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Autore: AthenaSkorpion    22/11/2012    1 recensioni
E se Teti fosse riuscita a salvare nella sua integrità il corpo del futuro eroe che sarebbe stato Achille?
Se il tallone che lo portò alla morte fosse stato immortale esattamente come tutto il resto?
Gli Dei avrebbero tremato.
P.S. Questa storia è in collegamento fuori trama con "La mela di Eris".
Genere: Avventura, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si levò un coro di proteste dall'assemblea segreta degli Dei. Tutti i possibili alleati di Achille divennero furiosi e alcuni alzarono anche le braccia. Achille spalancò gli occhi e tentò di placarli prima che Zeus scoprisse il loro incontro.
- Vi prego, non agitatevi!-sussurrò preoccupato.
Le divinità parvero congelarsi e solo alcune continuarono a mugugnare.
- Achille, noi abbiamo accettato di ascoltarti contro Zeus, per capire come combatterlo. Ma non intendiamo morire anche noi. Non faremo ciò che ci chiedi-disse Apollo sibilando. Latona, che aveva ascoltato accanto a Teti tutto il tempo, dopo aver dato uno scappellotto al figlio ed essersi accertata che lui si rifugiasse al suo posto, venne avanti e disse adirata:- Tutti abbiamo dei conti in sospeso con colui che si è definito nostro re senza consenso altrui. Non è affatto più potente di noi, è il potere che gli concediamo a renderlo forte, oltre a scagliare folgori, neppure create da lui ma dai Ciclopi, non sa fare altro, mentre ognuno di voi detiene il potere su parte della natura. Che stolti e che accidiosi siete! Non v’importa nulla di ciò che accade qui, fate in modo che la nebbia che vi occulta gli occhi non venga smossa per non dovervi industriare nel decifrare ciò che finalmente vedete! Non fate nulla, nulla!
Artemide si fece avanti, prese con sé la madre con dolcezza e disse:- Achille, tu ci dici di rimanere immobili finché gli umani non crederanno più in noi e non ci sacrificheranno più nulla. Noi moriremo e Zeus sarà pregato di rimediare alla nostra abulia, acquisendo ancora più potere di quanto ne abbia già ma senza ulteriore concorrenza. La cosa si risolverebbe in un totale fallimento e nella nostra morte. Apprezzo il tuo coraggio, ma io mi dissocio.
Achille abbassò la testa per non vedere tutti gli Dei allontanarsi e lasciarlo da solo.
- Achille, tu non combatti solamente contro Zeus, vero?-disse la voce di Teti ora più vicina.
- Non potevo certo dire che li odio tutti, no? La mia sete di vendetta si unisce ora alla disperazione. Ma non ti preoccupare, vendicherò il tuo onore infranto, vendicherò Patroclo, Pentesilea e ogni anima giunta nell'Oltretomba per gli stupidi screzi di queste divinità egocentriche e volubili. A costo di morire.
La sua aura si illuminò di una tale intensità che la luce dorata parve fuoriuscire anche dagli occhi, divenuti all'improvviso di brace. Teti poté sentire il calore della sua rabbia accarezzare il suo corpo fatto d'acqua, che si increspò fino a diventare opaco.
- Figliolo, attento, abbiamo spettatori.
Ares, Efesto, Poseidone, Dioniso e Atena raggiunsero madre e figlio e Achille tentò di darsi un contegno.
Efesto, con la sua solita giovialità, diede un abbraccio fraterno all'eroe e disse:- Noi siamo con te, Achille, non ti preoccupare, abbiamo un'alternativa.
Poseidone si avvicinò con un sorriso paterno e disse:- Se ti potesse vedere mio padre... Crono sarebbe fiero di ciò che sei. Ma non abbiamo solo lui come nostro amico. Prometeo sta per arrivare.
Achille spalancò gli occhi e disse:- Ma lui non era un mortale?
Poseidone abbassò gli occhi e così fecero tutti gli altri tranne Dioniso, peraltro curioso quanto Achille, finché Atena non mormorò:- Chirone gli ha donato la sua immortalità. È stato colpito da una freccia avvelenata e non potendo morire soffriva in maniera indescrivibile, perciò Prometeo si è preso la sua vita salvandolo dalla disperazione.
Dioniso e Achille si guardarono agghiacciati. Entrambi allievi del buon centauro, non potevano credere che una creatura come lui potesse morire così. Dioniso perse colore e si accasciò a terra; Achille sfoderò la spada e, preso di nuovo dalla rabbia, ruggì:- Chi l'ha ucciso? Merita di morire anche lui!
Atena si fece avanti con le mani alzate per frenare il suo impeto e ad Achille tornarono in mente i precetti pacifisti del vecchio centauro.
- Achille, c'è una ragione se non ti svelerò il nome del suo assassino, riponi l'arma e pensa con cal...
Ares sbuffò e latrò:- Taci, Dea, tu e la tua calma da quattro soldi! Lui vuole vendetta, lasciagliela prendere, digli chi è stato.
Atena si erse in tutta la sua altezza e disse in tono pacato, prendendo la lancia:- Azzardati a rivelargli il nome dell'uccisore di Chirone e con questa lancia tirerò fuori dal tuo corpo grida di così tanta atrocità da impietosire i mortali che vivono in terra.
Ares ridacchiò per nulla intimorito e aggiunse:- Be', almeno ora non sei più rilassata.
Atena, stizzita, non rispose e si limitò a fissare il punto in cui una fiammata aveva illuminato le acque e le ninfee.
Un uomo, all'interno di quella fiammata arancione, iniziò ad apparire nella sua sfolgorante bellezza, emettendo una luce così potente da mandare riverberi con il riflesso dell'acqua, in una luminosità colorata come il tramonto estivo.
Achille osservò l'uomo, vestito solamente di un gonnellino di stracci, stiracchiarsi, un istante impedito dalla lunga cicatrice appena rimarginata sotto la mammella.
Parve solo in quel momento accorgersi del gruppo che lo osservava e disse:- Da quant'è che non ci si vede, eh?
La fiamma si ridimensionò fino a diventare la sua aura e Prometeo si guardò intorno mugugnando:- Qui una volta c'erano i pavoni e le colombe, Zeus è diventato negligente?
Atena, ammirata da quell'immortale, sorrideva a ogni suo gesto. Achille non capiva cosa lei ci trovasse di spettacolare in quell'ometto, ma Atena era assolutamente entusiasta, quindi non disse nulla.
- Questo, Achille, è Prometeo-annunciò lei.
Prometeo si voltò verso Achille e per la prima volta da quando era sull'Olimpo, l'eroe si vergognò dei fiori neri che corniciavano la sua testa. Si sentì esaminato da capo a piedi e la sua aura vibrò d'imbarazzo. Teti gli sorrise per calmarlo.
- Da tempo non vedevo un oro così-sussurrò Prometeo. Dopodiché, scacciati i pensieri con un infantile gesto delle mani, un sorriso a trentadue denti avanzò sul suo volto e gridò:- Efesto, amico mio, da quanto tempo! Sei un po' ingrassato o sbaglio? Be', dopo la guerra suppongo tu abbia avuto parecchia ambrosia, eh? Ma da quello che so l'ultimo manufatto che hai costruito è proprio qui, indosso a questo giovine! Quante ideuzze che ho, quante cosette potremmo fare...-disse accompagnando con gesti esasperati ogni parola e frugandosi sempre in testa come in cerca di ordine tra le proprie idee-Sai, ho avuto un certo avvoltoio poco gentile alle calcagna per secoli, non ho avuto molto tempo per metterle alla prova ma suppongo che con un paio di esperimenti potrebbe uscire qualcosa di buono.
Efesto annuì rassegnato e paziente e disse:- Certo Prometeo, ci lavoreremo, non ti preoccupare.
Poseidone fece una piccola risatina mentre i due Artigiani andavano alle fucine. Achille sentì una gomitata e vide Dioniso che sussurrava al suo orecchio:- Perché affidiamo le nostre vite a questo pazzo?
Atena gli rispose mentre Achille faceva spallucce:- Perché è il più grande genio dell'universo, Dioniso. Lui è l'Idea.
Quando anche gli altri furono spariti e rimase solo Dioniso, Achille lo guardò e fecero un piccolo inchino contemporaneamente per onorare il loro defunto maestro. In quel preciso istante una nuova costellazione apparve nel cangiante cielo dell'Olimpo ed entrambi sorrisero.




