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Autore: FireMC    22/11/2012    3 recensioni
Ho sempre amato molto la coppia KeixHil e mi dispiace molto non aver più letto fanfiction su loro due. Questa è un'idea che avevo da un po' di anni. Ho preso ispirazione dai libri della Confraternita del Pugnale Nero, la storia parlerà di vampiri ed avrà appunto per protagonisti Kei ed Hilary. Spero possa piacervi.
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 1


 

Il belvedere di Tokyo era un luogo piuttosto isolato e silenzioso da cui si poteva godere della splendida vastità del mare e dove era possibile ottenere un po' di tranquillità, lontano dal caos metropolitano.

Questo almeno fino al tramonto, dopo il quale, quell'idilliaco paesaggio si trasformava nel punto di ritrovo dei più pericolosi criminali della città.

"Criminali..."pensò con amarezza Ryo serrando con forza i profondi occhi nocciola dalle intense sfumature dorate, che in quegli ultimi anni avevano visto troppa violenza e crudeltà.

Davvero lui e i suoi fratelli potevano essere definiti dei criminali?

Non era forse loro diritto difendere coloro che amavano, anche a costo di infrangere qualche legge?

Ormai da secoli tutto ciò che era in grado di fare era lottare per la propria vita e per quella della sua stirpe seriamente minacciata da coloro che, persino in quel momento agivano con l'intendo di ridurla all'estinzione.

In alcuni momenti sentiva di essere giunto al limite, di non essere più in grado di risollevarsi da terra e proseguire nel suo cammino, troppo gli era stato tolto a causa di quella guerra e a troppo ancora era stato costretto a rinunciare, ma gli era sufficiente ripensare a ciò che segretamente, ma ancora per poco, stava custodendo per capire che, gettare la spugna, non faceva certamente al caso suo.

E se per questo veniva considerato un criminale, bè, per diamine...era fiero di esserlo, su ciò non vi era alcun dubbio.

Il vento, che fino a quel momento lo aveva investito con il rilassante profumo del mare, gli fece giungere al naso un odore nuovo,più fresco e pungente, precedendo l'arrivo di colui, che stava aspettando già da molto tempo.

-Splendida serata, non trovi?-

Ryo non si voltò nella direzione da cui era arrivata quella domanda, si limitò a sollevare gli occhi verso la volta stellata, osservando che, sì, quella era davvero una splendida serata di fine estate e l'atmosfera sarebbe anche potuta risultare magica e piacevole, se solo non fosse stato così agitato.

Attese, con il cuore che martellava incessantemente all'interno della cassa toracica, che il suo interlocutore lo affincasse davanti alla ringhiera di ferro arrugginito.

-Mio signore, io...-pronunciò insicuro.

-Qualunque cosa tu voglia da me Ryo, questo non è un buon modo per accattivarti i miei favori, perciò evita di chiamarmi in quel modo, se non vuoi che ti tagli la lingua.-sibilò con voce gelida l'imponente e scura figura alla sua destra.

Ryo sospirò, scaricando un minimo la tensione, che sentiva irrigidirgli ogni singolo muscolo del corpo.

-...ho un disperato bisogno del tuo aiuto...se non mi trovassi con le spalle al muro, non te lo chiederei, ma è davvero molto importante per me e tu sei l'unico di cui mi fido ciecamente...-fece una pausa, respirando a fondo e sondando con attenzione l'espressione indecifrabile sul volto del vicino, notando come nessuna delle sue parole fosse stata in grado di provocare alcun cambiamento in esso.

-Si tratta di mia figlia.-concluse, la voce ridotta ad un roco sussurro.

Vide immediatamente un nero soprecciglio scattare verso l'alto, creando così una appena percettibile ruga sulla fronte del compagno.

-Che cosa vuoi che faccia? Solitamente cerchi sempre di tenermi il più lontano possibile dalle donne, che cos'ha tua figlia di così speciale?-chiese con una ben udibile ironia nel tono duro.

-Non ho potuto starle accanto per i motivi che tu ben sai, perciò è totalmente allo scuro della sua vera natura...tra poco in lei avverrà la mutazione, ma ancora non lo sa, ha bisogno di una guida e il tuo sangue è molto potente...tu sei il solo che può esserle d'aiuto.-spiegò a bassa voce, impiegando diverso tempo nel selezionare accuratamente le parole, come se temesse di dire qualcosa di errato da un momento all'altro e ridurre a zero le, già scarse, possibilità di ottenere il favore di cui necessitava.

-No.-la risposta fu veloce e secca.

Ryo rimase per alcuni istanti basito, poi molteplici sentimenti attraversarono il suo viso incredibilmente giovane, inizialmente lo stupore, lo sconcerto, il disappunto, la rabbia, la consapevolezza, la rassegnazione, la delusione ed infine il terrore.

-Potrebbe non sopravvivere!-esclamò tremante.

-Non è un problema che mi riguarda, puoi chiederlo a qualcuno degli altri.-fu la disinteressata replica che ricevette.

La paura contaminò il suo cuore e avvertì gli occhi bruciare a causa delle lacrime, che a stento cercava di trattenere.

Non era nel suo carattere mostrarsi debole, ma la vita di sua figlia era un bene troppo prezioso e non poteva metterla a repentaglio, aveva trascorso diciannove anni cercando di proteggerla al meglio e, se fosse servito a qualcosa, si serebbe persino messo a pregare in ginocchio.

-Ti supplico, lei è importante...-mormorò, rivolgendogli uno sguardo implorante.

-Ogni singolo membro della nostra comunità è importante, non per questo dono il mio tempo e il mio sangue a ciascuno di loro.-disse, voltandosi ed iniziando ad allontanarsi.

-Tu non capisci Kei!!!-gridò Ryo, raggiungiendolo con uno scatto e fermandolo, afferrandogli una delle ampie spalle.

L'occhiata furiosa che sembrò trapassarlo da parte a parte lo fece tremare da capo a piedi e saggiamente ritirò la mano con cui aveva osato troppo.

-Perdonami.-sussurrò dispiaciuto.

-Di grazia...cosa non capirei Ryo?-la sua voce era stranamente calma e vellutata, nonostante i suoi occhi scintillassero inquietanti nell'oscurità.

Per l'ennesima volta, dall'inizio di quella conversazione, Ryo si ritrovò a sospirare pesantemente.

-Lei...è come te.-emise, calcando con forza su ciascuna parola, sperando di ottenere un ripensameto da parte dell'altro.

Trascorsero diversi minuti, carichi di elettricità e tensione, in cui entrambi rimasero immobili a fissarsi, Ryo carico di aspettativa, Kei imperscrutabile, non lasciando trasparire alcun tipo di emozione, che avrebbe potuto far pensare il suo interlocutore ad una possibile presa in considerazione del favore chiestogli.

-La mia risposta è sempre no!-detto ciò, a grandi passi, si inoltrò nella fitta boscaglia che circondava il belvedere, sparendo in poco tempo alla vista dell'altro.

Ryo rimase fermo ad osservare il punto, in cui aveva visto per l'ultima volta la schiena di Kei, mentre una leggera brezza portava via con sè l'odore delle sue lacrime, ma non la pena all'interno della sua anima.


 

Nel medesimo istante, pochi chilometri lontano da lì, una ragazza dagli occhi castani scrutava il cielo dalla finestra della sua stanza, ancora del tutto ignara del fututo che l'attendeva.

  
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