, che sembrano stalattiti di ghiaccio - Lui sembra avere un fuoco dentro, sembra che quando mi guarda mi possa scrutare fin nell'anima...

Sento...Come se il suo fuoco potesse riuscire a sciogliere il freddo che ho dentro...Fa...Terribilmente paura...Ed è...Terribilmente eccitante e avvolgente...

Infine, spossato, si stese sul divano dove la notte prima aveva dormito Robert...Era ancora pieno del suo profumo...Jude chiuse gli occhi.

- Perchè fa questo per me...? -

Non lo capisco...Come non capisco se davvero posso fidarmi di lui...

...Comunque...Stasera ci separeremo e...Non ci vedremo più e...Lui mi dimenticherà... - Perchè ancora questo pensiero aveva il potere di farlo sentire così...Vuoto?

Un tuono squarciò all'improvviso il silenzio dell'appartamento, e prima piano, poi più forte, iniziò a piovere.

Jude lasciò accesa solo la lampada a fianco del divano, che diffondeva una piacevole luce soffusa, e finalmente si addormentò, stremato...Cullato dal rumore della pioggia.

 

 

Intanto, alla centrale di polizia Robert era in ufficio con Orlando, che lo guardava preoccupato.

" Che hai Robert?...Sei strano, sei distante...E' successo qualcosa? ".

Robert , con lo sguardo perso nel vuoto, giocherellando con una matita, bisbigliò:

"...Niente...Non ho niente...Ma...Tu non hai mai fatto qualcosa che non sapevi del tutto se fosse giusta?...Ti sei mai sentito dilaniato tra il tuo cuore e le regole che ti hanno inculcato?"

Orlando lo osservò per un istante soppesando le sue parole, forse chiedendosi cosa intendesse dire, poi rispose a bassa voce : "...Si, mi è successo...Tanto tempo fa..."

"...E cosa hai fatto? "

" Io... Ho sempre seguito il mio cuore...Sempre..." disse, con uno sguardo che però si fece triste e scuro.

Robert non rispose, e continuò a giocherellare con la matita.

 

Nel frattempo, al piano di sotto, Mark Strong si stava avviando verso l'uscita, quando incrociò un collega in corridoio.

" Ehi Mark!! Vai già a casa? Non ti va una birretta con gli altri ragazzi? "

" No Bill, grazie, un'altra volta. Stasera stacco un po' prima, ho un impegno... "

Uscendo di corsa, senza aspettare risposta, Mark prese la macchina e mise in moto : Robert stava nascondendo qualcosa, e lui aveva tutta l'intenzione di scoprirlo!

Il giorno prima alla discarica era sparito all'improvviso, e quando era ricomparso era strano...Forse aveva trovato la refurtiva di quei piccoli criminali e invece di consegnarla se l'era tenuta...Quei tipi trafficavano con roba molto costosa di solito...e illegale...

Forse sarebbe riuscito a dimostrare che Robert non era quel santarellino tutto d'un pezzo che sembrava essere! Mark era sicuro che avesse trovato qualcosa e se lo fosse tenuto.

Lungo la strada si chiese se avesse nascosto la roba a casa o se l'avesse lasciata alla discarica...Bè, la seconda sarebbe stata poco sicura e comunque Mark non aveva visto bene da dove fosse arrivato, se si fosse messo a cercare là avrebbe perso troppo tempo, molto meglio provare a casa sua.

Guidò velocemente fin sotto casa di Robert.

Si mise a sogghignare da solo : Che bello sarebbe stato rovinarlo davanti a tutti!!!

Scese dall'auto e guardò i nomi sui campanelli : Robert Downey, quinto piano, bene.

Le porte non erano un problema, a tutti i poliziotti veniva data una chiave universale.

Ovviamente doveva essere utilizzata solo sul lavoro e non potevano portarsela a casa, ma chi se ne sarebbe accorto?

E comunque dopo la disfatta di Robert nessuno si sarebbe preoccupato di come lui fosse entrato in casa sua.

Entrò nell'atrio, prese l'ascensore e salì.

 

 

All'improvviso a Robert venne un brivido lungo la schiena e si drizzò con uno scatto.

" Rob?! Che succede?! " disse Orlando guardandolo.

" Non lo so, un brutto presentimento... " sussurrò Robert guardando le gocce di pioggia fuori dalla finestra.

Poi si alzò in piedi e prese la giacca : " Orly, devo andare un attimo a casa!! Scusa, se finisci tu di sistemare questi documenti giuro che mi farò perdonare! " e corse fuori nel corridoio, lasciando un Orlando allibito a guardare la porta aperta.