- Dunque è questa l'arma che avevate in mente?-chiese Poseidone, impaziente di tornare in mare, il suo regno. Efesto annuì soddisfatto e l'aura di Prometeo, pieno di orgoglio, tremolò come una vera fiamma. Sembrava che ciò che l'aveva condannato alla pazzia e alla sofferenza non l'avesse minimamente abbattuto ma anzi fosse divenuto parte di lui. Il fuoco, la sua essenza.
- Corpo di metallo, punta di folgore, anima di diamante. Ho costruito il diamante in modo che sembrasse spugnoso, bucherellato, per poter contenere del veleno che uccida anche se la ferita è superficiale.
Atena disse, accarezzando la lancia con un sorrisetto pieno di sottintesi:- Medusa è stata davvero disponibile.
Prometeo la guardò intimorito e disse:- Era suo il veleno?
Atena annuì con aria innocente e nessuno indagò oltre.
Achille soppesò la lancia e la trovò perfettamente equilibrata e aerodinamica. Atena e Ares lo guardarono con ammirazione e invidia.
- Zeus non ha mai usato armi, ha lasciato noi umani a ucciderci senza mai sentir l’odore del sangue. Non mi sfuggirà- asserì Achille.
- Nessun immortale può sfuggire alla Moira con questa lancia. Hai un grande potere, usalo con saggezza-disse Poseidone serio. Dopodiché tornò tra i flutti del mare. In quel momento nelle fucine entrò una figura e tutti si misero davanti ad Achille per difenderlo da sguardi inquisitori.
- Chiedo scusa-disse Artemide mostrando il suo arco e posandolo sul tavolo in segno di amicizia. -Apollo e mia madre non sanno che sono qui, quindi vi prego di non svelar loro nulla. Ho deciso, dopo lunga riflessione, di unirmi alla vostra causa. Credo non esista nessuno che conosca fino in fondo il mio odio verso Zeus. Mia madre è talmente buona che dubito, per quanto la sua furia sia terribile, che riuscirebbe a trovar vendetta, quindi ho deciso che della mia famiglia io sono l'unica a poterlo fare. Vi offro le mie frecce, sono a vostra disposizione.  Vi chiedo solo di riflettere bene ogni vostra mossa, prima di agire. Vi dico, inoltre, che Zeus per stasera ha in mente qualcosa. Potrebbe essere l'occasione giusta.
 
 

Quella sera, infatti, Zeus diede un banchetto in onore di Achille, il nuovo arrivato, e di Prometeo, l'esiliato ritornato immortale. Tutti si guardavano con amarezza dopo la riunione segreta, ognuno sentendosi colpevole di tradimento di fronte a Zeus.
Il cielo si era fermato e ora era ricolmo di stelle che si riflettevano nelle acque cristalline ingioiellate dai fiori sempre gonfi di vita.
Zeus si alzò alla luce delle lanterne e, dopo essersi sistemato i riccioli neri, parlò con una annoiata e placida Hera accanto:- Amici e fratelli, oggi festeggiamo il ritorno tra noi di Prometeo! Spero mi sia riconoscente per avergli permesso di sfuggire alla sua punizione, ma troveremo qualche altro modo per pagare la sua disonestà.
L'occhiata che Zeus mandò a Prometeo lo fece raggelare e lui non riuscì a tirar fuori neppure un sorriso. La sua aura si ridusse a un alone indistinto poco oltre il limite del suo corpo.
- Ma vogliamo soprattutto onorare l'arrivo di Achille! Che tra le altre cose si è già fatto valere in duello con Ares, battendolo senza sforzo. Il che m’induce a pensare che il suo ruolo non gli stia più a pennello come una volta. Ares, necessiti forse di aiuto? Vuoi che ceda il tuo posto a chi di dovere?
Ares digrignò i denti accanto ad Achille, strinse i pugni e disse:- No, padre.
Achille sapeva già dove Zeus sarebbe andato a parare quella sera, quindi strinse la presa sulla lancia che nascondeva sotto al tavolo.
- Ma dopotutto cosa ci si può aspettare da mio figlio? Oggi vi annuncio che Achille è sangue del mio sangue! Salutate il mio erede!
Fu una doccia fredda per tutti. Dei minori e altre creature spostarono gli occhi tra i due duellanti e alcuni non riuscirono a reggere il peso del loro scambio di occhiate. Ade aprì lievemente la bocca in un mezzo sorriso, quasi quello di un curioso che avesse trovato finalmente risposta. Ovviamente sapeva che il banchetto aveva qualche fine. Poseidone prese un angolo del tavolo e si costrinse a respirare. Peleo rabbrividì d’indignazione e vergogna mentre Dioniso rifletteva sull'ultima parola con grande disappunto. L'unico impassibile era Achille, che però stringeva le dita sulla lancia fino a farsi sbiancare le nocche. Atena lo fermò con lo sguardo.
- In effetti era ovvio. Peleo non ha neppure un’aura, non è un dio, come poteva essere possibile che Achille, con l’oro che lo circonda, fosse davvero suo figlio? Abbiamo salvato l’onore di Teti, ma Peleo può pure tornare a casa dopo questa rivelazione. Achille un mezzo-dio? Non credo proprio.
Zeus sogghignò prima a Peleo e Teti, che avevano un’espressione sconvolta e distrutta e poi ad Achille che, lottando per tenere a freno i conati, si alzò fulmineo, scavalcò la tavola in corsa, tirò indietro il braccio e, prima che Zeus potesse capacitarsi di qualunque movimento, la folgore trapassò il suo cuore. Il Re fissò allibito la punta avvelenata conficcata nel suo petto e Achille corse da lui. Si chinò su di lui, godendosi il terrore negli occhi del suo nemico, rigirò la lancia nella ferita con estrema lentezza e sussurrò:- Le bugie non pagano, padre.
Quando strappò via la lancia dalla carne quasi immateriale, Zeus sparì in una tempesta di sabbia. Agli altri Dei non rimase che inchinarsi di fronte al nuovo re.
Nessuno si era accorto che nella traiettoria della lancia Ilizia era stata ferita di striscio.
 



 
Bene, sono qui! Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto parecchie grane da sistemare.
Qui, finalmente, Achille prende posizione e agisce.
Riguardo a Prometeo, so che fu liberato da Zeus in cambio dell’informazione riguardante la gravidanza di Teti, ma credo che fosse più appropriato liberarlo così; dato che ci sono molte versioni ho preferito quella della morte di Chirone e della conseguente creazione della Costellazione del Centauro. Bisogna pur dare una linea del tempo a queste diavolo di leggende! XD
Artemide è diventata un’alleata di Achille (a quanto pare è la Dea preferita di una certa Maky…)e non sarà l’unica.
Spero di poter aggiornare presto e grazie mille della pazienza! 

   
 
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