 

 

Quando Mark fu davanti alla porta di Robert, in silenzio, estrasse la pistola - era sempre meglio averla a portata di mano - e aprì la serratura.

Pregustandosi il sapore dolce della rovina di Robert e della sua vittoria, entrò senza far rumore.

Jude però era stato abituato per troppo tempo a dormire con un occhio e un orecchio solo.

Appena sentì lo scatto della serratura, il suo cervello lo registrò e diede l'allarme.

Jude aprì un occhio, poi due, poi si tirò su a sedere, cercando di respirare più piano possibile.

C'era stato un rumore.

...Forse era stata un'impressione, o forse era Robert che era rientrato.

Comunque, coi nervi tesi e pronti, si alzò in piedi e girò intorno al divano, avvicinandosi al corridoio d'ingresso.

Portò la mano dietro alla cintura e ne estrasse il coltello.

Non lo aprì, perchè lo scatto avrebbe fatto troppo rumore.

Fece appena in tempo a recepire un' ombra scura che si trovò di fronte un uomo, stupito tanto quanto lui.

Jude sgranò gli occhi e smise di respirare.

Mark era incredulo : credeva di trovare materiali o attrezzature illegali o cose simili, invece quello stronzo di Robert addirittura si nascondeva in casa uno di quei bastardelli dagli occhi chiari!!Non ci avrebbe mai sperato, era più di quanto avrebbe osato immaginare! Lo avrebbe rovinato a vita!

Il poliziotto impiegò pochissimi secondi a pensare a tutto ciò, ma per Jude furono sufficienti per riprendersi dallo stupore e reagire.

Aprì il coltello a serramanico e con uno scatto in avanti gli ferì la mano che impugnava la pistola. Mark fece un rantolo e l'arma gli cadde a terra, poco distante.

Jude cercò di raggiungerla ma Mark gli fu addosso e caddero entrambi a terra.

Jude si voltò e sferzò una coltellata verso di lui, ma l'altro fu molto svelto e la schivò, però fu costretto a lasciare la presa su Jude, che scattò in avanti e riuscì ad afferrare la pistola.

Mentre si girava verso Mark e sparava, lui gli fu addosso di nuovo e gli bloccò il braccio.

Il proiettile andò a frantumare un grosso specchio sulla parete opposta, i cui pezzi caddero a terra come una pioggia luminosa.

 

Proprio in quel momento dalla porta entrò Robert di corsa, e si bloccò subito sulla soglia.

Involontariamente, restò immobile ad osservare incredulo la scena che aveva davanti agli occhi. Non poteva credere che tutto questo stesse accadendo davvero.

Solo la mattina prima si era alzato normalmente e aveva fatto colazione e come tutte la mattine si era recato a lavorare...Poi...

I due uomini lottavano tra loro nella penombra davanti a lui...

Robert osservava ad occhi sgranati Jude, che era un fascio di muscoli e nervi, sinuoso e letale proprio come il giaguaro a cui Robert l'aveva paragonato.

E come il giaguaro era meravigliosamente bello e terribile allo stesso tempo...

Robert non riusciva a muoversi,era come se il suo cervello si fosse momentaneamente scollegato e stesse osservando la situazione da dietro uno schermo...

Il combattimento tra i due continuava senza pause : Jude diede all'altro un pugno nello stomaco, ma Mark sapeva incassare bene.

Poi tutto successe molto velocemente : Mark diede a Jude un pugno in volto, sullo zigomo, Jude si sbilanciò e cadde all'indietro, Mark afferrò da terra uno dei pezzi dello specchio e gli si lanciò addosso.

Prima che Jude potesse ripararsi, Mark gli conficcò il vetro tagliente nel fianco.

Robert si risvegliò dallo stato di trance in cui era caduto quando sentì Jude urlare.

Nonostante il dolore, il biondo reagì subito, diede all'altro un calcio ben assestato allo sterno, facendogli mancare il respiro e spingendolo lontano da sè.

Mark cadde all'indietro.

Jude stringendo i denti afferrò con entrambe le mani la grossa scheggia di vetro che penetrava nel suo fianco e con un gesto deciso la strappò via, non riuscendo a trattenere un grido basso e strozzato.

Si guardò, il taglio sembrava profondo: vi premette una mano sopra per cercare di fermare un po' il sangue.

Quando alzò lo sguardo Mark si era ripreso e gli si stava lanciando contro col suo coltello.

Jude gemendo alzò le braccia per cercare di parare il colpo, ma quando l'uomo gli era ormai addosso, sentì un rumore sordo e lo vide crollare privo di conoscenza sopra di sè.

Alla spalle di Mark, Robert stringeva un grosso tubo di ferro col quale l'aveva colpito alla testa.

Si guardarono negli occhi un istante respirando affannosamente e Jude poteva leggere talmente tante sensazioni contrastanti in quelli di Robert che ne fu turbato.

Poi Robert buttò a terra il tubo e si precipitò su di lui:

" Merda!!Cosa ci faceva questo stronzo a casa mia??!!Ehi, tutto a posto??!!Riesci ad alzarti??!!Oddio..."

Jude cercò di tranquillizzarlo, anche se parlava con fatica.

" Io...Non credo abbia colpito organi vitali, ma è piuttosto profonda..."

Cercò di alzarsi, ma con un gemito cedette.

Robert lo afferrò per un braccio e per la vita e lo aiutò a tirarsi in piedi.

Jude teneva ancora una mano premuta sulla ferita, ma il sangue non accennava a diminuire il suo flusso e aveva già imbrattato la maglietta e i jeans.

" M - mi dispiace per i vestiti..." disse Jude con un sussurro.

" Ma stai scherzando?! Che me ne frega dei vestiti! Dio, stai sanguinando moltissimo, devo portarti in ospedale subito!"

Jude lo guardò e si strinse più forte a lui, sentendo un capogiro:

" Sei impazzito?!! Non posso andare all'ospedale!! Sai che per essere ricoverati bisogna passare la scansione oculare! Anche con le lenti a contatto se ne accorgerebbero subito!!"

" Cazzo, non ci pensavo! Ma dobbiamo curarti in qualche modo!" disse Robert mordendosi il labbro.

Poi si voltò a guardare Mark ancora privo di sensi e parlò a bassa voce, più a se stesso che a Jude.

"...Sono fottuto...Mi sa che ho passato il punto di non ritorno...O forse, chissà, aspettavo solo questo momento..Da tutta una vita..."

Poi lo guardò negli occhi : " Ce la fai a camminare?Dobbiamo andarcene alla svelta!...Ah, aspetta! Prendo solo alcune cose indispensabili... Appena questo idiota si risveglierà farà un casino e ci troveremo alle calcagna tutto il commissariato di polizia!!!" e corse in camera.

Jude, appoggiato al muro, non smetteva di guardare nella sua direzione - non aveva detto devi, ma dobbiamo - Ora per causa sua anche Robert era nei casini...Jude era così dispiaciuto...Ma in realtà una parte profonda e nascosta di lui era così felice che il destino avesse voluto che loro due rimanessero insieme...Anche se si vergognava terribilmente di averlo pensato....

Il suo fu solo un sussurro : "Mi dispiace...Non volevo coinvolgerti...Dovevo...Andarmene subito..."

Robert riemerse dalla camera e lo guardò con uno sguardo duro e dolce allo stesso tempo: come fosse possibile, Jude non lo sapeva .

" Ehi, non ci provare, tu non c'entri, io ho fatto le mie scelte...Ora andiamo! " disse il moro prendendolo per un braccio e portandolo verso la porta.

Robert continuava a sostenerlo per un fianco e lo teneva stretto a sè. Con l'altra mano teneva un borsone nero che aveva riempito di roba.

Anche Jude reggeva a fatica il borsone delle cose prese da Johnny.

"Andiamo presto!", continuava a ripetere Robert.

Scesero con l'ascensore nel parcheggio sotterraneo e corsero verso la macchina di Robert.

Erano a pochi metri dall'auto quando sentirono dei passi e videro una figura apparire improvvisamente di fianco ad essa.

"Robert!"

"Orlando!" - No, no, no, questo non andava per niente bene! - pensò Robert stringendo inconsciamente Jude più vicino a sè.

" Sapevo che mi stavi nascondendo qualcosa!" disse il ragazzo a bocca aperta, sembrava deluso.

Jude non riusciva a fare niente se non stringersi a Robert...Se non fosse stato per l'adrenalina che aveva ancora in circolo, con tutto il sangue che aveva perso, sarebbe già svenuto.

Robert si trovava davvero in una bruttissima situazione : non avrebbe mai e poi mai fatto del male a Orly, ma non poteva - non doveva - permettere che succedesse qualcosa a Jude.

Orlando fece un passo verso di loro : "Era a questo che ti riferivi oggi in ufficio, Robert?"

" Orly, ti prego, posso spiegarti, credimi, anzi, ti avrei detto tutto, ma è successo così velocemente..." Robert non sapeva davvero cosa dire.

Orlando allora si avvicinò a Jude e lo guardò negli occhi. Robert protettivamente lo spinse un po' dietro di sè.

Poi Orlando bisbigliò così piano che quasi nemmeno Jude lo sentì : "Incredibile...Non avrei mai sperato di avere un 'occasione per redimermi..."

Poi invece disse ad alta voce, rivolgendosi ancora a Robert : "E' ferito?Non puoi portarlo in ospedale...Avete un posto sicuro dove andare?"

Robert non credeva alle sue orecchie e lo guardava come un idiota.

" Dai, ti aiuto a metterlo in macchina", insistette Orlando, e così dicendo aprì loro la portiera dal lato del passeggero.

Ma Robert lo guardò serio, senza muoversi, e disse : "Nel mio appartamento c'è Mark. E' svenuto...Gli ho dato una botta in testa..."

Orlando sospirò : " D'accordo, vedrò cosa posso fare...Non molto credo, se si tratta di Mark...Hai fatto un bel casino stavolta, eh?"

Robert chinò la testa senza replicare e aiutò Jude a salire in auto. Lo guardò, era molto pallido.

Si girò verso Orlando e all'improvviso gli si buttò addosso, abbracciandolo forte.

Non avrebbe saputo esprimere a parole la gratitudine che provava. Sapeva che poteva contare su Orly, come aveva fatto a dubitare?!

Orlando ricambiò l'abbraccio e sorrise : " Tranquillo...Solo, non nascondermi più niente, ok?"

Robert annuì con gli occhi lucidi. " Mi terrò in contatto."

" D'accordo...Fatemi sapere se siete al sicuro e se avete bisogno di qualcosa..."

"Lo farò."

Robert salì in macchina. Il suo sguardo era determinato come forse non lo era mai stato.

Si voltò l'ultima volta a guardare Jude al suo fianco, poi strinse forte il volante, spinse il piede sull'acceleratore e partì.

 

 

*

Io, io non riesco a tener questi ricordi fuori dalla mia mente
è una specie di pazzia, ha iniziato ad evolversi
Io, a lungo io ho provato a lasciarti andare
ma questa specie di pazzia mi sta inghiottendo completamente

ho infine visto la luce

ed ho finalmente capito
cosa significhi
e so, ho bisogno di sapere, è questo il vero amore?
o è solo la pazzia che ci tiene a galla
ma quando ripenso a tutte le lotte pazzesche che abbiamo avuto
è come una specie di pazzia, che stava prendendo il controllo
e sappi che ho finalmente visto la luce
ed ho finalmente capito
quello che ti serve

vieni da me, solo in sogno
vieni e salvami
si lo so, non posso essermi sbagliato
e forse tutto è troppo forte...

ho finalmente visto la luce

ed ho finalmente capito
cosa significhi...

*
 

 

 

 

Note : Puff, che fatica scrivere questo capitolo!!! *__*

Alla fine è venuto molto più lungo di quel che credevo!!!Ma non avrei saputo come fare a dividerlo in due!!!Ditemi che ne pensate, please!!! T__T

...Cavoli, è incredibile come, quando devo trovare un personaggio con gli occhi azzurri mi vengano in mente solo quelli che hanno gli occhi scuri e viceversa!!!! XD

Con Johnny però ho dovuto imbrogliare, lo volevo troppo in questo ruolo...!!

Avete trovato tutte le piccole citazioni a Pirates of the Caribbean??!! XD

E Orly com' è carino e puccioso...in futuro ci saranno delle sorprese anche per lui eheheh!!!!

E chi saranno mai Ian e Harrison??!!Mah... XD

In questo capitolo finalmente Jude inizia a lasciarsi un po' andare...

Ah, per la cronaca, lo so che Jude non ha un fratello maggiore ma mi serviva x esigenze di copione...che si scopriranno poi... ;)

Si, so anche che non ho proprio idea di dove possa aver trovato un tubo di ferro Robert in casa, ma vi giuro che tutti gli altri oggetti casalinghi che mi venivano in mente erano troppo idioti e avrebbero rovinato un po' la tensione... della serie: Jude vide Robert col frullatore in mano!!! XDDD sono pazza...

E Mark non lo dimenticate,perchè tornerà fuori...ahah basta spoiler!!!!! è_é

Ah, la canzone è Madness dei MUSE <3 ...vero che sta a pennello con questo capitolo???!!! <3 <3 <3

Ah, probabilmente tra qualche capitolo il rating cambierà e diventerà rosso...spero che questo non crei problemi a nessuno..... @__@

Boh, direi che non vi stresso più, grazie mille a chi segue la storia e alle vostre bellissime recensioni, mi hanno dato ancora più voglia di scrivere e condividere questa storia con voi!!!!bacio!!! <3

  

  
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